Odio mio padre a periodi
Salve a tutti.
Scriverò molto spero che mi leggiate lo stesso grazie
Sono una ragazza di 27 anni in completa fase depressiva.
La mia infanzia è stata molto bella da quel che ricordo, ma la mia adolescenza l’opposto.
Mio padre ha iniziato a menarmi dai 15 ai 18 anni.
Io mi ricordo che avevo paura di lui, lo rispettavo, un giorno chiesi a mia zia di vederci e mi lamentavo che lui mi alzava le mani.
Però ripeto non ce l’avevo con lui, al mio 18esimo gli ho dato un caldo e caloroso abbraccio nonostante il giorno prima mi avesse menato.
Ora io mi sono fatta un’idea riguardo a quanto le botte di mio padre abbiano influito sulla mia vita sociale al di fuori di casa, e ovviamente per me la risposta è tanto.
Dovete sapere che in quel periodo (dai 16 ai 20) trattavo mia madre malissimo (i miei sono sposati) un giorno mio padre mi stava comprando delle pinne per andare sott’acqua e entra nel negozio anche mamma per delle ciabatte, io a quanto pare le dico che in quel negozio costano tanto (avró avuto 17 anni) e mia madre torna in macchina piangendo.
Nella macchina c’era mia zia (sorella di mamma) che immediatamente se la prende con me e me ne dice di tutti i colori e soprattutto che sono viziata.
Io penso di aver toccato il fondo quel giorno, che da li qualcosa è cambiato Ad ogni modo era il 2016, mio padre dopo i 18 non mi mena più ma io sono sicura che cominciano i miei problemi (o forse da quando zia si è messa in mezzo non lo so) e a 18/19 anni ero complessata, triste
Volevo a tutti i costi andare da una psicologa e contemporaneamente andare a vivere da sola.
Inizio a fumare cannab*s e ero sempre più triste e complessata.
Comunque vado dalla psicologa del consultorio e trovo una pizzeria di un uomo di 46 anni e ci vado a letto per farmi fare il contratto e andare a vivere da sola, e così è stato: io prendo affitto, vado a letto con lui per circa 3 mesi, quando lo lascio mi licenzia.
Nello stesso periodo io ero ritornata a casa magari per pranzo/cena qualche oretta insomma.
E ho volontariamente disdetto l’affitto.
Fine 2018 mia zia mi suggerisce una psicoanalista (dicendo testuali parole: tu devi capire perché tratti cosi male tua madre) comunque inizio ad andare e dopo circa 6/7 mesi mi assumono a un grande magazzino e vado a vivere da sola un’altra volta.
L’estate la psicanalista va in ferie e io mi sento di lasciare dei foglietti a casa dei miei genitori dicendo che non mi meritavo le botte che ho ricevuto.
Tornata dalle ferie la psicanalista mi dice mi ha chiamato tuo padre
Io sprofondo, mi sono sentita invasa.
Inizio a dire che lo voglio denunciare, inizio a pensare e dire che mi entrava dentro casa e dentro la macchina.
Insomma l’affittuario mi caccia e torno a vivere coi miei ma al seminterrato da sola
Ad ogni modo un giorno vedo mio padre davanti alla mia porta a mettere una lampadina e mi incazzo così più tardi la stacco e la rompo, lui inizia a bussare forte la porta e gridare il mio nome io chiamo i carabinieri che se non fosse stato per mia zia che me li ha fatti chiamare una seconda volta, ero apparsa sufficientemente equilibrata tanto che ricordo che ho sentito le parole dei carabinieri se la ragazza non chiede la lampadina non gliela metta di testa sua comunque i carabinieri se ne vanno ma io non potevo immaginare che mamma telefonasse a zia per farla venire a casa(sempre sorella di mamma)
Zia inizia a dare calci alla porta come un’indemoniata!!!!! Io richiamo i carabinieri e in psichiatria in ospedale ci finisco io. Entro con mamma, lo psichiatra ha sentito la mia versione e dice testuale bhe invece di portarsi via tuo padre mandano a te qui
Quando però ha visto che urlavo contro mia madre ha deciso di ricoverarmi. Durante il ricovero c’era un dottore veramente deficiente che dice che sono stronza io e che le botte me le meritavo. Un altro dice eh tu vorresti che tuo padre non ti menasse più, anche io vorrei che non mi caschino più i capelli insomma un ricovero in cui ero molto arrabbiata ma soprattutto NON CAPITA. Comunque la chiudo dicendo che dal 2019 sono passati 5 anni, io alterno fasi in cui parlo con papà tranquillamente a fasi in cui non gli rivolgo la parola(in questo momento sono in questa fase). Vivo con i miei, non lavoro, non faccio niente sto sempre sul letto a dormire, mia madre mi chiede di uscire con zia, ma zia quella stronza che ha contribuito a rendere la mia vita una merda?. Ho sia uno psicologo che una psichiatra, sono pubblici, mi chiedo se siano migliori i privati.
