Dubbio se continuare o no la psicoterapia

Buonasera da qualche mese ho iniziato un percorso di psicoterapia su mia iniziativa visto che per determinati eventi accaduti nell' ultimo anno in ambito familiare ho iniziato ad avere un malessere generale caratterizzato da ansia, insonnia e un conseguente modo di vivere non sereno.

Dopo un po' di sedute si sono capiti che i vari malesseri son dovuti al passato e con il terapeuta escono sempre nuovi punti su cui lavorare e riflettere.

Mi chiedo se è normale stare male dopo le sedute con umore sotto i piedi e ansia molto accentuata.

Anche le notti diventano parecchio insonni e non so se continuare o meno questo percorso.

Il terapista mi dice che è "normale" perché stiamo aprendo cassetti tenuti chiusi e di conseguenza le emozioni si fanno sentire con conseguenza di malesseri che pian piano passeranno.

Grazie mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
prima di tutto la ringrazio perché la sua domanda mi offre l'opportunità di chiarire qualcosa che forse sarà utile anche ad altri utenti.
Tenga conto che alcuni psicologi sostengono che la sofferenza in terapia è perfettamente inutile, anzi da evitare, e altri sostengono invece che senza "attraversare la propria angoscia" è impossibile guarire.
Affermazioni categoriche di questo tipo confondono il paziente. Vengono pronunciate in riferimento a situazioni differenti, in condizioni diverse del paziente e per diverse metodologie di intervento terapeutico.
In particolare, in un percorso psicologico viene stipulato un contratto verbale tra curante e paziente: ci si occuperà solo di messe a punto marginali (problemi sul lavoro o nello studio, conflitti in famiglia di recente origine, altro che riguardi settori limitati della vita del paziente) oppure si interverrà a tutto campo su problemi che sistematicamente si presentano nella vita del paziente (relazioni sempre dolorose, depressione mascherata, etc.).
La richiesta del paziente è importante, ma ancora di più lo è la valutazione clinica del professionista, perché a volte il paziente si presenta in seguito ad una crisi acuta con un problema che a lui sembra piccolo, e lo psicologo appura che invece è la punta di un iceberg.
Tento qualche esempio, consapevole che non posso esaurire tutta la gamma delle situazioni.
Immaginiamo qualcuno cha va dallo psicologo perché non riesce, con un certo partner, ad avere la relazione stabile che desidera. Il professionista può rilevare delle modalità disfunzionali di approccio tra i partner e suggerire delle tecniche per correggerle. Ma se da parte del paziente c'è una particolare resistenza a cambiare modalità di approccio, può emergere un problema di fondo nella concezione di sé, degli altri, della vita, per il quale non è sufficiente una ristrutturazione cognitiva, dal momento che le idee del paziente sono radicate nella sfera profonda delle emozioni vissute fin da bambino.
A questo punto l'intervento deve andare più a fondo ed è doloroso, perché porta allo scoperto elementi che il paziente molto precocemente ha rimosso in quanto inaccettabili, per dirla con gli psicoanalisti, o per dirla con i cognitivo-comportamentali, la terapia distrugge schemi e barriere cognitive che il paziente si era costruito come scudi e lo lascia indifeso.
Sta al terapeuta procedere con la dovuta cautela perché non si attui un trauma nella psiche del paziente, ma questo non vuol dire che il dolore non vada attraversato, anzi fa parte della terapia acquisire l'esperienza adulta di poter affrontare quello che in altri tempi si era eluso.
A questa procedura che comporta un'inevitabile sofferenza si sottraggono certi pseudo professionisti non psicologi, che usano un solo metodo: quello manipolatorio. Questi promettono infallibili guarigioni e blandiscono il paziente ripetendogli che lui è buono, bravo, senza colpe, e che è il mondo attorno a lui che è sbagliato.
Lei sembra una persona di buon senso, per cui non ritengo necessario aggiungere quali sono gli esiti di queste "consulenze".
La sua attuale perplessità va discussa con il suo terapeuta. Dovrete prendere in considerazione la richiesta da lei portata in terapia e il cammino che state percorrendo.
Ci sarà gradito essere tenuti al corrente.
Le faccio molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie infinite per queste parole.
Mi rivedo molto nell' esempio della punta di un iceberg...si inizia il percorso portando in terapia ciò che ci fa stare male e poi è da lì che inizia il vero percorso...che mette in discussione e fa lavorare molto.
Posso dire di aver trovato un terapeuta molto in gamba che ha saputo tirare fuori molti miei vissuti e il fidarmi di questa persona mi ha permesso di portare avanti tale percorso.
Non è facile perché le emozioni sono tante e capisco che è "normale" questo mio malessere.
Grazie infinite
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Prego, gentile utente. Spero di esserle stata utile.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com