Domanda sull'autostima
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Gentile utente,
provo a cambiare la sua domanda in una forma che le permetta di darsi una prima risposta da solo.
Gli esseri umani non sono tutti uguali: osservando i passanti per strada, i frequentatori di una palestra, i viaggiatori su un autobus, lei avrà certo visto che qualcuno sembra bello, qualcuno sembra brutto e moltissimi individui appaiono "normali", ossia hanno quella regolarità dei lineamenti e della struttura corporea che non li colloca agli estremi né di una particolare bellezza né di una particolare bruttezza.
Potrebbe osservare sé stesso con lo stesso sguardo, in uno specchio o quando si vede riflesso in una vetrina, e scoprire così se è disarmonico e ha un'apparenza sgradevole, perché in ultima analisi questa è appunto la bruttezza.
Riconoscersela con semplicità non sempre è segno di scarsa autostima. Il pittore Henri de Toulouse-Lautrec era affetto da una grave deformità delle gambe, ma questo non gli impediva di avere amici, un'intensa vita sessuale, una grande gioia del suo talento artistico.
Ci sono persone dunque che pur consapevoli di non corrispondere a criteri neppure minimi di normalità non mancano di autostima.
Altre persone, perfettamente normali, sono affette da "dismorfismo" o "dismorfofobia", ossia hanno la tendenza a pensarsi ossessivamente come brutti, e rincarano la dose ritenendo che perciò sono "sbagliati" e stanno attraversando la vita con un handicap insopportabile.
Senza tentare qui una disamina di tutti i casi di questo genere, le dirò che l'autostima c'entra fino ad un certo punto e che la malattia (perché di questo si tratta) è complessa. In ogni caso può essere affrontata e curata, se il paziente si mette nelle condizioni di farlo.
Buone cose.
provo a cambiare la sua domanda in una forma che le permetta di darsi una prima risposta da solo.
Gli esseri umani non sono tutti uguali: osservando i passanti per strada, i frequentatori di una palestra, i viaggiatori su un autobus, lei avrà certo visto che qualcuno sembra bello, qualcuno sembra brutto e moltissimi individui appaiono "normali", ossia hanno quella regolarità dei lineamenti e della struttura corporea che non li colloca agli estremi né di una particolare bellezza né di una particolare bruttezza.
Potrebbe osservare sé stesso con lo stesso sguardo, in uno specchio o quando si vede riflesso in una vetrina, e scoprire così se è disarmonico e ha un'apparenza sgradevole, perché in ultima analisi questa è appunto la bruttezza.
Riconoscersela con semplicità non sempre è segno di scarsa autostima. Il pittore Henri de Toulouse-Lautrec era affetto da una grave deformità delle gambe, ma questo non gli impediva di avere amici, un'intensa vita sessuale, una grande gioia del suo talento artistico.
Ci sono persone dunque che pur consapevoli di non corrispondere a criteri neppure minimi di normalità non mancano di autostima.
Altre persone, perfettamente normali, sono affette da "dismorfismo" o "dismorfofobia", ossia hanno la tendenza a pensarsi ossessivamente come brutti, e rincarano la dose ritenendo che perciò sono "sbagliati" e stanno attraversando la vita con un handicap insopportabile.
Senza tentare qui una disamina di tutti i casi di questo genere, le dirò che l'autostima c'entra fino ad un certo punto e che la malattia (perché di questo si tratta) è complessa. In ogni caso può essere affrontata e curata, se il paziente si mette nelle condizioni di farlo.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5 visite dal 12/11/2024.
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