Difficile gestione del rapporto tra mia moglie e mia mamma (suocera Vs nuora)

Buongiorno, sono un uomo di 40 anni, sposato da 2 anni dopo 8 di fidanzamento e vivo in Toscana con mia moglie e nostro figlio di pochi mesi.
Sono rimasto orfano di padre da bambino e da quel momento ho sempre sentito il dovere di non far mancare niente a mia mamma e di non provocarle sofferenze.
Mia mamma vive al Sud, da sola, e viene a trovarci una volta all'anno (solitamente per 2 o 3 settimane).
In estate invece andiamo noi a trovarla per 7/10 giorni.
Lei è una donna ormai abituata a vivere da sola, con i suoi ritmi (sveglia presto al mattino, cura della casa in un certo modo, cucina in un certo modo, etc), anche legati al ritmo di vita e allo stile tipico del Sud, in cui è la donna che gestisce la casa.
Mia moglie e io invece siamo persone abbastanza solitarie, ci piace alzarci tardi quando possiamo e gestiamo tutto in due (casa, figlio, cucina, etc).
Mia moglie ha alle spalle una storia familiare molto complessa e, forse per questo, ha un carattere molto "forte", è permalosa, gelosa dei suoi spazi e fatica ad accettare consigli e/o suggerimenti da chiunque.
Inoltre, se qualcosa la infastidisce o la ferisce, fatica, anche dopo delle scuse, a perdonare e in qualche modo si porta sempre dietro quell'evento.
Mia mamma, che a volte ci aiuta anche economicamente, è sempre presente e quando viene a trovarci, cerca di darci una mano anche in casa.
A me non da fastidio, perché la conosco da sempre e so come è fatta, però a mia moglie tante cose non piacciono, le ritiene invadenti e non riesce a "sopportarle" anche solo per pochi giorni.

Io cerco di immedesimarmi in lei e faccio presente a mia mamma di limitare alcuni atteggiamenti e lei effettivamente li limita.
Però poi spunta sempre un qualcosa di nuovo che non va bene.
A volte si tratta di cose davvero banali (del tipo che se le chiavi di casa sono appese fuori dalla porta e mia mamma le mette dentro, mia moglie dice "chi gliel'ha detto a lei?
").

L'ultimo evento invece è stato piuttosto serio, in quanto ci siamo ritrovati ad ascoltare lo stralcio di una conversazione telefonica in cui mia mamma contestava alcune nostre abitudini e la poca partecipazione di mia moglie alla gestione della casa.
Inutile dire che, giustamente, mia moglie ci sia rimasta male e se la sia presa.
Ho informato mia mamma che, senza far capire di essere al corrente della situazione, ha fatto capire a mia moglie di aver sbagliato e che il suo giudizio è viziato da stereotipi passati e tipici di una diversa realtà.

Tuttavia a mia moglie le scuse sembrano non bastare e ad oggi ha con mia mamma un atteggiamento distaccato.

