Un senso di vuoto
Buonasera, ho 42anni, un compagno da14anni e due bambini.
Laureata ma casalinga.
Mi sento vuota, senza senso, penso di aver sbagliato tutto nella mia vita.
Non riesco a trovare lavoro (in un piccolo paesino del sud) e a questo fallimento sì aggiunge il mio compagno che negli ultimi anni e' diventato spietato nei miei confronti.
Cinico, egoista, riesce a concludere ogni discorso con un "stai zitta, fallita, pensa a trovarti un lavoro"... anche senza nessuna attinenza con l' argomento di cui si parlava.
a tutto questo si aggiunge quindi un vuoto affettivo, in un momento di sconforto per problemi di salute e la mancanza di sostegno da parte del mio compagno, mi sono legata ad un altro per 8 mesi.
E anche questa storia mi ha portato enorme sofferenza perché sapevo che sarebbe finita, nessuno dei due aveva il coraggio di lasciare la propria famiglia.
Sono riuscita a riprendermi dopo 2 anni, tra sensi di colpa e il dolore per la fine di qualcosa che mi mi faceva sentire amara.
Tutto e' tornato uguale a prima, sempre tristezza, vuoto e mancanza di qualcosa.
Qualche giorno fa ho visto per strada per caso dopo 17 anni il mio ex.
Siamo stati insieme alcuni anni, lo reputavo il mio migliore amico, poi ci siamo scoperti innamorati e fidanzati.
Abbiamo fissato la data di matrimonio e io, ho avuto paura, paura di non potergli dare un figlio (avevo appena subito un intervento d' urgenza alle ovaie) così mi sono comportata come una bambina, rendendomi insopportabile e annullando tutto.
Mi ha lasciato, io non credevo potesse farlo... mi ha lasciato senza possibilità di spiegare che stavo male e che volevo forse solo capisse il momento.
Per il dolore dopo un paio di mesi sono uscita con un altro, ricordo come fosse adesso che lui mi ha scritto un messaggio pieno di dolore, dicendomi che pensava fossi la donna della sua vita ma io mi ero consolata subito.
Non ho mai avuto possibilità di rispondere, di spiegare che il dolore mi aveva spinto a colmare il vuoto così, e che stavo soffrendo anch'io.
Dopo quel suo messaggio, ha cambiato telefono e non l' ho più rivisto.
Si e' fidanzato dopo neanche due mesi e poi sposato con la stessa.
Adesso dopo 17 anni l' ho rivisto e nonostante il tempo avrei ancora voglia di chiarire, chiedere scusa.
Per me non averlo più rivisto e' stato come crederlo morto, forse e' stato meglio così, ma oggi rivedere "un fantasma" in giro per le strade in paese, mi fa credere che probabilmente dovrei risolvere questo per andare avanti.
mi servirebbe per chiudere, perché credo di essere ancora lì a 26 anni con un telefono in mano e un chiarimento che non mi e' stato permesso.
Laureata ma casalinga.
Mi sento vuota, senza senso, penso di aver sbagliato tutto nella mia vita.
Non riesco a trovare lavoro (in un piccolo paesino del sud) e a questo fallimento sì aggiunge il mio compagno che negli ultimi anni e' diventato spietato nei miei confronti.
Cinico, egoista, riesce a concludere ogni discorso con un "stai zitta, fallita, pensa a trovarti un lavoro"... anche senza nessuna attinenza con l' argomento di cui si parlava.
a tutto questo si aggiunge quindi un vuoto affettivo, in un momento di sconforto per problemi di salute e la mancanza di sostegno da parte del mio compagno, mi sono legata ad un altro per 8 mesi.
E anche questa storia mi ha portato enorme sofferenza perché sapevo che sarebbe finita, nessuno dei due aveva il coraggio di lasciare la propria famiglia.
Sono riuscita a riprendermi dopo 2 anni, tra sensi di colpa e il dolore per la fine di qualcosa che mi mi faceva sentire amara.
Tutto e' tornato uguale a prima, sempre tristezza, vuoto e mancanza di qualcosa.
Qualche giorno fa ho visto per strada per caso dopo 17 anni il mio ex.
Siamo stati insieme alcuni anni, lo reputavo il mio migliore amico, poi ci siamo scoperti innamorati e fidanzati.
Abbiamo fissato la data di matrimonio e io, ho avuto paura, paura di non potergli dare un figlio (avevo appena subito un intervento d' urgenza alle ovaie) così mi sono comportata come una bambina, rendendomi insopportabile e annullando tutto.
Mi ha lasciato, io non credevo potesse farlo... mi ha lasciato senza possibilità di spiegare che stavo male e che volevo forse solo capisse il momento.
