Penso di essere depressa
Buonasera a tutti, scrivo qua premettendo che sono una persona molto ansiosa!
Sono mamma da circa 4 mesi e mi è capitato a causa di problematiche e un lutto di avere il pensiero di non volere più vivere, quel pensiero mi ha terrorizzata ed ho avuto paura di poter commettere quel gesto, ho cercato 1000 rassicurazioni e parlato con tante persone anche con la psicologa, sembrava andare tutto molto meglio ma da pochi giorni sono tornati questi pensieri, mi sono fissata che io sia depressa, che posso fare qualcosa in preda ad un raptus di follia, non riesco a pensare ad altro e cerco sempre qualcuno che abbia vissuto la stessa mia esperienza, non ho sintomi particolari, sono un po’ emotiva e spesso discuto da morire con il mio compagno, non mi sento capita, la mia vita è cambiata molto da quando ho il mio bimbo e non mi sono ancora abituata, il sonno è uguale e anche io non mi sento diversa ma durante il giorno mi viene in mente quel pensiero e mi fisso sulla depressione, potete dirmi qualcosa in merito?
Sono mamma da circa 4 mesi e mi è capitato a causa di problematiche e un lutto di avere il pensiero di non volere più vivere, quel pensiero mi ha terrorizzata ed ho avuto paura di poter commettere quel gesto, ho cercato 1000 rassicurazioni e parlato con tante persone anche con la psicologa, sembrava andare tutto molto meglio ma da pochi giorni sono tornati questi pensieri, mi sono fissata che io sia depressa, che posso fare qualcosa in preda ad un raptus di follia, non riesco a pensare ad altro e cerco sempre qualcuno che abbia vissuto la stessa mia esperienza, non ho sintomi particolari, sono un po’ emotiva e spesso discuto da morire con il mio compagno, non mi sento capita, la mia vita è cambiata molto da quando ho il mio bimbo e non mi sono ancora abituata, il sonno è uguale e anche io non mi sento diversa ma durante il giorno mi viene in mente quel pensiero e mi fisso sulla depressione, potete dirmi qualcosa in merito?
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Gentilissima,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio ciò che stai vivendo. È evidente che stai affrontando una situazione molto complessa, e il fatto che tu stia cercando aiuto è un segno importante di forza e consapevolezza. Voglio offrirti alcune riflessioni, pur sottolineando che un consulto online ha dei limiti e non può sostituire il supporto di un professionista con cui tu possa lavorare in modo continuativo.
1. Pensieri intrusivi e ansia
Quello che descrivi potrebbe essere collegato a pensieri intrusivi, che spesso compaiono nei momenti di forte stress emotivo. Questi pensieri non riflettono ciò che desideri o chi sei realmente, ma sono il prodotto dell’ansia e dello scombussolamento emotivo che stai vivendo. È comune che, quando ci si concentra troppo su un pensiero, esso sembri amplificarsi, portandoti a fissarti su di esso e a temere il peggio.
Il fatto che questi pensieri ti spaventino e ti portino a cercare rassicurazioni indica che sei consapevole e preoccupata per il tuo benessere e quello della tua famiglia, un elemento positivo che dimostra il tuo desiderio di affrontare la situazione.
2. Il cambiamento dopo la nascita di tuo figlio
Diventare mamma è un’esperienza che porta con sé grandi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. Il fatto che ti senti non capita e che stai attraversando difficoltà nella relazione con il tuo compagno è comune in questa fase, soprattutto quando si aggiungono eventi stressanti come il lutto e le problematiche che hai accennato.
Non c’è nulla di sbagliato nel sentirsi sopraffatti o in difficoltà nel periodo post-partum: è un momento di grandi trasformazioni e adattamenti, ed è normale sentire di non riuscire sempre a gestirli da soli.
3. Il timore della depressione
La tua preoccupazione di essere depressa o di poter agire in preda a un raptus è un segnale che merita attenzione, ma non deve portarti a conclusioni affrettate. È importante distinguere i pensieri che hai da ciò che realmente senti o fai. Ti invito a portare questa preoccupazione alla tua psicologa, che potrà aiutarti a valutare se è necessario esplorare ulteriormente questi aspetti.
Nel frattempo, ecco alcune domande che potrebbero aiutarti a riflettere:
Hai momenti della giornata in cui ti senti serena o riesci a distrarti dai pensieri?
Cosa ti aiuta a calmarti o a sentirti più sicura quando i pensieri si fanno insistenti?
Ti senti sopraffatta dalla responsabilità di essere mamma, o hai spazi in cui puoi prenderti cura di te stessa?
4. Strategie pratiche
Ecco alcune cose che potresti provare per alleviare un po’ il peso che senti:
Accettare i pensieri senza giudizio: Quando i pensieri intrusivi emergono, prova a riconoscerli per ciò che sono: pensieri, non realtà. Puoi dirti qualcosa come: Questo pensiero non definisce chi sono, è solo una manifestazione dell’ansia.
Concentrarti sul presente: Attività come la respirazione profonda o la mindfulness possono aiutarti a riportare l’attenzione al momento presente, riducendo il potere dei pensieri intrusivi.
Trovare spazi per te stessa: Anche piccoli momenti in cui ti dedichi a ciò che ti piace o ti rilassa possono fare la differenza.
