Morboso dopo un suo tradimento nei miei confronti
Ho 30 anni e vivo a Firenze.
Dopo anni (9) di relazione di coppia che io credevo equilibrata, ho dovuto pagare lo scotto del tradimento.
Anzi, di più tradimenti.
In compenso, quando lui è arrivato a un limite massimo di senso di colpa, mi ha confessato tutto.
Mentirei nel dire che è stato facile perdonarlo, anzi, è stata la cosa più difficile mai fatta in vita mia.
Parliamo ormai di circa un anno fa e dopo lui ha intrapreso un percorso psicologico perché, nella sostanza, per i suoi tradimenti aveva creato una seconda vita parallela.
Il problema sorge ora.
Io non sono mai stata un tipo particolarmente espansivo e non lo sono tutt'ora.
Mentre prima gli piaceva, adesso questo mio essere introversa lo destabilizza.
Dice che non si sente sicuro e che teme (ironia delle ironie) che io nasconda qualcosa perché non gli parlo di tutte le persone con cui chatto, ad esempio (ho un gruppo di scrittura e siamo sparsi in tutta Italia).
Diciamo che a questa prima esternazione, ho provato a fare dei passi avanti e condividere "di più".
Chiaramente, la domanda più ovvia è: chi stabilisce come e fino a quanto rispetto alla mia privacy?
Lo ammetto, in certi casi non mi troverei a mio agio a condividere qualcosa che mi viene detto da questi altri nel gruppo perché magari sono cose personali loro.
Ma in altri casi, qualsiasi cosa sia divertente, comica, interessante, nuove trame, nuovi personaggi, ecc.
gli ho iniziato a condividere "più cose".
A mio avviso, ovviamente, non è che posso fargli vedere tutte le chat e allora lui decide cosa è interessante... secondo me sta solo proiettando su di me quello che ha fatto lui un anno fa.
Però è svilente, è davvero svilente impegnarsi per fare dei passi "contro natura" (passatemi il termine) per una persona chiusa come me, per poi sentirsi dire che "ok mi hai detto una cosa, però non mi hai detto quest'altra".
Non so che fare, lui vede ancora lo psicologo una volta a settimana, ma dubito che gli parli di questo.
Stavo valutando se trovare un terapeuta anche io, ma mi sento molto con le spalle al muro.
Sto sviluppando attacchi di ansia, tachicardia, reazioni di rabbia spesso immotivate e soprattutto un senso generale di essere sempre sbagliata qualsiasi cosa faccia.
Dopo anni (9) di relazione di coppia che io credevo equilibrata, ho dovuto pagare lo scotto del tradimento.
Anzi, di più tradimenti.
In compenso, quando lui è arrivato a un limite massimo di senso di colpa, mi ha confessato tutto.
Mentirei nel dire che è stato facile perdonarlo, anzi, è stata la cosa più difficile mai fatta in vita mia.
Parliamo ormai di circa un anno fa e dopo lui ha intrapreso un percorso psicologico perché, nella sostanza, per i suoi tradimenti aveva creato una seconda vita parallela.
Il problema sorge ora.
Io non sono mai stata un tipo particolarmente espansivo e non lo sono tutt'ora.
Mentre prima gli piaceva, adesso questo mio essere introversa lo destabilizza.
Dice che non si sente sicuro e che teme (ironia delle ironie) che io nasconda qualcosa perché non gli parlo di tutte le persone con cui chatto, ad esempio (ho un gruppo di scrittura e siamo sparsi in tutta Italia).
Diciamo che a questa prima esternazione, ho provato a fare dei passi avanti e condividere "di più".
Chiaramente, la domanda più ovvia è: chi stabilisce come e fino a quanto rispetto alla mia privacy?
Lo ammetto, in certi casi non mi troverei a mio agio a condividere qualcosa che mi viene detto da questi altri nel gruppo perché magari sono cose personali loro.
Ma in altri casi, qualsiasi cosa sia divertente, comica, interessante, nuove trame, nuovi personaggi, ecc.
gli ho iniziato a condividere "più cose".
A mio avviso, ovviamente, non è che posso fargli vedere tutte le chat e allora lui decide cosa è interessante... secondo me sta solo proiettando su di me quello che ha fatto lui un anno fa.
Però è svilente, è davvero svilente impegnarsi per fare dei passi "contro natura" (passatemi il termine) per una persona chiusa come me, per poi sentirsi dire che "ok mi hai detto una cosa, però non mi hai detto quest'altra".
Non so che fare, lui vede ancora lo psicologo una volta a settimana, ma dubito che gli parli di questo.
Stavo valutando se trovare un terapeuta anche io, ma mi sento molto con le spalle al muro.
Sto sviluppando attacchi di ansia, tachicardia, reazioni di rabbia spesso immotivate e soprattutto un senso generale di essere sempre sbagliata qualsiasi cosa faccia.
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Si può ipotizzare che i sintomi siano, naturalmente, collegati a quei comportamenti definitivi, contro natura"; perché, in realtà, "snaturarsi", per "rassicurare", il partner non caratterizza, una relazione sana...in maniera evidente, dai pochi "dati" riportati, esistono, al momento, "aspetti", da risolvere, in maniera meno approssimativa!
Credo possa essere sicuramente utile approfondire, "la realtà sottostante", con un Professionista, attraverso un Percorso personale!
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 259 visite dal 15/10/2024.
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