Non so come comportarmi con mia madre
Buonasera, sono una ragazza di 26 anni e vi scrivo perché ho problemi nel rapporto con mia madre.
Sono figlia unica, qualche anno fa è venuto a mancare mio padre e mia madre ha problemi di salute quindi ha bisogno di me per fare molte cose.
Io a causa dell’improvviso senso di responsabilità dovuto alla morte di mio padre, al carattere molto irascibile di mia madre, alla completa sfiducia che avevo in me stessa ho avuto un momento di blocco e sono rimasta molto indietro con l’università.
Sono sempre stata una studentessa modello quindi nessuno si aspettava che a 26 ancora non avessi conseguito la triennale (sto finendo e ho già iniziato la magistrale) ho cercato di parlare con mia madre per farle capire i miei problemi che non mi sentivo capace di studiare, che aprivo i libri e non riuscivo a concentrarmi, che piangevo solamente e mi sentivo improvvisamente stupida perché non riuscivo più a studiare.
L’unica cosa che mi ha suggerita è stata un professore privato dato che questa facoltà evidentemente non fa per me e che devo sbrigarmi perché le persone le chiedono quando mi laureo e lei si vergogna a dire che ancora non sono laureata.
Nel frattempo grida e si arrabbia per ogni minima cosa pure per le cose più stupide e io mi devo sempre sentir dire che faccio schifo, che non concluderò nulla nella vita, che sono falsa, che esco sempre con i miei amici e quindi nella vita mi rimarrà il bar e nient’altro.
Non è assolutamente vero che esco ogni giorno, esco solamente il sabato sera e ogni tanto la domenica pomeriggio.
E mi ripete sempre che è stanca di mantenermi e che devo trovarmi un lavoro e per sminuirmi mi dice che l’unica cosa che potrò fare sono le pulizie.
Io invece trovo un ragazzo a cui fare ripetizioni private e glielo dico felice perché per me è soprattutto un modo per sentirmi capace nel fare qualcosa e si mette a gridare perché invece di lavorare devo studiare e sbrigarmi a laurearmi, lei mica mi fa mancare soldi che ho bisogno di lavorare per il momento.
Onde evitare liti le dico che ho smesso ma ho continuato ugualmente.
Ora però trovo un lavoro part-time inerente alla mia facoltà che richiederebbe poche ore a settimana e da remoto quindi ideale per me.
Il datore di lavoro è un mio conoscente e stabiliamo che inizierò a lavorare dopo la sessione d’esami in modo tale da poter dare questi ultimi esami che mi mancano della triennale in tranquillità e per lui va bene.
Lo comunico a mia madre e si mette a urlare perché prima devo finire la magistrale e poi potrò lavorare, le faccio notare che già mi laureerò in molto ritardo e mettere un’esperienza lavorativa nel cv non sarebbe male e che in generale è la mia vita.
non riesco più a vivere serenamente a casa ma allo stesso tempo mi sento in colpa a rimanere più tempo nella città in cui studio perché mia madre ha problemi di salute quindi quando posso il fine settimana torno, ma io mi sento esplodere e non riesco nemmeno ad affrontare la questione seriamente perché è impossibile dialogare.
Sono figlia unica, qualche anno fa è venuto a mancare mio padre e mia madre ha problemi di salute quindi ha bisogno di me per fare molte cose.
Io a causa dell’improvviso senso di responsabilità dovuto alla morte di mio padre, al carattere molto irascibile di mia madre, alla completa sfiducia che avevo in me stessa ho avuto un momento di blocco e sono rimasta molto indietro con l’università.
Sono sempre stata una studentessa modello quindi nessuno si aspettava che a 26 ancora non avessi conseguito la triennale (sto finendo e ho già iniziato la magistrale) ho cercato di parlare con mia madre per farle capire i miei problemi che non mi sentivo capace di studiare, che aprivo i libri e non riuscivo a concentrarmi, che piangevo solamente e mi sentivo improvvisamente stupida perché non riuscivo più a studiare.
L’unica cosa che mi ha suggerita è stata un professore privato dato che questa facoltà evidentemente non fa per me e che devo sbrigarmi perché le persone le chiedono quando mi laureo e lei si vergogna a dire che ancora non sono laureata.
Nel frattempo grida e si arrabbia per ogni minima cosa pure per le cose più stupide e io mi devo sempre sentir dire che faccio schifo, che non concluderò nulla nella vita, che sono falsa, che esco sempre con i miei amici e quindi nella vita mi rimarrà il bar e nient’altro.
Non è assolutamente vero che esco ogni giorno, esco solamente il sabato sera e ogni tanto la domenica pomeriggio.