Per il dolore dopo un paio di mesi sono uscita con un altro, ricordo come fosse adesso che lui mi ha scritto un messaggio pieno di dolore, dicendomi che pensava fossi la donna della sua vita ma io mi ero consolata subito.
Non ho mai avuto possibilità di rispondere, di spiegare che il dolore mi aveva spinto a colmare il vuoto così, e che stavo soffrendo anch'io.
Dopo quel suo messaggio, ha cambiato telefono e non l' ho più rivisto.
Si e' fidanzato dopo neanche due mesi e poi sposato con la stessa.
Adesso dopo 17 anni l' ho rivisto e nonostante il tempo avrei ancora voglia di chiarire, chiedere scusa.
Per me non averlo più rivisto e' stato come crederlo morto, forse e' stato meglio così, ma oggi rivedere "un fantasma" in giro per le strade in paese, mi fa credere che probabilmente dovrei risolvere questo per andare avanti.
mi servirebbe per chiudere, perché credo di essere ancora lì a 26 anni con un telefono in mano e un chiarimento che non mi e' stato permesso.
[#1]
Gentile utente,
il suo titolo "senso di vuoto" si potrebbe anche leggere al contrario, cioè "vuoto di senso" ed in effetti nelle parole del testo sembrerebbe che tale vuoto subentri al posto di speranze, desideri, significati mancanti nella sua vita.
Da quel che racconta mi colpisce la ripetizione -sia nella relazione attuale, sia nella precedente, che risale a 17 anni fa- del modo di risolvere o affrontare problemi legati a relazioni difficili o deludenti, cioè fuggendo, volgendo lo sguardo e il cuore altrove, verso altre persone e altre storie. Questo probabilmente lo fa -comprensibilmente- per curare o eludere il dolore, proteggere l'amor proprio minacciato, recuperare in qualche altro legame un barlume di felicità perduta, non andare a pezzi.
Tuttavia la invito a riflettere sul fatto che questo modo di affrontare le difficoltà e i problemi delle relazioni che vive, questo tentare di fuggire o di essere altrove si è rivelato controproducente e inefficace. Infatti intraprendendo una relazione parallela di 8 mesi, non solo non ha curato le sue ferite né appianato le asperità presenti nella sua relazione attuale, ma ad essa vi ha fatto poi ritorno con un senso di colpa e un carico di sofferenza ulteriore.
E una situazione simile si è verificata nella sua relazione passata, 17 anni fa. Da essa è uscita con molti dubbi e rimpianti perché non è andata fino in fondo, ma spinta dalla paura si è sottratta, cioè si è fatta lasciare.
Ora però può utilizzare queste esperienze dolorose per comprendere qualcosa della sua persona e del suo modo di vivere i legami, andando a fondo e impedendo che lo scenario si ripeta.
Comprendo che sia doloroso e avvilente per lei sentirsi svalutata e giudicata così duramente dal suo compagno, e anche per questo le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per avere un suo luogo nel quale poter esprimersi e comprendere se questa relazione la rende più felice o infelice. In caso di quest'ultima ipotesi potrà scegliere di interrompere un legame che non apporta alla sua vita nutrimento, ma la svilisce.
Indipendentemente da ciò comunque potrà essere aiutata a ripartire da sé stessa, da quel senso di vuoto che dovrebbe essere accolto e ascoltato perché portatore di un messaggio, di un bisogno di ritrovarsi, trovare un desiderio, una passione, un posto perduto nel mondo e nella propria vita, accendere una scintilla.
Auguri di cuore.
il suo titolo "senso di vuoto" si potrebbe anche leggere al contrario, cioè "vuoto di senso" ed in effetti nelle parole del testo sembrerebbe che tale vuoto subentri al posto di speranze, desideri, significati mancanti nella sua vita.
Da quel che racconta mi colpisce la ripetizione -sia nella relazione attuale, sia nella precedente, che risale a 17 anni fa- del modo di risolvere o affrontare problemi legati a relazioni difficili o deludenti, cioè fuggendo, volgendo lo sguardo e il cuore altrove, verso altre persone e altre storie. Questo probabilmente lo fa -comprensibilmente- per curare o eludere il dolore, proteggere l'amor proprio minacciato, recuperare in qualche altro legame un barlume di felicità perduta, non andare a pezzi.
Tuttavia la invito a riflettere sul fatto che questo modo di affrontare le difficoltà e i problemi delle relazioni che vive, questo tentare di fuggire o di essere altrove si è rivelato controproducente e inefficace. Infatti intraprendendo una relazione parallela di 8 mesi, non solo non ha curato le sue ferite né appianato le asperità presenti nella sua relazione attuale, ma ad essa vi ha fatto poi ritorno con un senso di colpa e un carico di sofferenza ulteriore.
E una situazione simile si è verificata nella sua relazione passata, 17 anni fa. Da essa è uscita con molti dubbi e rimpianti perché non è andata fino in fondo, ma spinta dalla paura si è sottratta, cioè si è fatta lasciare.
