Genitori sempre contro

Buona sera,
vorrei chiedere un aiuto ed un consiglio.

È da qualche anno che ogni volta che parlo con i miei di qualcosa loro la rigirano come se io fossi lì a lamentarmi di tutto, ma io ne parlo solo per parlare, per una loro opinione, loro invece (mia madre per prima) mi da contro anche in modo abbastanza scontroso dicendomi che non mi va mai bene niente, che ogni cosa non mi piace ecc... sia che si parli di stupidate sia cose successe al lavoro.

Insomma sarebbe bello se capissero, dovrebbero stare lì ad ascoltarmi e magari dirmi che ho ragione, che la situazione è uno schifo e che passerà, sarebbe bello una volta sentirsi dire questo invece di è così che va, stai sempre lì a lamentarti, e allora che vuoi fare?
Lasciare il lavoro ecc.
è pesante questa situazione e non fa altro che logorarmi dall’interno.
E mi fanno sempre stare male.


Spero di essermi espressa in modo che possiate capire la mia situazione e quello che intendo
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei si è espressa benissimo, descrivendo una delle tante situazioni in cui la comunicazione tra persone che si vogliono bene si blocca su schemi sempre più rigidi, alimentando il malessere e provocando distanza.
In pratica lei scrive che vuole esprimere con i suoi genitori le sue perplessità e i suoi dubbi su una serie di esperienze per averne il parere e all'occorrenza il conforto. Ottiene invece un sistematico travisamento delle sue intenzioni: i suoi -la mamma soprattutto, dando forse l'avvio alla medesima visione anche da parte degli altri- l'accusano di lamentarsi e di essere sempre scontenta di tutto.
Questa incomprensione sui "bisogni" (così si chiamano le necessità di chi formula una richiesta) diviene così una sorta di boomerang. Chiedendo vicinanza, spiegazioni, conforto, lei trova invece distacco e rifiuto.
Sua madre a sua volta ha delle aspettative, cioè dei bisogni; forse quello di pensare che sua figlia sia sempre realizzata, felice e vincente in ogni cosa che fa; quindi legge in maniera erronea la sua richiesta di solidarietà e di aiuto per affrontare situazioni nuove e la interpreta come una manifestazione di debolezza. Non volendo accettare questa "carenza" della figlia, che la preoccupa, la traduce in un errore volontario, e perciò rimediabile: pensa che la figlia vuole lamentarsi di tutto, anche di eventi normalissimi, e vuole correggerla o metterla a tacere, per non essere afflitta dal suo disagio.
Sembra una procedura tortuosa, ma è delle più frequenti tra gli esseri umani.
Il linguaggio, nella sua forma verbale ma anche gestuale, mimica, etc., è la nostra ricchezza e anche la nostra trappola. Non a caso soprattutto ai nostri giorni, in cui le esperienze sono varie e i criteri interpretativi sono molti e imprecisi, si moltiplicano i corsi sulla comunicazione.
Provi a seguirne qualcuno e vedrà migliorare non solo il suo approccio in famiglia, ma anche le sue relazioni extrafamiliari.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com