Intrappolata nel passato - vorrei tornare indietro e cambiare tutto
Buongiorno,
non potendo permettermi un vero e proprio percorso psicologico (e so che dovrei intraprenderne uno), spero almeno di ricevere qui qualche parere.
Mi sento in intrappolata nel mio passato, ma anche nel mio futuro.
Mi spiego meglio.
Ho 34 anni e un vissuto famigliare abbastanza travagliato, per cui ho dovuto essere io stessa il mio sostegno psicologico (oltre che degli altri).
Questo ha pesato tantissimo su di me come persona, vivendo alti e bassi abbastanza forti, un forte periodo di apatia e fobia sociale (con episodi di derealizzazione).
Ci ho messo molto per uscire almeno con un piede da questa fossa, ma non riesco a tirare l'altro piede fuori.
Non ho mai creduto in me e ancora oggi fatico a crederci.
Se guardo al passato, ho raggiunto anche diversi traguardi, ma per me è come se non fossero nulla o non valessero.
Non so come spiegarlo, ma è come se fossi distaccata dall'esperienza oppure non riesco personalmente a darci il peso giusto, come se non avessi fatto nulla di che.
Ho finito l'università e purtroppo non ho trovato il lavoro che avrei voluto, o meglio, non ho creduto di poterlo trovare.
Nonostante studiassi veramente ciò che amavo (e che amo tutt'ora), non sono mai riuscita a impegnarmi a pieno, faticando a trovare la motivazione.
Ormai sono passati un po' di anni, mi sono accontentata del primo lavoro trovato (più o meno con l'idea che fossi stata graziata che avessero scelto proprio me) e sono rimasta incastrata in quell'ambiente per diversi anni.
Adesso ho cambiato lavoro, ma la situazione non è cambiata di molto, anzi.
Ultimamente penso spesso a quanto vorrei tornare indietro, cambiare l'approccio al mio percorso universitario, cambiare tutto, credere di potercela fare e approfittare di tutte le occasioni perse.
Diciamo che l'andamento del mio percorso universitario è ciò che mi recremino di più in assoluto: avrei potuto dare tantissimo e invece non l'ho fatto.
È andato anche bene, ma è come se non avessi dato il 200% e ora ne sto pagando lo scotto.
Sono circondata da amici e conoscenti che ce l'hanno fatta, mentre io sento di aver ormai perso il treno, le occasioni sono passate e non riesco a recuperare il tempo perduto perché troppe cose da recuperare si sono accumulaze.
Mi sono anche posta degli obiettivi per cercare di cambiare ciò da qui a un anno, ma è come se non avessi le forze di cominciare.
Mi sento perduta e mi sento ormai troppo indietro rispetto a tutto per riprendere il passo.
Vorrei tanto cambiare prospettiva, me lo riprometto ogni giorno, ma ricado sempre e comunque in un overthinking molto negativo (PS: soffro anche di stati d'ansia).
Avrò forse scritto come un flusso di coscienza e forse con poca coerenza, ma grazie a chi mi aiuterà.
non potendo permettermi un vero e proprio percorso psicologico (e so che dovrei intraprenderne uno), spero almeno di ricevere qui qualche parere.
Mi sento in intrappolata nel mio passato, ma anche nel mio futuro.
Mi spiego meglio.
Ho 34 anni e un vissuto famigliare abbastanza travagliato, per cui ho dovuto essere io stessa il mio sostegno psicologico (oltre che degli altri).
Questo ha pesato tantissimo su di me come persona, vivendo alti e bassi abbastanza forti, un forte periodo di apatia e fobia sociale (con episodi di derealizzazione).
Ci ho messo molto per uscire almeno con un piede da questa fossa, ma non riesco a tirare l'altro piede fuori.
Non ho mai creduto in me e ancora oggi fatico a crederci.
Se guardo al passato, ho raggiunto anche diversi traguardi, ma per me è come se non fossero nulla o non valessero.
Non so come spiegarlo, ma è come se fossi distaccata dall'esperienza oppure non riesco personalmente a darci il peso giusto, come se non avessi fatto nulla di che.
Ho finito l'università e purtroppo non ho trovato il lavoro che avrei voluto, o meglio, non ho creduto di poterlo trovare.
Nonostante studiassi veramente ciò che amavo (e che amo tutt'ora), non sono mai riuscita a impegnarmi a pieno, faticando a trovare la motivazione.
