Non trovo un senso a questa vita
Gentilissimi,
vi scrivo perché ho bisogno di un supporto.
Nonostante anni di terapia combatto da sempre con questo vuoto e solitudine interiore che non riesce ad andare via.
Nel mio passato ho subito un abbandono da parte di mio padre a 7 anni e il lutto di mia mamma all'età di 15 anni, e negli anni ho accettato che questo mi ha portato ad avere delle peculiarità caratteriali che non riesco a sradicare.
Se guardo la mia vita dall'esterno, mi rendo conto che è quasi impossibile percepire ciò che vivo dentro.
Sono una ragazza di bell'aspetto, e quindi molto corteggiata, ho un buon lavoro, ho una vita sociale attiva, faccio tante attività, ho buoni amici che mi supportano e che ci sono per me.
Ho viaggiato tanto e ho provato esperienze che non tutti hanno fatto.
Eppure, sto male.
Mi rendo conto che forse ho bisogno di essere iper produttiva e iper attiva, per poter riempire quel senso di vuoto estremo che sento dentro.
Tutti i rapporti di tipo amoroso che ho avuto sono stati tossici ed autosabotati a causa mia: ho talmente paura di perdere quella persona e/o che quella persona possa abbandonarmi che attuo sempre gli stessi schemi: studio ogni dettaglio del suo comportamento, metto sempre alla prova l'altro e se non reggo il dubbio scappo.
Dentro di me, persiste la convinzione che quella persona potrebbe lasciarmi da un momento all'altro, di non essere all'altezza.
Vivo costantemente in uno stato d'ansia, che riesco a placare solo quando sono occupata, e sono stanca di vivere così.
E avendo 29 anni, e vivendo questa condizione da almeno 12/13 anni, penso ormai che non ci sia soluzione per me.
Non riuscirò mai a vivere un rapporto sano.
A vivere bene, a non faticare per essere felice.
E penso che non valga la pena vivere una vita così.
Che senso ha vivere una vita in cui vivo con la costante paura di perdere quello che ho?
In cui non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di non essere meritevole di amore?
Ho paura a dire una cosa del genere ad alta voce, per questo mi ritrovo a scriverlo qui.
A volte, dopo una giornata piena, mi metto a letto con la speranza di non alzarmi il giorno dopo.
Non so più cosa fare, non vedo una luce in fondo a questo tunnel.
vi scrivo perché ho bisogno di un supporto.
Nonostante anni di terapia combatto da sempre con questo vuoto e solitudine interiore che non riesce ad andare via.
Nel mio passato ho subito un abbandono da parte di mio padre a 7 anni e il lutto di mia mamma all'età di 15 anni, e negli anni ho accettato che questo mi ha portato ad avere delle peculiarità caratteriali che non riesco a sradicare.
Se guardo la mia vita dall'esterno, mi rendo conto che è quasi impossibile percepire ciò che vivo dentro.
Sono una ragazza di bell'aspetto, e quindi molto corteggiata, ho un buon lavoro, ho una vita sociale attiva, faccio tante attività, ho buoni amici che mi supportano e che ci sono per me.
Ho viaggiato tanto e ho provato esperienze che non tutti hanno fatto.
Eppure, sto male.
Mi rendo conto che forse ho bisogno di essere iper produttiva e iper attiva, per poter riempire quel senso di vuoto estremo che sento dentro.
Tutti i rapporti di tipo amoroso che ho avuto sono stati tossici ed autosabotati a causa mia: ho talmente paura di perdere quella persona e/o che quella persona possa abbandonarmi che attuo sempre gli stessi schemi: studio ogni dettaglio del suo comportamento, metto sempre alla prova l'altro e se non reggo il dubbio scappo.
Dentro di me, persiste la convinzione che quella persona potrebbe lasciarmi da un momento all'altro, di non essere all'altezza.
Vivo costantemente in uno stato d'ansia, che riesco a placare solo quando sono occupata, e sono stanca di vivere così.
E avendo 29 anni, e vivendo questa condizione da almeno 12/13 anni, penso ormai che non ci sia soluzione per me.
Non riuscirò mai a vivere un rapporto sano.
A vivere bene, a non faticare per essere felice.
E penso che non valga la pena vivere una vita così.
Che senso ha vivere una vita in cui vivo con la costante paura di perdere quello che ho?
In cui non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di non essere meritevole di amore?
Ho paura a dire una cosa del genere ad alta voce, per questo mi ritrovo a scriverlo qui.
A volte, dopo una giornata piena, mi metto a letto con la speranza di non alzarmi il giorno dopo.
Non so più cosa fare, non vedo una luce in fondo a questo tunnel.
[#1]
Cara utente,
Ho pensato molto a cosa scriverle perché davanti a situazioni come la sua provo una profonda sensazione di ingiustizia e di dolore.
