Ho tradito ma non mi sento in colpa. sono solo molto confusa
Buongiorno cari Dottori,
Scriverò cercando di essere il più rapida e sintetica possibile: ho 31 anni e sto insieme ad un ragazzo di 34 da circa 1 anno e mezzo.
Il mio non è mai stato, nei suoi confronti, un amore forte, anzi...al tempo, decisi di cominciare questa relazione e vedere come sarebbe continuata nonostante il mio tiepidissimo interesse nei suoi confronti.
Siamo molto diversi caratterialmente e per questo ci si scontra spesso e volentieri anche per le più piccole cose.
Mi sono sempre sentita "fredda" nei suoi confronti nonostante sia un bravo ragazzo, ma purtroppo anche provandoci, non ho mai avuto quel trasporto sia fisico che mentale che ho avuto con altri.
Negli ultimi tempi, non volevo neanche più baciarlo ne abbracciarlo perché, fondamentalmente, non provavo nulla...
In un anno e mezzo non siamo mai riusciti a fare l'amore; lui vorrebbe ma sono io che mi sono sempre bloccata perché non ho mai sentito nessun tipo di trasporto con lui, sia a livello fisico (nonostante sia un bel ragazzo) sia, e specialmente, a livello mentale.
Fatto sta che, recentemente abbiamo fatto una delle nostre ennesime litigate per una sciocchezza ed è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Nel mentre, mi riavvicino ad un altro uomo di 15 anni più grande di me, con il quale sono stata in passato circa 4 anni.
Fra me e lui c'è sempre stata un'intesa mentale speciale, perfetta e nonostante l'abbia lasciato al tempo per varie vicissitudini della vita, tutti e due abbiamo sempre continuato ad amarci e volerci.
Arrivo quindi al punto: a causa di questa litigata fatta con il mio ragazzo, ho perso definitivamente la pazienza con lui e sono uscita con quest'uomo, tradendolo facendoci l'amore.
Lui vuole stare insieme a me e cominciare una relazione ed io pure ma, giustamente, finché non avrò chiarito con il mio fidanzato abbiamo concordato di aspettarci l'un l'altro per rispetto sia nostro sia del mio ragazzo.
La questione è questa: perché non mi sento in colpa?
Sono sbagliata?
Nonostante sia un bravo ragazzo, ho sempre "sentito" poco per lui.
Non riesco a capire se lasciarlo sia la cosa giusta...mi dispiacerebbe mollare quello che in un anno e mezzo si è creato (con il senno del poi, avrei dovuto andarci molto piu cauta e darmi piu tempo invece di buttarmi a capofitto in spese e decisioni che forse sarebbero dovute essere prese piu avanti nella relazione): modifiche nell'arredamento della casa, le relazioni con i rispettivi genitori che vanno molto bene, i suoi amici etc etc.
Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui.
Cosa devo fare?
Mi sento molto confusa e non vorrei fare uno sbaglio grosso a 31 anni...
Ho omesso qualche particolare ed ho riassunto molto la mia situazione, altrimenti diventava davvero un libro di 100 pagine.
Grazie mille
Scriverò cercando di essere il più rapida e sintetica possibile: ho 31 anni e sto insieme ad un ragazzo di 34 da circa 1 anno e mezzo.
Il mio non è mai stato, nei suoi confronti, un amore forte, anzi...al tempo, decisi di cominciare questa relazione e vedere come sarebbe continuata nonostante il mio tiepidissimo interesse nei suoi confronti.
Siamo molto diversi caratterialmente e per questo ci si scontra spesso e volentieri anche per le più piccole cose.
Mi sono sempre sentita "fredda" nei suoi confronti nonostante sia un bravo ragazzo, ma purtroppo anche provandoci, non ho mai avuto quel trasporto sia fisico che mentale che ho avuto con altri.
Negli ultimi tempi, non volevo neanche più baciarlo ne abbracciarlo perché, fondamentalmente, non provavo nulla...
In un anno e mezzo non siamo mai riusciti a fare l'amore; lui vorrebbe ma sono io che mi sono sempre bloccata perché non ho mai sentito nessun tipo di trasporto con lui, sia a livello fisico (nonostante sia un bel ragazzo) sia, e specialmente, a livello mentale.
Fatto sta che, recentemente abbiamo fatto una delle nostre ennesime litigate per una sciocchezza ed è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Nel mentre, mi riavvicino ad un altro uomo di 15 anni più grande di me, con il quale sono stata in passato circa 4 anni.
