Depressione post rottura relazione

Ciao a tutti, sono un ragazzo di 19 anni e sto attraversando un periodo abbastanza difficile a causa della rottura con la mia ex ragazza.
Siamo stati insieme circa un anno e mezzo e lei ha deciso di interrompere il rapporto il giorno del mio compleanno per messaggio dato che eravamo lontani, dettaglio che mi ha fatto rimanere molto male.
Tra di noi andava abbastanza bene anche se c'erano degli aspetti fonte di litigio: era una ragazza instabile emotivamente che un giorno era super affettuosa e l altro il contrario.
Ogni tanto arrivavo a dover chiedere un bacio o a sentirmi rifiutato perché sembrava non volesse.
Nell'ultimo periodo, dopo la maturità, sono stato poco bene a causa di un'esplosione di stress accumulato che ha minato molto la mia autostima e mi ha portato ad avere attacchi di panico, pianti improvvisi e bisogno di rassicurazioni.
In aggiunta mi è stata diagnostica un alopecia da stress e capitemi, per una persona che non si vede bene non è il massimo.
Sono un ragazzo insicuro, terrorizzato dal giudizio altrui e questi aspetti hanno influito sulla relazione.
Anche lei era una ragazza fragile, con dei vissuti poco piacevoli ma ci teneva molto a me e faceva molti progetti per il futuro.
Nell'ultimo mese la vedevo molto distaccata e ogni volta che lo facevo presente mi diceva che non poteva sentirsi sempre sbagliata.
I litigi erano diventati sempre più aspri: quando si sentiva offesa per qualcosa è capitato usasse il silenzio punitivo o che mi prendesse a parolacce come fai schif... e cose del genere.
Io ci restavo molto male per queste sue reazioni e alla fine sono arrivato a non dire più nulla che mi facesse star male ma in fin dei conti diceva sempre che facevo la vittima.
Il giorno della rottura mi ha scritto che si era sentita sbagliata sempre dal 1 giorno che non aveva avuto i complimenti che desiderava e che spesso nella relazione si sentiva sola.
Lo so che soprattutto nell ultimo periodo non sono stato un buon fidanzato e che a causa dei problemi sopracitati le ho dato meno attenzioni ma anche io ogni tanto volevo sentirmi dire come stessi, come andava la terapia.
Spesso mi sento stupido perché penso che per un maschio volere delle attenzioni di questo tipo sia esagerato.
In fin dei conti, entrambi non ci sentivamo mai abbastanza per l altro.
Dopo la rottura mi sono sentito tremendamente in colpa e Quando ci siamo visti di persona le ho dato una lettera in cui la ringraziavo per I bei momenti vissuti e mi sono scusato per i comportamenti avuti con lei che hanno portato alla rottura.
Lei era molto fredda e mi sono sentito ancora più in colpa.
Ora è passato un mese e mezzo circa e spesso ci sto male, vedo come lei sui social pubblichi felicemente mentre io spesso sono triste e piango perché mi manca e penso che avremmo potuto trovare una soluzione.
Ho paura di non trovare una persona con cui aprirmi totalmente come avevo fatto con lei e ho paura di quel che abbia detto di me con le sue amiche ad esempio sulla mia elevata fragilità.
[#1]
Dr.ssa Daniela Pellitteri Psicoterapeuta, Psicologo 50 8
Gent.mo Utente,
mi hanno molto colpito queste sue riflessioni:
-"Spesso mi sento stupido perché penso che per un maschio volere delle attenzioni di questo tipo sia esagerato".
- "In fin dei conti, entrambi non ci sentivamo mai abbastanza per l'altro".
che, a mio avviso, mettono in evidenza la sua profonda sensibilità e la capacità di cogliere forse il nesso della vostra difficile qualità relazionale.
Chi ha stabilito che l'essere maschio non preveda il bisogno di chiedere attenzione e cura da parte di un/una partner? Non dobbiamo subire pregiudizi e verità inutili che risultano superati e non attuali in uno scenario che osserva sempre di più la ricerca, da parte dei giovani, di una reale autenticità e libertà di espressione dei propri Sé. E se un 'maschio' sente di avere bisogno di maggiore cura dall'altra/o perché far finta che non sia vero e reprimere la richiesta?
Aprirsi all'altra/o significa dare alla relazione l'opportunità di poter crescere, di permettere spazi di fiducia reciproca per costruire, con impegno e coraggio, una intimità ed una condivisione di obiettivi e valori che danno senso e significato allo stare insieme.
Lei gentile Utente ha osservato una vostra reciproca difficoltà nel permettervi di avvicinarvi con la 'giusta' distanza emotiva che vi facesse sentire accolti e compresi e, nello stesso tempo in grado di occuparvi di voi stessi in un periodo nel quale entrambi avevate importanti problemi individuali da affrontare.
In realtà non è proprio colpa di nessuno e questa parola potrebbe addirittura cancellarla dal suo vocabolario; è successo per una serie di motivi che lei sembra avere ben compreso.
Entrambi avrete altre possibilità di incontri e quello che è accaduto, pur sembrando ovvio il ricordarlo, diventerà un'esperienza alla quale ripenserà magari con affetto e tenerezza.
Ora è fisiologico provare una certa tristezza che sottende ad ogni separazione (perdita) che un essere umano possa attraversare.
Ed è fisiologico interrogarsi su ciò che non ha funzionato per ricercare le motivazioni che hanno condotto alla rottura. Ma Lei si sta attivando per dare significato al periodo della sua vita che l'ha visto vicino a questa ragazza e sta chiedendo, anche attraverso la sua richiesta di consulto, a se stesso le ragioni ed i vissuti emotivi dei suoi comportamenti.
E' riuscito a scrivere una lettera alla sua ex piena di 'gratitudine' e di buoni ricordi; la consideri come un regalo che le ha fatto, un gesto delicato di attenzione e rispetto del quale può essere fiero.
Ora si concentri solo su se stesso, provi a resistere alla tentazione di guardare sui social cosa fa la sua ex e non si esponga ad ulteriori momenti di dispiacere. E provi a trovare qualcosa, qualche attività che le piace e che possa impegnarla in uno spazio di maggiore leggerezza.
Cordialmente
Daniela Pellitteri

Dr.ssa Daniela Pellitteri