Doc omosessuale e porno dipendenza
Buonasera, sono un quarantenne affetto da pornodipendenza da quando avevo 20 anni.
Questo problema non ha mai inficiato la qualità della mia vita sessuale quando ho avuto compagne o frequentazioni femminili tuttavia non ho mai smesso di masturbarmi guardandola (o meno) anche durante relazioni sentimentali serie.
Ho svolto psicoterapia dinamica per diversi anni sebbene abbia terminato il mio percorso ormai da lungo tempo e abbia analizzato la funzionalità di questo sintomo di cui non ho mai fatto segreto con la mia compagna che ha ben accolto (non so quanto rendendosi conto del peso che ha per me la mia problematica) il discorso e anche la mia volontà di riuscire finalmente a smettere.
Vengo al secondo punto: sono fin dall’adolescenza affetto da ossessioni riguardanti diverse tematiche: paura di essere omosessuale (che mi affligge in questi giorni, che ho vissuto e discusso col mio terapeuta una quindicina di anni fa, e che esordì come episodio durato poche settimane quando ero adolescente), ipocondria, paura di essere arrestato nel caso in cui mi imbatta non volendo, durante la fruizione di pornografia, in contenuti illegali.
Tutto ciò a periodi alterni nel corso della mia vita.
Gli ultimi 5-6 anni sono stati tranquilli dal punto di vista dei meccanismi ossessivi di pensiero (ansia, ricerca di rassicurazioni/conferme su internet, loop di pensiero volti a confermare/disconfermare le mie paure: giorni fa per la paura irrazionale di essere rintracciato da un estraneo che mi aveva minacciato su internet sono stato giorni a controllare più volte le stesse info ormai a me chiare circa la mia non rintracciabilità, fin quando la mia ossessione si è spostata forte sull’argomento omosessualità).
Mi sono quindi deciso ad affrontare una psicoterapia cognitivo comportamentale e a provare un programma che stanno conducendo all’ospedale per le nuove dipendenze, questo perché essendo prossimo al matrimonio le mie ansie aumentano e anche i pensieri catastrofici relativi a una mia temuta scoperta omosessuale, io che ho avuto solo innamoramenti per donne, cotte adolescenziali per ragazze, zero desiderio per esperienze omosessuali e zero fantasie spontanee a tema gay, anzi, un discreto feticismo per i grossi seni, benché a volte mi trovi ad essere eccitato da peni maschili in foto, cosa che è iniziata solo da un paio di anni dopo la ripetuta esposizione grafica a questo articolo frequentando io per pura curiosità siti di scambisti, pur non avendo nessuna intenzione di fare esperienza di questa vita libertina.
Mi chiedevo quale sia la ragionevole durata di un percorso psicoterapico simile e se l’abbinamento CBT + programma ad hoc per la pornodipendenza (che sicuramente non aiuta il doc omosex per quanto io non senta il bisogno di guardarne nella categoria gay).
Grazie
Questo problema non ha mai inficiato la qualità della mia vita sessuale quando ho avuto compagne o frequentazioni femminili tuttavia non ho mai smesso di masturbarmi guardandola (o meno) anche durante relazioni sentimentali serie.
Ho svolto psicoterapia dinamica per diversi anni sebbene abbia terminato il mio percorso ormai da lungo tempo e abbia analizzato la funzionalità di questo sintomo di cui non ho mai fatto segreto con la mia compagna che ha ben accolto (non so quanto rendendosi conto del peso che ha per me la mia problematica) il discorso e anche la mia volontà di riuscire finalmente a smettere.
Vengo al secondo punto: sono fin dall’adolescenza affetto da ossessioni riguardanti diverse tematiche: paura di essere omosessuale (che mi affligge in questi giorni, che ho vissuto e discusso col mio terapeuta una quindicina di anni fa, e che esordì come episodio durato poche settimane quando ero adolescente), ipocondria, paura di essere arrestato nel caso in cui mi imbatta non volendo, durante la fruizione di pornografia, in contenuti illegali.
Tutto ciò a periodi alterni nel corso della mia vita.
Gli ultimi 5-6 anni sono stati tranquilli dal punto di vista dei meccanismi ossessivi di pensiero (ansia, ricerca di rassicurazioni/conferme su internet, loop di pensiero volti a confermare/disconfermare le mie paure: giorni fa per la paura irrazionale di essere rintracciato da un estraneo che mi aveva minacciato su internet sono stato giorni a controllare più volte le stesse info ormai a me chiare circa la mia non rintracciabilità, fin quando la mia ossessione si è spostata forte sull’argomento omosessualità).
