Psicologa interrompe terapia su whatsapp, è normale?
Salve a tutti, mi trovo in una situazione che mi ha lasciato parecchio destabilizzata.
Dopo sei mesi di terapia, la mia psicologa ha deciso di interrompere il nostro percorso da un giorno all'altro, inviandomi un messaggio su WhatsApp, senza che ci fosse stata alcuna discussione o avviso nelle sessioni precedenti.
Non mi è stata fornita una spiegazione approfondita, e non abbiamo avuto un confronto di persona.
Ho vissuto questa decisione come un vero e proprio abbandono, soprattutto considerando che durante la terapia mi aveva parlato delle potenzialità per cui aveva deciso di prendere il mio caso in carico.
La decisione è avvenuta dopo che ho disdetto una seduta con 24 ore di preavviso, come da accordi.
Mi chiedo se questo comportamento sia eticamente corretto o comunque normale nella pratica professionale.
È una modalità accettabile per concludere un percorso terapeutico?
Dopo sei mesi di terapia, la mia psicologa ha deciso di interrompere il nostro percorso da un giorno all'altro, inviandomi un messaggio su WhatsApp, senza che ci fosse stata alcuna discussione o avviso nelle sessioni precedenti.
Non mi è stata fornita una spiegazione approfondita, e non abbiamo avuto un confronto di persona.
Ho vissuto questa decisione come un vero e proprio abbandono, soprattutto considerando che durante la terapia mi aveva parlato delle potenzialità per cui aveva deciso di prendere il mio caso in carico.
La decisione è avvenuta dopo che ho disdetto una seduta con 24 ore di preavviso, come da accordi.
Mi chiedo se questo comportamento sia eticamente corretto o comunque normale nella pratica professionale.
È una modalità accettabile per concludere un percorso terapeutico?
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Gentile utente,
la prassi, supportata anche dal Codice Deontologico, è quella di rassicurare in tutti i modi l'utente di un percorso psicologico, dandogli spiegazioni soprattutto sull'eventuale opportunità di una pausa, di una sospensione o di una interruzione del percorso stesso. In quest'ultimo caso, se la terapia non è terminata, il curante fornisce al paziente dei nomi o l'indicazione di un indirizzo terapeutico, ossia attua il cosiddetto "invio" ad altri colleghi.
Nel caso che lei ci presenta noi abbiamo solo la sua versione dei fatti. Non sappiamo quindi:
- se la curante le aveva già comunicato l'intenzione di concludere il percorso;
- se le aveva annunciato che in caso lei disdicesse troppe sedute, o si rifiutasse di impegnarsi, o tenesse comportamenti inadeguati, avrebbe interrotto la cura perché divenuta inutile;
- se abbia avuto problemi personali che l'hanno costretta a troncare da un momento all'altro, per esempio una grave malattia o un lutto.
Sorprendono le parole: "Non mi è stata fornita una spiegazione approfondita, e non abbiamo avuto un confronto di persona".
Il confronto di persona può mancare, se la terapeuta ha avuto un lutto, e così pure la "spiegazione approfondita"; ma una qualche spiegazione, comunque, le è stata fornita? Visto che l'interruzione è arrivata via WhatsApp, le sarebbe facile riportare il testo del messaggio e in questo modo farci capire meglio.
Beninteso, quanto ho scritto si basa sulla certezza che la persona da cui è stato in cura sia davvero un* psicolog*, iscritta nella sezione A dell'Albo nazionale degli psicologi.
Se crede, anche nell'interesse di altri utenti, e soprattutto per sua tranquillità, ci faccia capire meglio.
Rileggendo le sue due richieste di consulto, vedo che parla di sé al femminile mentre nella scheda si dichiara maschio: se ha problemi di appartenenza di genere, meglio dichiararli.
Buone cose.
la prassi, supportata anche dal Codice Deontologico, è quella di rassicurare in tutti i modi l'utente di un percorso psicologico, dandogli spiegazioni soprattutto sull'eventuale opportunità di una pausa, di una sospensione o di una interruzione del percorso stesso. In quest'ultimo caso, se la terapia non è terminata, il curante fornisce al paziente dei nomi o l'indicazione di un indirizzo terapeutico, ossia attua il cosiddetto "invio" ad altri colleghi.
Nel caso che lei ci presenta noi abbiamo solo la sua versione dei fatti. Non sappiamo quindi:
- se la curante le aveva già comunicato l'intenzione di concludere il percorso;
- se le aveva annunciato che in caso lei disdicesse troppe sedute, o si rifiutasse di impegnarsi, o tenesse comportamenti inadeguati, avrebbe interrotto la cura perché divenuta inutile;
- se abbia avuto problemi personali che l'hanno costretta a troncare da un momento all'altro, per esempio una grave malattia o un lutto.
Sorprendono le parole: "Non mi è stata fornita una spiegazione approfondita, e non abbiamo avuto un confronto di persona".
Il confronto di persona può mancare, se la terapeuta ha avuto un lutto, e così pure la "spiegazione approfondita"; ma una qualche spiegazione, comunque, le è stata fornita? Visto che l'interruzione è arrivata via WhatsApp, le sarebbe facile riportare il testo del messaggio e in questo modo farci capire meglio.
Beninteso, quanto ho scritto si basa sulla certezza che la persona da cui è stato in cura sia davvero un* psicolog*, iscritta nella sezione A dell'Albo nazionale degli psicologi.
Se crede, anche nell'interesse di altri utenti, e soprattutto per sua tranquillità, ci faccia capire meglio.
Rileggendo le sue due richieste di consulto, vedo che parla di sé al femminile mentre nella scheda si dichiara maschio: se ha problemi di appartenenza di genere, meglio dichiararli.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 250 visite dal 05/10/2024.
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