Sintomi?
Nessun uomo è immune da malattie. Alcuni però per costituzione fisica sono un po' più esposti di altri ad alcune malattie. Ecco il punto: essere un po' più esposti significa spesso preoccuparsi maggiormente, essere sempre attenti a valutare i sintomi, sottoporsi con frequenza a visite specialistiche. E fin qui tutto nella norma. Come si può convivere però con situazioni del genere, evitando che diventino un pensiero stabile, una nervosa attenzione ad eventuali sintomi, capace, a volte, di rattristarti e di far calare l'umore, pensando di avere qualcosa meno degli altri?
[#1]
Gentile ragazzo il quadro che sta descrivendo fa pensare ad un problema di ipocondria, prima che questo diventi particolarmente invalidante dovrebbe parlarne di persona con uno psicologo.
Non ci sono consigli standard universali.
saluti
Non ci sono consigli standard universali.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Perchè potrebbe diventare invalidante? in passato mi è capitato di avere problemi legati all'ansia, che ho saputo gestire e risolvere da solo seppure con grande difficoltà. Forse ora avrei bisogno di parlare con un medico, ma non posso permettermi di spendere grandi cifre (nemmeno medie). Alle volte mi sento un po' in una trappola: un colloquio potrebbe aiutarmi a stare meglio, ma in fondo nn ne ho così bisogno da iniziare un lungo giro tra varie asl che non so dove mi porterebbe e quanto tempo mi farebbe perdere. Purtroppo sono costretto ad ammettere che ci sono difficoltà logistiche che mi spingono più a cercare da solo una soluzione. Scusate la franchezza, forse è solo un po' di demotivazione, forse è solo la constatazione di una realtà.
[#3]
Ex utente
Ho appena riletto il mininforma molto interessante del dr. Bulla su come spendere meno dallo psicologo. è scritto davvero bene, con grande intelligenza e con quella sagacia ed ironia che, devo ammettere, mi hanno fatto sorridere. è tutto vero quanto sta scritto, ma soprattutto su una cosa concordo: forse solo quando si sta male al punto da nn poterne più si trova la forza per tentare un colloquio con uno psicologo. Ma quando si hanno solo stati d'animo che talvolta impensierisco, forse i dubbi e le resistenze nel chiedere aiuto sono maggiori. In fondo la mia vita sta scorrendo tranquillamente, forse un po' appesantita da incertezze e insicurezze. Allora mi chiedo: è così che va la vita per tutti o lo psicologo ha il segreto della felicità? Come capire se un problema è patologico o no?
[#4]
Gentile Utente,
grazie per i complimenti.
Intanto è proprio vero: lo Psicologo ha il segreto della felicità, ma non lo dice a nessuno...(magari fosse così!)
Mi sono permesso una battuta ironica con Lei perchè mi piace il Suo modo di affrontare con leggerezza e tranquillità il problema.
Non so esattamente se il Suo sia o meno un caso di Ipocondria, in quanto mi sembra di capire che lei abbia alcune patologie mediche. Se fosse così, questa Sua ansia sarebbe giustificata dal fatto che queste malattie le ricordano spesso quanto un corpo sia vulnerabile. Chi ha malattie croniche purtroppo se ne ricorda più spesso.
E questo aumenta la "sensibilità" verso questi temi.
Mi ricordo il caso di un mio ex paziente che soffriva di una malattia auto-immune cronica (= il sistema immunitario tende ad aggredire il corpo che lo ospita, e quindi si deve agire farmacologicamente per tenerlo a bada) che, grazie a questa "sensibilità" aveva sviluppato ansia ed ossessioni.
Per questo anche Lei ha qualche probabilità in più di sviluppare un disturbo d'ansia, specie se pensiamo che in passato ne ha già sofferto. Inoltre mi sembra di notare che Lei sia una persona che si pone molti dubbi: provi a rileggere i post che ci ha mandato, sono pieni di "forse", l'aveva notato?
Può fare in questo modo, quindi. Legga i miei minforma su ansia ed ipocondria
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
e si chieda se si ritrova oppure no. In caso affermativo Lei può scegliere di aspettare ancora un po', oppure di curarsi. E in questo secondo caso il trattamento migliore è rappresentato dalla terapia cognitivo comportamentale eventualmente associata alla farmacoterapia.