Scriverò molto spero che mi leggiate lo stesso grazie
Sono una ragazza di 27 anni in completa fase depressiva.
La mia infanzia è stata molto bella da quel che ricordo, ma la mia adolescenza l’opposto.
Mio padre ha iniziato a menarmi dai 15 ai 18 anni.
Io mi ricordo che avevo paura di lui, lo rispettavo, un giorno chiesi a mia zia di vederci e mi lamentavo che lui mi alzava le mani.
Però ripeto non ce l’avevo con lui, al mio 18esimo gli ho dato un caldo e caloroso abbraccio nonostante il giorno prima mi avesse menato.
Ora io mi sono fatta un’idea riguardo a quanto le botte di mio padre abbiano influito sulla mia vita sociale al di fuori di casa, e ovviamente per me la risposta è tanto.
Dovete sapere che in quel periodo (dai 16 ai 20) trattavo mia madre malissimo (i miei sono sposati) un giorno mio padre mi stava comprando delle pinne per andare sott’acqua e entra nel negozio anche mamma per delle ciabatte, io a quanto pare le dico che in quel negozio costano tanto (avró avuto 17 anni) e mia madre torna in macchina piangendo.
Nella macchina c’era mia zia (sorella di mamma) che immediatamente se la prende con me e me ne dice di tutti i colori e soprattutto che sono viziata.
Io penso di aver toccato il fondo quel giorno, che da li qualcosa è cambiato Ad ogni modo era il 2016, mio padre dopo i 18 non mi mena più ma io sono sicura che cominciano i miei problemi (o forse da quando zia si è messa in mezzo non lo so) e a 18/19 anni ero complessata, triste
Volevo a tutti i costi andare da una psicologa e contemporaneamente andare a vivere da sola.
Inizio a fumare cannab*s e ero sempre più triste e complessata.
Comunque vado dalla psicologa del consultorio e trovo una pizzeria di un uomo di 46 anni e ci vado a letto per farmi fare il contratto e andare a vivere da sola, e così è stato: io prendo affitto, vado a letto con lui per circa 3 mesi, quando lo lascio mi licenzia.
Nello stesso periodo io ero ritornata a casa magari per pranzo/cena qualche oretta insomma.
E ho volontariamente disdetto l’affitto.
Fine 2018 mia zia mi suggerisce una psicoanalista (dicendo testuali parole: tu devi capire perché tratti cosi male tua madre) comunque inizio ad andare e dopo circa 6/7 mesi mi assumono a un grande magazzino e vado a vivere da sola un’altra volta.
L’estate la psicanalista va in ferie e io mi sento di lasciare dei foglietti a casa dei miei genitori dicendo che non mi meritavo le botte che ho ricevuto.
Tornata dalle ferie la psicanalista mi dice mi ha chiamato tuo padre
Io sprofondo, mi sono sentita invasa.
Inizio a dire che lo voglio denunciare, inizio a pensare e dire che mi entrava dentro casa e dentro la macchina.
