Conversazioni tra mio marito ed una collega
Ciao a tutti,
Sono Giuliana, ho 32 anni e nel giro di una settimana dovrei partorire il mio primo figlio.
Io e mio marito stiamo insieme da quasi 10 anni, sposati l’anno scorso e pochi mesi dopo il matrimonio scopro di essere incinta.
In questi anni insieme mio marito non mi ha mai dato nessun tipo di preoccupazione, gelosa io sicuramente, ma lui non mi ha mai tradito o messo a repentaglio la mia fiducia, il mio rapporto con lui è forte e siamo felici insieme.
Purtroppo, due giorni fa, mentre ordinato dei mobili per il bambino in arrivo dal suo telefono, ho avuto un presentimento strano ed ho aperto il whatsapp di mio marito ed ho trovato una conversazione con questa donna, sua collega di lavoro che io non conosco, che è venuta a lavorare da lui un annetto fa, e sono rimasta sconvolta.
Nelle conversazioni, che ormai avvengono da maggio di quest’anno, c’è un escalation di flirting impressionante.
Si capisce che non è successo niente, però mi ha fatto male vedere mio marito che la chiama amore che le chiede dove sei, ieri mi hai ignorato, oggi non ci sei che insistentemente le chiede se non c’è oppure viene a lavoro, che gli scrive mi hai spezzato il cuore perchè hai rifiutato il mio caffè prima oppure commenti come la nuova foto profilo meglio ecc ecc.
Messaggi che si scambiano, regolarmente, almeno 3/4 volte a settimana, mai nel weekend.
Molto spesso è mio marito che apre le conversazioni, molto spesso lei dice io ancora mi domando perchè sei sposato e lui non risponde o addirittura mette il cuore al commento.
Questa cosa mi ha distrutto, non ho detto nulla a mio marito, perchè non me la sentivo, ma in me è nato un senso di delusione profonda perchè letteralmente tra un paio di giorni nasce il nostro primo figlio insieme.
Io sto cercando di tirarmi su dicendo che magari si comporta così per l’ansia di diventare genitore, perchè vuole una distrazione, ma non riesco ad immaginarmi come possa essere la nostra vita e la loro relazione dopo la nascita di nostro figlio.
Ero convinta che il nostro rapporto fosse stabile, e la preoccupazione di allontanamento e di instabilità post figlio mi spaventava ma pensavo di potercela fare insieme, ma ora che ho visto che lui si comporta così in un momento in cui dovremmo essere felici per la nascita di nostro figlio ho veramente e seriamente paura di quello che potrà succedere.
non so cosa fare e ho paura, secondo voi come mi dovrei comportare?
dovrei dire a mio marito che so di questa relazione?
Oppure mi sto facendo troppi film mentali io, e magari non è niente.
Sono convinta che non ci sia stato niente, perchè nelle conversazioni che leggo mi è sembrato che non fosse ancora accaduto nulla, ma sicuramente ho paura che se continua così potrebbe benissimo.
Sono Giuliana, ho 32 anni e nel giro di una settimana dovrei partorire il mio primo figlio.
Io e mio marito stiamo insieme da quasi 10 anni, sposati l’anno scorso e pochi mesi dopo il matrimonio scopro di essere incinta.
In questi anni insieme mio marito non mi ha mai dato nessun tipo di preoccupazione, gelosa io sicuramente, ma lui non mi ha mai tradito o messo a repentaglio la mia fiducia, il mio rapporto con lui è forte e siamo felici insieme.
Purtroppo, due giorni fa, mentre ordinato dei mobili per il bambino in arrivo dal suo telefono, ho avuto un presentimento strano ed ho aperto il whatsapp di mio marito ed ho trovato una conversazione con questa donna, sua collega di lavoro che io non conosco, che è venuta a lavorare da lui un annetto fa, e sono rimasta sconvolta.
Nelle conversazioni, che ormai avvengono da maggio di quest’anno, c’è un escalation di flirting impressionante.
Si capisce che non è successo niente, però mi ha fatto male vedere mio marito che la chiama amore che le chiede dove sei, ieri mi hai ignorato, oggi non ci sei che insistentemente le chiede se non c’è oppure viene a lavoro, che gli scrive mi hai spezzato il cuore perchè hai rifiutato il mio caffè prima oppure commenti come la nuova foto profilo meglio ecc ecc.
