Come superare una delusione d'amore e smettere di sperare in un suo ritorno?

Sono una 30enne.
Mi sono trasferita per lavoro e un ragazzo si è interessato a me.
Per il mio carattere chiuso non ho mai avuto una storia ma solo una breve frequentazione.
Mi butto: usciamo 4-5 volte, parliamo tanto e ci diciamo che ci piacciamo.
Prima di Natale mi ruba un bacio inaspettato.
Dopo le vacanze ci comportiamo come una vera coppia, ma lui non si avvicina fisicamente.
Intuisco che cerca delle conferme e trovo il coraggio di dagli un bacio.
Cominciamo ad avere più contatto fisico, ci teniamo per mano, parliamo di noi alle nostre famiglie, ma non abbiamo un approccio sessuale, anche se c'è attrazione.
Lui dice di essere uno molto lento nelle relazioni, e io pure, quindi la cosa mi va bene.
Non prova mai ad allungare le mani, anche se a volte dice qualche frase forte, come se non mi fermo finisce che ti spoglio oppure il prossimo anno andremo a vivere insieme.

Penso di aver trovato la persona giusta e mi innamoro.
Conosco i suoi difetti, ma non riesco a trovarne uno tale da essere insormontabile, parliamo di tutto e sono felice perché abbiamo gli stessi obiettivi di vita.
Ci coinvolgiamo nelle rispettive passioni.
In un periodo stressante per lui percepisco che c’è qualcosa che non va: mi dice che mi farà conoscere i suoi amici ma non lo fa, mi chiede se voglio fare un weekend con lui, ma poi non se ne fa nulla, e non abbiamo mai ufficializzato.
Lui è un professionista molto impegnato, e decido di aspettare e di non parlargli (sbagliando) per evitare di appesantirlo.
Fino a fine agosto facciamo programmi e prendiamo impegni.
Lo invito da me, ma quello stesso giorno mi lascia con un messaggio, dicendo che siamo diversi, che non sente ardere il fuoco dentro e che con me gli è mancato un certo stile di vita di coppia (che mi lascia pensare all’approccio sessuale, anche se non lo ha esplicitato).

Non pensavo che dopo un anno si potesse rompere così una relazione senza mai un litigio, inoltre non vedo queste differenze.
Gli ho chiesto di parlarne, ma non ha voluto.
Lui è pieno di amici ed esce sempre, io sono più pacata, sto più in casa, ma questo non è mai stato motivo di contrasto.
Ho pensato che gli sia mancata la sessualità: sospetto che aspettasse qualcosa da me e mi sento in colpa.
Mi sento vuota, la mia mente non riesce a far coincidere la persona reale che mi amava con quella virtuale che mi ha lasciata.
Ho crisi di pianto, ho sentito una psicologa che dice di lavorare sull'autostima, ma non riesco più a uscire di casa perché ogni cosa che vedo mi ricorda lui.
So che i sentimenti possono cambiare, ma ho paura di non riuscire a superarlo e spero che possa ripensarci.
Penso che non riuscirò mai a stare bene con qualcun altro.
Mi sono innamorata quando non cercavo un amore, quindi so che non ha colmato un vuoto, ma ora me lo ha lasciato.

Come posso uscirne?
Come potrò fidarmi di qualcuno senza paragonarlo a lui?
Mi sento come se mi avessero fatto assaggiare il cioccolato per la prima volta e poi me ne avessero privato per sempre.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
mi dispiace la sofferenza che sta attraversando e approvo la sua idea di affidarsi subito ad una psicologa, con la quale le suggerisco di cominciare l'elaborazione del lutto, insieme al ripristino dell'autostima.
L'aspetto più doloroso delle perdite come quella che ha subito, infatti, è nell'incomprensibilità della persona e dei fatti.
Gli esseri viventi hanno bisogno di muoversi in una realtà comprensibile. Le relazioni tra gli esseri umani, essendo prodotte dal sentimento ma anche dalla volontà, dovrebbero presentare caratteri comunicabili: nascono non solo dall'irrazionalità ma anche dal ragionamento, e dovrebbero svolgersi e concludersi in base a criteri razionali. Lei stessa infatti scrive: "Penso di aver trovato la persona giusta e mi innamoro": in altre parole, dà il via al processo di innamoramento solo dopo aver valutato il possibile partner.
In realtà, la parte razionale non è presente nella stessa misura in tutti. L'attrazione e l'innamoramento nascono da spinte inconsce che hanno origine nella natura, mentre il desiderio di costruire una relazione nasce da istanze più attinenti al sociale, storicamente costruite.
In ogni caso, sentimenti e volontà razionale non sempre danno vita a un dialogo sincero tra gli esseri umani, e non per la volontà di mentire, che pure esiste, ma per un'incerta conoscenza di ciò che davvero si vuole e per una serie di equivoci su ciò che l'altro a sua volta vuole.
Lei ora si tortura non solo per la perdita dell'amore che credeva di avere, ma per il significato di quest'amore, che di fronte allo svolgimento dei fatti le sfugge, non è più quello, non le lascia nemmeno un ricordo da proteggere; nemmeno la certezza che sia davvero esistito, e in che termini.
Viviamo in un'epoca in cui sono cadute tutte le regole dei rapporti tra le persone; al di fuori dell'attrazione, spesso mediata e fuorviata da pressioni sociali, non si capisce più cosa cerchino i partner l'uno dall'altro.
Quello che è successo a lei ha avuto almeno qualche parola di spiegazione; recentemente ho visto una persona che ha subito un ghosting improvviso e inspiegabile, ed entrambi i membri della coppia hanno cinquant'anni.
Il rischio, per lei, è che nello sforzo disperato di comprendere quello che è successo, si colpevolizzi, punti su quelle che le sembrano le sue carenze.
In realtà una spiegazione un po' più realistica potrebbe conseguire ad una terapia di coppia, che come più volte abbiamo spiegato non serve a "riappiccicare" i due partner, ma a farli comprendere tra loro, al di là delle timidezze, delle resistenze, etc.
Questo è impossibile perché spesso uno dei due non è disposto al dialogo. Allora l'alternativa è farsi accompagnare da un esperto nella disamina attenta delle possibili cause di ciò che è successo, disamina che soprattutto ha lo scopo, non di svelare ciò che è occulto, ma di evitare altro dolore a chi è stato abbandonato, che può essere prodotto dall'attribuirsi "colpe" inesistenti o dall'idealizzare l'altro, facendone un mito a inibendosi così ogni altra relazione.
Le auguro un buon percorso psicologico e il ripristino di tutta la sua capacità di amare. Con affetto.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com