Relazione tossica o disfunzionale?
Salve sono fidanzata da due anni e mezzo, in questo anno volevamo organizzare il nostro matrimonio ma ora è tutto interrotto.
Io sono siciliana e lavoro al nord, la mi famiglia è in Sicilia e la vedo solo nelle festività (Natale, Pasqua e estate).
Lui lavora e vive al nord vicino alla sua famiglia.
Io sono un insegnante quindi ho più ferie di lui.
Mi ha iniziato a obbligare a determinate ferie in Sicilia con la mia famiglia.
Per continuare a stare con lui in estate posso stare con la mi famiglia solo 4 settimane e poi tornare da lui.
Nella festività di Natale dobbiamo dividerci le feste al nord e in Sicilia, quindi una delle due sono costretta a non passarla con loro.
Ripetutamente ho cercato di spiegare che quelle sono le uniche volte che vedo la mia famiglia a differenza della sua che possiamo vederla ogni domenica.
Mi ha negato qualsiasi viaggio con amiche ma al massimo solo weekend se non avvengono frequentemente.
Dice che non ho rispetto di lui, perché dovrei stare a casa a sistemare tutto aspettando che lui torni da lavoro.
Mi dice che per fare una famiglia spendo troppi soldi e che se io voglio farmi vacanze con amiche significa che non sono una persona che voglia farsi una famiglia, ma solo divertirsi.
Cosa ne pensate, non so come comportarmi
Ho obbedisco a ciò o nulla
Io sono siciliana e lavoro al nord, la mi famiglia è in Sicilia e la vedo solo nelle festività (Natale, Pasqua e estate).
Lui lavora e vive al nord vicino alla sua famiglia.
Io sono un insegnante quindi ho più ferie di lui.
Mi ha iniziato a obbligare a determinate ferie in Sicilia con la mia famiglia.
Per continuare a stare con lui in estate posso stare con la mi famiglia solo 4 settimane e poi tornare da lui.
Nella festività di Natale dobbiamo dividerci le feste al nord e in Sicilia, quindi una delle due sono costretta a non passarla con loro.
Ripetutamente ho cercato di spiegare che quelle sono le uniche volte che vedo la mia famiglia a differenza della sua che possiamo vederla ogni domenica.
Mi ha negato qualsiasi viaggio con amiche ma al massimo solo weekend se non avvengono frequentemente.
Dice che non ho rispetto di lui, perché dovrei stare a casa a sistemare tutto aspettando che lui torni da lavoro.
Mi dice che per fare una famiglia spendo troppi soldi e che se io voglio farmi vacanze con amiche significa che non sono una persona che voglia farsi una famiglia, ma solo divertirsi.
Cosa ne pensate, non so come comportarmi
Ho obbedisco a ciò o nulla
[#1]
Gentile utente,
lei non ci dice se il suo partner è di cultura e religione diverse da quelle italiane; non sappiamo nemmeno la sua età e il suo titolo di studio.
Come più volte abbiamo fatto osservare, anche su questa piattaforma, quando si entra in contatto con dei costumi molto diversi dai nostri le difficoltà relazionali possono essere talvolta insormontabili.
Naturalmente anche uomini e donne di cultura italiana possono presentare elementi di chiusura e possessività, ma per lo più questi casi sconfinano nel patologico.
Si tratta quindi di due situazioni che devono essere affrontate con strumenti diversi.
Nel suo caso, in due anni e mezzo lei dovrebbe aver capito la cosa essenziale: se la relazione tra voi vi fa stare bene o al contrario intristisce e mortifica lei, e forse anche lui, visto che vorrebbe una donna che pulisca casa aspettandolo, non desideri coltivare i rapporti con la famiglia d'origine e nemmeno divertirsi, neanche con un weekend con le amiche.
Dice Mario Bertini, psicologo, a proposito della condizione cui una coppia dovrebbe tendere, che non è connotata dal distacco ma nemmeno da quella coesione fusionale che paralizza i due, bensì dalla "mutualità", spiegata in questi termini: "La linea della mutualità si riconosce non tanto nella misura in cui uno si sacrifica, concede qualcosa all'altro -tutte cose apprezzabili, naturalmente- ma nella misura in cui uno si realizza in virtù del rapporto con l'altro. Tanto più profonda sarà l'intimità quanto più la relazione stessa favorirà lo sviluppo nella libertà di entrambi i membri".
Lei si sente serena, libera e capace di realizzare i suoi desideri e i suoi obiettivi in virtù della sua relazione? Offre al suo partner questa stessa libertà?
Se non è così, e invece si sente lontana da questa condizione, rifletta molto bene, nella considerazione che forse non sempre si può avere il massimo, ma anche che nessun amore "sano" paralizza e mutila il partner.
Buone cose.
lei non ci dice se il suo partner è di cultura e religione diverse da quelle italiane; non sappiamo nemmeno la sua età e il suo titolo di studio.