Mi sono quindi deciso ad affrontare una psicoterapia cognitivo comportamentale e a provare un programma che stanno conducendo all’ospedale per le nuove dipendenze, questo perché essendo prossimo al matrimonio le mie ansie aumentano e anche i pensieri catastrofici relativi a una mia temuta scoperta omosessuale, io che ho avuto solo innamoramenti per donne, cotte adolescenziali per ragazze, zero desiderio per esperienze omosessuali e zero fantasie spontanee a tema gay, anzi, un discreto feticismo per i grossi seni, benché a volte mi trovi ad essere eccitato da peni maschili in foto, cosa che è iniziata solo da un paio di anni dopo la ripetuta esposizione grafica a questo articolo frequentando io per pura curiosità siti di scambisti, pur non avendo nessuna intenzione di fare esperienza di questa vita libertina.
Mi chiedevo quale sia la ragionevole durata di un percorso psicoterapico simile e se l’abbinamento CBT + programma ad hoc per la pornodipendenza (che sicuramente non aiuta il doc omosex per quanto io non senta il bisogno di guardarne nella categoria gay).
Grazie
[#1]
Gentile utente,
La domanda conclusiva riguarda la tempistica di risoluzione della problematica, in considerazione della psicoterapia in corso e del gruppo terapeutico che sta frequentando.
La domanda non ha risposta,
dato che nel primo punto Lei mette il dito su un aspetto molto importante:
la Sua *volontà* di cambiare.
Ed infatti lei dice di aver ben capito la funzione del sintomo, ma che *il discorso e’ anche la mia volontà di riuscire finalmente a smettere*.
La psicoterapia e tutti i supporti di cura possono fornirle quel surplus di chiarezza e di energie per il poter riuscire a fare il passo della decisione. Però,
.la decisione spetta a lei,
.la volontà di affrontare le crisi d’astinenza comportamentale tocca lei gestirle,
.il riuscire a vivere senza tali comportamenti è frutto di un apprendimento attivo a poco a poco da parte Sua.
Ed inoltre toccano a Lei:
.la determinazione nel mettere in atto puntualmente le prescrizioni che riceve in terapia,
.l’accettazione della fatica nel cambiare un’abitudine ventennale,
.la costanza nel percorso.
E dunque il tempo di guarigione dipende, in questo caso, dalla sua capacità di fare i passi suddetti.
Rispetto ai medesimi, qual è la sua autovalutazione?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
La domanda conclusiva riguarda la tempistica di risoluzione della problematica, in considerazione della psicoterapia in corso e del gruppo terapeutico che sta frequentando.
La domanda non ha risposta,
dato che nel primo punto Lei mette il dito su un aspetto molto importante:
la Sua *volontà* di cambiare.
Ed infatti lei dice di aver ben capito la funzione del sintomo, ma che *il discorso e’ anche la mia volontà di riuscire finalmente a smettere*.
La psicoterapia e tutti i supporti di cura possono fornirle quel surplus di chiarezza e di energie per il poter riuscire a fare il passo della decisione. Però,
.la decisione spetta a lei,
.la volontà di affrontare le crisi d’astinenza comportamentale tocca lei gestirle,
.il riuscire a vivere senza tali comportamenti è frutto di un apprendimento attivo a poco a poco da parte Sua.
Ed inoltre toccano a Lei:
.la determinazione nel mettere in atto puntualmente le prescrizioni che riceve in terapia,
.l’accettazione della fatica nel cambiare un’abitudine ventennale,
.la costanza nel percorso.
E dunque il tempo di guarigione dipende, in questo caso, dalla sua capacità di fare i passi suddetti.
Rispetto ai medesimi, qual è la sua autovalutazione?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Sono molto determinato, dato che da quando ho una relazione che ha tutti i migliori presupposti per rendermi felice non voglio né rovinarla e nemmeno stare male io, dato che a distanza di molti anni (quando ebbi il mio secondo episodio di DOC ero già dipendente e avevo appena iniziato la mia psico analisi) ho sperimentato di nuovo un grosso disagio che non ho bisogno e non merito di vivere.
Penso di potercela fare, specialmente perché spesso la pornografia mi offre purtroppo dei trigger che fanno scattare i miei meccanismi di over controllo del DOC, che in questo periodo è nuovamente quello omosessuale, ma che appena prima era doc del tipo mi arrestano per qualcosa che non dipende da me .
Razionalmente so che sono ossessioni, ma sicuramente eliminarne dei trigger sarebbe un grosso aiuto che mi permetterebbe anche di vivere la sessualità con più leggerezza
Penso di potercela fare, specialmente perché spesso la pornografia mi offre purtroppo dei trigger che fanno scattare i miei meccanismi di over controllo del DOC, che in questo periodo è nuovamente quello omosessuale, ma che appena prima era doc del tipo mi arrestano per qualcosa che non dipende da me .
Razionalmente so che sono ossessioni, ma sicuramente eliminarne dei trigger sarebbe un grosso aiuto che mi permetterebbe anche di vivere la sessualità con più leggerezza
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 148 visite dal 15/11/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.