5. Quando chiedere ulteriore supporto
Se senti che questi pensieri continuano a influenzare la tua vita quotidiana o che non riesci a gestirli nonostante il supporto che hai già ricevuto, potrebbe essere utile coinvolgere ulteriormente la tua psicologa o valutare un confronto con uno psichiatra. Questo non significa che c’è qualcosa di sbagliato in te, ma che potresti beneficiare di un sostegno più mirato, magari temporaneo, per affrontare questo periodo difficile.
Conclusione
Il fatto che tu stia affrontando queste difficoltà con consapevolezza e apertura è un segno di grande forza. Non sei sola in questa esperienza: ci sono professionisti pronti ad aiutarti e risorse che possono fare la differenza. Ti incoraggio a continuare il dialogo con la tua psicologa, portando alla luce queste nuove preoccupazioni, e a prenderti il tempo necessario per adattarti ai cambiamenti che stai vivendo.
Resto a disposizione per ulteriori dubbi o riflessioni.
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio ciò che stai vivendo. È evidente che stai affrontando una situazione molto complessa, e il fatto che tu stia cercando aiuto è un segno importante di forza e consapevolezza. Voglio offrirti alcune riflessioni, pur sottolineando che un consulto online ha dei limiti e non può sostituire il supporto di un professionista con cui tu possa lavorare in modo continuativo.
1. Pensieri intrusivi e ansia
Quello che descrivi potrebbe essere collegato a pensieri intrusivi, che spesso compaiono nei momenti di forte stress emotivo. Questi pensieri non riflettono ciò che desideri o chi sei realmente, ma sono il prodotto dell’ansia e dello scombussolamento emotivo che stai vivendo. È comune che, quando ci si concentra troppo su un pensiero, esso sembri amplificarsi, portandoti a fissarti su di esso e a temere il peggio.
Il fatto che questi pensieri ti spaventino e ti portino a cercare rassicurazioni indica che sei consapevole e preoccupata per il tuo benessere e quello della tua famiglia, un elemento positivo che dimostra il tuo desiderio di affrontare la situazione.
2. Il cambiamento dopo la nascita di tuo figlio
Diventare mamma è un’esperienza che porta con sé grandi cambiamenti fisici, emotivi e sociali. Il fatto che ti senti non capita e che stai attraversando difficoltà nella relazione con il tuo compagno è comune in questa fase, soprattutto quando si aggiungono eventi stressanti come il lutto e le problematiche che hai accennato.
Non c’è nulla di sbagliato nel sentirsi sopraffatti o in difficoltà nel periodo post-partum: è un momento di grandi trasformazioni e adattamenti, ed è normale sentire di non riuscire sempre a gestirli da soli.
3. Il timore della depressione
La tua preoccupazione di essere depressa o di poter agire in preda a un raptus è un segnale che merita attenzione, ma non deve portarti a conclusioni affrettate. È importante distinguere i pensieri che hai da ciò che realmente senti o fai. Ti invito a portare questa preoccupazione alla tua psicologa, che potrà aiutarti a valutare se è necessario esplorare ulteriormente questi aspetti.
Nel frattempo, ecco alcune domande che potrebbero aiutarti a riflettere:
Hai momenti della giornata in cui ti senti serena o riesci a distrarti dai pensieri?
Cosa ti aiuta a calmarti o a sentirti più sicura quando i pensieri si fanno insistenti?
Ti senti sopraffatta dalla responsabilità di essere mamma, o hai spazi in cui puoi prenderti cura di te stessa?
4. Strategie pratiche
Ecco alcune cose che potresti provare per alleviare un po’ il peso che senti:
Accettare i pensieri senza giudizio: Quando i pensieri intrusivi emergono, prova a riconoscerli per ciò che sono: pensieri, non realtà. Puoi dirti qualcosa come: Questo pensiero non definisce chi sono, è solo una manifestazione dell’ansia.
Concentrarti sul presente: Attività come la respirazione profonda o la mindfulness possono aiutarti a riportare l’attenzione al momento presente, riducendo il potere dei pensieri intrusivi.
Trovare spazi per te stessa: Anche piccoli momenti in cui ti dedichi a ciò che ti piace o ti rilassa possono fare la differenza.
5. Quando chiedere ulteriore supporto
Se senti che questi pensieri continuano a influenzare la tua vita quotidiana o che non riesci a gestirli nonostante il supporto che hai già ricevuto, potrebbe essere utile coinvolgere ulteriormente la tua psicologa o valutare un confronto con uno psichiatra. Questo non significa che c’è qualcosa di sbagliato in te, ma che potresti beneficiare di un sostegno più mirato, magari temporaneo, per affrontare questo periodo difficile.
Conclusione
Il fatto che tu stia affrontando queste difficoltà con consapevolezza e apertura è un segno di grande forza. Non sei sola in questa esperienza: ci sono professionisti pronti ad aiutarti e risorse che possono fare la differenza. Ti incoraggio a continuare il dialogo con la tua psicologa, portando alla luce queste nuove preoccupazioni, e a prenderti il tempo necessario per adattarti ai cambiamenti che stai vivendo.
Resto a disposizione per ulteriori dubbi o riflessioni.
Dr. Marco Grosso
Iscritto all'Associazione Italiana Psicologi (AIP)
Psicologi in Farmacia (ANPIF)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 13 visite dal 21/11/2024.
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