Perché l ansia di mattina non mi passa ?
Buongiorno, cercherò di essere breve, ho 35 anni, mi sono sposato da 5 mesi e mi sono trasferito nella città di mia moglie a 50km dalla mia.
Premetto che abbiamo purtroppo dovuto accontentarci di una casa di 35 mq in periferia (Castellammare di Stabia) al piano terra con non poche problematiche, ma dato gli affitti altissimi e dato che lei preferiva rimanere in zona perché ha la mamma vedova, ho accettato mio malgrado questa condizione, perché io nella mia città ho una casa di proprietà di 120 mq al centro, ma per amore ho fatto questa scelta.
Il problema è nato dal fatto che mia moglie in realtà nn è mai entrata nell ottica del matrimonio, io faccio il docente di sostegno a Roma e ho affrontato un anno da pendolare dove ho accumulato non poco stress, in estate 3 mesi mi sono ritrovato da solo in una città a me sconosciuta, senza poter fare nulla, allorché nonostante dovessi riposarmi ho trovato un centro per lavorare ma zone mie, mia moglie usciva da lavoro alle 16:30 ma invece di tornare a casa nostra andava dalla mamma, questo è stato tutto il congedo matrimoniale, questo capita a tutti i giorni e pian piano si ritirava a casa sempre più tardi fino a ritirarsi alle 19:00, e la domenica sono ormai 2 anni e mezzo che pretendeva che andassimo a mangiare dalla mamma.
All inizio data la malattia del padre durata un anno ho fatto questo sacrificio per farla alleviare un attimo e per starle vicino il
Più possibile interi week end vicino al padre malato.
Alla sua morte la mamma è diventata un impegno h24, è stata una cosa mostruosa perche nn aveva accettato dopo un anno e mezzo dalla morte del padre che la figlia si sposasse e se ne andasse di casa.
Sono stato costretto spesso a dormire a casa della mamma xke aveva un po’ di influenza, la mamma nn ha problemi di salute (forse un po’ di depressione dovuto al lutto) sta in pensione ha 68 anni guida ed è autonoma.
I litigi continui con mia moglie erano dovuti perché io le dissi organizziamoci anche tua sorella che abita a 5 minuti e cerchiamo di gestirla perché così il nostro matrimonio nn parte mai.
Morale della favola i litigi si facevano sempre più aggressivi e per evitare altro strazio ho fatto sempre come voleva lei fino al 20 agosto dove per 12 giorni nn inizio più a dormire, diarrea continua, nn mangiavo più, fino ad arrivare a un esaurimento nervoso e depressione, in questo frangente la supplico di starmi vicino ma lei invece di capire questo momento continua imperterrita a pretendere un figlio e che io facessi il marito, ad un certo punto in me iniziano a crescere pensieri di suicidio perché stavo stremato, due volte ho fatto testa e muro e per istinto di sopravvivenza le dico mi devo curare e qui nn riesco devo tornare a casa dopo 3 giorni lettera di separazione dell avvocato e io cado in vortice di di depressione dalla quale piano piano sto cercando di uscirmene, ma secondo voi non dovevo andarmene?
Lei si è fatta risentire ma nn ha intenzione di spostar
Premetto che abbiamo purtroppo dovuto accontentarci di una casa di 35 mq in periferia (Castellammare di Stabia) al piano terra con non poche problematiche, ma dato gli affitti altissimi e dato che lei preferiva rimanere in zona perché ha la mamma vedova, ho accettato mio malgrado questa condizione, perché io nella mia città ho una casa di proprietà di 120 mq al centro, ma per amore ho fatto questa scelta.
Il problema è nato dal fatto che mia moglie in realtà nn è mai entrata nell ottica del matrimonio, io faccio il docente di sostegno a Roma e ho affrontato un anno da pendolare dove ho accumulato non poco stress, in estate 3 mesi mi sono ritrovato da solo in una città a me sconosciuta, senza poter fare nulla, allorché nonostante dovessi riposarmi ho trovato un centro per lavorare ma zone mie, mia moglie usciva da lavoro alle 16:30 ma invece di tornare a casa nostra andava dalla mamma, questo è stato tutto il congedo matrimoniale, questo capita a tutti i giorni e pian piano si ritirava a casa sempre più tardi fino a ritirarsi alle 19:00, e la domenica sono ormai 2 anni e mezzo che pretendeva che andassimo a mangiare dalla mamma.
