Studio: capacità analitiche e raggiungimento obiettivi
Sono una studentessa ma presso il mio ateneo non è attivo il consueto servizio di consulenza psicologica: ecco il motivo per il quale mi rivolgo a questo sito.
La mia carriera universitaria e professionale è molto frustrante in quanto manco di capacità di sintesi. Ciò comporta il fatto che l'obiettivo (esame o consegna lavoro o qualunque altro) sia da me raggiunto in tempi molto più lunghi della norma, o che alla fine, dopo un lungo e faticoso lavoro io non riesca a concludere alcunchè.
In qualche caso i docenti più attenti mi riempiono di complimenti in sede d'esame, ma immancabilmente aggiungono: "strano, non l'avrei mai detto! Non sembravi affatto una ragazza in gamba!". Ovviamente soffro della disistima altrui e mi provoca problemi concreti la mia lentezza. Ma, da studentessa di architettura, mi brucia ancor di più il fatto di non essere ancora riuscita a fare un progetto che IO giudichi veramente valido, ed in cui sia riflessa la mia profonda convinzione che la storia, lo spirito, la capacità evocativa dei luoghi DEVE essere rispettata, e in cui i lunghi studi preliminari siano un punto di forza e non di debolezza.
Mi risuonano in testa le parole di quel professore che mi ha gridato che sono una che sa solo "masturbarsi" mentalmente, una presuntuosa, un'incapace. Persino di notte la sua voce mi assorda e non riesco a dormire (forse una conferma della sua ragione!!) Eppure dentro di me continuo disperatamente a credere nella mia forza e nella materia che ho scelto di studiare.
La mia carriera universitaria e professionale è molto frustrante in quanto manco di capacità di sintesi. Ciò comporta il fatto che l'obiettivo (esame o consegna lavoro o qualunque altro) sia da me raggiunto in tempi molto più lunghi della norma, o che alla fine, dopo un lungo e faticoso lavoro io non riesca a concludere alcunchè.
In qualche caso i docenti più attenti mi riempiono di complimenti in sede d'esame, ma immancabilmente aggiungono: "strano, non l'avrei mai detto! Non sembravi affatto una ragazza in gamba!". Ovviamente soffro della disistima altrui e mi provoca problemi concreti la mia lentezza. Ma, da studentessa di architettura, mi brucia ancor di più il fatto di non essere ancora riuscita a fare un progetto che IO giudichi veramente valido, ed in cui sia riflessa la mia profonda convinzione che la storia, lo spirito, la capacità evocativa dei luoghi DEVE essere rispettata, e in cui i lunghi studi preliminari siano un punto di forza e non di debolezza.
Mi risuonano in testa le parole di quel professore che mi ha gridato che sono una che sa solo "masturbarsi" mentalmente, una presuntuosa, un'incapace. Persino di notte la sua voce mi assorda e non riesco a dormire (forse una conferma della sua ragione!!) Eppure dentro di me continuo disperatamente a credere nella mia forza e nella materia che ho scelto di studiare.
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(..)Eppure dentro di me continuo disperatamente a credere nella mia forza e nella materia che ho scelto di studiare.(..)
gentile ragazza, questo è un ottimo punto di partenza. Tuttavia l'irrigidirsi su determinate idee
(..) la mia profonda convinzione che la storia, lo spirito, la capacità evocativa dei luoghi DEVE essere rispettata, e in cui i lunghi studi preliminari siano un punto di forza e non di debolezza.(..)
seppur importanti, può sfociare in atteggiamenti disfunzionali.
la sua idea è giusta nella misura in cui le permette di risolvere determinati problemi e portare a termine determinati compiti. Se la sua convinzione non le permette di far questo allora non crede che debba essere rivalutata?
Come avviene in tutti gli ambiti scientifici, una teoria (nel suo caso una convinzione) è valida solo se permette di risolvere problemi ed ottenere risultati.
saluti
gentile ragazza, questo è un ottimo punto di partenza. Tuttavia l'irrigidirsi su determinate idee
(..) la mia profonda convinzione che la storia, lo spirito, la capacità evocativa dei luoghi DEVE essere rispettata, e in cui i lunghi studi preliminari siano un punto di forza e non di debolezza.(..)
seppur importanti, può sfociare in atteggiamenti disfunzionali.
la sua idea è giusta nella misura in cui le permette di risolvere determinati problemi e portare a termine determinati compiti. Se la sua convinzione non le permette di far questo allora non crede che debba essere rivalutata?
Come avviene in tutti gli ambiti scientifici, una teoria (nel suo caso una convinzione) è valida solo se permette di risolvere problemi ed ottenere risultati.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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Gentile ragazza, per essere una persona che mancherebbe di capacità di sintesi, devo dire che è riuscita a contenere la sua domanda più di quanto riescano a fare altri utenti. La mia impressione è che più che le capacità - di sintesi o altro - le manchi fiducia in se stessa. D'altra parte la fiducia in se stessi può derivare solo dall'esperienza, ma se ci si lascia impaurire non ci sentiamo motivati a farne, ma casomai a restare fermi.
Ecco perché dovrebbe consultare uno psicologo/psicoterapeuta, di persona, per fare luce su questi aspetti ed eventualmente capire come rafforzarsi là dove ne ha più bisogno.
