Come si fa a superarla?

Buonasera a tutti.

Vi chiedo aiuto.
Ho 27 anni, il mio fidanzato 33 e mi ha lasciata.
Lui soffre di depressione per un fatto accaduto tempo fa.

Mi ha sempre detto di avere questa bestia dentro che non lo fa dormire e che lo mette sempre in uno stato di ansia continua, io però ero l’unica persona in grado di calmarlo dall’ansia notturna.

Un giorno sono diventata io la sua ansia, mi ha lasciato con un messaggio dicendo che lui aveva un grande vuoto dentro e che voleva farsi aiutare ma che questo percorso non avrebbe incluso me.

(Per lavoro sono stata trasferita e una settimana dopo essermene andata da casa sua ha avuto quello che io chiamo un attacco.

Iniziava a dubitare anche della nostra relazione dicendomi io non so se sono innamorato di te.

Quando non ci sei penso chissà dove sei, se stai bene, ma non è un mio pensiero fisso... il lavoro mi sta uccidendo.
Poi tornava.
).

Dopo questo messaggio io ho dato di matto tanto che la nostra è diventata rabbia reciproca, ma lui non mi voleva a fianco.

La sera ha voluto sentire la mia migliore amica per dirle di starmi vicino e dirle anche cose che mi hanno ferita come lei faceva le cose per compiacermi mi ha sminuita come donna, mi ha descritta come una donna succube delle sue decisioni, che il mio mondo girava intorno a lui.

Questa cosa mi ha fatto male.

Non ci sentiamo da un mese.

Lui non ha chiesto di me alla mia migliore amica... sembra che sia felice senza di me.

E io soffro perché i progetti, i viaggi e le cose condivise e che dovevamo condividere è come se ci fosse un filo che mi tiene attaccata a lui ma questo filo è solo attaccato alla mia estremità perché lui non si rende conto del dolore che mi ha causato dopo l’ultima chiamata, dove io volevo chiedergli perché hai detto alla mia migliore amica queste cose e non a me?

Lui non mi ha neanche fatto parlare ha semplicemente urlato cose terribili: di andarmene, di sparire, che sono una mongoloide e tanto altro.

Mi ha uccisa delle cose peggiori che si possano dire a una persona che stai lasciando.
Mi ha traumatizzata.

Io ho bisogno di uscire da questo tunnel del pianto serale.

Mi sono iscritta in palestra, dipingo, mi sono riscritta all’università ma la sera io crollo in un pianto a singhiozzo perché mi manca ogni cosa.

Quando cucinava per me, quando mi baciava prima di spegnere la Tv perché io mi ero già addormentata.
Lui mi manca.

E odio il fatto che lui non abbia chiesto di me.

So che in una relazione passata a lui hanno tagliato le gambe in maniera brusca, e so che chiedeva alla sua migliore amica dimmi come posso fare a stare al suo stesso passo, aiutami.

La sua amica mi ha detto lui con te sta rimparando a camminare e tu sai già correre.

Vi chiedo aiuto perché sto combattendo una guerra con me stessa.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

La situazione che descrive è dolorosa e complessa, perché tocca sia la fine di una relazione significativa che le difficoltà di una persona con cui ha condiviso momenti importanti, ma che ora sembra non essere in grado di gestire il proprio malessere; facendola soffrire.

Le presento alcuni spunti di riflessione per capire meglio la situazione e come affrontarla:

La depressione del suo ex fidanzato.
La depressione è una malattia che può portare a comportamenti e decisioni difficili da comprendere. La depressione può portare a percepire le relazioni in modo distorto e a proiettare sugli altri il proprio disagio.

La rottura è avvenuta in modo traumatico, che l'ha ferita profondamente. È importante riconoscere che, nonostante la sua sofferenza, queste parole che ha ricevuto riflettono più lo stato emotivo del suo ex, che la Sua persona. La rabbia e le offese sono modi disfunzionali con cui le persone scaricano il proprio dolore, ma non sono per questo giustificabili.

Il fatto che si sia iscritta in palestra, si dedichi alla pittura e si sia riscritta all’università è un segnale positivo. Sta cercando di ritrovare se stessa, ma il processo di guarigione non è lineare. Il pianto serale che descrive è una parte naturale del lutto per la relazione finita. Non si tratta solo della persona che ha perso, ma anche dei sogni e delle aspettative condivise.
È normale sentire la mancanza di gesti e momenti di intimità, specialmente dopo una rottura improvvisa.
Tuttavia, quel filo che la tiene attaccata a lui sembra esserci solo da una parte: la Sua. Lui sta probabilmente cercando di gestire il proprio disagio in modo diverso, ma questo non significa che il Suo dolore sia meno reale o valido.

Uscire da questo "tunnel del pianto" non è facile, e potrebbe essere utile considerare un percorso di supporto psicologico, se non lo sta già facendo.
Parlare con un* professionista la aiuterà a elaborare il trauma che ha vissuto, a riconoscere le sue emozioni e a comprendere meglio come andare avanti senza rimanere bloccata.
E' fondamentale che si concentri su se stessa, sulla sua guarigione e sul suo benessere. Lui ha scelto un percorso che al momento esclude la sua presenza, ma questo non significa che Lei debba escludere la possibilità di ricostruire la sua vita, una vita in cui può trovare serenità e realizzare i suoi obiettivi.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/