Ora però può utilizzare queste esperienze dolorose per comprendere qualcosa della sua persona e del suo modo di vivere i legami, andando a fondo e impedendo che lo scenario si ripeta.
Comprendo che sia doloroso e avvilente per lei sentirsi svalutata e giudicata così duramente dal suo compagno, e anche per questo le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per avere un suo luogo nel quale poter esprimersi e comprendere se questa relazione la rende più felice o infelice. In caso di quest'ultima ipotesi potrà scegliere di interrompere un legame che non apporta alla sua vita nutrimento, ma la svilisce.
Indipendentemente da ciò comunque potrà essere aiutata a ripartire da sé stessa, da quel senso di vuoto che dovrebbe essere accolto e ascoltato perché portatore di un messaggio, di un bisogno di ritrovarsi, trovare un desiderio, una passione, un posto perduto nel mondo e nella propria vita, accendere una scintilla.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#2]
Utente
Buonasera ,grazie Dottoressa per la risposta. Come dice Lei...dovrei parlare di "vuoto di senso". Vivo nella paura di non farcela a cambiare, ho timore di non essere abbastanza per trovare un lavoro soddisfacente. Ho paura di tante cose, tutti i sogni che avevo non li trovo più. Credo che dovrei lasciare il padre dei miei figli, ma anche questo cambiamento mi terrorizza . Dovrei tornare a casa dai miei e mostrare a tutti quanto io abbia fallito in tutti i campi . Eppure mi chiedo dove sia finita quella ragazza di un tempo che credeva che il futuro avesse un senso. Vivo o meglio sopravvivo per i miei figli , ma le giornate scorrono uguali , vuote. Mi chiedo il perché mi manchi il coraggio di tutto. Scapperei ma sta volta ho 2 figli e non ho un lavoro. Non saprei dove andare e cosa fare . So che ho bisogno di capire da dove venga questa mia debolezza, forse ho sempre creduto erroneamente che l' amore risolvesse tutto . Mi rendo conto che non ho mai pensato a me stessa senza proiettarmi in un uomo .
[#3]
Gentile utente,
pone molte questioni significative e profonde che meriterebbero un'attenzione accurata all'interno di un percorso psicologico. In quel luogo potrà portare la delusione, la perdita di speranza, le paure che sembrerebbero averla bloccata in un immobilismo che non le consente di avanzare nè di retrocedere.
Così resta triste e spaventata a guardare la vita che le scorre davanti, fissata su quel che non è andato come avrebbe voluto e non guardando anche a tutto quel che potrà esserci e che già c'è.
Può rivolgersi ad un consultorio, mediante il pagamento del ticket, verificare se ha i requisiti per il bonus di psicoterapia gratuita, o cercare un professionista tra i tanti che abbia prezzi contenuti.
Le auguro di trovare motivi e modi per farlo e non scuse per non farlo. Glielo auguro perché davvero credo che ciò potrebbe costituire un primo ma decisivo passo per prendersi cura di sè, capirsi e capire, anche per imboccare strade nuove e non restare imbrigliata in certi meccanismi psicologici e vulnerabilità personali.
Inoltre qualora dovesse decidere di chiudere la sua storia non dovrà considerarlo un fallimento, ma un atto di coraggio, di consapevolezza e protezione di sè.
Coraggio, da qualche parte bisogna cominciare! I suoi sogni sono ancora lì!
pone molte questioni significative e profonde che meriterebbero un'attenzione accurata all'interno di un percorso psicologico. In quel luogo potrà portare la delusione, la perdita di speranza, le paure che sembrerebbero averla bloccata in un immobilismo che non le consente di avanzare nè di retrocedere.
Così resta triste e spaventata a guardare la vita che le scorre davanti, fissata su quel che non è andato come avrebbe voluto e non guardando anche a tutto quel che potrà esserci e che già c'è.
Può rivolgersi ad un consultorio, mediante il pagamento del ticket, verificare se ha i requisiti per il bonus di psicoterapia gratuita, o cercare un professionista tra i tanti che abbia prezzi contenuti.
Le auguro di trovare motivi e modi per farlo e non scuse per non farlo. Glielo auguro perché davvero credo che ciò potrebbe costituire un primo ma decisivo passo per prendersi cura di sè, capirsi e capire, anche per imboccare strade nuove e non restare imbrigliata in certi meccanismi psicologici e vulnerabilità personali.
Inoltre qualora dovesse decidere di chiudere la sua storia non dovrà considerarlo un fallimento, ma un atto di coraggio, di consapevolezza e protezione di sè.
Coraggio, da qualche parte bisogna cominciare! I suoi sogni sono ancora lì!
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 162 visite dal 24/10/2024.
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