Non riesco più a riprendere la mia vita in mano

Gentili dottori salve,
Sono un 29enne in grande difficoltà allo stato attuale.
Chiedo scusa se scriverò in maniera a flusso di coscienza perchè faccio fatica anche a connettere per bene ed essere preciso nella stesura di un testo in questi mesi.

Esordisco così perchè la situazione è questa.
Parto col dire che sono un (evidentemente ritardatario) frequentante della magistrale in fisica, con 7 esami alla fine del percorso e 5 fatti in due anni.
Aggiungo che tra il 2021 (anno in cui ho terminato la triennale) e gli ultimi giorni del 2023, ho avuto una relazione in cui ho amato molto ma sono stato anche durissimo con me e lei, in conseguenza di comportamenti disfunzionali della mia partner, che però ho amato ripeto.
L'ho dovuta interrompere e, penso, non mi sono mai ripreso.
Il fatto è che anche prima e durante la relazione la mia vita non ha mai brillato ma la terapia (intrapresa tra ottobre 20 e agosto 21, quando conobbi la mia ex, e l'ho continuata pure dopo a dire la verità) mi aveva dato una bella mano e, pur essendo in ritardo in triennale, ero sereno, diciamo "da quel punto in poi", di poter vivere una vita non dico in discesa ma che il peggio fosse alle spalle... Dicevo tuttavia che a dicembre 21 mi laureo: una triennale folle, cominciata nel 2014 caratterizzata da periodi in cui penso sia stato mezzo depresso, avevo DAP e DOC (da quando sono piccolo, ma ora li controllo al 90%), che avevo anche prima dell'uni e mi disistimavo così tanto fino appunto alla terapia che pensavo che quando avrei incontrato gli esami più difficili avrei dovuto mollare la facoltà e invece, paradosso, ho sostenuto prima gli esami più facili prendendo voti brutti e successivamente i mattoni (nel periodo terapia e poco prima) difficili prendendo voti alti e brillando.
Comunque, mi laureo a dicembre ma tra un'indecisione sul continuare a studiare, le litigate con la mia ex con cui avevo problemi di ogni tipo per un carattere folle che aveva (per fortuna non di tradimenti ecc altrimenti sarebbe stata la fine), l'idea di provare un'esperienza di magistrale lontano da casa che mi entusiasmava (cosa anch'essa abbandonata) ho cominciato la magistrale nel 2022 a settembre senza mai averla cominciata.

Faccio fatica a fare tutto: sedermi a studiare, mantenere l'attenzione, credere che ce la possa fare.
A giorni alterni mi manca lei, o forse no, forse mi sento solo.
L'ho lasciata io e so che ho fatto bene ma, vista anche la mia stituazione di non realizzazione, penso che non troverò nessun'altra più.

Non sono neanche lucido: dimentico le cose a breve termine spesso, sto provando a dare una parvenza di quotidianità anche facendo attività fisica che mi fa bene mentalmente, ma sovvengono sintomatologie ansiose che mi fanno vivere il tutto male.
penso sempre al cuore, pur avendo fatto vari esami negativi.

Mi sento più forte di anni fa.
non mi disistimo più, ma non sono soddisfatto della mia condizione e disprezzo abbastanza quasi tutti quelli che mi circondano, li sento lontani.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei non è che non riesce, ma non vuole prendere in mano la sua vita.
Prova ne sono le sue parole: "la terapia (intrapresa tra ottobre 20 e agosto 21, quando conobbi la mia ex, e l'ho continuata pure dopo a dire la verità) mi aveva dato una bella mano".
Quindi sa a chi rivolgersi, nel caso volesse davvero risolvere i numerosi problemi che è andato affastellando. Per farle qualche esempio, non sa se vuol fare la magistrale ma poi si iscrive (per sfuggire al ben più oneroso compito di iniziare un lavoro?), vorrebbe frequentarla fuori casa ma poi rimane nel nido; ama una donna ma è "durissimo" con sé e con lei, anziché costruire al meglio la relazione; al contrario, la chiude, salvo poi servirsi della nostalgia come alibi per non combinare niente quando si siede alla scrivania. Per concludere, ci scrive una lettera lasciata al "flusso di coscienza", forse solo per non mettere ordine nei suoi pensieri e ancora una volta comportarsi da bambino irresponsabile.
Provi a vedere cosa davvero la disturba e si rifiuta di gestire nella sua realtà ormai ampiamente adulta.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
penso che Lei abbia cercato solo di vedere l'aspetto negativo di quello che ho detto. La relazione l'ho chiusa perchè se la raccontassi cosa faceva farebbe a meno di dire "anzichè costruire la relazione": ci ho privato, rovinando la vita mia e le cose mie.
E così mi ha risposto su tutto il resto. Ma bambino irresponsabile no, dato che lo sono stato pure fin troppo da piccolo in un contesto familiare genitoriale in cui facevo da paciere e non da bambino.
ha proprio sbagliato persona. ci penso già da solo a ragionare e valutare senza aver bisogno della "sgridata della mamma". cercavo piuttosto un input professionale
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Ecco qui che reagisce come appunto un bambino.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
Direi che l'augurio di buone cose non è reciproco. Con certi appellativi chiami le persone con cui ha confidenza, non me, che non mi conosce.
e aggiungo che non trovo nemmeno pertinente ripetere la parola dopo che la suddetta parola era già precedentemente stata ritenuta fuori luogo da me. Non vedo altri motivi se non quelli della provocazione.
Non deve essere solo il paziente a sapersi porre.
Il rispetto che ho offerto io nel mio consulto deve ritornarmi altresì