Silenzio punitivo
Gentili medici, ho 31 anni e da 3 sono in coppia con una ragazza di 40.
Non viviamo assieme, la nostra distanza è di 35 km ma tra lavoro r impegni passiamo week end e momenti liberi assieme condividendo anche le reciproche amicizie.
Lei con me è sempre stata eccezionale, ho creato la mia zona di comfort con lei sentendomi al sicuro dopo un sacco di esperienze fallite anche in amicizia perché venivo buttata via malamente da un momento all'altro senza motivo, dopo lutti in famiglia e difficoltà varie (sono ansiosa).
Lei è cosi: una persona stupenda da avere affianco se non quando per motivi anche banali, capita che si "isola e sparisce" (spesso in passato) dedicandomi il trattamento del silenzio in cui io mi logoro, la cerco e poi le cose si sistemano anche bene con scusa da parte sua.
Per un anno questi episodi non si sono più verificati e lei ha riconosciuto di mettere in pratica questo comportamento che a suo dire deriva dai suoi genitori.
Tutto ha continuato a funzionare, tra alti e bassi familiari suoi (problemi gravi di salute di papà e fratello) e ansie mie x la mia situazione familiare e lavorativa.
Una cosa che è sempre emersa è che io sono passiva, lei è quella intraprendenre: è lei che organizza le cose, dove andare e cosa fare.
Io poco niente perché comunque se lo faccio boccia le mie idee e comunque io sono meno intraprendente di lei avendo avuto una vita meno pratica sotto questo punto di vista e a volte ne abbiamo discusso ma mai seriamente perché lei difficilmente parla, di questo è anche delle sue precedenti relazioni: non ne so i dettagli e si secca se le chiedo.
I suoi amici l'hanno sempre definita lunatica e riservata, ma quando questo capita non fa eco perché comunque lei poi è una persona molto buona, disponibile, ragionevole, matura.
La nostra storia è sempre andata bene così, viviamo tutto quello che possiamo e a me è sempre arrivato amore al di là di questi episodi in cui ho cercato anche di comprendere il suo carattere.
Fino a 2 sett fa.
Nell'indecisione di come.
pasarr una giornata, dopo aver passato la serata precedente assieme e molto bene, quel giorno boccia le mie proposte e mi liquida invitandomi a stare a casa pure il giorno dopo che era in programma di vederci.
E così sparisce x 3 giorni.
Poi si ripalesa con una scusa qualunque proponendomi anche di fare una cosa assieme in futuro, ma io reagisco in maniera fredda facendole presente che non sono più disposta a ricevere questo trattamento.
C'è uno scambio lento di messaggi, il giorno dopo mi ignora e io ad un certo punto le scrivo "grazie per il buongiorno eh" e lei mi risponde che non ha voglia di questi messaggi.
Io rispondo che nemmeno io ho voglia di essere ignorata dalla persona che dice di amarmi.
Mi risponde che dobbiamo parlare solo dell'organizzazione del tempo per chiarire questo.
Io comunque risentita per le modalità, questa volta punto tutto sul farle capire che stavolta non mi passa così e che sono delusa e sofferente (continuo non ho più caratteri)
Non viviamo assieme, la nostra distanza è di 35 km ma tra lavoro r impegni passiamo week end e momenti liberi assieme condividendo anche le reciproche amicizie.
Lei con me è sempre stata eccezionale, ho creato la mia zona di comfort con lei sentendomi al sicuro dopo un sacco di esperienze fallite anche in amicizia perché venivo buttata via malamente da un momento all'altro senza motivo, dopo lutti in famiglia e difficoltà varie (sono ansiosa).
Lei è cosi: una persona stupenda da avere affianco se non quando per motivi anche banali, capita che si "isola e sparisce" (spesso in passato) dedicandomi il trattamento del silenzio in cui io mi logoro, la cerco e poi le cose si sistemano anche bene con scusa da parte sua.
Per un anno questi episodi non si sono più verificati e lei ha riconosciuto di mettere in pratica questo comportamento che a suo dire deriva dai suoi genitori.
