Uscire dalla bolla
Io e i miei genitori abbiamo un alloggio in quanto i miei genitori vi lavorano all'interno.
Madre chioccia e padre che a 36 anni ancora ha atteggiamenti aggressivi e deve dirmi quello che devo o non devo fare come se fossi un bambino inetto.
Abbiamo lavorato nella stessa ditta, mia madre viene nella mia palestra (colpa mia che ho optato che la palestra potesse fargli bene visto che non esce spesso), usciamo insieme, mia madre è amica della madre della mia ex ragazza e quest'ultima che ha tra i suoi amici i miei vecchi compagni di scuola.
Ho creato una situazione che ha favorito un fortissimo invischiamento in molti aspetti della mia vita privata ma la colpa va soprattutto a me che non solo l'ha permesso ma so è offerto.
Sono costantemente ansioso, depressione, ho le fissazioni e le paranoie e non mi sento libero di prendere iniziative in quanto ovunque sono io, li sono loro.
Vorrei uscire da questa bolla/rete che si è creata attorno a me ma per farlo dovrei allontanarmi anche dal lavoro.
Ho la terza media, non ho amici, ed ho difficoltà a lavorare in team, a svolgere nuove mansioni, memorizzare e lavorare in piena autonomia.
Sono un po' lento.
La paura all'esposizione pubblica mi porta alla fuga immediata o ad essere licenziato e non so come fare per cambiare aria dal momento non sono indipendente e stando in casa/ditta sto comunque in un ambiente familiarizzato con molte persone di quel palazzo che mi ha visto crescere e mi dà problemi nel fare qualsiasi cosa in quanto potrebbe danneggiare anche la mia famiglia (avere una relazione, farmi rispettare o discutere se non sono d'accordo).
Come ne esco?
Non riesco neanche ad avere degli amici, non so più approcciarmi alle persone dal momento che gli atteggiamenti e la mia totale inesperienza alla vita mi portano ad essere simile ad un adolescente.
Sono quasi sempre in casa sul cellulare e avevo una diagnosi di fobia sociale di grado severo con tratti di personalità paranoidea ed evitante ansia di tratto e di stato e discreti aspetti ossessivi.
Madre chioccia e padre che a 36 anni ancora ha atteggiamenti aggressivi e deve dirmi quello che devo o non devo fare come se fossi un bambino inetto.
Abbiamo lavorato nella stessa ditta, mia madre viene nella mia palestra (colpa mia che ho optato che la palestra potesse fargli bene visto che non esce spesso), usciamo insieme, mia madre è amica della madre della mia ex ragazza e quest'ultima che ha tra i suoi amici i miei vecchi compagni di scuola.
Ho creato una situazione che ha favorito un fortissimo invischiamento in molti aspetti della mia vita privata ma la colpa va soprattutto a me che non solo l'ha permesso ma so è offerto.
Sono costantemente ansioso, depressione, ho le fissazioni e le paranoie e non mi sento libero di prendere iniziative in quanto ovunque sono io, li sono loro.
Vorrei uscire da questa bolla/rete che si è creata attorno a me ma per farlo dovrei allontanarmi anche dal lavoro.
Ho la terza media, non ho amici, ed ho difficoltà a lavorare in team, a svolgere nuove mansioni, memorizzare e lavorare in piena autonomia.
Sono un po' lento.
La paura all'esposizione pubblica mi porta alla fuga immediata o ad essere licenziato e non so come fare per cambiare aria dal momento non sono indipendente e stando in casa/ditta sto comunque in un ambiente familiarizzato con molte persone di quel palazzo che mi ha visto crescere e mi dà problemi nel fare qualsiasi cosa in quanto potrebbe danneggiare anche la mia famiglia (avere una relazione, farmi rispettare o discutere se non sono d'accordo).
Come ne esco?
Non riesco neanche ad avere degli amici, non so più approcciarmi alle persone dal momento che gli atteggiamenti e la mia totale inesperienza alla vita mi portano ad essere simile ad un adolescente.
Sono quasi sempre in casa sul cellulare e avevo una diagnosi di fobia sociale di grado severo con tratti di personalità paranoidea ed evitante ansia di tratto e di stato e discreti aspetti ossessivi.
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Gentile utente,
dal momento che ha una diagnosi ha di certo anche una terapia, sia farmacologica che psicoterapica.
Ci faccia capire meglio come stanno funzionando queste terapie; quella psicoterapica in particolare dovrebbe averle fatto superare lo "invischiamento" e averle suggerito una serie di azioni per uscirne.
Restiamo in attesa.
dal momento che ha una diagnosi ha di certo anche una terapia, sia farmacologica che psicoterapica.
Ci faccia capire meglio come stanno funzionando queste terapie; quella psicoterapica in particolare dovrebbe averle fatto superare lo "invischiamento" e averle suggerito una serie di azioni per uscirne.
Restiamo in attesa.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 174 visite dal 06/11/2024.
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