Insomma l’affittuario mi caccia e torno a vivere coi miei ma al seminterrato da sola
Ad ogni modo un giorno vedo mio padre davanti alla mia porta a mettere una lampadina e mi incazzo così più tardi la stacco e la rompo, lui inizia a bussare forte la porta e gridare il mio nome io chiamo i carabinieri che se non fosse stato per mia zia che me li ha fatti chiamare una seconda volta, ero apparsa sufficientemente equilibrata tanto che ricordo che ho sentito le parole dei carabinieri se la ragazza non chiede la lampadina non gliela metta di testa sua comunque i carabinieri se ne vanno ma io non potevo immaginare che mamma telefonasse a zia per farla venire a casa(sempre sorella di mamma)
Zia inizia a dare calci alla porta come un’indemoniata!!!!! Io richiamo i carabinieri e in psichiatria in ospedale ci finisco io. Entro con mamma, lo psichiatra ha sentito la mia versione e dice testuale bhe invece di portarsi via tuo padre mandano a te qui
Quando però ha visto che urlavo contro mia madre ha deciso di ricoverarmi. Durante il ricovero c’era un dottore veramente deficiente che dice che sono stronza io e che le botte me le meritavo. Un altro dice eh tu vorresti che tuo padre non ti menasse più, anche io vorrei che non mi caschino più i capelli insomma un ricovero in cui ero molto arrabbiata ma soprattutto NON CAPITA. Comunque la chiudo dicendo che dal 2019 sono passati 5 anni, io alterno fasi in cui parlo con papà tranquillamente a fasi in cui non gli rivolgo la parola(in questo momento sono in questa fase). Vivo con i miei, non lavoro, non faccio niente sto sempre sul letto a dormire, mia madre mi chiede di uscire con zia, ma zia quella stronza che ha contribuito a rendere la mia vita una merda?. Ho sia uno psicologo che una psichiatra, sono pubblici, mi chiedo se siano migliori i privati.
[#1]
Gentile utente,
rispondo all'ultima domanda (del resto mi pare che sia anche l'unica): a mio avviso sono più esperti i sanitari del servizio pubblico perché fanno esperienza di più numerosi pazienti e più varie patologie.
Questo non vuol dire che nel privato i professionisti siano scadenti, anzi, se parliamo di psicologi, i privati hanno più tempo da dedicare ad ogni paziente e sono maggiormente costanti nel seguirlo.
Sotto questo profilo, quindi, possono andar bene i curanti del Servizio Sanitario Nazionale e anche i privati.
Rimane l'aspetto relazionale, non poco importante: nel privato in teoria si può scegliere la persona a noi più affine, ma anche questa è un'arma a doppio taglio: lei potrebbe trovare un professionista che, sia pure involontariamente, "collude" con il suo disturbo dicendole quello che desidera sentirsi dire, anziché le parole che curano.
Valuti quindi con attenzione se al momento si sta affidando ai suoi curanti, e se la risposta è "no", si chieda se con loro ha fatto tutto il possibile per ottenerne l'aiuto professionale.
A noi qui non dice quale diagnosi ha ricevuto, e nemmeno il motivo dei suoi continui attacchi a sua madre. In terapia avete risolto almeno questo problema?
Per aiutarla meglio, dobbiamo conoscere diagnosi e terapie in atto.
Restiamo in attesa.
rispondo all'ultima domanda (del resto mi pare che sia anche l'unica): a mio avviso sono più esperti i sanitari del servizio pubblico perché fanno esperienza di più numerosi pazienti e più varie patologie.
Questo non vuol dire che nel privato i professionisti siano scadenti, anzi, se parliamo di psicologi, i privati hanno più tempo da dedicare ad ogni paziente e sono maggiormente costanti nel seguirlo.
Sotto questo profilo, quindi, possono andar bene i curanti del Servizio Sanitario Nazionale e anche i privati.
Rimane l'aspetto relazionale, non poco importante: nel privato in teoria si può scegliere la persona a noi più affine, ma anche questa è un'arma a doppio taglio: lei potrebbe trovare un professionista che, sia pure involontariamente, "collude" con il suo disturbo dicendole quello che desidera sentirsi dire, anziché le parole che curano.
Valuti quindi con attenzione se al momento si sta affidando ai suoi curanti, e se la risposta è "no", si chieda se con loro ha fatto tutto il possibile per ottenerne l'aiuto professionale.
A noi qui non dice quale diagnosi ha ricevuto, e nemmeno il motivo dei suoi continui attacchi a sua madre. In terapia avete risolto almeno questo problema?