Fra me e lui c'è sempre stata un'intesa mentale speciale, perfetta e nonostante l'abbia lasciato al tempo per varie vicissitudini della vita, tutti e due abbiamo sempre continuato ad amarci e volerci.
Arrivo quindi al punto: a causa di questa litigata fatta con il mio ragazzo, ho perso definitivamente la pazienza con lui e sono uscita con quest'uomo, tradendolo facendoci l'amore.
Lui vuole stare insieme a me e cominciare una relazione ed io pure ma, giustamente, finché non avrò chiarito con il mio fidanzato abbiamo concordato di aspettarci l'un l'altro per rispetto sia nostro sia del mio ragazzo.
La questione è questa: perché non mi sento in colpa?
Sono sbagliata?
Nonostante sia un bravo ragazzo, ho sempre "sentito" poco per lui.
Non riesco a capire se lasciarlo sia la cosa giusta...mi dispiacerebbe mollare quello che in un anno e mezzo si è creato (con il senno del poi, avrei dovuto andarci molto piu cauta e darmi piu tempo invece di buttarmi a capofitto in spese e decisioni che forse sarebbero dovute essere prese piu avanti nella relazione): modifiche nell'arredamento della casa, le relazioni con i rispettivi genitori che vanno molto bene, i suoi amici etc etc.
Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui.
Cosa devo fare?
Mi sento molto confusa e non vorrei fare uno sbaglio grosso a 31 anni...
Ho omesso qualche particolare ed ho riassunto molto la mia situazione, altrimenti diventava davvero un libro di 100 pagine.
Grazie mille
[#1]
Gentile utente,
lei dice "Ho omesso qualche particolare", ma in realtà mi sembra che ometta i dati fondamentali.
Provi a leggere la sua email come se l'avesse scritta un'altra, e guardi i fatti: una donna abbastanza giovane inizia una relazione con un uomo di cui non è innamorata, da cui non è attratta, col quale non ha nessuna affinità neanche mentale, tant'è vero che in un anno e mezzo non fa mai l'amore con lui e ci litiga spesso "anche per le più piccole cose".
Cosa dunque l'ha spinta a starci insieme? Lui è ricco e lei non è economicamente indipendente? O peggio, lei è ancora innamorata di un altro, che però forse è sposato e può offrirle solo il ruolo dell'amante?
Ma anche così, perché iniziare una relazione che è già in partenza un inganno, e probabilmente dovrà andare avanti con una serie di adulteri?
Perché non uscire da questo imbroglio, una volta appurato che in effetti un altro uomo esiste, che l'amore verso di lui c'è ancora ed è reciproco, come anche l'intenzione di tornare insieme?
Lei imputa questa scelta perdente a "spese e decisioni che forse sarebbero dovute essere prese piu avanti nella relazione): modifiche nell'arredamento della casa", buon rapporto tra le famiglie e con gli amici...
Ma si sta insieme su queste basi?
Giustamente lei nota: "Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui".
E cosa aspetta a comunicare al suo fidanzato questa desolante verità?
Dovrebbe farlo subito, indipendentemente da come possano andare le cose con l'altro, altrimenti è inutile parlare di "rispetto", soprattutto per sé stessa.
Auguri.
lei dice "Ho omesso qualche particolare", ma in realtà mi sembra che ometta i dati fondamentali.
Provi a leggere la sua email come se l'avesse scritta un'altra, e guardi i fatti: una donna abbastanza giovane inizia una relazione con un uomo di cui non è innamorata, da cui non è attratta, col quale non ha nessuna affinità neanche mentale, tant'è vero che in un anno e mezzo non fa mai l'amore con lui e ci litiga spesso "anche per le più piccole cose".
Cosa dunque l'ha spinta a starci insieme? Lui è ricco e lei non è economicamente indipendente? O peggio, lei è ancora innamorata di un altro, che però forse è sposato e può offrirle solo il ruolo dell'amante?
Ma anche così, perché iniziare una relazione che è già in partenza un inganno, e probabilmente dovrà andare avanti con una serie di adulteri?
Perché non uscire da questo imbroglio, una volta appurato che in effetti un altro uomo esiste, che l'amore verso di lui c'è ancora ed è reciproco, come anche l'intenzione di tornare insieme?
