Ansia per il neonato
Buonasera,
sono una mamma bis da 3 mesi e mezzo.
La gravidanza è andata bene, il parto anche.
Purtroppo però io, fin dalla gravidanza, ho sempre avuto molte ansie per la salute del bimbo, cosa che con il primo bimbo non c’era stato.
In questi anni trascorsi tra la prima e la seconda gravidanza (5 anni) la mia ipocondria è aumentata esponenzialmente, ma in questo momento mi sembra tutta riversa sul nuovo nato.
E purtroppo ci sono state una serie di avvenimenti che hanno finito di alimentare questa mia ansia.
Subito dopo la nascita il bimbo era sonnolento e inappetente e infatti aveva l’ittero abbastanza alto.
A un mese (in piena estate) aveva la sua prima influenza, virus parainfluenzale.
Neanche 20 giorni riparte con una congiuntivite e un altro raffreddore e una tosse bruttissima e dopo un tampone scopriamo che doveva fare una cura antibiotica e che probabilmente era una bronchite.
Nel mentre purtroppo mi cade anche dal letto per una botta di sonno. Per fortuna non si è fatto nulla, ma via giù a sensi di colpa e ansie su possibili conseguenze, anche future.
Poco dopo ripartiamo con un nuovo raffreddore che ci portiamo da non so quanto.
E in tutto questo calvario nel frattempo il bimbo ha cominciato a mangiare sempre meno e adesso sono in paranoia più totale per questa cosa.
Abbiamo già fatto due volte l’analisi delle urine e io quasi speravo fosse quello il problema, ma non ha nulla.
Eppure il bambino sembra essere diventato quasi totalmente inappetente.
Mangiando poco poi dorme di più e anche questo mi angoscia.
Mi viene detto che sente la mia ansia. Possibile che addirittura la mia ansia lo faccia mangiare così poco?
Non piange più per fame?
La pediatra si muove a tentativi: proviamo qua, proviamo così, ma io non ho più la pazienza.
Vorrei che qualcuno mi risolvesse questa situazione.
Sono veramente consumata.
Capisco che in questo momento forse debba essere aiutata più io, perché se non sono lucida non posso essere d’aiuto a lui, ma si sono sommate e susseguite così tante cose in questi soli tre mesi che veramente non so più come fare a tranquillizzarmi e non ci riesco proprio.
sono una mamma bis da 3 mesi e mezzo.
La gravidanza è andata bene, il parto anche.
Purtroppo però io, fin dalla gravidanza, ho sempre avuto molte ansie per la salute del bimbo, cosa che con il primo bimbo non c’era stato.
In questi anni trascorsi tra la prima e la seconda gravidanza (5 anni) la mia ipocondria è aumentata esponenzialmente, ma in questo momento mi sembra tutta riversa sul nuovo nato.
E purtroppo ci sono state una serie di avvenimenti che hanno finito di alimentare questa mia ansia.
Subito dopo la nascita il bimbo era sonnolento e inappetente e infatti aveva l’ittero abbastanza alto.
A un mese (in piena estate) aveva la sua prima influenza, virus parainfluenzale.
Neanche 20 giorni riparte con una congiuntivite e un altro raffreddore e una tosse bruttissima e dopo un tampone scopriamo che doveva fare una cura antibiotica e che probabilmente era una bronchite.
Nel mentre purtroppo mi cade anche dal letto per una botta di sonno. Per fortuna non si è fatto nulla, ma via giù a sensi di colpa e ansie su possibili conseguenze, anche future.
Poco dopo ripartiamo con un nuovo raffreddore che ci portiamo da non so quanto.
E in tutto questo calvario nel frattempo il bimbo ha cominciato a mangiare sempre meno e adesso sono in paranoia più totale per questa cosa.
Abbiamo già fatto due volte l’analisi delle urine e io quasi speravo fosse quello il problema, ma non ha nulla.
Eppure il bambino sembra essere diventato quasi totalmente inappetente.
Mangiando poco poi dorme di più e anche questo mi angoscia.
Mi viene detto che sente la mia ansia. Possibile che addirittura la mia ansia lo faccia mangiare così poco?
Non piange più per fame?
La pediatra si muove a tentativi: proviamo qua, proviamo così, ma io non ho più la pazienza.
Vorrei che qualcuno mi risolvesse questa situazione.
Sono veramente consumata.
Capisco che in questo momento forse debba essere aiutata più io, perché se non sono lucida non posso essere d’aiuto a lui, ma si sono sommate e susseguite così tante cose in questi soli tre mesi che veramente non so più come fare a tranquillizzarmi e non ci riesco proprio.