Ormai sono passati un po' di anni, mi sono accontentata del primo lavoro trovato (più o meno con l'idea che fossi stata graziata che avessero scelto proprio me) e sono rimasta incastrata in quell'ambiente per diversi anni.
Adesso ho cambiato lavoro, ma la situazione non è cambiata di molto, anzi.
Ultimamente penso spesso a quanto vorrei tornare indietro, cambiare l'approccio al mio percorso universitario, cambiare tutto, credere di potercela fare e approfittare di tutte le occasioni perse.
Diciamo che l'andamento del mio percorso universitario è ciò che mi recremino di più in assoluto: avrei potuto dare tantissimo e invece non l'ho fatto.
È andato anche bene, ma è come se non avessi dato il 200% e ora ne sto pagando lo scotto.
Sono circondata da amici e conoscenti che ce l'hanno fatta, mentre io sento di aver ormai perso il treno, le occasioni sono passate e non riesco a recuperare il tempo perduto perché troppe cose da recuperare si sono accumulaze.
Mi sono anche posta degli obiettivi per cercare di cambiare ciò da qui a un anno, ma è come se non avessi le forze di cominciare.
Mi sento perduta e mi sento ormai troppo indietro rispetto a tutto per riprendere il passo.
Vorrei tanto cambiare prospettiva, me lo riprometto ogni giorno, ma ricado sempre e comunque in un overthinking molto negativo (PS: soffro anche di stati d'ansia).
Avrò forse scritto come un flusso di coscienza e forse con poca coerenza, ma grazie a chi mi aiuterà.
[#1]
Gent.ma utente,
ho letto il suo racconto di vita e la ringrazio per averci fatto partecipe. Inizio da una sua affermazione ''Mi sento intrappolata nel mio passato, ma anche nel mio futuro'' e tutto il suo racconto giro intorno a questo. La sua mente sta vagando da recriminazioni sul passato a timori e paure sul futuro, così facendo sta perdendo un po' il contatto con il presente, il quale rappresenta l'unico momento su cui poter agire realmente. Rifugiarsi nel passato o anticipare il futuro appare più semplice, mentre vivere nel presente può determinare vissuti angoscianti legati ad aventi oramai superati. Essere consapevoli che non è possibile modificare il passato e che il futuro ci è ignoto può permetterci di sperimentare un senso di presenza indispensabile per agire in maniera adeguata ai propri bisogni.
E' importante vivere nel qui ed ora. Il qui e ora è una filosofia di vita che si basa sul vivere il presente con consapevolezza e accettazione, senza rimuginare sul passato o preoccuparsi del futuro. Si tratta di un modo di essere che implica focalizzare la propria attenzione sul momento presente, senza giudicare o valutare la propria esperienza, ma accogliendola con curiosità e apertura. Il qui e ora non significa ignorare il passato o il futuro, ma riconoscere che l’unico tempo che possiamo vivere è il presente, e che il passato e il futuro sono costruzioni mentali che possono influenzare il nostro stato d’animo e le nostre decisioni. Lei è giovane ed ha tutto il tempo avanti a se per iniziare a sognare.
Dice di aver sperimentato la fobia sociale. In quale occasione?
Le allego un mio articolo in merito: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9054-disturbo-d-ansia-sociale-fobia-sociale.html
Per quanto riguarda il percorso psicologico. Può rivolgersi gratuitamente ai consultori della propria Asl di appartenenza.
Mi tenga aggiornato
ho letto il suo racconto di vita e la ringrazio per averci fatto partecipe. Inizio da una sua affermazione ''Mi sento intrappolata nel mio passato, ma anche nel mio futuro'' e tutto il suo racconto giro intorno a questo. La sua mente sta vagando da recriminazioni sul passato a timori e paure sul futuro, così facendo sta perdendo un po' il contatto con il presente, il quale rappresenta l'unico momento su cui poter agire realmente. Rifugiarsi nel passato o anticipare il futuro appare più semplice, mentre vivere nel presente può determinare vissuti angoscianti legati ad aventi oramai superati. Essere consapevoli che non è possibile modificare il passato e che il futuro ci è ignoto può permetterci di sperimentare un senso di presenza indispensabile per agire in maniera adeguata ai propri bisogni.