All inizio data la malattia del padre durata un anno ho fatto questo sacrificio per farla alleviare un attimo e per starle vicino il
Più possibile interi week end vicino al padre malato.
Alla sua morte la mamma è diventata un impegno h24, è stata una cosa mostruosa perche nn aveva accettato dopo un anno e mezzo dalla morte del padre che la figlia si sposasse e se ne andasse di casa.
Sono stato costretto spesso a dormire a casa della mamma xke aveva un po’ di influenza, la mamma nn ha problemi di salute (forse un po’ di depressione dovuto al lutto) sta in pensione ha 68 anni guida ed è autonoma.
I litigi continui con mia moglie erano dovuti perché io le dissi organizziamoci anche tua sorella che abita a 5 minuti e cerchiamo di gestirla perché così il nostro matrimonio nn parte mai.
Morale della favola i litigi si facevano sempre più aggressivi e per evitare altro strazio ho fatto sempre come voleva lei fino al 20 agosto dove per 12 giorni nn inizio più a dormire, diarrea continua, nn mangiavo più, fino ad arrivare a un esaurimento nervoso e depressione, in questo frangente la supplico di starmi vicino ma lei invece di capire questo momento continua imperterrita a pretendere un figlio e che io facessi il marito, ad un certo punto in me iniziano a crescere pensieri di suicidio perché stavo stremato, due volte ho fatto testa e muro e per istinto di sopravvivenza le dico mi devo curare e qui nn riesco devo tornare a casa dopo 3 giorni lettera di separazione dell avvocato e io cado in vortice di di depressione dalla quale piano piano sto cercando di uscirmene, ma secondo voi non dovevo andarmene?
Lei si è fatta risentire ma nn ha intenzione di spostar
[#1]
Gentile utente,
Storia tristissima di invischiamenti eccessivi tra madre e figlia,
per quanto è possibile evincere dal suo racconto.
Quasi ogni giorno giungono qui consulti di questo genere, tanto da costringermi a scrivere una news proprio su questo argomento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Lei ha cercato di sforzarsi, i adeguarsi a quanto Le veniva richiesto.
Ma ad un certo punto, considerato che Lei non ascoltava il proprio disagio interiore,
come sempre accade è stato il corpo ad iniziare a mandare messaggi più chiari: "inizio più a dormire, diarrea continua, nn mangiavo più".
E successivamente anche la psiche ha alzato il tiro "fino ad arrivare a un esaurimento nervoso e depressione".
A questo punto Lei ha compreso che la situazione era diventata intollerabile per se stesso. E che inoltre era destinata a rimanere stabile nel tempo. Ed allora ha preso delle decisioni.
Come portarle avanti?
Si faccia aiutare da un* Psicolog* psicoterapeuta con esperienza; però in presenza.
Ha bisogno di chiarirsi la situazione, e di capire bene cosa intende fare (anche rispetto alla richiesta di fare un figlio...).
In questo modo potrà sconfiggere pure "l'ansia della mattina" [titolo], quando al risveglio inconsciamente si percepisce la giornata da affrontare come una montagna alta e scoscesa,
e ci si spaventa.
Se Lei lavora tuttora a Roma, vi esercitano valenti Colleghe che collaborano anche su questo portale.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Storia tristissima di invischiamenti eccessivi tra madre e figlia,
per quanto è possibile evincere dal suo racconto.
Quasi ogni giorno giungono qui consulti di questo genere, tanto da costringermi a scrivere una news proprio su questo argomento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .
Lei ha cercato di sforzarsi, i adeguarsi a quanto Le veniva richiesto.
Ma ad un certo punto, considerato che Lei non ascoltava il proprio disagio interiore,
come sempre accade è stato il corpo ad iniziare a mandare messaggi più chiari: "inizio più a dormire, diarrea continua, nn mangiavo più".
E successivamente anche la psiche ha alzato il tiro "fino ad arrivare a un esaurimento nervoso e depressione".
A questo punto Lei ha compreso che la situazione era diventata intollerabile per se stesso. E che inoltre era destinata a rimanere stabile nel tempo. Ed allora ha preso delle decisioni.
Come portarle avanti?
Si faccia aiutare da un* Psicolog* psicoterapeuta con esperienza; però in presenza.
Ha bisogno di chiarirsi la situazione, e di capire bene cosa intende fare (anche rispetto alla richiesta di fare un figlio...).
In questo modo potrà sconfiggere pure "l'ansia della mattina" [titolo], quando al risveglio inconsciamente si percepisce la giornata da affrontare come una montagna alta e scoscesa,
e ci si spaventa.
