Se abbandono l’università, ho fallito ?

Buongiorno, sono una ragazza di 19 anni, sono sempre andata bene a scuola e riuscivo a studiare con non molte difficoltà e poi, dopo il covid, ho sviluppato una forma di ansia da prestazione che non mi permetteva di vivere al meglio l’ambiente del liceo.
Grazie ad un confronto con una psicologa a scuola, sono riuscita a gestire i miei attacchi di ansia e, in modo altalenante, finire l’esame di maturità con 97, voto che per un po’ mi ha fatto stare male, perché mi sono sempre impegnata, ho sempre dato e richiesto tanto da me, e quel voto lo consideravo come un fallimento, tanto da arrivare a pensare se ne fosse valsa la pena tutto quell’impegno, e se era veramente ció che volevo o se ero soltanto condizionata dall’idea che gli altri avevano su di me.
Sono comunque riuscita a superarlo in fretta ed ero ansiosa di iniziare finalmente una facoltà che mi interessasse, che mi appassionasse (ovvero matematica), nonostante non avessi la minima idea di cosa fare dopo.
Mi sono trasferita in un’altra città insieme ad un mio amico e dopo soli 3 giorni di frequenza, ho capito che non era la mia strada, in quanto non era come l’avevo immaginata.

Ora il problema che mi pongo è che non riesco a trovare nessun’altra facoltà che mi possa appassionare, che mi possa interessare per un eventuale futuro lavorativo, e non so se quest’impressione riflette il fatto che forse io in primis non voglio fare questo nella vita, che forse per tutti questi anni sono andata bene a scuola, ho studiato e mi sono impegnata, solo perchè gli altri si aspettavano molto da me, quindi l’idea è di fare la rinuncia agli studi, ma ho paura di risultare un fallimento agli occhi dei miei genitori, o delle persone che ho intorno, in più non saprei cosa fare, visto che con il solo diploma del liceo non posso fare granché.
Non so se prendermi un anno per schiarirmi le idee e magari iniziare a lavorare così da non far pesare la vita fuori sede ai miei genitori, ma ho paura che in questo tempo non riesca comunque a capire cosa voglia fare dalla vita e di perdere dunque un anno inutilmente; allo stesso tempo provare altre facoltà mi sembra inutile, ho provato a seguire qualche lezione ma nessuna mi ha interessato o invogliato ad intraprendere lo studio.
Non so nemmeno se tornare a casa, ma anche lì comunque sarei nella stessa situazione di ora, ed in più lascerei l’appartamento solo al mio amico, il quale ovviamente non può permettersi di pagare l’affitto da solo e/o allo stesso tempo di trovare un altro inquilino in così poco tempo.
Mi ritrovo dunque in una situazione difficile in cui non so cosa fare e come gestirla, in più sono giorni veramente pesanti, in cui penso molto, e questi pensieri poi si scaturiscono in attacchi di ansia sempre più frequenti.
Ringrazio in anticipo per le risposte, buona giornata
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Dr. Michele Loia Psicologo 92 2 3
Gent.ma,

ho letto il suo racconto e le faccio i complimenti per aver trovato il coraggio di esternare i suoi dubbi e le sue perplessità.
Da quello che emerge dalle sue parole è una certa ansia associata alla paura di ferire o condizionare altre persone a lei vicina (famiglia? amico?).
Quando si ha la mente invasa da una fitta rete di pensieri del tipo "e se ", può capitare di sentirsi intrappolati con il conseguente senso di angoscia. Sicuramente la sua ansia è complice di questo periodo di indecisione.
E' molto frequente, soprattutto nei primi mesi di università, sentirsi divisi tra diverse opzioni, specialmente quando si tratta di decisioni che possono avere un impatto significativo sulla propria vita.
Certamente che potrebbe essere utile prendersi un po' di tempo per valutare sia priorità che i suoi obiettivi a lungo termine. Le domande sulle quali voglio che rifletta sono: Qual è la sua visione per il futuro? Cosa spera di ottenere dalla carriera universitaria? Quali sono le sue aspettative per se stessa in un futuro lavorativo?

Lei dice che ''Mi sono trasferita in un’altra città insieme ad un mio amico e dopo soli 3 giorni di frequenza, ho capito che non era la mia strada, in quanto non era come l’avevo immaginata.''

Certo può succedere, sicuramente sarà successo a tantissimi suoi colleghi.
Prima di prendere qualsiasi decisione potrebbe considerare l'idea di parlare con un consulente o uno sportello di ascolto accademico presso l'università per discutere le sue preoccupazioni e vedere se ci sono opzioni che potrebbero renderle più gestibile il percorso di studi.
Svolgere un colloquio con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere quali motivazioni sostengono una scelta piuttosto che un'altra e aiutarla nel prendere quella migliore per lei.
L'importante è parlarne.

Mi tenga aggiornato
Saluti

Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com

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Utente
Utente
La ringrazio per le sue parole che in un certo senso mi hanno sbloccato qualcosa. Avevo già in mente di rivolgermi a qualcuno, proprio perché sento il bisogno di confrontarmi. Grazie ancora per la disponibilità!
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Dr. Michele Loia Psicologo 92 2 3
Mi fa piacere di aver contribuito ad analizzare la sua storia sotto altri punti di vista.
Parta da un confronto costruttivo con un/a collega e non smetta mai di sognare.

Saluti

Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com

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Utente
Utente
La ringrazio veramente, è stato di grande aiuto e grazie ancora per le bellissime parole.