[#1]
Buonasera Signora,
immagino quanto possa essere spiacevole sentirsi così tanto preoccupati e sconfortati, specialmente a pochi mesi dal parto. Consideri che ansia e preoccupazioni nei primi mesi di vita del neonato sono una esperienza comune per molti genitori.
E'importante riconoscere le proprie paure, tuttavia è doveroso dirle che purtroppo non c'è una bacchetta magica che possa "risolvere" in un sol colpo "questa situazione" (riprendendo la sua stessa frase). Sarà necessario capire come ricostruire un nuovo equilibrio.
Detto ciò, mancano nella sua descrizione molti tasselli utili per risponderle con più precisione: come mai ha avuto molte ansie già durante la gravidanza? Come è andata la prima gravidanza? Cosa è successo negli ultimi cinque anni? Altre informazioni rispetto al responso della pediatra sulla condizione clinica del suo bimbo: credo che vi siano dei criteri obiettivi, che usano i pediatri, per stabilire se il neonato è sano oppure no, e la non richiesta di ulteriori indagini potrebbe dirci che non è necessario allarmarsi oltre.
Inoltre concordo rispetto al "sentire" da parte del neonato, l'ansia del genitore: i bambini si accorgono immediatamente se mamma o papà sono tesi, in ansia, e reagiscono spesso con aumento o riduzione del pianto, perché non si sentono al sicuro; questo potrebbe instaurare un circolo vizioso controproducente per tutti. A tale scopo sarebbe utile che lei provasse ad affrontare le preoccupazioni in modo efficace chiedendo un aiuto professionale, assicurandosi il sostegno sociale, e adottando strategie di gestione dello stress; infine potrebbe essere importante acquisire una educazione specifica per imparare a rispondere ai bisogni fisici ed emotivi del suo bimbo, ma anche imparare a prendere del tempo per se stessa, per ricaricarsi.
Un caro saluto.
immagino quanto possa essere spiacevole sentirsi così tanto preoccupati e sconfortati, specialmente a pochi mesi dal parto. Consideri che ansia e preoccupazioni nei primi mesi di vita del neonato sono una esperienza comune per molti genitori.
E'importante riconoscere le proprie paure, tuttavia è doveroso dirle che purtroppo non c'è una bacchetta magica che possa "risolvere" in un sol colpo "questa situazione" (riprendendo la sua stessa frase). Sarà necessario capire come ricostruire un nuovo equilibrio.
Detto ciò, mancano nella sua descrizione molti tasselli utili per risponderle con più precisione: come mai ha avuto molte ansie già durante la gravidanza? Come è andata la prima gravidanza? Cosa è successo negli ultimi cinque anni? Altre informazioni rispetto al responso della pediatra sulla condizione clinica del suo bimbo: credo che vi siano dei criteri obiettivi, che usano i pediatri, per stabilire se il neonato è sano oppure no, e la non richiesta di ulteriori indagini potrebbe dirci che non è necessario allarmarsi oltre.
Inoltre concordo rispetto al "sentire" da parte del neonato, l'ansia del genitore: i bambini si accorgono immediatamente se mamma o papà sono tesi, in ansia, e reagiscono spesso con aumento o riduzione del pianto, perché non si sentono al sicuro; questo potrebbe instaurare un circolo vizioso controproducente per tutti. A tale scopo sarebbe utile che lei provasse ad affrontare le preoccupazioni in modo efficace chiedendo un aiuto professionale, assicurandosi il sostegno sociale, e adottando strategie di gestione dello stress; infine potrebbe essere importante acquisire una educazione specifica per imparare a rispondere ai bisogni fisici ed emotivi del suo bimbo, ma anche imparare a prendere del tempo per se stessa, per ricaricarsi.
Un caro saluto.
Dr.ssa Marilina Lamanna
[#2]
Utente
Buon pomeriggio Dottoressa,
grazie mille per la sua risposta.
La mia prima gravidanza in realtà è andata benissimo, l’inconsapevolezza di alcune cose era un vantaggio per me (per una maniaca del controllo come me oserei dire)
Ad esempio ricordo che quando ho fatto la prima morfologica non sapevo neanche bene a cosa servisse di preciso.
In quest’altra gravidanza ero tesa, avevo paura che ci fosse qualcosa.
E così su molte altre cose.
Dopo la nascita del primo figlio però le cose sono peggiorate sempre più.
Innanzitutto lui non dormiva mai e piangeva sempre. Eravamo stanchissimi. Ho avuto probabilmente una lunga depressione post parto. Io e il mio primo bimbo ci abbiamo messo un po’ per trovare una sintonia, io non mi sono sentita subito mamma è stato molto faticoso, sentivo come se lui non volesse me.
