Come aiutare un bimbo di 8 anni dopo la perdita del papà

3 anni fa, a causa di una brutta malattia mio figlio ha perso il papà, nel primo periodo il bambino ha avuto delle crisi nervose, urla, pianti continui e rifiuto della scuola.
Siamo andati da uno specialista ha fatto un paio di colloqui, sembrava tutto stesse andando per il meglio e abbiamo interrotto sotto consiglio dello specialista i colloqui.
Adesso dopo un anno che non va più dalla psicologa, il bambino ha ripreso con le solite crisi, urla che gli manca il padre, si rifiuta ad andare a scuola perché dice che le manca la mamma, ed in tutto questo caos non accetta di vedermi con accanto un altro uomo.
Subito ho pensato di interrompere la mia relazione perché pensavo fosse questo il motivo, ma non so se sia la cosa giusta.
Vorrei qualche consiglio cosa posso fare per aiutare mio figlio.
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 189 19
Gentile utente,

mi dispiace molto per questa perdita.
Immagino che si sia trovata in un momento di grande difficoltà e smarrimento. Immagino che abbia avvertito -e avverta tuttora- la necessità di ancorarsi alla realtà, essere forte per suo figlio, mostrargli solidità e stabilità, sentendo tuttavia, in alcuni momenti di vacillare.
Le crisi di suo figlio potrebbero essere la risposta ad un dolore incomprensibile ed incontenibile e un tentativo di richiamare su di sé il suo sguardo, trovare riparo, conforto e consolazione.

Che rapporto aveva col papà del bambino? Eravate insieme o separati?
Nel primo caso avrebbe dovuto concedersi del tempo per elaborare la perdita del suo compagno.
Credo che il pensiero di interrompere la relazione con l'uomo che sta attualmente frequentando nasca da un senso di colpa verso suo figlio, dal voler compensare l'assenza del papà con la sua presenza, costante e assoluta.
Per quanto ciò sia comprensibile le consiglio di non farlo perché non deve dimenticarsi di sé stessa, mettersi da parte come persona, negare i suoi bisogni e il suo diritto di essere felice. Questa sua nuova relazione potrà inoltre essere per lei un'iniezione di vita, di speranza, un aprire ancora la porta all'amore, e di conseguenza un insegnamento per suo figlio e un'opportunità di conoscere una persona che voglia bene alla sua mamma e anche a lui.

A volte la morte insegna la vita, l'amore, l'importanza dell'altro, e dunque in questa drammatica circostanza lei potrebbe cogliere la possibilità di affrontare questi argomenti con suo figlio, rispondere alle sue domande, avvicinarlo con dolcezza e utilizzando un linguaggio adeguato alla sua età, ad un tema come la morte, dal quale i bambini non dovrebbero essere tenuti lontani.
Le suggerisco di avviare un percorso psicologico per il bambino, che ha bisogno di un luogo in cui portare il suo disagio ed essere accolto e contenuto, e uno per sé stessa, per concedersi la possibilità di fermarsi, ascoltarsi, farsi accompagnare lungo strade tortuose, e poter esprimere paura e vulnerabilità senza sentirsi in dovere di essere forte.

Auguri per tutto!

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it