Spero di esserle stato d'aiuto, e mi scuso per la lunghezza di questo post
grazie per i complimenti.
Intanto è proprio vero: lo Psicologo ha il segreto della felicità, ma non lo dice a nessuno...(magari fosse così!)
Mi sono permesso una battuta ironica con Lei perchè mi piace il Suo modo di affrontare con leggerezza e tranquillità il problema.
Non so esattamente se il Suo sia o meno un caso di Ipocondria, in quanto mi sembra di capire che lei abbia alcune patologie mediche. Se fosse così, questa Sua ansia sarebbe giustificata dal fatto che queste malattie le ricordano spesso quanto un corpo sia vulnerabile. Chi ha malattie croniche purtroppo se ne ricorda più spesso.
E questo aumenta la "sensibilità" verso questi temi.
Mi ricordo il caso di un mio ex paziente che soffriva di una malattia auto-immune cronica (= il sistema immunitario tende ad aggredire il corpo che lo ospita, e quindi si deve agire farmacologicamente per tenerlo a bada) che, grazie a questa "sensibilità" aveva sviluppato ansia ed ossessioni.
Per questo anche Lei ha qualche probabilità in più di sviluppare un disturbo d'ansia, specie se pensiamo che in passato ne ha già sofferto. Inoltre mi sembra di notare che Lei sia una persona che si pone molti dubbi: provi a rileggere i post che ci ha mandato, sono pieni di "forse", l'aveva notato?
Può fare in questo modo, quindi. Legga i miei minforma su ansia ed ipocondria
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
e si chieda se si ritrova oppure no. In caso affermativo Lei può scegliere di aspettare ancora un po', oppure di curarsi. E in questo secondo caso il trattamento migliore è rappresentato dalla terapia cognitivo comportamentale eventualmente associata alla farmacoterapia.
Spero di esserle stato d'aiuto, e mi scuso per la lunghezza di questo post
[#5]
Ex utente
Si, dr Bulla, lei mi è stato d'aiuto e, a proposito della lunghezza del suo post, la ringrazio per avermi dedicato tempo. Le rispondo con un po' di ritardo perchè ho voluto prendermi tempo per riflettere sulle sue parole e per leggere i suoi mininforma. Credo che i miei malesseri siano riconducibili ad ansia e non ad ipocondria: l'ansia si manifesta anche sul piano della salute, ma non ha nulla a che fare con sintomi immaginari o immotivati. si parte infatti sempre da situazioni specifiche che,a volte, tendo a viverle con un'ansia superiore al necessario. Credo che lei mi abbia dato una pista su cui lavorare e, dato che non si possono fare consultazioni on-line, cercherò altrove di affrontare i miei dubbi.
Ho però alcune domande ancora: quando lei dice "Lei ha qualche probabilità in più di sviluppare un disturbo d'ansia, specie se pensiamo che in passato ne ha già sofferto", significa che stati ansiosi che ho precedentemente affrontato e superato si possono ripresentare nella stessa forma ma in diverse situazioni (visto che le precedenti le ho imparate a gestire)? E quando parla di terapia farmacologica, a cosa allude?
Ho però alcune domande ancora: quando lei dice "Lei ha qualche probabilità in più di sviluppare un disturbo d'ansia, specie se pensiamo che in passato ne ha già sofferto", significa che stati ansiosi che ho precedentemente affrontato e superato si possono ripresentare nella stessa forma ma in diverse situazioni (visto che le precedenti le ho imparate a gestire)? E quando parla di terapia farmacologica, a cosa allude?
[#6]
Gentile Utente,
intanto sono contento di vedere che le mie parole le sono servite.
Per rispondere alle Sue domande:
1) "significa che stati ansiosi che ho precedentemente affrontato e superato si possono ripresentare nella stessa forma ma in diverse situazioni (visto che le precedenti le ho imparate a gestire)?"
Si, perchè imparare a gestire una situazione non implica necessariamente imparare a gestire l'ansia in generale. Probabilmente Lei di fondo si percepisce vulnerabile in diverse situazioni: in alcune semplicemente "ci ha fatto il callo", in altre no.
2) "E quando parla di terapia farmacologica, a cosa allude?"