Tutto ha continuato a funzionare, tra alti e bassi familiari suoi (problemi gravi di salute di papà e fratello) e ansie mie x la mia situazione familiare e lavorativa.
Una cosa che è sempre emersa è che io sono passiva, lei è quella intraprendenre: è lei che organizza le cose, dove andare e cosa fare.
Io poco niente perché comunque se lo faccio boccia le mie idee e comunque io sono meno intraprendente di lei avendo avuto una vita meno pratica sotto questo punto di vista e a volte ne abbiamo discusso ma mai seriamente perché lei difficilmente parla, di questo è anche delle sue precedenti relazioni: non ne so i dettagli e si secca se le chiedo.
I suoi amici l'hanno sempre definita lunatica e riservata, ma quando questo capita non fa eco perché comunque lei poi è una persona molto buona, disponibile, ragionevole, matura.
La nostra storia è sempre andata bene così, viviamo tutto quello che possiamo e a me è sempre arrivato amore al di là di questi episodi in cui ho cercato anche di comprendere il suo carattere.
Fino a 2 sett fa.
Nell'indecisione di come.
pasarr una giornata, dopo aver passato la serata precedente assieme e molto bene, quel giorno boccia le mie proposte e mi liquida invitandomi a stare a casa pure il giorno dopo che era in programma di vederci.
E così sparisce x 3 giorni.
Poi si ripalesa con una scusa qualunque proponendomi anche di fare una cosa assieme in futuro, ma io reagisco in maniera fredda facendole presente che non sono più disposta a ricevere questo trattamento.
C'è uno scambio lento di messaggi, il giorno dopo mi ignora e io ad un certo punto le scrivo "grazie per il buongiorno eh" e lei mi risponde che non ha voglia di questi messaggi.
Io rispondo che nemmeno io ho voglia di essere ignorata dalla persona che dice di amarmi.
Mi risponde che dobbiamo parlare solo dell'organizzazione del tempo per chiarire questo.
Io comunque risentita per le modalità, questa volta punto tutto sul farle capire che stavolta non mi passa così e che sono delusa e sofferente (continuo non ho più caratteri)
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Gentile utente,
qualunque relazione, di amicizia e ancor più d'amore (essendo quest'ultima una relazione più stretta, coinvolgente e di solito esclusiva) è soggetta ad adattamenti che sono necessari per stare bene insieme.
I primi passi sono di reciproca conoscenza, con la scoperta progressiva di abitudini, preferenze, idee, aspirazioni, desideri, idiosincrasie.
Nell'amore più che nell'amicizia questi passi sono ostacolati dall'idealizzazione, che è il primo scoglio da superare: all'inizio sembra di aver trovato un angelo del paradiso, poi si scopre che siamo in presenza di un altro essere umano più o meno idoneo a noi, più o meno disponibile ad adattarsi, come del resto possiamo esserlo o meno noi stessi.
In seguito è lo scorrere della vita che presenta ostacoli nuovi: la fatica del lavoro, la noia della routine, malattie o guai finanziari dei partner o delle famiglie; talvolta gelosia, avarizia, possessività o altre abitudini inconciliabili con la vita di coppia; spesso disturbi psicologici o comportamenti irriducibilmente problematici di uno o di tutti due.
Voi state insieme da relativamente poco tempo, e certi nodi dovevano venire al pettine. Non sappiamo quali aspetti di lei che ci scrive siano poco graditi alla partner, sappiamo invece quali abitudini della partner sono divenute non accettabili per lei: il silenzio protratto a lungo, forse punitivo, forse di fuga dalle discussioni; la scarsa confidenza circa il passato; il bocciare sistematicamente le sue proposte.
Lei giustamente ha fatto notare alla sua partner che vorrebbe veder corrette queste abitudini. La partner sembra le sia venuta incontro all'inizio, ma in un momento di stress ha mostrato di nuovo questi aspetti.
In ultima analisi il problema si riduce alla vostra volontà di stare insieme, che deve tradursi nella volontà di starci bene da parte di tutte e due.