Lei imputa questa scelta perdente a "spese e decisioni che forse sarebbero dovute essere prese piu avanti nella relazione): modifiche nell'arredamento della casa", buon rapporto tra le famiglie e con gli amici...
Ma si sta insieme su queste basi?
Giustamente lei nota: "Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui".
E cosa aspetta a comunicare al suo fidanzato questa desolante verità?
Dovrebbe farlo subito, indipendentemente da come possano andare le cose con l'altro, altrimenti è inutile parlare di "rispetto", soprattutto per sé stessa.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Cara,
ho riletto un paio di volte quanto ha scritto e la invito a fare lo stesso: secondo me tutte le risposte che cerca sono contenute nelle sue stesse parole.
Parla di una relazione che non pare essere iniziata nei migliori dei modi e, dal suo punto di vista, sembra non essere mai fiorita in un amore come avrebbe sperato ("Negli ultimi tempi, non volevo neanche più baciarlo ne abbracciarlo perché, fondamentalmente, non provavo nulla..."). Questo può succedere, le relazioni sono fatte di incastri umani e questi non sono sempre di successo e non per forza a causa di qualcun*.
Dalle sue parole emerge quasi la sensazione di incapacità a chiudere qualcosa che, dentro di lei, non è nemmeno mai iniziato ("non ho mai sentito nessun tipo di trasporto con lui, sia a livello fisico sia, e specialmente, a livello mentale.), soprattutto per fattori più "razionali" che sentimentali.
Le frasi che credo giustifichino il suo mancato senso di colpa sono
"Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui."
"Nonostante sia un bravo ragazzo, ho sempre "sentito" poco per lui."
"[...] nonostante l'abbia lasciato al tempo per varie vicissitudini della vita, tutti e due abbiamo sempre continuato ad amarci e volerci."
Forse il senso di colpa non fa capolino perchè sente di aver trovato la strada giusta, sentimentalmente parlando (seppur con un gesto di cui non è particolarmente fiera)? Forse le emozioni più sentite ora sono la paura dover ricominciare e di sbagliare?
Non sono di certo qui per giudicare il suo gesto, nessuno me ne dà diritto e facoltà. Vorrei piuttosto aiutarla a spostare le sue energie mentali nel provare a capire quale sia la strada che la renderebbe davvero felice, in modo da poter prendere una decisione. Per questo, credo che le sue parole nel consulto siano già orientative.
Le auguro una buona serata,
ho riletto un paio di volte quanto ha scritto e la invito a fare lo stesso: secondo me tutte le risposte che cerca sono contenute nelle sue stesse parole.
Parla di una relazione che non pare essere iniziata nei migliori dei modi e, dal suo punto di vista, sembra non essere mai fiorita in un amore come avrebbe sperato ("Negli ultimi tempi, non volevo neanche più baciarlo ne abbracciarlo perché, fondamentalmente, non provavo nulla..."). Questo può succedere, le relazioni sono fatte di incastri umani e questi non sono sempre di successo e non per forza a causa di qualcun*.
Dalle sue parole emerge quasi la sensazione di incapacità a chiudere qualcosa che, dentro di lei, non è nemmeno mai iniziato ("non ho mai sentito nessun tipo di trasporto con lui, sia a livello fisico sia, e specialmente, a livello mentale.), soprattutto per fattori più "razionali" che sentimentali.
Le frasi che credo giustifichino il suo mancato senso di colpa sono
"Patisco di più perdere queste cose, piuttosto che lui."
"Nonostante sia un bravo ragazzo, ho sempre "sentito" poco per lui."
"[...] nonostante l'abbia lasciato al tempo per varie vicissitudini della vita, tutti e due abbiamo sempre continuato ad amarci e volerci."
Forse il senso di colpa non fa capolino perchè sente di aver trovato la strada giusta, sentimentalmente parlando (seppur con un gesto di cui non è particolarmente fiera)? Forse le emozioni più sentite ora sono la paura dover ricominciare e di sbagliare?
Non sono di certo qui per giudicare il suo gesto, nessuno me ne dà diritto e facoltà. Vorrei piuttosto aiutarla a spostare le sue energie mentali nel provare a capire quale sia la strada che la renderebbe davvero felice, in modo da poter prendere una decisione. Per questo, credo che le sue parole nel consulto siano già orientative.
Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Valeria Carbone
Psicologa - Consulente Sessuologa - Counselor professionista
Torino e online
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 455 visite dal 18/11/2024.
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