Cordiali saluti
Ecco perché dovrebbe consultare uno psicologo/psicoterapeuta, di persona, per fare luce su questi aspetti ed eventualmente capire come rafforzarsi là dove ne ha più bisogno.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Gentilissimi dottori,
vi ringrazio per la vostra gentilezza e cortesia. Il dott. De Vincentiis ha fatto un'osservazione molto costruttiva e interessante; mi sforzo spesso di non essere dogmatica e cerco di lavorare molto sulla capacità di ascolto e sull'umilità. Ciononostante il problema di metodo resta: sostituito il mio, inefficace, non riesco ad adottarne altri. Pur avendoci provato, non sono soddisfatta dei risultati, semplici scopiazzature del lavoro di altri e per di più ottenute ugualmente in tempi lunghi.
Terrò presente il consiglio del dott. Santonocito, che probabilmente è l'unica soluzione.
Grazie mille e cordiali saluti
vi ringrazio per la vostra gentilezza e cortesia. Il dott. De Vincentiis ha fatto un'osservazione molto costruttiva e interessante; mi sforzo spesso di non essere dogmatica e cerco di lavorare molto sulla capacità di ascolto e sull'umilità. Ciononostante il problema di metodo resta: sostituito il mio, inefficace, non riesco ad adottarne altri. Pur avendoci provato, non sono soddisfatta dei risultati, semplici scopiazzature del lavoro di altri e per di più ottenute ugualmente in tempi lunghi.
Terrò presente il consiglio del dott. Santonocito, che probabilmente è l'unica soluzione.
Grazie mille e cordiali saluti
[#4]
Gentile Utente,
leggendo la sua mail mi è venuta in mente l'immagine di una persona che cerca di raggiungere quel puntino al di là del tunnel, ma che non ci riesce mai, il puntino è sempre lì ad un palmo di mano.
Il puntino ovviamente rappresenta la perfezione, ma non quella che gli altri possono o non possono valutare (ad esempio attraverso il voto d'esame) ma la "perfezione" che Lei intende come tale.
Probabilmente Lei ha un concetto molto rigido di "obiettivo", forse basato su giudizi maldestri ricevuti in passato, che la porta a rimuginare continuamente su alcuni particolari (magari il suo vecchio prof intendeva questo riferendosi alla "masturbazione").
Mi ha inoltre incuriositio il Suo incipit: ha scritto a noi perchè l'Università non dispone di un aiuto psicologico.
Ci sarebbe da chiedersi perchè non ha provato a cercare un aiuto in questo senso da un'altra parte (ad es l'ASL se non può permettersi un terapeuta privato), e quindi mi chiedo se l'andare dallo Psicologo, per caso, possa essere da Lei pensato come un altro fallimento. Almeno su internet c'è questa via di mezzo, no?
Però di una cosa sono certo: quello che Lei chiama "testardaggine" (non cambia Facoltà, ad esempio) io la chiamo "tenacia": entrambe iniziano con la "t", questo non le suggerisce qualcosa?
A volte, lo stesso particolare, può essere riletto in termini positivi, non necessariamente negativi. Un po' come la storia delle "t", per intenderci.
leggendo la sua mail mi è venuta in mente l'immagine di una persona che cerca di raggiungere quel puntino al di là del tunnel, ma che non ci riesce mai, il puntino è sempre lì ad un palmo di mano.
Il puntino ovviamente rappresenta la perfezione, ma non quella che gli altri possono o non possono valutare (ad esempio attraverso il voto d'esame) ma la "perfezione" che Lei intende come tale.
Probabilmente Lei ha un concetto molto rigido di "obiettivo", forse basato su giudizi maldestri ricevuti in passato, che la porta a rimuginare continuamente su alcuni particolari (magari il suo vecchio prof intendeva questo riferendosi alla "masturbazione").
Mi ha inoltre incuriositio il Suo incipit: ha scritto a noi perchè l'Università non dispone di un aiuto psicologico.
Ci sarebbe da chiedersi perchè non ha provato a cercare un aiuto in questo senso da un'altra parte (ad es l'ASL se non può permettersi un terapeuta privato), e quindi mi chiedo se l'andare dallo Psicologo, per caso, possa essere da Lei pensato come un altro fallimento. Almeno su internet c'è questa via di mezzo, no?
Però di una cosa sono certo: quello che Lei chiama "testardaggine" (non cambia Facoltà, ad esempio) io la chiamo "tenacia": entrambe iniziano con la "t", questo non le suggerisce qualcosa?
A volte, lo stesso particolare, può essere riletto in termini positivi, non necessariamente negativi. Un po' come la storia delle "t", per intenderci.
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Utente
Egregio dott. Bulla,
la ringrazio molto del suo intervento. Se ho pensato al centro ascolto dell'università piuttosto che ad altre risorse è perchè penso al "problema" che ho descritto come una difficoltà legata e "circoscritta" allo studio e all'apprendimento,che pur comportando reali danni in termini di tempo, carriera, e soddisfazione personale, è cosa ben diversa dal vero disagio psicologico. Ho conosciuto gente con veri problemi e vedo chiaramente la differenza! Rivolgermi alla ASL mi sembrerebbe un po' un "usurpare" un servizio destinato alla cura di gente con problemi ben più gravi! Sto comunque valutando le possibilità di consultare un terapeuta. Grazie
la ringrazio molto del suo intervento. Se ho pensato al centro ascolto dell'università piuttosto che ad altre risorse è perchè penso al "problema" che ho descritto come una difficoltà legata e "circoscritta" allo studio e all'apprendimento,che pur comportando reali danni in termini di tempo, carriera, e soddisfazione personale, è cosa ben diversa dal vero disagio psicologico. Ho conosciuto gente con veri problemi e vedo chiaramente la differenza! Rivolgermi alla ASL mi sembrerebbe un po' un "usurpare" un servizio destinato alla cura di gente con problemi ben più gravi! Sto comunque valutando le possibilità di consultare un terapeuta. Grazie
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.1k visite dal 25/09/2009.
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