E mi ripete sempre che è stanca di mantenermi e che devo trovarmi un lavoro e per sminuirmi mi dice che l’unica cosa che potrò fare sono le pulizie.
Io invece trovo un ragazzo a cui fare ripetizioni private e glielo dico felice perché per me è soprattutto un modo per sentirmi capace nel fare qualcosa e si mette a gridare perché invece di lavorare devo studiare e sbrigarmi a laurearmi, lei mica mi fa mancare soldi che ho bisogno di lavorare per il momento.
Onde evitare liti le dico che ho smesso ma ho continuato ugualmente.
Ora però trovo un lavoro part-time inerente alla mia facoltà che richiederebbe poche ore a settimana e da remoto quindi ideale per me.
Il datore di lavoro è un mio conoscente e stabiliamo che inizierò a lavorare dopo la sessione d’esami in modo tale da poter dare questi ultimi esami che mi mancano della triennale in tranquillità e per lui va bene.
Lo comunico a mia madre e si mette a urlare perché prima devo finire la magistrale e poi potrò lavorare, le faccio notare che già mi laureerò in molto ritardo e mettere un’esperienza lavorativa nel cv non sarebbe male e che in generale è la mia vita.
non riesco più a vivere serenamente a casa ma allo stesso tempo mi sento in colpa a rimanere più tempo nella città in cui studio perché mia madre ha problemi di salute quindi quando posso il fine settimana torno, ma io mi sento esplodere e non riesco nemmeno ad affrontare la questione seriamente perché è impossibile dialogare.
[#1]
Gentile utente,
molti figli e figlie della Sua età trovano complesso il rapporto con i genitori.
I primi sono diventati ormai adulti, i secondi cominciano a dover affrontare quella fase che può essere considerata *involutiva*,
quella cioè nella quale gli adulti/e di mezza età vengono chiamati a fare un bilancio della propria vita dato che essa entra/entrerà in una fase di impoverimento. Mi riferisco a qualche problema di salute, alla possibile vedovanza, alla fuoruscita dei figli dal nido, alla diminuzione delle energie fisiche e psichiche.
Ci dice che Sua madre ha sempre avuto un carattere "irascibile", e dunque certe sue reazioni non sono per lei una novità. Forse Lei pensava o sperava che l'età dell'una e dell'altra avrebbe portato ad una maggiore comprensione fra voi, ma questo non avviene automaticamente:
entrambi -genitori e figli/e- devono volerlo e lavorarci.
La sua mamma ha parecchi problemi (di salute?) ci dice;
e quindi lei si sente in dovere di aiutarla.
Ma per poterlo fare senza rabbia dall'una dall'altra parte Lei è chiamata a darsi delle misure, relative soprattutto alla dimensione temporale. Il tempo che occupa in tale attività è un Suo tempo di vita, e anche Lei ne ha bisogno per mantenere un necessario equilibrio esistenziale. Dunque si tratta di distribuire tempo ed energie in modo tale che nessuna delle due rimanga .. denutrita.
Ho cercato di descrivere questa fase del ciclo di vita familiare
dal punto di vista dei figli in questa News: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Se ritiene ce ne dia un riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
molti figli e figlie della Sua età trovano complesso il rapporto con i genitori.
I primi sono diventati ormai adulti, i secondi cominciano a dover affrontare quella fase che può essere considerata *involutiva*,
quella cioè nella quale gli adulti/e di mezza età vengono chiamati a fare un bilancio della propria vita dato che essa entra/entrerà in una fase di impoverimento. Mi riferisco a qualche problema di salute, alla possibile vedovanza, alla fuoruscita dei figli dal nido, alla diminuzione delle energie fisiche e psichiche.
Ci dice che Sua madre ha sempre avuto un carattere "irascibile", e dunque certe sue reazioni non sono per lei una novità. Forse Lei pensava o sperava che l'età dell'una e dell'altra avrebbe portato ad una maggiore comprensione fra voi, ma questo non avviene automaticamente:
entrambi -genitori e figli/e- devono volerlo e lavorarci.
La sua mamma ha parecchi problemi (di salute?) ci dice;
e quindi lei si sente in dovere di aiutarla.
Ma per poterlo fare senza rabbia dall'una dall'altra parte Lei è chiamata a darsi delle misure, relative soprattutto alla dimensione temporale. Il tempo che occupa in tale attività è un Suo tempo di vita, e anche Lei ne ha bisogno per mantenere un necessario equilibrio esistenziale. Dunque si tratta di distribuire tempo ed energie in modo tale che nessuna delle due rimanga .. denutrita.
Ho cercato di descrivere questa fase del ciclo di vita familiare
dal punto di vista dei figli in questa News: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Se ritiene ce ne dia un riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 94 visite dal 14/11/2024.
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