Come gestire la nuova situazione familiare del mio compagno?
Salve,
sto con un uomo da circa un anno.
Quando ho conosciuto questa persona i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero.
Festività separati, compleanno delle figlie idem.
Da qualche mese una delle loro figlie si è sposata.
Chiaramente erano presenti entrambi al matrimonio.
Da quando la figlia si è sposata, ha preso ad organizzare dei piccoli eventi invitando entrambi i genitori.
Una volta c'è stata la benedizione della casa, ora il compleanno.
Premetto che la figlia in questione non accetta che il padre abbia una relazione.
Ne è a conoscenza, ma sono un tabù lei non ne parlano non si discute di presentarmele.
Il matrimonio è finito da 4 anni.
Anche la madre di lui non accetta che lui abbia una nuova vita, è anziana e farle cambiare idea, e posso anche comprendere.
Ma ad un certo punto mi chiedo quante cose devo comprendere ed accettare?
Se io fossi subentrata nella relazione e questi rendez vous familiari fossero stati già presenti, io avrei potuto anche valutare ed accettare.
Ma mi chiedo perché prima si aveva rispetto della decisione dei genitori di non condividere stessi spazi ed ambienti e adesso lui non può dire di no?
Se sollevo il problema si inalbera e mi dice che no a sua figlia non lo può dire e che ora la situazione è cambiata perché la figlia si è sposata.
Prendere o lasciare.
Quest'estate avevo già immaginato che sarebbe andata così e quando gli ho prospettato il futuro, dicendogli che non riuscivo accettarlo a causa del fatto che il suo continuo e costante parlare (negativamente) dell'ex moglie mi ha resa insicura, e lui mi aveva risposto che lui non avrebbe accettato e che i compleanni li hanno sempre festeggiati separatamente.
E invece...
Quando glielo ricordo, mi dice che il compleanno sarà solo per il taglio della torta e che se fosse stata una cena non avrebbe accettato.
Ma cosa cambia?
A breve ci sarà il Natale, suppongo che la figlia organizzerà anche questo evento.
Lui dice che non è possibile, che non andrebbe.
Stessa cosa che mi disse in merito ad eventuali compleanni.
E nel frattempo io mi chiedo quante occasioni familiari dovrò accettare senza poterne mai fare parte.
Non sarebbe giusto pretendere che lui quantomeno provasse a fare accettare la mia presenza ad una figlia matura e sposata?
Lui dice con la sua ex moglie nemmeno si guardano in faccia.
Ma che senso ha, pretendere e concedere questa presenza di entrambi?
Io mi sento sempre meno centrale ed esclusa Lui domani sarà a festeggiare con i consuoceri, le figlie, l'ex moglie, amici e parenti, io, una che non conta e non passa
La nostra relazione non è segreta ma pubblica, tutto lo sanno anche i familiari di lui.
Ufficiosamente.
Lui è quasi sempre con me, sebbene non conviviamo.
Sono confusa e non so nemmeno se ciò che vorrei sia lecito chiederlo o corretto.
Il suo atteggiamento iroso e poco disponibile nei miei riguardi (empatia 0) certo non mi aiuta.
Dice che rompo le scatole e che non voglio capire.
Grazie, in anticipo, per il vostro supporto.
sto con un uomo da circa un anno.
Quando ho conosciuto questa persona i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero.
Festività separati, compleanno delle figlie idem.
Da qualche mese una delle loro figlie si è sposata.
Chiaramente erano presenti entrambi al matrimonio.
Da quando la figlia si è sposata, ha preso ad organizzare dei piccoli eventi invitando entrambi i genitori.
Una volta c'è stata la benedizione della casa, ora il compleanno.
Premetto che la figlia in questione non accetta che il padre abbia una relazione.
Ne è a conoscenza, ma sono un tabù lei non ne parlano non si discute di presentarmele.
Il matrimonio è finito da 4 anni.
Anche la madre di lui non accetta che lui abbia una nuova vita, è anziana e farle cambiare idea, e posso anche comprendere.
Ma ad un certo punto mi chiedo quante cose devo comprendere ed accettare?
Se io fossi subentrata nella relazione e questi rendez vous familiari fossero stati già presenti, io avrei potuto anche valutare ed accettare.
Ma mi chiedo perché prima si aveva rispetto della decisione dei genitori di non condividere stessi spazi ed ambienti e adesso lui non può dire di no?
Se sollevo il problema si inalbera e mi dice che no a sua figlia non lo può dire e che ora la situazione è cambiata perché la figlia si è sposata.