Messaggi che si scambiano, regolarmente, almeno 3/4 volte a settimana, mai nel weekend.
Molto spesso è mio marito che apre le conversazioni, molto spesso lei dice io ancora mi domando perchè sei sposato e lui non risponde o addirittura mette il cuore al commento.
Questa cosa mi ha distrutto, non ho detto nulla a mio marito, perchè non me la sentivo, ma in me è nato un senso di delusione profonda perchè letteralmente tra un paio di giorni nasce il nostro primo figlio insieme.
Io sto cercando di tirarmi su dicendo che magari si comporta così per l’ansia di diventare genitore, perchè vuole una distrazione, ma non riesco ad immaginarmi come possa essere la nostra vita e la loro relazione dopo la nascita di nostro figlio.
Ero convinta che il nostro rapporto fosse stabile, e la preoccupazione di allontanamento e di instabilità post figlio mi spaventava ma pensavo di potercela fare insieme, ma ora che ho visto che lui si comporta così in un momento in cui dovremmo essere felici per la nascita di nostro figlio ho veramente e seriamente paura di quello che potrà succedere.
non so cosa fare e ho paura, secondo voi come mi dovrei comportare?
dovrei dire a mio marito che so di questa relazione?
Oppure mi sto facendo troppi film mentali io, e magari non è niente.
Sono convinta che non ci sia stato niente, perchè nelle conversazioni che leggo mi è sembrato che non fosse ancora accaduto nulla, ma sicuramente ho paura che se continua così potrebbe benissimo.
[#1]
Gentile utente,
comprendo benissimo il suo stato d'animo.
E' vero che oggi molti uomini fanno coincidere la paternità col desiderio di evasione, perché crescono immaturi, oppure perché la nascita di un figlio viene presentata oggi più di ieri come una responsabilità troppo gravosa che "ti cambia la vita"; è vero anche che per la vostra coppia matrimonio e gravidanza si sono succeduti in maniera ravvicinata, senza darvi forse il tempo di maturare ciascuna tappa. Tra l'altro, non sappiamo chi di voi due abbia voluto il matrimonio, né chi abbia voluto diventare genitore.
Detto questo, vorrei invitarla però a dare il giusto valore alla sua esperienza fondamentale. Sta per diventare madre. Questo dev'essere per lei un impegno per quanto possibile felice: lo deve a sé stessa, alla sua creatura e alla vostra relazione, da subito e anche in futuro.
Venendo a quello che ha scoperto, a me non sembra una cosa da poco e le suggerirei di riflettere bene sul da farsi, tenendo conto dei suoi obiettivi, quelli immediati e quelli a lunga distanza.
Se pensa di riuscire a non dire niente per ora, e a vivere felicemente assieme a suo marito l'evento fondamentale della nascita, rimandi fermamente alle prossime settimane il momento del chiarimento.
Se questo le sembra troppo duro, e il suo umore rischia di risentirne, provi a consultare un parente stretto di cui si fida, oppure un* specialista.
Tenga conto che il suo umore sarà influenzato sia dall'esperienza emotiva del parto, sia dalla vicenda ormonale che lo accompagna, e avere vicino un appoggio affettivo è indispensabile.
Se ritiene di poterlo fare, cerchi questo appoggio in suo marito. Chissà che questo non lo faccia ravvedere.
Le auguro tutto il bene possibile.
Ci tenga al corrente.
comprendo benissimo il suo stato d'animo.
E' vero che oggi molti uomini fanno coincidere la paternità col desiderio di evasione, perché crescono immaturi, oppure perché la nascita di un figlio viene presentata oggi più di ieri come una responsabilità troppo gravosa che "ti cambia la vita"; è vero anche che per la vostra coppia matrimonio e gravidanza si sono succeduti in maniera ravvicinata, senza darvi forse il tempo di maturare ciascuna tappa. Tra l'altro, non sappiamo chi di voi due abbia voluto il matrimonio, né chi abbia voluto diventare genitore.
