Come rapportarsi con un parente arrogante

Buongiorno dottori.

Ho assolutamente bisogno di un consiglio di un medico su come comportarmi con un parente arrogante dal quale non posso distaccarmi completamente.

Questa persona ha una certa età, 78 anni.

Il suo aspetto è sempre impeccabile e, per quanto possibile, con il modo di abbigliarsi appare cerca di apparire il più giovanile, signorile e di alto grado sociale, possibile.

Dal punto di vista relazionale, però, a mio parere, risulta, almeno x me, tutt'altro.

E' una persona molto logorroica, tutti i discorsi sono incentrati o su se stesso e la sua vita quotidiana, le sue amicizie, le sue frequentazioni, la sua mondanità oppure sul parlare degli altri ma in modo negativo o comunque lasciando sottintendere una loro inferiorità in un certo qual modo, secondo il suo modo di parlarne.

Difficilmente, anzi quasi x niente, ascolta gli altri, tende più che altro a parlare sopra agli altri, interrompendoli e si capisce bene che proprio non ascolta affatto perchè poco dopo fa delle domande a cui pochi secondi prima gli si aveva già risposto.

Ogni conversazione si trasforma il un suo "insegnamento" o dimostrazione della sua saccenza.

a mio avviso non c'è un briciolo di umiltà, voglia di dialogo sincero ne di comprensione ma tutto è sempre volto a se stesso.

Non ammette di poter essere ne in errore, ne di aver fatto uno sbaglio o una leggerezza, ne di avere mai alcun dubbio.

Devo dire però che i discorsi che si fanno sono sempre superficiali, che lui tende sempre a filosofeggiare parlando come un libro o come accade nei film, senza cioè confidenza, senza distensione.
Spero che capiate ciò che intendo dire...
Sembra addirittura non rendersi conto quando le persone lo stanno prendendo scherzosamente in giro x il suo atteggiamento.
Sembra non provare mai e x nessun motivo vergogna.
Questo in me crea grande frustrazione, rabbia e nervosismo e faccio enorme fatica a non arrabbiarmi perchè percepisco il non ascolto anche quando tento, raccogliendo tutta la mia pazienza, comprensione ed educazione, a parlargli con rispetto e comprensione, consigliarlo (perchè alle volte sembra voler chiedere consigli che poi comunque non accetta e sembra sapere già lui tutto anche se ha chiesto lui stesso un consiglio... ) senza lasciarmi trascinare dal nervoso ma vedo che è tutto sempre inutile.
Tira fuori una parte di me brutta della quale mi vergogno e che non vorrei sentire.

Mi stupisco del fatto che questa persona abbia molte amicizie ed occasioni di svago e incontro.
Esce sempre per aperitivi, pizzate, fare sport con amici e conoscenti.
Conosce moltissime persone e molti lo cercano.
Secondo me che si tratta solo di conoscenza superficiali.
Non lo so.
Io di questo sono contenta x lui ma mi chiedo a questo punto se sono io sbagliata nel vederlo e percepirlo... Vi chiedo un consiglio su come è meglio rapportarsi con queste persone per non rovinarmi io di nervoso e caricarmi di negatività ogni qualvolta lo vedo, grazie.
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Dr.ssa Gordana Cifali Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Cara Pepeli,
capisco la sua frustrazione per queste dinamiche che intercorrono tra lei e questa persona.
Non possiamo cambiare gli altri a meno che non siano loro a chiederlo ma possiamo cambiare il nostro modo di rapportarci con loro. Solitamente a questo segue comunque un cambiamento nel processo relazionale.
Il comportamento di questa persona sembra essere in qualche modo complementare al suo tanto che entrambi entrate inconsapevolmente in quello che in Analisi Transazionale si definisce un "gioco" ovvero un tentativo di entrare in relazione che però non porta il risultato sperato.
Mi riferisco alla frase "perché a volte sembra chiedere consigli che però non accetta".
Da quanto mi scrive, questa persona sembra avere un bisogno che non esplicita chiaramente ma. A questo punto lei, intuendo una richiesta implicita, si attiva automaticamente nel cercare di aiutarlo nel modo in cui lei crede di soddisfare quella richiesta e cioè dando consigli. E' in questo punto che viene agganciata in un "gioco" che probabilmente ha a che fare con la sua storia. di entrambi: avere dei bisogni senza riuscire ad esplicitarli in maniera corretta nel caso del suo parente, sentirsi quasi in dovere di soddisfare un bisogno altrui nel momento in cui si vede la persona in difficoltà ma senza avere tutte le informazioni per soddisfarla perché la richiesta rimane a livello implicito.
Cosa fare?
Una psicoterapia potrebbe aiutare sia lei che questa persona a mettere in luce tutte queste dinamiche e a trovare nuovi modi di interagire più adatti e soddisfacenti.
Nel suo caso specifico può iniziare a chiedere a questa persona di cosa ha bisogno e poi, valutare in base alla risposta che riceve, se può soddisfare quel bisogno o meno.
Potrebbe scoprire, così, che il bisogno autentico non è quello di ricevere consigli ma forse altro...
In bocca al lupo!

Dott.ssa Gordana Cifali
Psicologa- Psicoterapeuta
www.equilibratamente.it

[#2]
Utente
Utente
Grazie dottoressa
la persona in questione non è un familiare stretto ma un parente che vedo raramente, eppure ogni volta scaturisce in me frustrazione.
E me ne dispiaccio perchè capisco che sono io in primis a dover cambiare modo di rapportarmi con lui x star meglio.
Non ravvedo necessità, visto il poco che ho a che fare con lui, di una psicoterapia x questo e sono certa che se anche la proponessi a lui farei scoppiare ancor di più il suo atteggiamento come l'ho descritto. Su questo non ho dubbio alcuno che la cosa mi si rivolterebbe contro facendomi passare x pazza .
Pensavo potessi mettere in atto qualche tecnica di comunicazione che mi consentisse di "tutelarmi" x non arrivare talvolta ad innervosirmi.
Comunque terrò a mente i suoi preziosi consigli e la ringrazio.
[#3]
Dr.ssa Gordana Cifali Psicologo, Psicoterapeuta 33 1
Buongiorno.
Concordo con la sua decisione.
Ha centrato il punto: è sua responsabilità tutelare sè stessa e le sue emozioni indipendentemete da come agisce l'altro ( in questo caso il suo parente) mettendo eventualmente in pratica comportamenti diversi.
Se è una situazione che succede raramente e per lo più con questa persona, provi a rendere le cose più esplicite come da ultima parte della mia risposta precedente.
Se invece è una situazione che le capita spesso e con più persone tanto da non riuscire a mettere dei confini al suo aiutare l'altro e se questo le comincia a provocare un disagio costante, in quel caso potrà valutare se approfondire.
In bocca al lupo.
Un caro saluto.

Dott.ssa Gordana Cifali
Psicologa- Psicoterapeuta
www.equilibratamente.it

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Dr.ssa Francesca Maria Sole Ryder Psicologo 1
Buongiorno, ho letto il suo messaggio, è corretto che lei tuteli sè stessa, capita spesso di sentirsi in colpa quando si vogliono mettere dei paletti a delle persone che siano partner, familiari o amici.
È bene ricordarsi però che non si possono cambiare gli altri, si può tenere a mente ciò quando ci si interfaccia con loro, vedere la situazione con distacco può aiutare a non essere eccessivamente frustrati.
Resto a disposizione.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Francesca Maria Sole Ryder Psicologa

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Utente
Utente
Grazie infinite a tutti.
Buona giornata