Poi sono arrivate le prime malattie. Tra tutti mi rimase impressa la bronchiolite perché io non avevo neanche idea di cosa fosse ed ero totalmente impreparata, e poi perché da lì purtroppo c’è stato un susseguirsi di episodi di broncospasmo che hanno portato il bimbo a stare sempre a casa. Ogni raffreddore era un episodio di asma .
Praticamente è stato a casa quasi 3 anni e mezzo. Un bambino comunque molto attivo, dinamico, che non ha mai amato dormire e per questo ad un certo punto mi sono sentita letteralmente soffocare con la sua costante presenza in casa.
Questo, aggiunto al covid di questi anni mi hanno fatto diventare ipocondriaca a livelli alti, e ho ripreso un percorso di analisi nel 2022 che è durato due anni.
Purtroppo però mi sembra che questi due anni siano servivi a poco, vuoi che probabilmente di tutto si è parlato tranne che della mia ipocondria.
Io avevo già fatto un percorso di 5 anni precedentemente.
Mi sembra di essere da tutta una vita in terapia ma c’è sempre qualcosa di nuovo nella vita che arriva a scombussolare le carte.
Io una mia idea me la sono fatta sul perché ogni piccola cosa mi sembra catastrofica e penso sempre al peggio.
Secondo me credo di non meritarmelo. Di non meritare la felicità.
Questa seconda volta io ho sentito quell’emozione dell’essere mamma, che con il primo purtroppo non c’era stato
Vuoi quindi che mi sento in colpa perché con la prima maternità non ho provato queste emozioni, vuoi che sono portata a pensare che nella mia vita le cose belle non possono capitarmi.
Il mio cervello mi dice: inutile che tu sia felice tanto succederà qualcosa di brutto e ti porterà via tutto
Questo almeno è quello che sono arrivata a pensare.
grazie mille per la sua risposta.
La mia prima gravidanza in realtà è andata benissimo, l’inconsapevolezza di alcune cose era un vantaggio per me (per una maniaca del controllo come me oserei dire)
Ad esempio ricordo che quando ho fatto la prima morfologica non sapevo neanche bene a cosa servisse di preciso.
In quest’altra gravidanza ero tesa, avevo paura che ci fosse qualcosa.
E così su molte altre cose.
Dopo la nascita del primo figlio però le cose sono peggiorate sempre più.
Innanzitutto lui non dormiva mai e piangeva sempre. Eravamo stanchissimi. Ho avuto probabilmente una lunga depressione post parto. Io e il mio primo bimbo ci abbiamo messo un po’ per trovare una sintonia, io non mi sono sentita subito mamma è stato molto faticoso, sentivo come se lui non volesse me.
Poi sono arrivate le prime malattie. Tra tutti mi rimase impressa la bronchiolite perché io non avevo neanche idea di cosa fosse ed ero totalmente impreparata, e poi perché da lì purtroppo c’è stato un susseguirsi di episodi di broncospasmo che hanno portato il bimbo a stare sempre a casa. Ogni raffreddore era un episodio di asma .
Praticamente è stato a casa quasi 3 anni e mezzo. Un bambino comunque molto attivo, dinamico, che non ha mai amato dormire e per questo ad un certo punto mi sono sentita letteralmente soffocare con la sua costante presenza in casa.
Questo, aggiunto al covid di questi anni mi hanno fatto diventare ipocondriaca a livelli alti, e ho ripreso un percorso di analisi nel 2022 che è durato due anni.
Purtroppo però mi sembra che questi due anni siano servivi a poco, vuoi che probabilmente di tutto si è parlato tranne che della mia ipocondria.
Io avevo già fatto un percorso di 5 anni precedentemente.
Mi sembra di essere da tutta una vita in terapia ma c’è sempre qualcosa di nuovo nella vita che arriva a scombussolare le carte.
Io una mia idea me la sono fatta sul perché ogni piccola cosa mi sembra catastrofica e penso sempre al peggio.
Secondo me credo di non meritarmelo. Di non meritare la felicità.
Questa seconda volta io ho sentito quell’emozione dell’essere mamma, che con il primo purtroppo non c’era stato
Vuoi quindi che mi sento in colpa perché con la prima maternità non ho provato queste emozioni, vuoi che sono portata a pensare che nella mia vita le cose belle non possono capitarmi.
Il mio cervello mi dice: inutile che tu sia felice tanto succederà qualcosa di brutto e ti porterà via tutto
Questo almeno è quello che sono arrivata a pensare.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 312 visite dal 14/10/2024.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.