Se Lei lavora tuttora a Roma, vi esercitano valenti Colleghe che collaborano anche su questo portale.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa ha inquadrato perfettamente la situazione , purtroppo non sono riuscito ad andare a Roma quest anno e ho optato per lavorare in zona preservando spirito e corpo perché davvero mi sento distrutto . Sto con una psicologa che mi ha aiutato tantissimo , all inizio con l emdr e piano piano con le varie sedute . Amo mia moglie ma dopo quest trauma non riesco più a tornare lì dove ho sofferto e ho delle ferite da sanare , ci provo ad andare di nuovo contro me stesso ma è un suicidio , lei nn è disposta a spostarsi manco di 1 km nonostante dopo abbia compreso quello che è successo , ma si è rotto il vincolo della fiducia , anche io desideravo di diventare padre ma adesso non so manco chi sono io , penso che nessuno si meriti di vivere una vita con queste oppressioni continue , per quanto faccia malissimo mi sa che devo preservare la mia mente e fare quello che mi fa stare bene almeno una volta nella mia vita . Poi se sarà la scelta sbagliata me ne farò una ragione ma nn voglio ammalarmi di nuovo penso di non meritarmelo dopo tutto l amore che ho donato .
[#3]
Utente
Aggiungo che le ho proposto anche una soluzione a metà strada , ma per lei mezz ora di auto per raggiungere il posto di lavoro ( adesso va a piedi ) sono inconcepibili ( entra alle 9:30/10:00) a lavoro . Afragola mi permetterebbe anche l anno prossimo di viaggiare e di ritirarmi da lei anziché dai miei genitori perché da Castellammare fare il pendolare nn è possibile dato i collegamenti quasi inesistenti . Anche lei potrebbe fare il mio stesso lavoro perché ci siamo specializzati insieme e le ho proposto andiamocene insieme da un altra parte e facciamo partire la famiglia .. è vero che lasci il tuo lavoro ( Coperativa sociale ) ma nn ti porto a lavare le scale ma bensì a fare il docente , e niente di niente , la sua vita deve essere lavoro , casa , famiglia , marito , mamma sorella e nipoti a Castellammare .sono completamente stremato , per me il matrimonio era sacrificio, impegno, dedizione e soprattutto conservazione del benessere dell altra persona , ma per preservare lei mi sono ammalato io e dato che le ho proposto almeno 3 valide soluzioni e lei nn vuole sapere mi sa che la cosa è a senso unico e forse a 39 anni lei doveva solo fleggare delle tappe di vita , fa malissimo accettare una cosa del genere ma io voglio stare bene e quanto meno felice , si tratta di una vita e ne abbiamo una sola , correggetemi se sbaglio grazie e buona giornata
[#4]
Gentile utente,
Una risposta online ha aperto il vaso di Pandora. Sono tanti gli interrogativi che lei si pone, le ipotesi che lei fa, i dubbi che la attanagliano, le riflessioni personali che ha elaborato.
Noi La abbiamo letta volentieri, con attenzione e partecipazione.
Però - come Lei sa - è diverso interagire in presenza con un* professionista,
in un dialogo vis-à-vis che porta altri punti di vista, ulteriori riflessioni. E in ciò la sua Psicologa L'ha aiutata moltissimo, ci dice. Ne siamo contenti per Lei..
Abbia fiducia nel lavoro che state facendo insieme. Non si faccia tentare dal chiedere ulteriori .. assoluzioni per le decisioni che ha preso.
Le auguro un buon percorso e buona vita!
Saluti cari.
dott.Brunialti
Una risposta online ha aperto il vaso di Pandora. Sono tanti gli interrogativi che lei si pone, le ipotesi che lei fa, i dubbi che la attanagliano, le riflessioni personali che ha elaborato.
Noi La abbiamo letta volentieri, con attenzione e partecipazione.
Però - come Lei sa - è diverso interagire in presenza con un* professionista,
in un dialogo vis-à-vis che porta altri punti di vista, ulteriori riflessioni. E in ciò la sua Psicologa L'ha aiutata moltissimo, ci dice. Ne siamo contenti per Lei..
Abbia fiducia nel lavoro che state facendo insieme. Non si faccia tentare dal chiedere ulteriori .. assoluzioni per le decisioni che ha preso.
Le auguro un buon percorso e buona vita!
Saluti cari.
dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 356 visite dal 18/10/2024.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.