Prendere o lasciare.
Quest'estate avevo già immaginato che sarebbe andata così e quando gli ho prospettato il futuro, dicendogli che non riuscivo accettarlo a causa del fatto che il suo continuo e costante parlare (negativamente) dell'ex moglie mi ha resa insicura, e lui mi aveva risposto che lui non avrebbe accettato e che i compleanni li hanno sempre festeggiati separatamente.
E invece...
Quando glielo ricordo, mi dice che il compleanno sarà solo per il taglio della torta e che se fosse stata una cena non avrebbe accettato.
Ma cosa cambia?
A breve ci sarà il Natale, suppongo che la figlia organizzerà anche questo evento.
Lui dice che non è possibile, che non andrebbe.
Stessa cosa che mi disse in merito ad eventuali compleanni.
E nel frattempo io mi chiedo quante occasioni familiari dovrò accettare senza poterne mai fare parte.
Non sarebbe giusto pretendere che lui quantomeno provasse a fare accettare la mia presenza ad una figlia matura e sposata?
Lui dice con la sua ex moglie nemmeno si guardano in faccia.
Ma che senso ha, pretendere e concedere questa presenza di entrambi?
Io mi sento sempre meno centrale ed esclusa Lui domani sarà a festeggiare con i consuoceri, le figlie, l'ex moglie, amici e parenti, io, una che non conta e non passa
La nostra relazione non è segreta ma pubblica, tutto lo sanno anche i familiari di lui.
Ufficiosamente.
Lui è quasi sempre con me, sebbene non conviviamo.
Sono confusa e non so nemmeno se ciò che vorrei sia lecito chiederlo o corretto.
Il suo atteggiamento iroso e poco disponibile nei miei riguardi (empatia 0) certo non mi aiuta.
Dice che rompo le scatole e che non voglio capire.
Grazie, in anticipo, per il vostro supporto.
[#1]
Gentile signora,
nella sua lettera appare di rilievo l'osservazione: "Il suo atteggiamento iroso e poco disponibile nei miei riguardi (empatia 0) certo non mi aiuta. Dice che rompo le scatole e che non voglio capire".
Tanta malevola chiusura, in una coppia che sta insieme da appena un anno, farebbe pensare che da parte di uno o di tutti e due non si sta costruendo un rapporto duraturo e appagante.
Il suo attuale partner ha chiuso il proprio matrimonio quattro anni fa, quando i figli erano grandi, quindi dopo molti anni di convivenza. Ne ha ricavato un marcato livore verso la ex moglie: "Quando ho conosciuto questa persona i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero. Festività separati, compleanno delle figlie idem"; e addirittura: "il suo continuo e costante parlare (negativamente) dell'ex moglie mi ha resa insicura".
Credo bene che questi atteggiamenti poco civili, da parte di un uomo che deve avere più di cinquant'anni, rendano insicura una nuova partner. Un uomo che dopo tanti anni insieme lascia -o viene lasciato- ricavandone un rancore che preclude perfino la presenza di entrambi ai compleanni dei figli, non dà molte garanzie di poter costruire una nuova relazione all'insegna della comprensione e della benevolenza.
Mi fa pensare anche l'atteggiamento della madre di lui, la quale: "non accetta che lui abbia una nuova vita".
Come mai? In genere i genitori prendono le parti dei figli separati e si sentono felici quando li vedono di nuovo in una relazione di coppia; salvo i rari casi in cui li ritengono colpevoli della fine del matrimonio, e questo in una nuova partner deve far sorgere dei sospetti, delle cautele.
Per quanto riguarda i figli, invece, il dolore della separazione dei genitori si acuisce nel momento in cui li vedono costituire una nuova coppia. Inevitabilmente avvertono il nuovo legame come un'intrusione negli affetti familiari già duramente colpiti.
Se si tratta di figli piccoli si produce il tormentoso problema del genitore non affidatario che cerca di avere il figlio con sé il più possibile e deve assistere ai conflitti tra il bambino, la nuova compagna e la ex moglie; ma anche il genitore affidatario deve destreggiarsi tra le gelosie del bambino, dell'ex e del nuovo compagno, che a volte sente di venir considerato un intruso nella sua stessa casa.
Quando i figli sono grandi, però, la situazione dovrebbe essere diversa, e andrebbe vissuta in un'ottica di rispettoso buon senso da parte di un nuovo compagno, a maggior ragione se l'età della nuova coppia non fa pensare a nuovi figli.