Come più volte abbiamo fatto osservare, anche su questa piattaforma, quando si entra in contatto con dei costumi molto diversi dai nostri le difficoltà relazionali possono essere talvolta insormontabili.
Naturalmente anche uomini e donne di cultura italiana possono presentare elementi di chiusura e possessività, ma per lo più questi casi sconfinano nel patologico.
Si tratta quindi di due situazioni che devono essere affrontate con strumenti diversi.
Nel suo caso, in due anni e mezzo lei dovrebbe aver capito la cosa essenziale: se la relazione tra voi vi fa stare bene o al contrario intristisce e mortifica lei, e forse anche lui, visto che vorrebbe una donna che pulisca casa aspettandolo, non desideri coltivare i rapporti con la famiglia d'origine e nemmeno divertirsi, neanche con un weekend con le amiche.
Dice Mario Bertini, psicologo, a proposito della condizione cui una coppia dovrebbe tendere, che non è connotata dal distacco ma nemmeno da quella coesione fusionale che paralizza i due, bensì dalla "mutualità", spiegata in questi termini: "La linea della mutualità si riconosce non tanto nella misura in cui uno si sacrifica, concede qualcosa all'altro -tutte cose apprezzabili, naturalmente- ma nella misura in cui uno si realizza in virtù del rapporto con l'altro. Tanto più profonda sarà l'intimità quanto più la relazione stessa favorirà lo sviluppo nella libertà di entrambi i membri".
Lei si sente serena, libera e capace di realizzare i suoi desideri e i suoi obiettivi in virtù della sua relazione? Offre al suo partner questa stessa libertà?
Se non è così, e invece si sente lontana da questa condizione, rifletta molto bene, nella considerazione che forse non sempre si può avere il massimo, ma anche che nessun amore "sano" paralizza e mutila il partner.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Gentile utente,
già ho risposto alla sua domanda del titolo: "Relazione tossica o disfunzionale?", ovviamente in termini generali.
Non possiamo sapere se il divario specifico tra lei e il suo fidanzato nasca da patologia ("relazione tossica") oppure da differenze culturali, dove per cultura non si intende solo il titolo di studio (che pure ne fa parte) e nel vostro caso nemmeno la differente nazionalità, ma due approcci diversi alla vita e ai valori che nascono da classi sociali, tradizioni familiari, abitudini e costumi diversi.
In questo caso potreste non capirvi ma sareste nell'ambito della "relazione disfunzionale".
Quale che sia la vostra situazione, la cartina di tornasole della felicità possibile in un'unione che si vuole duratura gliel'ho indicata sopra: se i due si sentono spinti dal loro legame a realizzare il potenziale benessere di ciascuno, l'unione può essere solida e appagante; in caso contrario sarà una continua lotta e una continua mortificazione dei desideri di entrambi.
Ovviamente esistono tanti tipi di legame, da quelli dominati dalla sola passione, non destinati alla costruzione di una vita insieme, a quelli volutamente conflittuali per nevrosi concomitanti, a quelli che ricalcano il modello malato-infermiera, a quelli sado-maso, e così via.
In linea generale è utile avere chiaro il futuro che si vuole e il "materiale" col quale si costruisce: sposare un partner con l'idea di cambiarlo radicalmente espone a dolorose delusioni.
La consultazione di uno specialista di coppia, in caso non riusciste da soli a valutare questi aspetti, potrebbe esservi utile.
Auguri.
già ho risposto alla sua domanda del titolo: "Relazione tossica o disfunzionale?", ovviamente in termini generali.
Non possiamo sapere se il divario specifico tra lei e il suo fidanzato nasca da patologia ("relazione tossica") oppure da differenze culturali, dove per cultura non si intende solo il titolo di studio (che pure ne fa parte) e nel vostro caso nemmeno la differente nazionalità, ma due approcci diversi alla vita e ai valori che nascono da classi sociali, tradizioni familiari, abitudini e costumi diversi.
In questo caso potreste non capirvi ma sareste nell'ambito della "relazione disfunzionale".
Quale che sia la vostra situazione, la cartina di tornasole della felicità possibile in un'unione che si vuole duratura gliel'ho indicata sopra: se i due si sentono spinti dal loro legame a realizzare il potenziale benessere di ciascuno, l'unione può essere solida e appagante; in caso contrario sarà una continua lotta e una continua mortificazione dei desideri di entrambi.
Ovviamente esistono tanti tipi di legame, da quelli dominati dalla sola passione, non destinati alla costruzione di una vita insieme, a quelli volutamente conflittuali per nevrosi concomitanti, a quelli che ricalcano il modello malato-infermiera, a quelli sado-maso, e così via.
In linea generale è utile avere chiaro il futuro che si vuole e il "materiale" col quale si costruisce: sposare un partner con l'idea di cambiarlo radicalmente espone a dolorose delusioni.
La consultazione di uno specialista di coppia, in caso non riusciste da soli a valutare questi aspetti, potrebbe esservi utile.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 483 visite dal 28/10/2024.
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