Mi sento vuoto ed in balia degli eventi della vita

Gentili dottoresse e dottori, sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente si sente vuoto ed in balia degli eventi della vita.


Credo che la mia attuale sensazione di vuoto o di inadeguatezza nella vita derivi principalmente da due circostanze: un lieve bullismo che mi ha impedito di vivere appieno la mia adolescenza, se e quando la confronto con quella vissuta dai miei coetanei, e l'improvvisa perdita di mio padre a causa di un male incurabile in epoca Covid.


La prima circostanza, infatti, mi ha trasformato da un ragazzo piuttosto estroverso e spensierato in un uomo introverso, sovrappensiero e risentito, mentre la seconda ha portato scompiglio nella mia vita di tutti i giorni, in quanto ho perso bruscamente una delle persone più importanti a cui ero legato in una fase in cui tutti dovrebbero sistemarsi, sia a livello personale che professionale.
Il cancro è stato come avere a che fare con una bomba a orologeria di cui non si vede il timer e che ci mette in un istante di fronte alla precarietà della vita.


Questi eventi mi hanno profondamente segnato, dal momento che ho praticamente trascorso la mia adolescenza per la maggior parte del tempo da solo, concentrandomi sugli studi, e gli ultimi anni cercando di sistemarmi professionalmente, affrontando grandi difficoltà sia nei rapporti con le persone sia nella vita quotidiana stessa.
Ci sono giorni in cui mi sento completamente assorbito da quello che sto facendo e quindi riesco a portare a termine le cose come previsto e altri in cui mi sento travolto da un uragano di pensieri e sensazioni negative su me stesso e sul futuro che mi aspetta e che, a volte, mi fanno piangere silenziosamente sul cuscino appena torno a casa a fine giornata.


Rimpiango profondamente il fatto di non aver potuto sperimentare l'amore nella sua natura sbocciante e intensa durante la mia adolescenza, a differenza dei miei coetanei, il fatto che quei tempi e quei luoghi di ritrovo non torneranno mai più, lasciando così una profonda cicatrice nel mio cuore e, infine, il fatto che molto spesso mi troverò a disagio in contesti sociali quando conoscenti/colleghi ecc.
parleranno della loro famiglia, dei loro figli e delle loro prospettive di carriera.
Allo stesso tempo ho anche ridotto drasticamente la quantità di tempo che trascorro sui social media, perché mi sembra che le persone condividano solo le cose belle della loro vita, ma cerco sempre di cogliere ogni occasione per frequentare i miei amici e familiari, anche se alcuni di loro stanno mettendo su famiglia e questo mi fa sentire a disagio, come ho spiegato in precedenza.


Uscire a cena, andare al cinema, andare a teatro da solo è davvero troppo per me e, francamente, al momento è umiliante.
Uscire casualmente a bere qualcosa o viaggiare, invece, sono attività più gestibili, ma comportano comunque una certa tensione.


Non vorrei ritrovarmi tra qualche decennio definitivamente solo e senza speranza...

Vi ringrazio
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Dr.ssa Raffaella Galati Psicologo
Gentile utente,
grazie per averci scritto. Sicuramente per prima cosa dovresti iniziare un percorso terapeutico. La terapia psicologica ti aiuterà a guardarti dentro, ad analizzare le tue paure e a lavorare sui tuoi punti di forza per uscire da questa situazione di disagio e solitudine.
Sei giovane ed hai tanto da scoprire e da offrire. Ti serve solo un aiuto da parte di una persona esperta per riprendere in mano la tua vita. Conosci la causa del tuo malessere questo già è un vantaggio. Hai chiesto aiuto, e vuol dire che hai vogli di stare bene. Il passo successivo è lavorare su te stesso e rialzarti. Per qualsiasi cosa sono a disposizione al mio studio oppure online; puoi tranquillamente contattarmi.
Saluti

Dottoressa Raffaella Galati
Psicologa
3930317686