Nel caso di altre nascite, infatti, i figli del primo matrimonio vengono ad avere una parentela di sangue all'interno della nuova coppia, e questo li mette in relazione inevitabile con il secondo partner del padre o della madre.
Ma nel caso di lei che ci scrive, gentile signora, l'età farebbe escludere possibili gravidanze, quindi per quale ragione dovrebbe entrare in contatto coi figli del suo attuale compagno? Non siete nemmeno conviventi, per cui non c'è neanche il problema di accogliere questi figli in una casa dei due partner.
Perché dunque lei dovrebbe conoscere e frequentare i figli del suo compagno? Scrive: "Io mi sento sempre meno centrale ed esclusa Lui domani sarà a festeggiare con i consuoceri, le figlie, l'ex moglie, amici e parenti, io, una che non conta e non passa".
Mi scusi, ma lei non è una fidanzatina cui occorra la presentazione in famiglia per sentirsi accolta, e del resto sarebbe grottesco dare la funzione di "famiglia" che deve ratificare la nuova coppia ai membri di un precedente legame coniugale non più esistente.
Mi può opporre che oltre ad un'ex moglie e ai figli, il suo partner ha anche legami di sangue: genitori, fratelli, etc., e che volendo lei incontrarsi con questi, potrebbe trovarsi in presenza dei figli e forse dell'ex moglie di lui.
A parte che il buon gusto eviterà agli altri parenti queste commistioni, si spera, voi siete una coppia troppo recente per le presentazioni ufficiali. Anzi, a motivo della vostra età, questi incontri potrebbero non rendersi necessari mai.
Rimane il fatto che lei sembra provare una sorta di gelosia per quegli impegni familiari del partner che la escludono. Tuttavia sapeva di accompagnarsi ad un uomo che è stato sposato ed ha avuto figli; e del resto la sua età non è quella in cui si incontrano molti scapoli.
Direi che se saprà serenamente prendere atto della condizione del suo partner, che ha avuto altri legami prima e ne avrà sempre coi figli e in futuro coi nipoti, accetterà di buon grado che il tempo, gli impegni e gli affetti di quest'uomo non li può avere tutti per sé, e saprà rendere accettabile per tutti questa la situazione.
In caso contrario, non ci vuole molto per capire che un uomo già inasprito da un precedente legame tormentoso non vorrà avviarne un altro poco gradevole.
Auguri.
nella sua lettera appare di rilievo l'osservazione: "Il suo atteggiamento iroso e poco disponibile nei miei riguardi (empatia 0) certo non mi aiuta. Dice che rompo le scatole e che non voglio capire".
Tanta malevola chiusura, in una coppia che sta insieme da appena un anno, farebbe pensare che da parte di uno o di tutti e due non si sta costruendo un rapporto duraturo e appagante.
Il suo attuale partner ha chiuso il proprio matrimonio quattro anni fa, quando i figli erano grandi, quindi dopo molti anni di convivenza. Ne ha ricavato un marcato livore verso la ex moglie: "Quando ho conosciuto questa persona i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero. Festività separati, compleanno delle figlie idem"; e addirittura: "il suo continuo e costante parlare (negativamente) dell'ex moglie mi ha resa insicura".
Credo bene che questi atteggiamenti poco civili, da parte di un uomo che deve avere più di cinquant'anni, rendano insicura una nuova partner. Un uomo che dopo tanti anni insieme lascia -o viene lasciato- ricavandone un rancore che preclude perfino la presenza di entrambi ai compleanni dei figli, non dà molte garanzie di poter costruire una nuova relazione all'insegna della comprensione e della benevolenza.
Mi fa pensare anche l'atteggiamento della madre di lui, la quale: "non accetta che lui abbia una nuova vita".
Come mai? In genere i genitori prendono le parti dei figli separati e si sentono felici quando li vedono di nuovo in una relazione di coppia; salvo i rari casi in cui li ritengono colpevoli della fine del matrimonio, e questo in una nuova partner deve far sorgere dei sospetti, delle cautele.
Per quanto riguarda i figli, invece, il dolore della separazione dei genitori si acuisce nel momento in cui li vedono costituire una nuova coppia. Inevitabilmente avvertono il nuovo legame come un'intrusione negli affetti familiari già duramente colpiti.
Se si tratta di figli piccoli si produce il tormentoso problema del genitore non affidatario che cerca di avere il figlio con sé il più possibile e deve assistere ai conflitti tra il bambino, la nuova compagna e la ex moglie; ma anche il genitore affidatario deve destreggiarsi tra le gelosie del bambino, dell'ex e del nuovo compagno, che a volte sente di venir considerato un intruso nella sua stessa casa.