Per aiutarla meglio, dobbiamo conoscere diagnosi e terapie in atto.
Restiamo in attesa.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Intanto grazie per la risposta. Si è vero non ho fatto domande ma ne ho molte Una è perché mia madre, che quando mio padre mi menava diceva poverina, lasciala stare , ad oggi quasi nega che sia accaduto, a suo dire ci sono stati due schiaffi, niente di più. Capite come mi fa sentire essere smentita da mia madre, mi fa sentire che sono SOLA, mi fa sentire che vuole più bene a papà e a zia che a me. e non ho nessuno vicino. Anche se a volte penso che lo faccia perché si vergogna di dire che lei non è stata in grado di fare niente.
Le altre 2 domande riguardano perché le persone non mi credono:
Perché quando racconto anche a una mia amica dice che io do troppo peso a quegli schiaffi? Perché mio fratello stesso, che è stato menato anche lui e una volta gli è persino uscito il sangue dal naso, perché non ha avuto un periodo in cui ce l’aveva con lui.
Comunque io mi sento una vittima, sia di zia che di papà e mamma. Che poi il fatto che mamma abbia chiamato zia quando avevo chiamato i carabinieri mi fa pensare che da sola non riesce
Comunque mi ha chiesto il motivo per cui trattavo male mamma e si, una volta mi hanno risposto che trattavo male mamma perché papà lo faceva.
Riporto altre cose che mi sono state dette in questi anni di ricoveri:
Forse tuo fratello non ce l’ha con tuo padre perché la pensa come lui, cioè che la violenza è il mezzo giusto
Tua madre è stata succube di tuo padre
E non mi viene in mente altro
Le altre 2 domande riguardano perché le persone non mi credono:
Perché quando racconto anche a una mia amica dice che io do troppo peso a quegli schiaffi? Perché mio fratello stesso, che è stato menato anche lui e una volta gli è persino uscito il sangue dal naso, perché non ha avuto un periodo in cui ce l’aveva con lui.
Comunque io mi sento una vittima, sia di zia che di papà e mamma. Che poi il fatto che mamma abbia chiamato zia quando avevo chiamato i carabinieri mi fa pensare che da sola non riesce
Comunque mi ha chiesto il motivo per cui trattavo male mamma e si, una volta mi hanno risposto che trattavo male mamma perché papà lo faceva.
Riporto altre cose che mi sono state dette in questi anni di ricoveri:
Forse tuo fratello non ce l’ha con tuo padre perché la pensa come lui, cioè che la violenza è il mezzo giusto
Tua madre è stata succube di tuo padre
E non mi viene in mente altro
[#4]
Gentile utente,
perché sua madre si mostri così debole noi non possiamo saperlo, non avendola mai conosciuta; la stessa cosa vale per le altre persone che, come lei scrive, non le credono.
Chiaramente però tutto questo le causa una sofferenza che va analizzata in psicoterapia. Se lei è seguita regolarmente per almeno un'ora ogni settimana, dovrebbe porre all* psicolog* queste sue domande e cominciare a dipanare la matassa del suo disagio.
Quanto alla diagnosi, è certo scritta sui fogli che l* psichiatra le avrà consegnato e ne avrete anche parlato.
Venendo alla cura farmacologica, le suggerisco di scrivere al nostro settore psichiatria citando il nome preciso di tutti i farmaci che assume e la posologia.
Buone cose.
perché sua madre si mostri così debole noi non possiamo saperlo, non avendola mai conosciuta; la stessa cosa vale per le altre persone che, come lei scrive, non le credono.
Chiaramente però tutto questo le causa una sofferenza che va analizzata in psicoterapia. Se lei è seguita regolarmente per almeno un'ora ogni settimana, dovrebbe porre all* psicolog* queste sue domande e cominciare a dipanare la matassa del suo disagio.
Quanto alla diagnosi, è certo scritta sui fogli che l* psichiatra le avrà consegnato e ne avrete anche parlato.
Venendo alla cura farmacologica, le suggerisco di scrivere al nostro settore psichiatria citando il nome preciso di tutti i farmaci che assume e la posologia.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 390 visite dal 02/11/2024.
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