Detto questo, vorrei invitarla però a dare il giusto valore alla sua esperienza fondamentale. Sta per diventare madre. Questo dev'essere per lei un impegno per quanto possibile felice: lo deve a sé stessa, alla sua creatura e alla vostra relazione, da subito e anche in futuro.
Venendo a quello che ha scoperto, a me non sembra una cosa da poco e le suggerirei di riflettere bene sul da farsi, tenendo conto dei suoi obiettivi, quelli immediati e quelli a lunga distanza.
Se pensa di riuscire a non dire niente per ora, e a vivere felicemente assieme a suo marito l'evento fondamentale della nascita, rimandi fermamente alle prossime settimane il momento del chiarimento.
Se questo le sembra troppo duro, e il suo umore rischia di risentirne, provi a consultare un parente stretto di cui si fida, oppure un* specialista.
Tenga conto che il suo umore sarà influenzato sia dall'esperienza emotiva del parto, sia dalla vicenda ormonale che lo accompagna, e avere vicino un appoggio affettivo è indispensabile.
Se ritiene di poterlo fare, cerchi questo appoggio in suo marito. Chissà che questo non lo faccia ravvedere.
Le auguro tutto il bene possibile.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Grazie mille Dottoressa, la ringrazio tantissimo.
Mio marito, a poche settimane dal matrimonio era molto ansioso, da amici comuni so che pensava che stava facendo una cavolata, e la cosa mi ferì, però parlammo a riguardo e lui si calmò molto... Alla fine la nostra vita non cambiava se non davanti alla legge. Abbiamo comunque avuto un bel matrimonio e una bella luna di miele. E' vero che ogni volta che parlavamo di figli lui diceva che i figli si fanno così hai qualcuno che si prende cura di te in vecchiaia... ed io gli ho sempre detto che non era veramente quello il motivo per cui si fanno...
Tutto questo mi ha sempre un pò stordito, ma mai dato peso....
Ho seriamente paura di quello che accadrà, ho paura che vivrò ancora più male il post parto, ho paura ogni volta che lui andrà a lavoro perchè so che lì c'è una vita più semplice, una donna spensierata, da cui è attratto....
Questo doveva essere il periodo più idilliaco, l'arrivo di un figlio, il termine della gravidanza... mi sarei immaginata veramente che saremmo esistiti solo io e lui, e i nostri pensieri focalizzati solo su noi... E' stato veramente un trauma
Mio marito, a poche settimane dal matrimonio era molto ansioso, da amici comuni so che pensava che stava facendo una cavolata, e la cosa mi ferì, però parlammo a riguardo e lui si calmò molto... Alla fine la nostra vita non cambiava se non davanti alla legge. Abbiamo comunque avuto un bel matrimonio e una bella luna di miele. E' vero che ogni volta che parlavamo di figli lui diceva che i figli si fanno così hai qualcuno che si prende cura di te in vecchiaia... ed io gli ho sempre detto che non era veramente quello il motivo per cui si fanno...
Tutto questo mi ha sempre un pò stordito, ma mai dato peso....
Ho seriamente paura di quello che accadrà, ho paura che vivrò ancora più male il post parto, ho paura ogni volta che lui andrà a lavoro perchè so che lì c'è una vita più semplice, una donna spensierata, da cui è attratto....
Questo doveva essere il periodo più idilliaco, l'arrivo di un figlio, il termine della gravidanza... mi sarei immaginata veramente che saremmo esistiti solo io e lui, e i nostri pensieri focalizzati solo su noi... E' stato veramente un trauma
[#3]
Gentile utente,
in questo momento lei ha bisogno di prendersi affettuosamente cura di sé prima di tutto, per poter accogliere la sua creatura e affrontare i cambiamenti di vita, inevitabilmente più marcati e faticosi all'inizio, che questo comporta.
A proposito delle reazioni del suo partner al matrimonio e alla genitorialità lei scrive: "Tutto questo mi ha sempre un pò stordito, ma mai dato peso...".
Proprio questo notavo anche nei suoi consulti precedenti: una sua interpretazione ottimistica, forse tendente a sottovalutare i disturbi del suo partner e le loro conseguenze sulle sue capacità di relazione; una volontà di aiutare che si trasforma in tendenza a dirigere, sempre pericolosa nei confronti di un adulto e tanto più quando ad attuarla è una partner.