Quando i figli sono grandi, però, la situazione dovrebbe essere diversa, e andrebbe vissuta in un'ottica di rispettoso buon senso da parte di un nuovo compagno, a maggior ragione se l'età della nuova coppia non fa pensare a nuovi figli.
Nel caso di altre nascite, infatti, i figli del primo matrimonio vengono ad avere una parentela di sangue all'interno della nuova coppia, e questo li mette in relazione inevitabile con il secondo partner del padre o della madre.
Ma nel caso di lei che ci scrive, gentile signora, l'età farebbe escludere possibili gravidanze, quindi per quale ragione dovrebbe entrare in contatto coi figli del suo attuale compagno? Non siete nemmeno conviventi, per cui non c'è neanche il problema di accogliere questi figli in una casa dei due partner.
Perché dunque lei dovrebbe conoscere e frequentare i figli del suo compagno? Scrive: "Io mi sento sempre meno centrale ed esclusa Lui domani sarà a festeggiare con i consuoceri, le figlie, l'ex moglie, amici e parenti, io, una che non conta e non passa".
Mi scusi, ma lei non è una fidanzatina cui occorra la presentazione in famiglia per sentirsi accolta, e del resto sarebbe grottesco dare la funzione di "famiglia" che deve ratificare la nuova coppia ai membri di un precedente legame coniugale non più esistente.
Mi può opporre che oltre ad un'ex moglie e ai figli, il suo partner ha anche legami di sangue: genitori, fratelli, etc., e che volendo lei incontrarsi con questi, potrebbe trovarsi in presenza dei figli e forse dell'ex moglie di lui.
A parte che il buon gusto eviterà agli altri parenti queste commistioni, si spera, voi siete una coppia troppo recente per le presentazioni ufficiali. Anzi, a motivo della vostra età, questi incontri potrebbero non rendersi necessari mai.
Rimane il fatto che lei sembra provare una sorta di gelosia per quegli impegni familiari del partner che la escludono. Tuttavia sapeva di accompagnarsi ad un uomo che è stato sposato ed ha avuto figli; e del resto la sua età non è quella in cui si incontrano molti scapoli.
Direi che se saprà serenamente prendere atto della condizione del suo partner, che ha avuto altri legami prima e ne avrà sempre coi figli e in futuro coi nipoti, accetterà di buon grado che il tempo, gli impegni e gli affetti di quest'uomo non li può avere tutti per sé, e saprà rendere accettabile per tutti questa la situazione.
In caso contrario, non ci vuole molto per capire che un uomo già inasprito da un precedente legame tormentoso non vorrà avviarne un altro poco gradevole.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Grazie mille Dot.ssa,
le sue parole schiere mi hanno aiutata a guardare alle mie insicurezze, tenterò di trovare loro un vero nome.
Per quanto riguarda il rapporto del mio compagno con i figli, non ho mai ostacolato(anzi, tutt'altro).
Semplicemente ho difficoltà ad accettare la presenza dell'ex moglie.
Lei dice che io debba accettare con buon senso l'idea che il mio compagno passerà le festività con la sua ex famiglia al completo? Oggi è il compleanno, e comprendo, riguarda la figlia che hanno in comune.
E quando sarà un invito a Natale?
E Pasqua?
Io non sarò mai presente perché non accettata, in compenso , qualora le festività si svolgessero nella nuova casa della figlia, ci sarà
tutta la famiglia di lui, più l'ex moglie
Qualora le festività si svolgessero altrove, a casa di altri parenti, la presenza delle figlie escluderebbe comunque la mia.
IAnche , in caso di una prossima convivenza, io sarò sempre esclusa.
Non posso pretendere che le figlie mi accettino, ma non provare nemmeno a cercare di parlare con le figlie di una relazione che lui definisce seria, mi rende decisamente insicura.
Non sono sicura, che, come lei sostiene invece, voler fare parte della vita del mio compagno anche a livello familiare e desiderare di essere al suo fianco nelle occasioni ufficiali, non sia lecito da parte mia.
Io vorrei arrivare ad essere famiglia ( o dopo gli anta non è più un desiderio concesso?) , ma a queste condizioni, qualora non mutassero, di famiglia c'è ne sarà sempre solo una.
La sua ex famiglia.
le sue parole schiere mi hanno aiutata a guardare alle mie insicurezze, tenterò di trovare loro un vero nome.