Mi riferisco alla psico-farmacoterapia che eventualmente le prescriverebbe lo psichiatra: come le dicevo per guarire dall'ansia serve una combinazione farmaci+psicoterapia cogn-comp, come ormai ha ampiamente dimostrato la ricerca scientifica internazionale.
Se mastica un po' di inglese può controllare Lei stesso su questo link, tratto dal National Institute of Mental Health (dove tra l'altro si parla anche di farmacoterapia)
http://www.nimh.nih.gov/health/publications/anxiety-disorders/treatment-of-anxiety-disorders.shtml
intanto sono contento di vedere che le mie parole le sono servite.
Per rispondere alle Sue domande:
1) "significa che stati ansiosi che ho precedentemente affrontato e superato si possono ripresentare nella stessa forma ma in diverse situazioni (visto che le precedenti le ho imparate a gestire)?"
Si, perchè imparare a gestire una situazione non implica necessariamente imparare a gestire l'ansia in generale. Probabilmente Lei di fondo si percepisce vulnerabile in diverse situazioni: in alcune semplicemente "ci ha fatto il callo", in altre no.
2) "E quando parla di terapia farmacologica, a cosa allude?"
Mi riferisco alla psico-farmacoterapia che eventualmente le prescriverebbe lo psichiatra: come le dicevo per guarire dall'ansia serve una combinazione farmaci+psicoterapia cogn-comp, come ormai ha ampiamente dimostrato la ricerca scientifica internazionale.
Se mastica un po' di inglese può controllare Lei stesso su questo link, tratto dal National Institute of Mental Health (dove tra l'altro si parla anche di farmacoterapia)
http://www.nimh.nih.gov/health/publications/anxiety-disorders/treatment-of-anxiety-disorders.shtml
[#7]
Ex utente
A quanto pare mi sono imbattuto in un "esperto di ansia", lo specialista di cui avrei proprio bisogno! Peccato però che ad una distanza virtuale così prossima corrisponda una distanza geografica non indifferente. Ed eccomi di nuovo qui per ringraziarla delle indicazioni (ho dato uno sguardo al sito, tutto chiaro) e soprattutto per chiederle un consiglio: come mi consiglia di agire per affrontare i miei "disturbi di ansia"? quale è la strada che devo imboccare per vivere con serenità la mia esistenza? ovviamente non le chiedo nè un miracolo (so che non ha ancora questi poteri) nè una consultazione online (so che non si può fare) ma un consiglio su come muovermi, da chi andare, dove andare, come scegliere...
[#8]
Gentile Utente,
essendo presente una storia di problemi medici Lei dovrebbe intanto contattare uno psichiatra. Per questo può contattare il CPS della sua zona, oppure parlarne col suo curante.
Inoltre può visionare in questo elenco alcuni terapeuti cognitivo-comportamentali della sua zona area
http://www.aiamc.it/puglia.htm
Sul come scegliere: faccia un giro di telefonate, "senta" a pelle chi la convince di più, faccia un primo colloquio e poi decida se si è trovato bene oppure no.
essendo presente una storia di problemi medici Lei dovrebbe intanto contattare uno psichiatra. Per questo può contattare il CPS della sua zona, oppure parlarne col suo curante.
Inoltre può visionare in questo elenco alcuni terapeuti cognitivo-comportamentali della sua zona area
http://www.aiamc.it/puglia.htm
Sul come scegliere: faccia un giro di telefonate, "senta" a pelle chi la convince di più, faccia un primo colloquio e poi decida se si è trovato bene oppure no.
[#9]
Ex utente
e così il percorso da seguire è stato tracciato. se sono giunto a questo punto lo devo a lei, che mi ha seguito e supportato fin qui. ora tocca a me avere il coraggio di procedere e di trovare persone che possano darmi un aiuto. ho già avviato i primi contatti e spero sinceramente di essere sulla buona strada... da troppi mesi, circa 5-6, sento la mia vita un po' appesantita da ansie e timori. è arrivato il momento di tentare di liberarsene, questa volta senza forse. anche adesso ho un po' di timori ed ansia, soprattutto sul successo della terapia, ma so che devo imboccare questa strada se voglio superare ansie e timori più grandi.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2k visite dal 29/09/2009.
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