Se due persone pensano che il loro legame merita delle rinunce perché queste sono minori dei vantaggi dello stare insieme, dovrebbero adattarsi di buon grado, e far crescere la qualità della relazione; se pensano che il sacrificio è più grande del guadagno invece si irrigidiscono, decretando la fine della relazione.
Questo in linea di principio. In realtà gli esseri umani hanno una "razionalità limitata", dice la psicologia, e l'emozione del momento vince sul ragionamento, cosicché si può buttare a mare una valida relazione per ripicca, per un momento depressivo, per immaturità, il più delle volte per difficoltà di comunicazione, non solo col partner, ma anche con sé stessi: non si riesce infatti a leggere nei propri reali desideri e bisogni, tanto meno a comunicarli all'altro.
In questi casi è consigliabile la mediazione di un terapeuta di coppia oppure un corso specifico sulla comunicazione, da frequentare anche in due.
Sempre utilissima è la riflessione su quanto si tiene al proprio legame e su quanto ciascuno è disposto a cambiare per migliorarlo.
Auguri.
qualunque relazione, di amicizia e ancor più d'amore (essendo quest'ultima una relazione più stretta, coinvolgente e di solito esclusiva) è soggetta ad adattamenti che sono necessari per stare bene insieme.
I primi passi sono di reciproca conoscenza, con la scoperta progressiva di abitudini, preferenze, idee, aspirazioni, desideri, idiosincrasie.
Nell'amore più che nell'amicizia questi passi sono ostacolati dall'idealizzazione, che è il primo scoglio da superare: all'inizio sembra di aver trovato un angelo del paradiso, poi si scopre che siamo in presenza di un altro essere umano più o meno idoneo a noi, più o meno disponibile ad adattarsi, come del resto possiamo esserlo o meno noi stessi.
In seguito è lo scorrere della vita che presenta ostacoli nuovi: la fatica del lavoro, la noia della routine, malattie o guai finanziari dei partner o delle famiglie; talvolta gelosia, avarizia, possessività o altre abitudini inconciliabili con la vita di coppia; spesso disturbi psicologici o comportamenti irriducibilmente problematici di uno o di tutti due.
Voi state insieme da relativamente poco tempo, e certi nodi dovevano venire al pettine. Non sappiamo quali aspetti di lei che ci scrive siano poco graditi alla partner, sappiamo invece quali abitudini della partner sono divenute non accettabili per lei: il silenzio protratto a lungo, forse punitivo, forse di fuga dalle discussioni; la scarsa confidenza circa il passato; il bocciare sistematicamente le sue proposte.
Lei giustamente ha fatto notare alla sua partner che vorrebbe veder corrette queste abitudini. La partner sembra le sia venuta incontro all'inizio, ma in un momento di stress ha mostrato di nuovo questi aspetti.
In ultima analisi il problema si riduce alla vostra volontà di stare insieme, che deve tradursi nella volontà di starci bene da parte di tutte e due.
Se due persone pensano che il loro legame merita delle rinunce perché queste sono minori dei vantaggi dello stare insieme, dovrebbero adattarsi di buon grado, e far crescere la qualità della relazione; se pensano che il sacrificio è più grande del guadagno invece si irrigidiscono, decretando la fine della relazione.
Questo in linea di principio. In realtà gli esseri umani hanno una "razionalità limitata", dice la psicologia, e l'emozione del momento vince sul ragionamento, cosicché si può buttare a mare una valida relazione per ripicca, per un momento depressivo, per immaturità, il più delle volte per difficoltà di comunicazione, non solo col partner, ma anche con sé stessi: non si riesce infatti a leggere nei propri reali desideri e bisogni, tanto meno a comunicarli all'altro.
In questi casi è consigliabile la mediazione di un terapeuta di coppia oppure un corso specifico sulla comunicazione, da frequentare anche in due.
Sempre utilissima è la riflessione su quanto si tiene al proprio legame e su quanto ciascuno è disposto a cambiare per migliorarlo.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 215 visite dal 07/11/2024.
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