Questo mi provoca molta sofferenza, non vivo tranquillo e temo che questa situazione possa protrarsi o inasprirsi.
Temo soprattutto che l'"incapacità" di perdonare di mia moglie (soprattutto persone centrali nelle nostre vite) possa portare a una graduale richiesta di esclusione di mia mamma dalla nostra vita, cosa che non potrei però accettare.
Cosa posso fare?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
vedo dalle sue numerose richieste che lei si prende molta cura delle persone che ha attorno. Per esempio ci ha scritto a proposito del suo nipotino dicendo che i suoi genitori hanno meno dimestichezza di lei con l'informatica, come se scrivere una semplice email richiedesse competenze da programmatori.
Forse questo atteggiamento iper-tutelante ha origine nella sua infanzia, quando rimasto senza il papà "ho sempre sentito il dovere di non far mancare niente a mia mamma e di non provocarle sofferenze".
Come può capire, specie adesso che è padre, questo atteggiamento, lodevole in sé, è però uno spostamento di ruolo, e soprattutto può aver generato in lei un senso di responsabilità che forse sconfinando in un indebito senso di colpa le fa credere di essere responsabile di ogni cosa che possa far male alle persone che ama, anche se non direttamente attuata da lei, come se esse stesse fossero incapaci di regolare i propri comportamenti e di valutarne le conseguenze.
Non a caso, abituato a prendersi cura, lei ha sposato una donna che "ha alle spalle una storia familiare molto complessa" e crede che per questo sua moglie abbia quello che lei definisce "un carattere molto "forte"".
Quest'espresssione che in psicologia non esiste si traduce in elementi poco apprezzabili: vuol dire comportamento scontroso o addirittura rabbioso, frutto di indole o di malattia a seconda della gravità, ma in ogni caso prodotto dall'abitudine, e come tale controllabile e modificabile.
Può anche darsi che vedendo il suo affettuoso legame con la sua famiglia, con sua madre soprattutto, sua moglie sia inconsciamente gelosa, o addirittura invidiosa: vede tra voi quell'affetto che lei non ha conosciuto.
Si tratta di meccanismi complessi, non facili da gestire per i non specialisti.
Da quello che lei racconta, sua madre è pronta a recedere da gesti ben intenzionati che vengono mal interpretati o sono vere invadenze senza volerlo, e sa chiedere scusa se si accorge di aver sbagliato. Sua moglie invece è rigida, come avviene a chi ha delle sofferenze non risolte.
In questo tipo di scontri spesso il figlio e marito è un parafulmine; lei è avvantaggiato perché almeno sua madre è accomodante.
Allora cosa può fare lei stesso? Raccomandare alla mamma di considerare la vacanza tra voi come una vacanza, non facendo alcun gesto di aiuto in casa o col bambino se non esplicitamente richiesta. Ovviamente, anche le sue telefonate dovrà farle con prudenza e solo quando è certa di non essere ascoltata.
Con sua moglie le suggerirei di moltiplicare la comprensione e la tenerezza, specie quando sua madre è da voi, ma anche di essere fermo sul suo diritto di ospitarla affettuosamente in casa sua.
I comportamenti non graditi da parte di persone di buon senso si possono discutere e riformulare; i musi lunghi e le impuntature invece richiedono fermezza, non punitiva ma preventiva: meglio mettere da subito i puntini sulle i.
Buone cose. Se crede, ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Potenza grazie mille per la risposta, che ho riletto più volte e nella quale mi rivedo alla perfezione.
Aggiungo pochi dettagli per chiarire meglio il senso di alcuni concetti.
La "situazione familiare complessa" di mia moglie consiste nell'abbandono da parte della madre quando era piccola e ad oggi l'assenza di rapporti. È cresciuta con il padre che, lavorando, ne ha delegato spesso l'accudimento a una zia (con la quale oggi non parla più) e alla nonna (donna di vecchio stampo e dai modi poco affettuosi).
Forse per questo, non lo so, lei è sempre pronta a cercare colpevoli (anche nelle piccole cose quotidiane e anche con me), si lega le cose al dito e se qualcuno le fa un torto chiude i rapporti. Come se non sapesse perdonare o comunque accettare le sfumature che non coincidono con le sue. Consideri che se l'è presa anche con l'interlocutore che stava al telefono con mia mamma, perché secondo lei avrebbe dovuto in qualche modo correggerla.
