Come posso aiutare mio figlio alla materna
Salve Mio figlio ha 5 anni Ha frequentato la scuola materna per la prima volta l’anno scorso per soli due mesi poi per alcuni problemi l’ho lasciato a casa Abbiamo ripreso quest’anno a settembre Per la maggior parte delle volte va tranquillo e gli piace giocare con i bambini Sono passate già 3 settimane però non mangia niente solo un po’ di pane e non so come aiutarlo Un altro problema sono le attività scolastiche e extra scolastiche Per le gite penso che sia ancora troppo presto, si deve abituare ancora all’ambiente però quando fanno attività diverse dentro alla materna (es.
disegnare in salone con altri bambini, cantare e suonare strumenti, giocare con la lavagna interattiva) dalla mattina lo vedo ansioso, agitato, piange dicendo che a scuola non vuole andare, non vuole fare quello che fanno gli altri mi dice sempre che lui vuole solo guardare.
Mi chiedo se sto sbagliando qualcosa io nella sua educazione, se magari lo faccio sentire in qualche modo non all’altezza di certe situazioni se sto crescendo un bimbo insicuro di sé e delle sue capacità Aiutatemi per favore a capire come posso aiutarlo
disegnare in salone con altri bambini, cantare e suonare strumenti, giocare con la lavagna interattiva) dalla mattina lo vedo ansioso, agitato, piange dicendo che a scuola non vuole andare, non vuole fare quello che fanno gli altri mi dice sempre che lui vuole solo guardare.
Mi chiedo se sto sbagliando qualcosa io nella sua educazione, se magari lo faccio sentire in qualche modo non all’altezza di certe situazioni se sto crescendo un bimbo insicuro di sé e delle sue capacità Aiutatemi per favore a capire come posso aiutarlo
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Gentile utente,
L'eventuale errore sta nel non averlo inserito alla scuola materna a tre anni, l'età "fisiologica" della socializzazione con i coetanei.
L'inserimento in età successive, quando i bambini sono troppo abituati a stare con gli adulti e quindi non sufficientemente competenti ad interagire con i coetanei, può realmente presentare qualche difficoltà.
D'altra parte, tenendolo a casa, le difficoltà si sposterebbe all'inizio della scuola elementare, con esiti ancora peggiori.
Mi viene un dubbio.
Come mai lui al mattino sa in anticipo quando ci saranno quelle che lei definisce "attività diverse", e di conseguenza si mostra ansioso?
Non è che per caso sia Lei stessa a comunicarglielo preventivamente, pensando di aiutarlo?
Perché in questo caso non fa altro che scatenare l'ansia anticipatoria.
Riguardo all'alimentazione, no problem.
Una colazione abbondante e fatta con calma e discorsi piacevoli sopperirà ad un pranzo assai parco.
Risulta inutile sottolineare con il bambino questo aspetto. All'opposto conviene alleggerire con una frase del tipo:
"Non preoccuparti, se non mangi a pranzo mangi a cena; nessun bambino qui muore di fame. Peccato però non mangiare assieme ai tuoi compagnetti..".
Ci chiede dei propri comportamenti di mamma.
In qualche tratto della sua mail sembra trasparire un genitore che vorrebbe togliere al bambino le difficoltà.
Ma ci sono anche delle difficoltà che fanno crescere; evitando le quali il bambino/la bambina cresce (e diventa un adulto) psichicamente debole,
oggi accade più frequentemente di ieri.
Lei aiuterà il suo bambino
se sarà più serena, e non solo se si mostrerà tale,
se non si farà contagiare dall'ansia infantile,
se eviterà di anticipargli il futuro,
se tutto il Suo linguaggio non verbale - mimica, gestualità, tono della voce, velocità dell'eloquio - faranno trasparire tranquillità e sicurezza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
L'eventuale errore sta nel non averlo inserito alla scuola materna a tre anni, l'età "fisiologica" della socializzazione con i coetanei.
L'inserimento in età successive, quando i bambini sono troppo abituati a stare con gli adulti e quindi non sufficientemente competenti ad interagire con i coetanei, può realmente presentare qualche difficoltà.
D'altra parte, tenendolo a casa, le difficoltà si sposterebbe all'inizio della scuola elementare, con esiti ancora peggiori.
Mi viene un dubbio.
Come mai lui al mattino sa in anticipo quando ci saranno quelle che lei definisce "attività diverse", e di conseguenza si mostra ansioso?
Non è che per caso sia Lei stessa a comunicarglielo preventivamente, pensando di aiutarlo?
Perché in questo caso non fa altro che scatenare l'ansia anticipatoria.
Riguardo all'alimentazione, no problem.
Una colazione abbondante e fatta con calma e discorsi piacevoli sopperirà ad un pranzo assai parco.
Risulta inutile sottolineare con il bambino questo aspetto. All'opposto conviene alleggerire con una frase del tipo:
"Non preoccuparti, se non mangi a pranzo mangi a cena; nessun bambino qui muore di fame. Peccato però non mangiare assieme ai tuoi compagnetti..".
Ci chiede dei propri comportamenti di mamma.
In qualche tratto della sua mail sembra trasparire un genitore che vorrebbe togliere al bambino le difficoltà.
Ma ci sono anche delle difficoltà che fanno crescere; evitando le quali il bambino/la bambina cresce (e diventa un adulto) psichicamente debole,
oggi accade più frequentemente di ieri.
Lei aiuterà il suo bambino
se sarà più serena, e non solo se si mostrerà tale,
se non si farà contagiare dall'ansia infantile,
se eviterà di anticipargli il futuro,
se tutto il Suo linguaggio non verbale - mimica, gestualità, tono della voce, velocità dell'eloquio - faranno trasparire tranquillità e sicurezza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
"Quindi dovrei stare più tranquilla e lasciarlo abituare con i suoi tempi?"
Certamente.
E' il tempo che occorre anche a noi adulti per abituarci ad un nuovo lavoro o posto di lavoro.
L'alternativa è .. cambiare lavoro all'infinito, sperando di trovarne finalmente uno che ci evita la fatica dell'inserimento e dell'adattamento.
E per i bambini la (non) alternativa è tenerli a casa, in quello spazio/tempo protetto ed ovattato costruito spesso artificiosamente a loro misura.
Scrivevo che questa è una non-alternativa perché, se mai ti confronti con le difficoltà commisurate alla tua età di bambino/a, mai svilupperai quella pelle un po' più resistente che ti aiuterà nei giorni e negli anni. Mi riferisco alla pelle psichica.
Tutto ciò passa attraverso la mediazione di un adult* solid*. O che lavora seriamente su di sé per diventarlo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Certamente.
E' il tempo che occorre anche a noi adulti per abituarci ad un nuovo lavoro o posto di lavoro.
L'alternativa è .. cambiare lavoro all'infinito, sperando di trovarne finalmente uno che ci evita la fatica dell'inserimento e dell'adattamento.
E per i bambini la (non) alternativa è tenerli a casa, in quello spazio/tempo protetto ed ovattato costruito spesso artificiosamente a loro misura.
Scrivevo che questa è una non-alternativa perché, se mai ti confronti con le difficoltà commisurate alla tua età di bambino/a, mai svilupperai quella pelle un po' più resistente che ti aiuterà nei giorni e negli anni. Mi riferisco alla pelle psichica.
Tutto ciò passa attraverso la mediazione di un adult* solid*. O che lavora seriamente su di sé per diventarlo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Prego, e .. buona nuova avventura ad entrambi.
Dott. Brunialti
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 701 visite dal 08/10/2024.
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