Non riesco ad andare avanti e mi chiedo se sia realmente finita?
Sento il bisogno di raccontare il rapporto che ho vissuto con la mia "ex".
Fin dall'inizio, la relazione è stata disfunzionale e tossica.
A gennaio 2023 aveva lasciato il suo ex dopo 7 anni; ad aprile 2024 aveva perso la madre in un incidente stradale.
Dopo il lutto, tornò per una sera dall’ex e finirono a letto insieme, ma non riprese la relazione e partì per un mese in vacanza.
Durante quel periodo mi conosce su Instagram.
Iniziamo a parlare: tutto molto bello, ma mi dice che deve chiarirsi con il suo ex, nonostante ci diciamo cose importanti e ci scambiamo qualche foto intima.
A settembre torna e le chiedo di vederci.
Dopo un tira e molla, decido di andare sotto casa sua.
Ci vediamo, ma per un mese non usciamo mai da lì: vuole chiarirsi con l’ex e non vuole creare problemi nel suo gruppo di amici.
Litighiamo spesso: lei rimanda continuamente, mentre io mi sento ignorato e paranoico.
Facciamo l’amore sempre meno spesso, e nei litigi usa il silenzio punitivo: mi diceva che bisognava aspettare qualche giorno prima di chiarire.
A ottobre si chiarisce con l’ex, passando tre ore con lui.
Continua a giustificarsi dicendo che è normale mitigare la situazione.
Questo, unito ai suoi sbalzi d’umore e all’ombra costante dell’ex, rende il nostro rapporto instabile.
Tra gennaio e febbraio riusciamo a vivere un periodo sereno, ma poi le confesso che, durante i litigi, avevo scambiato foto intime con altre persone.
Lei esplode, accusandomi di aver rovinato tutto, nonostante ammetta di aver gestito male il rapporto.
Da febbraio ci vediamo poco e passiamo quattro mesi separati, tra litigi e silenzi.
Mi sento frustrato e faccio paragoni con il suo ex, a cui aveva concesso più attenzioni.
Non ho mai conosciuto il padre, nonostante fossi sempre sotto casa sua.
Un giorno, un’amica mi nomina come Diego, un altro suo ex, e questo mi fa sentire ancora più escluso.
Nel frattempo, continuo a percepire una presenza latente dell’ex, come quando lui le scrive per chiedere del padre, che purtroppo ha scoperto di avere un tumore.
Dopo due settimane di silenzio reciproco, conosco una persona con cui finisco a letto.
Preso dai sensi di colpa, confesso tutto alla mia ex, che esplode accusandomi di tradimento, nonostante fossimo separati da febbraio.
Litighiamo ancora per mesi, sempre per telefono.
Lei continua a rifiutare incontri per chiarire e mantiene un atteggiamento distaccato.
Ad agosto parte per le vacanze.
Al ritorno le chiedo di vederci, ma lei si rifiuta.
Vado sotto casa sua e, in un momento di rabbia, sbotto.
Tornato a casa, cancello il suo numero, ma continuo a controllare i suoi social, ossessionato dall’idea che ci sia ancora qualcosa in sospeso.
So che questa storia deve finire, ma faccio fatica a staccarmi del tutto.
Fin dall'inizio, la relazione è stata disfunzionale e tossica.
A gennaio 2023 aveva lasciato il suo ex dopo 7 anni; ad aprile 2024 aveva perso la madre in un incidente stradale.
Dopo il lutto, tornò per una sera dall’ex e finirono a letto insieme, ma non riprese la relazione e partì per un mese in vacanza.
Durante quel periodo mi conosce su Instagram.
Iniziamo a parlare: tutto molto bello, ma mi dice che deve chiarirsi con il suo ex, nonostante ci diciamo cose importanti e ci scambiamo qualche foto intima.
A settembre torna e le chiedo di vederci.
Dopo un tira e molla, decido di andare sotto casa sua.