Ogni giorno noi psicologi verifichiamo che l'amore non basta a colmare i solchi di disagi interiori che vanno trattati in modo specialistico, e che spesso in una coppia il dialogo è solo apparente: uno dei due prescrive più che ascoltare, l'altro finge di essere convinto ma si sente ancora più attanagliato dai propri dubbi e fugge in una sua interiorità segreta in cui può vivere di tutto.
Oggi del resto gli uomini idealmente sani e maturi per il ruolo genitoriale sono pochi, glielo dicevo nella prima risposta. Questo non vuol dire che il suo partner non possa crescere in questa direzione, ma un consistente aiuto esterno sarebbe necessario, non solo a lui, anche a lei.
Lei scrive: "ho paura ogni volta che lui andrà a lavoro perchè so che lì c'è una vita più semplice, una donna spensierata, da cui è attratto..."
C'è un bell'articolo della dottoressa Brunialti su Medicitalia, sul diventare mamma e rimanere amante, che spiega come tentare di smontare proprio i rischi da lei evidenziati: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-diventare-mamma-e-rimanere-amante.html
Rimane tuttavia l'indicazione a guardare il partner non come l'ideale che vorremmo, ma come la persona reale che è, e soprattutto a guardare il legame di coppia come uno strumento di crescita dei due, un mutuo aiuto, non il palcoscenico dove si realizzano in maniera fittizia i desideri di uno solo dei due.
Noi siamo qui. Ricordi anche che negli ospedali e alle ASL ci sono gli psicologi, ma certamente se come coppia avete fatto la preparazione al parto, questo lo sapete.
Ancora auguri!
in questo momento lei ha bisogno di prendersi affettuosamente cura di sé prima di tutto, per poter accogliere la sua creatura e affrontare i cambiamenti di vita, inevitabilmente più marcati e faticosi all'inizio, che questo comporta.
A proposito delle reazioni del suo partner al matrimonio e alla genitorialità lei scrive: "Tutto questo mi ha sempre un pò stordito, ma mai dato peso...".
Proprio questo notavo anche nei suoi consulti precedenti: una sua interpretazione ottimistica, forse tendente a sottovalutare i disturbi del suo partner e le loro conseguenze sulle sue capacità di relazione; una volontà di aiutare che si trasforma in tendenza a dirigere, sempre pericolosa nei confronti di un adulto e tanto più quando ad attuarla è una partner.
Ogni giorno noi psicologi verifichiamo che l'amore non basta a colmare i solchi di disagi interiori che vanno trattati in modo specialistico, e che spesso in una coppia il dialogo è solo apparente: uno dei due prescrive più che ascoltare, l'altro finge di essere convinto ma si sente ancora più attanagliato dai propri dubbi e fugge in una sua interiorità segreta in cui può vivere di tutto.
Oggi del resto gli uomini idealmente sani e maturi per il ruolo genitoriale sono pochi, glielo dicevo nella prima risposta. Questo non vuol dire che il suo partner non possa crescere in questa direzione, ma un consistente aiuto esterno sarebbe necessario, non solo a lui, anche a lei.
Lei scrive: "ho paura ogni volta che lui andrà a lavoro perchè so che lì c'è una vita più semplice, una donna spensierata, da cui è attratto..."
C'è un bell'articolo della dottoressa Brunialti su Medicitalia, sul diventare mamma e rimanere amante, che spiega come tentare di smontare proprio i rischi da lei evidenziati: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-diventare-mamma-e-rimanere-amante.html
Rimane tuttavia l'indicazione a guardare il partner non come l'ideale che vorremmo, ma come la persona reale che è, e soprattutto a guardare il legame di coppia come uno strumento di crescita dei due, un mutuo aiuto, non il palcoscenico dove si realizzano in maniera fittizia i desideri di uno solo dei due.
Noi siamo qui. Ricordi anche che negli ospedali e alle ASL ci sono gli psicologi, ma certamente se come coppia avete fatto la preparazione al parto, questo lo sapete.
Ancora auguri!
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 920 visite dal 12/10/2024.
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