E' importante vivere nel qui ed ora. Il qui e ora è una filosofia di vita che si basa sul vivere il presente con consapevolezza e accettazione, senza rimuginare sul passato o preoccuparsi del futuro. Si tratta di un modo di essere che implica focalizzare la propria attenzione sul momento presente, senza giudicare o valutare la propria esperienza, ma accogliendola con curiosità e apertura. Il qui e ora non significa ignorare il passato o il futuro, ma riconoscere che l’unico tempo che possiamo vivere è il presente, e che il passato e il futuro sono costruzioni mentali che possono influenzare il nostro stato d’animo e le nostre decisioni. Lei è giovane ed ha tutto il tempo avanti a se per iniziare a sognare.
Dice di aver sperimentato la fobia sociale. In quale occasione?
Le allego un mio articolo in merito: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9054-disturbo-d-ansia-sociale-fobia-sociale.html
Per quanto riguarda il percorso psicologico. Può rivolgersi gratuitamente ai consultori della propria Asl di appartenenza.
Mi tenga aggiornato
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
[#2]
Utente
Gentile dott. Loia,
la ringrazio molto per avermi risposto e per il tempo dedicatomi. Cercherò di focalizzarmi sul qui e ora come suggerito, nonostante trovi molta difficoltà nel farlo. Penso continuamente alle occasioni perse, a quanto avrei potuto fare e non ho fatto, a dove potrei essere ora, anche se, contemporaneamente, sto cercando di essere un po' più indulgente con me stessa e dirmi che a quel tempo non avrei potuto fare diversamente/non ero consapevole di fare diversamente. L' essere fortemente critica verso me stessa di certo non aiuta e, anzi, perpetua lo stesso circolo vizioso. Per quanto riguarda la sua domanda, ho vissuto un paio d'anni (e più) con ripetuti attacchi di derealizzazione e forti stati ansiosi sociali (es. rimanere bloccata davanti la copisteria non avendo il "coraggio" di entrare e chiedere di fare una fotocopia). Credo che anche la mia protratta bassa autostima ci abbia messo del suo, poiché quel periodo è molto legato anche a un mio fortissimo atteggiamento evitante di situazioni di dialogo e scambio di opinioni con persone/amici/sconosciuti - poiché convinta di essere "stupida" (o meglio, poiché convinta da altre persone attorno di esserlo). Ciò ha avuto come risultato anche lo spendere del tempo prezioso in serate completamente vuote ma basate sul divertimento immediato e superficiale (di cui la maggior parte vedevano come strumento il bere). Serate e giornate che mi pento di aver buttato via. Ovviamente su ciò ho ragionato a posteriori, sebbene sentissi un forte disagio anche all'epoca. Leggerò sicuramente il suo articolo, grazie!
la ringrazio molto per avermi risposto e per il tempo dedicatomi. Cercherò di focalizzarmi sul qui e ora come suggerito, nonostante trovi molta difficoltà nel farlo. Penso continuamente alle occasioni perse, a quanto avrei potuto fare e non ho fatto, a dove potrei essere ora, anche se, contemporaneamente, sto cercando di essere un po' più indulgente con me stessa e dirmi che a quel tempo non avrei potuto fare diversamente/non ero consapevole di fare diversamente. L' essere fortemente critica verso me stessa di certo non aiuta e, anzi, perpetua lo stesso circolo vizioso. Per quanto riguarda la sua domanda, ho vissuto un paio d'anni (e più) con ripetuti attacchi di derealizzazione e forti stati ansiosi sociali (es. rimanere bloccata davanti la copisteria non avendo il "coraggio" di entrare e chiedere di fare una fotocopia). Credo che anche la mia protratta bassa autostima ci abbia messo del suo, poiché quel periodo è molto legato anche a un mio fortissimo atteggiamento evitante di situazioni di dialogo e scambio di opinioni con persone/amici/sconosciuti - poiché convinta di essere "stupida" (o meglio, poiché convinta da altre persone attorno di esserlo). Ciò ha avuto come risultato anche lo spendere del tempo prezioso in serate completamente vuote ma basate sul divertimento immediato e superficiale (di cui la maggior parte vedevano come strumento il bere). Serate e giornate che mi pento di aver buttato via. Ovviamente su ciò ho ragionato a posteriori, sebbene sentissi un forte disagio anche all'epoca. Leggerò sicuramente il suo articolo, grazie!
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 499 visite dal 16/09/2024.
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