Voglio che mi passi l'angoscia

Salve, sono una ragazza di 24 anni fidanzata da quasi 5 anni con un ragazzo/collega universitario di 25 anni.
Per entrambi è la nostra prima relazione seria.
In questi anni siamo stati perennemente insieme, tutti i giorni ci vedevamo, che fosse per studiare o per uscire, tutte le attività le abbiamo sempre fatte insieme, non ci siamo mai ritagliati degli spazi personali e come tutte le coppie il sentimento è cambiato non è più quello dei primi mesi e sopratutto l'ultimo anno (dove siamo andati a convivere per motivi di studio fuori dalla nostra regione) è stato caratterizzato da molti momenti statici e a volte di noia ma comunque mi andava bene, fino ad un paio di mesi fa nemmeno ci facevo caso.
Successivamente siamo tornati a casa per le vacanze estive ed è venuto un collega del nord in vacanza da noi, collega gentile ma con il quale non avevo instaurato un rapporto stretto durante l'anno accademico.
Arrivato nel mio paese è diventato più socievole e per la prima volta l'ho trovato un ragazzo attraente ed ho provato un emozione che non so descrivere (non ho mai fantasticato di averci nulla, anche il pensiero di un bacio mi fa arricciare il naso).
Da quel momento in poi mi è venuta l'angoscia nella mia relazione, mi chiedo perennemente se lo amo, che cos'è l'amore dopo tutti questi anni perché ovviamente non provo nè farfalle nello stomaco nè ho l'euforia quando mi vedo con il mio ragazzo, sono normale e penso che sia sbagliato ora essere così, che dovrei essere in estasi.
Analizzo ogni istante in cui stiamo insieme cosa provo o cosa penso dovrei provare.
Ne ho parlato sia con lui che con la mai famiglia e dicono che come sto è normale, che è un amore maturo, che non posso provare più quelle farfalle quell'estasi dei primi tempi, che nemmeno lui le prova.
Per quanto a logica penso sia normale e giusto (non credo che chi è sposato da 30 anni provi farfalline ecc) l'angoscia non mi abbandona mai veramente, sia in sua presenza che assenza.
Siamo tornati al nord per il secondo anno, il rivedere quel collega non mi ha suscitato nulla, nemmeno quell'emozione prima citata ma l'angoscia e le domande perenni in testa non mi lasciano.
Un po con le settimane è andata calando di intensità ma rimane una costante giornaliera, tranne la sera.
Magicamente quando cala il sole tutta l'angoscia sparisce e quando questo accade sto davvero bene con il mio ragazzo.
Perciò mi chiedo che cavolo di problemi ho?
Come faccio sparire questo peso che ho allo stomaco per tornare ad essere serena come prima?
Ho letto della doc da relazione e in moltissime cose mi sono riconosciuta.
Come torno ad essere senza questi pensieri e a non avere più angoscia così da rigodermi il mio bellissimo rapporto?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Le risponderò volentieri.
Ma prima una domanda, a completamento:
in precedenza, negli anni scorsi, Le sono già accaduti altri episodi/periodi in cui da mattina a sera si tormentava attorno ad un certo problema (ad es. scelta dell'università, o quant'altro)?

Grazie.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Beh si, pensieri tormentati continui circa la salute ho iniziato ad averli a 13 anni anche qui immaginandomi gli scenari più catastrofici ( qualsiasi dolore era un tumore) acuiti con il covid, l'ultimo vissuto con questa intensità è durato da fine aprile ai primi di luglio perché convinta di avere un tumore al cervello dati i mal di testa, solo una risonanza mi ha potuto calmare.
Poi puntualmente mi vengono per gli esami universitari, prima l'ansia e i pensieri di non farcela mi iniziavano due settimane prima dell'esame negli ultimi anni almeno 1 mese prima iniziano. Sto finendo la magistrale quindi un altro pensiero che mi attanaglia è il mio futuro lavorativo, il pensiero che non troverò lavoro ecc.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Supponevo.

E dunque il pensiero ingombrante riguardante la Sua relazione affettiva non è che uno dei tanti contenuti attorno ai quali la sua mente si avviluppa.
Quando avrà risolto tale dilemma, ne subentrerà un altro purtroppo; a non finire.

Lei soffre di "pensieri tormentati" dall'età di 13 anni;
ha mai pensato, nessuno Le ha mai suggerito, di curarli?
Come fa a vivere serenamente con il succedersi continuo di tali preoccupazioni, una dopo l'altra?

A lei non occorre una diagnosi, abbastanza semplice peraltro anche se non possibile online,
quanto piuttosto una terapia.
Può essere che l'importante non sia capire, ma risolvere; non crede?
Ci ha mai pensato?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Ho provato ad andare in terapia durante il periodo del covid dato che i pensieri sulla salute e la morte erano diventati così insistenti da farmi avere degli attacchi di panico quotidiani così forti da non farmi respirare. L'avevo poi interrotta perché dopo mesi ancora non vedevo chissà quale miglioramento. Ora con i pensieri sulla mia relazione ho ricominciato la terapia con un'altra psicologa, è che sono un po impaziente, sono passati due mesi da quando ho iniziato e per quanto mi sia leggermente abbassata l'angoscia (prima era così forte da non volermi alzare dal letto) rimane ancora una costante e mi infastidisce molto. Ho voluto scrivere qui per capire se il mio problema era la mia relazione o se qualcosa nella mia testa non va? Se soffrivo di qualche disturbo? La mia psicologa ancora in merito non si è espressa
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
*Ho voluto scrivere qui per capire se il mio problema era la mia relazione
o se qualcosa nella mia testa non va.*,
ci dice.

Generalmente io preferisco curare innanzitutto la mente quando si tratta di DOC,
e una volta che la persona è meno intrappolata nei suoi pensieri ripetitivi,
solo allora si può affrontare anche il discorso delle scelte, tra le quali quella riguardante la propria relazione affettiva.

Ma ogni terapeuta ha il proprio metodo, oltre che il proprio approccio teorico. Si affidi dunque con fiducia alla sua terapeuta, quella che la conosce in presenza.
Tenga conto che il disturbo di cui lei soffre porta a dubitare di tutto, perfino della propria psicoterapeuta, obbligandoLa a cercare altri pareri. Se ci riesce, eviti.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
La ringrazio, buona giornata
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
*Ho voluto scrivere qui per capire se il mio problema era la mia relazione
o se qualcosa nella mia testa non va.*,
ci dice.

Generalmente io preferisco curare innanzitutto la mente quando si tratta di DOC,
e una volta che la persona è meno intrappolata nei suoi pensieri ripetitivi,
solo allora si può affrontare anche il discorso della scelta rispetto alla propria relazione affettiva.

Ma ogni terapeuta ha il proprio metodo, oltre che il proprio approccio teorico. Si affidi con fiducia alla sua terapeuta, quella che la conosce in presenza.
Tenga conto che il disturbo di cui lei soffre porta a dubitare di tutto, perfino della propria psicoterapeuta, obbligando Lei a cercare altri pareri. Se ci riesce, eviti.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
La risposta si è ricopiata mah!

Grazie dell’augurio, che ricambio di cuore.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/