Per quanto riguarda il rapporto del mio compagno con i figli, non ho mai ostacolato(anzi, tutt'altro).
Semplicemente ho difficoltà ad accettare la presenza dell'ex moglie.
Lei dice che io debba accettare con buon senso l'idea che il mio compagno passerà le festività con la sua ex famiglia al completo? Oggi è il compleanno, e comprendo, riguarda la figlia che hanno in comune.
E quando sarà un invito a Natale?
E Pasqua?
Io non sarò mai presente perché non accettata, in compenso , qualora le festività si svolgessero nella nuova casa della figlia, ci sarà
tutta la famiglia di lui, più l'ex moglie
Qualora le festività si svolgessero altrove, a casa di altri parenti, la presenza delle figlie escluderebbe comunque la mia.
IAnche , in caso di una prossima convivenza, io sarò sempre esclusa.
Non posso pretendere che le figlie mi accettino, ma non provare nemmeno a cercare di parlare con le figlie di una relazione che lui definisce seria, mi rende decisamente insicura.
Non sono sicura, che, come lei sostiene invece, voler fare parte della vita del mio compagno anche a livello familiare e desiderare di essere al suo fianco nelle occasioni ufficiali, non sia lecito da parte mia.
Io vorrei arrivare ad essere famiglia ( o dopo gli anta non è più un desiderio concesso?) , ma a queste condizioni, qualora non mutassero, di famiglia c'è ne sarà sempre solo una.
La sua ex famiglia.
[#3]
Gentile utente,
come sempre, all'inizio di una relazione alcune situazioni sono in parte modificabili. Non tutte però lo sono: non lo è il fatto che il suo partner è stato a lungo sposato e oggi è divorziato, e che ha delle figlie.
Nel momento in cui avete iniziato la vostra relazione, lei ha scritto, "i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero".
Era vero, questo? Non si è per caso ingannata, scambiando l'ostilità esagerata di lui per un'esclusione permanente della ex moglie? E oggi non è ingiustamente gelosa, credendo di avvertire tra i due un riavvicinamento?
E' più facile pensare che se qualcuno nutre tanto rancore ci sono delle emozioni non risolte, le quali inevitabilmente andranno a modificarsi, giacché non si può vivere sempre nell'odio; e a volte -può essere il vostro caso- il lungo astio si risolve finalmente nell'indifferenza, nel momento in cui si instaura un nuovo legame d'amore.
Allora l'odiata ex moglie cessa di essere un pensiero centrale, sia pure al negativo, e proprio per questo si può tornare a frequentarla, finalmente senza alcuna emozione.
Se il suo partner sta sperimentando questo non pensa che sia opportuno dargli modo di assaporare questa nuova stabilità, a lei favorevole, specie nel momento in cui la figlia si è sposata e lui non vuole amareggiare il suo momento felice?
Provi a valutare questo primo anno come un periodo di assestamento, tra voi e dentro di lui, i suoi sentimenti, i suoi legami.
Parlare alle sue figlie di lei e farla accettare è un processo che verrà forse naturale in futuro, voluto da lui stesso quanto più il vostro legame diverrà solido, e per questo deve porsi come un legame sereno, non come un pungolo doloroso.
Senza dubbio è un suo legittimo desiderio voler far parte della vita del suo compagno anche a livello familiare, intendendo per famiglia i genitori e i fratelli, ma tra i nostri desideri e la loro realizzazione spesso c'è di mezzo un'altra realtà ingombrante, che non si può demolire.
Sono i parenti a non volere la sua presenza? O è il suo partner? Solo il tempo risponderà validamente a queste domande.
Nella mia precedente risposta le chiedevo di appurare come mai la madre stessa di lui sia ostile al suo nuovo legame. Perché non si fa presentare almeno lei, e cerca di acquisirne il parere?
Lei conclude con un desiderio, ma anche con una osservazione giusta, ancorché amara: "Io vorrei arrivare ad essere famiglia ( o dopo gli anta non è più un desiderio concesso?) , ma a queste condizioni, qualora non mutassero, di famiglia c'è ne sarà sempre solo una. La sua ex famiglia".
Si può realizzare un incontro tra il suo desiderio e questo momento di passaggio che il suo partner sta vivendo, ma va valutato con realismo.
Potreste diventare famiglia, arrivare alla convivenza e al matrimonio, e non per questo la famiglia originaria di lui potrebbe diventare accogliente.