Quando parlo di "atteggiamento distaccato" da parte di mia moglie verso mia mamma intendo che al momento mia moglie le risponde a qualche messaggio ma non al telefono, nonostante mia mamma in passato l'abbia sempre trattata bene, con regali e attenzioni. Io ho consigliato a mia mamma di non cambiare, ma di continuare a cercarla, senza fretta, dandole tempo. Io sto provando a starle vicino, ma ammetto non essere facile perché soffro per la situazione.
Mi chiedo inoltre come devo comportarmi nei confronti dei comportamenti del padre (che sono simili a quelli di mia mamma ma sui quali lei dice poco)? Dovrei continuare ad accettarli oppure farmi vedere anche io offeso da questa "invadenza"?
A Natale mia mamma tornerà da noi e, anche se mia moglie non ha detto nulla, ho intuito che ne avrebbe fatto a meno. Naturalmente ho già parlato apertamente con mia mamma indicandole come comportarsi.
Ho paura però che la cosa possa non risolversi e che il periodo natalizio possa essere un pretesto per trovare altri comportamenti o frasi contestabili, in modo da chiedermi prima o poi di non farla più venire da noi e/o di non accompagnarmi a trovarla. E, ancora più importante, trmo che possa voler escludere anche nostro figlio dal rapporto con la nonna. Come dovrei comportarmi in questi casi?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
come già le ho scritto occorre una gentile fermezza nel definire con sua moglie il suo diritto di ospitare sua madre, così come il diritto del vostro bambino di frequentare la nonna.
Dalle cose che lei scrive però sembra che sua moglie abbia delle difficoltà nelle relazioni. In questi casi, la sola affettuosa fermezza di un marito non basta. Lei infatti scrive che oltre a non aver recuperato alcun rapporto con la madre che l'ha lasciata da piccola (ma è stato un abbandono volontario, o deciso da un giudice in seguito alla separazione?) sua moglie ha chiuso il dialogo anche con la zia che l'ha cresciuta, e considera la nonna che ha contribuito ad allevarla "anaffettiva".
Scrive inoltre: "è sempre pronta a cercare colpevoli (anche nelle piccole cose quotidiane e anche con me), si lega le cose al dito e se qualcuno le fa un torto chiude i rapporti".
Questo atteggiamento, in un adulto, è una scelta personale, qualunque ne sia l'origine. Nessuno di noi è diretto ciecamente da ciò che ci è accaduto da bambini.
Per farle l'esempio più immediato, lei coltiva gratitudine e affetto per sua madre che l'ha cresciuta senza il papà, ma questi sentimenti non sono prodotti automaticamente dal passato, c'è in essi il discernimento e la volontà dell'adulto: lei riconosce alla mamma dei meriti, affetto, buon carattere, capacità di adattamento, ossia le doti che vi permettono momento per momento di aggiustare e mantenere il vostro legame.
La rigidità di sua moglie, qualunque ne sia l'origine, finisce invece per inibire in lei stessa la comprensione, il cambiamento e la crescita; e determina attorno a lei un deserto.
Un'altra osservazione scaturisce dalle parole: "se l'è presa anche con l'interlocutore che stava al telefono con mia mamma, perché secondo lei avrebbe dovuto in qualche modo correggerla".
Io non so precisamente quali frasi sua madre abbia usato, e quanto abbiate sentito della risposta dall'altro lato del telefono, ma se un'amica si sfoga su qualcosa, stiamo lì a correggerla e a darle torto, o piuttosto la ascoltiamo solidali col suo stato emotivo, anche se non condividiamo la sua visione delle cose?
Fra l'altro, che sua madre non approvi la vostra divisione dei compiti domestici è un suo diritto d'opinione, com'è suo diritto di parola esporre questa sua idea ad un conoscente. Sarebbe scortese e inopportuno dirlo direttamente a voi e ancora di più imporvi il suo modo di gestire la casa, ma che possa avere le sue idee mi sembra un diritto sacrosanto, anche se voi non le condividete.
Io suggerirei a sua madre, per ora, di non varcare i confini di una confidenza non richiesta: niente telefonate o affettuosità oltre quelle gradite e ricambiate; per il resto cordiale riserbo.
Stessa cosa dovrebbe fare lei con suo suocero, se è troppo invadente, anche chiarendo col sorriso cosa non vuole che venga fatto a casa sua, ma non certo per ritorsione.
Quello che appare essenziale, in ogni caso, è indirizzare sua moglie ad uno dei tanti corsi sulla comunicazione che esistono anche in rete. Qualunque rapporto di sua moglie altrimenti è a rischio: anche quello con lei, quello col figlio, coi colleghi di lavoro e così via.
Le faccio molti auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com