Ingiustizia perché è difficile trovare un senso nell'abbandono di una bimba di 7 anni che ha tutto il diritto di essere amata e accudita, dolore perché mi immagino come una quindicenne abbia ancora bisogno di una mamma a cui voler bene e da cui essere voluta bene, con cui confrontarsi ma anche da cui prendere le distanze per trovare una propria identità.
Purtroppo nella vita accadono a volte anche eventi ingiusti e dolorosi indipendentemente da meriti o colpe di ciascuno. E a lei è accaduto di dover affrontare questa situazione senza averlo scelto.
Mi immagino una ragazza che ha dovuto rimboccarsi le maniche e fare molto da sola e che inizialmente abbia trovato coetanei che, per differenza di esperienze di vita, non sempre hanno avuto gli strumenti per comprenderla.
Immagino come sia stato difficile per lei fidarsi e affidarsi. "E se poi l'altro se ne va?"
La cosa più facile sarebbe stata chiudersi in sé, arrendersi.
Lei, invece, ha coraggiosamente fatto esperienze, si è data la possibilità di intessere relazioni anche se poi la diffidenza /paura dell'abbandono ha avuto il sopravvento.
Ha riempito quel vuoto antico nel modo migliore che ha trovato e questo l'ha fatta sopravvivere fin qui.
Ora questo metodo, anche se è stato utile e l'ha salvata in passato, non basta più.
Come suggerisce lei è forse arrivato il momento di guardare cosa c'è in quel vuoto, in quella paura, per consentirsi di vivere la vita che merita e smentire finalmente quell'equazione per cui lei non è amabile.
Ha già fatto tantissimo e anche ora, con questo messaggio, sta facendo un passo in più verso la vita: sta esplicitando un bisogno legittimo.
Come è stato mettere nero su bianco tutto ciò? Più o meno spaventoso di quanto immaginava?
Solitamente i nostri "mostri" fanno meno paura quando si dà loro voce, per questo spero che possa ricorrere ad ancora un po' del suo coraggio per condividere quanto ha scritto con qualcuno che le è vicino e di cui si fida ( il/la terapeuta?).
E' ancora in tempo per vivere una vita degna di essere vissuta.
La saluto con affetto e faccio il tifo per lei!!!
Ho pensato molto a cosa scriverle perché davanti a situazioni come la sua provo una profonda sensazione di ingiustizia e di dolore.
Ingiustizia perché è difficile trovare un senso nell'abbandono di una bimba di 7 anni che ha tutto il diritto di essere amata e accudita, dolore perché mi immagino come una quindicenne abbia ancora bisogno di una mamma a cui voler bene e da cui essere voluta bene, con cui confrontarsi ma anche da cui prendere le distanze per trovare una propria identità.
Purtroppo nella vita accadono a volte anche eventi ingiusti e dolorosi indipendentemente da meriti o colpe di ciascuno. E a lei è accaduto di dover affrontare questa situazione senza averlo scelto.
Mi immagino una ragazza che ha dovuto rimboccarsi le maniche e fare molto da sola e che inizialmente abbia trovato coetanei che, per differenza di esperienze di vita, non sempre hanno avuto gli strumenti per comprenderla.
Immagino come sia stato difficile per lei fidarsi e affidarsi. "E se poi l'altro se ne va?"
La cosa più facile sarebbe stata chiudersi in sé, arrendersi.
Lei, invece, ha coraggiosamente fatto esperienze, si è data la possibilità di intessere relazioni anche se poi la diffidenza /paura dell'abbandono ha avuto il sopravvento.
Ha riempito quel vuoto antico nel modo migliore che ha trovato e questo l'ha fatta sopravvivere fin qui.
Ora questo metodo, anche se è stato utile e l'ha salvata in passato, non basta più.
Come suggerisce lei è forse arrivato il momento di guardare cosa c'è in quel vuoto, in quella paura, per consentirsi di vivere la vita che merita e smentire finalmente quell'equazione per cui lei non è amabile.
Ha già fatto tantissimo e anche ora, con questo messaggio, sta facendo un passo in più verso la vita: sta esplicitando un bisogno legittimo.
Come è stato mettere nero su bianco tutto ciò? Più o meno spaventoso di quanto immaginava?
Solitamente i nostri "mostri" fanno meno paura quando si dà loro voce, per questo spero che possa ricorrere ad ancora un po' del suo coraggio per condividere quanto ha scritto con qualcuno che le è vicino e di cui si fida ( il/la terapeuta?).
E' ancora in tempo per vivere una vita degna di essere vissuta.
La saluto con affetto e faccio il tifo per lei!!!
Dott.ssa Gordana Cifali
Psicologa- Psicoterapeuta
www.equilibratamente.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 259 visite dal 14/10/2024.
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