Oppure lui potrebbe fare il tentativo di inserirla, ma non è detto né che lo voglia, né che questo tentativo sia vincente.
Lei deve chiedersi se eventualmente è disposta a puntare soltanto sulla coppia, se è sicura che lui in una seconda unione si mostrerà più stabile che nella prima, e se a lei quest'uomo basta così com'è, con tutta la sua storia, i suoi affetti, le sue impuntature, oppure no.
Dopo gli "anta" è certo concesso sperare in una solida storia d'amore, ma per costruirla bisogna adeguarsi al materiale che si è scelto. Tutto ciò che non tiene conto dei dati di fatto è un tiro alla fune contro la realtà, in cui si è destinati a perdere.
Sempre a disposizione per ogni chiarimento, le auguro buona fortuna.
come sempre, all'inizio di una relazione alcune situazioni sono in parte modificabili. Non tutte però lo sono: non lo è il fatto che il suo partner è stato a lungo sposato e oggi è divorziato, e che ha delle figlie.
Nel momento in cui avete iniziato la vostra relazione, lei ha scritto, "i suoi rapporti con l'ex moglie era pari a zero".
Era vero, questo? Non si è per caso ingannata, scambiando l'ostilità esagerata di lui per un'esclusione permanente della ex moglie? E oggi non è ingiustamente gelosa, credendo di avvertire tra i due un riavvicinamento?
E' più facile pensare che se qualcuno nutre tanto rancore ci sono delle emozioni non risolte, le quali inevitabilmente andranno a modificarsi, giacché non si può vivere sempre nell'odio; e a volte -può essere il vostro caso- il lungo astio si risolve finalmente nell'indifferenza, nel momento in cui si instaura un nuovo legame d'amore.
Allora l'odiata ex moglie cessa di essere un pensiero centrale, sia pure al negativo, e proprio per questo si può tornare a frequentarla, finalmente senza alcuna emozione.
Se il suo partner sta sperimentando questo non pensa che sia opportuno dargli modo di assaporare questa nuova stabilità, a lei favorevole, specie nel momento in cui la figlia si è sposata e lui non vuole amareggiare il suo momento felice?
Provi a valutare questo primo anno come un periodo di assestamento, tra voi e dentro di lui, i suoi sentimenti, i suoi legami.
Parlare alle sue figlie di lei e farla accettare è un processo che verrà forse naturale in futuro, voluto da lui stesso quanto più il vostro legame diverrà solido, e per questo deve porsi come un legame sereno, non come un pungolo doloroso.
Senza dubbio è un suo legittimo desiderio voler far parte della vita del suo compagno anche a livello familiare, intendendo per famiglia i genitori e i fratelli, ma tra i nostri desideri e la loro realizzazione spesso c'è di mezzo un'altra realtà ingombrante, che non si può demolire.
Sono i parenti a non volere la sua presenza? O è il suo partner? Solo il tempo risponderà validamente a queste domande.
Nella mia precedente risposta le chiedevo di appurare come mai la madre stessa di lui sia ostile al suo nuovo legame. Perché non si fa presentare almeno lei, e cerca di acquisirne il parere?
Lei conclude con un desiderio, ma anche con una osservazione giusta, ancorché amara: "Io vorrei arrivare ad essere famiglia ( o dopo gli anta non è più un desiderio concesso?) , ma a queste condizioni, qualora non mutassero, di famiglia c'è ne sarà sempre solo una. La sua ex famiglia".
Si può realizzare un incontro tra il suo desiderio e questo momento di passaggio che il suo partner sta vivendo, ma va valutato con realismo.
Potreste diventare famiglia, arrivare alla convivenza e al matrimonio, e non per questo la famiglia originaria di lui potrebbe diventare accogliente.
Oppure lui potrebbe fare il tentativo di inserirla, ma non è detto né che lo voglia, né che questo tentativo sia vincente.
Lei deve chiedersi se eventualmente è disposta a puntare soltanto sulla coppia, se è sicura che lui in una seconda unione si mostrerà più stabile che nella prima, e se a lei quest'uomo basta così com'è, con tutta la sua storia, i suoi affetti, le sue impuntature, oppure no.
Dopo gli "anta" è certo concesso sperare in una solida storia d'amore, ma per costruirla bisogna adeguarsi al materiale che si è scelto. Tutto ciò che non tiene conto dei dati di fatto è un tiro alla fune contro la realtà, in cui si è destinati a perdere.
Sempre a disposizione per ogni chiarimento, le auguro buona fortuna.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 287 visite dal 14/11/2024.
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