Ci vediamo, ma per un mese non usciamo mai da lì: vuole chiarirsi con l’ex e non vuole creare problemi nel suo gruppo di amici.
Litighiamo spesso: lei rimanda continuamente, mentre io mi sento ignorato e paranoico.
Facciamo l’amore sempre meno spesso, e nei litigi usa il silenzio punitivo: mi diceva che bisognava aspettare qualche giorno prima di chiarire.
A ottobre si chiarisce con l’ex, passando tre ore con lui.
Continua a giustificarsi dicendo che è normale mitigare la situazione.
Questo, unito ai suoi sbalzi d’umore e all’ombra costante dell’ex, rende il nostro rapporto instabile.
Tra gennaio e febbraio riusciamo a vivere un periodo sereno, ma poi le confesso che, durante i litigi, avevo scambiato foto intime con altre persone.
Lei esplode, accusandomi di aver rovinato tutto, nonostante ammetta di aver gestito male il rapporto.
Da febbraio ci vediamo poco e passiamo quattro mesi separati, tra litigi e silenzi.
Mi sento frustrato e faccio paragoni con il suo ex, a cui aveva concesso più attenzioni.
Non ho mai conosciuto il padre, nonostante fossi sempre sotto casa sua.
Un giorno, un’amica mi nomina come Diego, un altro suo ex, e questo mi fa sentire ancora più escluso.
Nel frattempo, continuo a percepire una presenza latente dell’ex, come quando lui le scrive per chiedere del padre, che purtroppo ha scoperto di avere un tumore.
Dopo due settimane di silenzio reciproco, conosco una persona con cui finisco a letto.
Preso dai sensi di colpa, confesso tutto alla mia ex, che esplode accusandomi di tradimento, nonostante fossimo separati da febbraio.
Litighiamo ancora per mesi, sempre per telefono.
Lei continua a rifiutare incontri per chiarire e mantiene un atteggiamento distaccato.
Ad agosto parte per le vacanze.
Al ritorno le chiedo di vederci, ma lei si rifiuta.
Vado sotto casa sua e, in un momento di rabbia, sbotto.
Tornato a casa, cancello il suo numero, ma continuo a controllare i suoi social, ossessionato dall’idea che ci sia ancora qualcosa in sospeso.
So che questa storia deve finire, ma faccio fatica a staccarmi del tutto.
[#1]
Gentile utente,
.. nel frattempo, tra i vari tira e molla che ci descrive, sono trascorsi 2 (due) anni. Due anni della sua vita.
Non Le sembra francamente eccessivo?
Lei dice:
- "So che questa storia deve finire,
- ma faccio fatica a staccarmi del tutto":
Non sto dunque a spiegarLe, a parlarLe, a convincerLa,
dato che Lei sa *già* quello che deve fare, ne è ben consapevole.
Eppure non riesce a mettere in atto le Sue intenzioni.
Ha mai pensato di chiedere aiuto specialistico? E' una buona regola farlo, quando - trascorsi al massimo 6 mesi di malessere psichico - ci si accorge di non riuscire a risolvere da soli.
Ritiene di potersi rivolgere ad un* Psicolog*?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
.. nel frattempo, tra i vari tira e molla che ci descrive, sono trascorsi 2 (due) anni. Due anni della sua vita.
Non Le sembra francamente eccessivo?
Lei dice:
- "So che questa storia deve finire,
- ma faccio fatica a staccarmi del tutto":
Non sto dunque a spiegarLe, a parlarLe, a convincerLa,
dato che Lei sa *già* quello che deve fare, ne è ben consapevole.
Eppure non riesce a mettere in atto le Sue intenzioni.
Ha mai pensato di chiedere aiuto specialistico? E' una buona regola farlo, quando - trascorsi al massimo 6 mesi di malessere psichico - ci si accorge di non riuscire a risolvere da soli.
Ritiene di potersi rivolgere ad un* Psicolog*?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 12 visite dal 21/11/2024.
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