Perché non sopporto mia madre?

Buongiorno a tutti, oggi scrivo qui forse anche come valvola di sfogo, sono una ragazza di 26 anni e, non sopporto più mia madre.

Non siamo mai andate troppo d’accordo ma ultimamente è peggiorata la situazione.
Fin da quando ero adolescente non mi concedeva i miei spazi, entrava sempre in camera mia, voleva sempre sapere tutto, chiedeva spiegazioni per qualsiasi cosa anche per le cavolate, ogni volta che rientravo in casa lei di nascosto mi controllava la giacca la borsa etc nella speranza di trovare qualcosa, faceva la stessa cosa in camera mia e io me ne sono sempre accorta (anche mio padre lo sapeva, difatti mi difendeva dicendo che avevo ragione ad arrabbiarmi perché un minimo di privacy ci va) Non mi ha mai supportata, mi paragonava sempre ai miei coetanei sia sul fattore scolastico che personale (peso, hobby obbiettivi etc), non le andava mai bene nulla, non mi diceva mai: brava, sono fiera di te, continua cosi.
La situazione è peggiorata quando 1 anno fa ha cambiato lavoro ed è venuta a lavorare con me, quindi in pratica stiamo insieme h24, anche solo il suo tono di voce mi irrita, ho deciso di comprare casa e andarmene ma purtroppo devo ristrutturare quindi vivrò con lei ancora per almeno 2 anni, ne ha fatto una tragedia: eh ora mi lasci sola, cosa faccio io da sola in questa casa, potevi stare qua, ristrutturavi il piano di sopra e stavi con me, ma perché etcetc, mi ha fatto sentire in colpa, come se io la stessi abbandonando.
È sempre stata molto bigotta di mentalità, chiusa, non le vanno bene i miei tatuaggi i miei piercing, si lamenta quando esco di casa dopo un certo orario perché secondo lei è tardi, sbuffa e fa la faccia scazzata quando le dico che io esco comunque perché ho 26 anni e posso decidere se uscire di casa alle 22 invece che alle 21.
Ogni cosa che le dico e non le piace fa quella faccia quasi schifata che a me fa ribollire il sangue, per evitare di discutere me me vado in camera, e lei si lamenta che non passo mai del tempo con lei anche solo a guardare la tv... è ripetitiva mi opprime, mi ripete 50 volte al giorno che devo fare questo, quello, cosi non va bene, dovresti fare cosi e non cosi, vuole avere la ragione lei e il controllo in pratica di qualsiasi mia azione, dicendomi: eh io ti do solo dei consigli poi fai come vuoi tanto te ne ne freghi e non mi ascolti.
Difatti questo mi spinge a tenerle molto cose nascoste perché tanto so che lei avrebbe da ridire su qualsiasi cosa, perché lo fa sempre, anche in presenza di amici e conoscenti, mettendomi in imbarazzo e spiattellando tutte le mie cose pubblicamente... quindi chiedo, è normale che io senta il desiderio di scappare da mia madre?
Le voglio bene ma basta, non la sopporto più, ogni volta che apre bocca mi sento una scossa nel corpo come se dovessi esplodere, mi da fastidio ascoltarla e parlarci insieme... sono una figlia sbagliata oppure è ora che a 26 anni io possa avere la mia indipendenza e PACE data la situazione costrittiva con mia madre?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

Ogni persona che vive queste emozioni che lei descrive, queste difficoltà relazionali con la propria madre, "sente" di essere l'unica in questa situazione.
Ed è proprio vero che ogni persona è unica; però la situazione di cui si parla qui è piuttosto diffusa.
Essa riguarda una particolare fascia di età dei figli/e, in cui anche lei si trova. Quando si è già sufficientemente adulti da sentire di poter decidere della propria vita, e il non essere del tutto indipendenti economicamente ed emotivamente al punto da poter andar via di casa tranquillamente.
E' quanto ho cercato di descrivere in questa News partendo dai tanti consulti che descrivono questa difficoltà.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .

Dico questo non certo per banalizzare quanto lei narra, quanto piuttosto per fare intuire che la situazione va oltre le due persone di cui si parla qui: lei e sua madre,
per giungere a connotare un modo di essere di molte famiglie italiane di oggi.
I figli vorrebbero andarsene, la famiglia d'origine sta ormai stretta; i genitori si sentono persi senza di loro. Eppure quando loro sono in casa, i genitori si comportano in maniera insopportabile non riuscendo a sintonizzarsi sulla loro reale e età psicologica.

Come uscirne?
La news linkata propone una concreta e fattibile soluzione psicologica..

Per qualsiasi altro chiarimento io sono qui,
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
ma lei, se è reale la situazione che descrive, davvero può chiedere: "è normale che io senta il desiderio di scappare da mia madre?" e : "sono una figlia sbagliata?"
E' proprio vero che il condizionamento mentale prevale sulla limpida visione della realtà. Il rapporto con sua madre, come da lei descritto, è insopportabile, e quello che davvero fa meraviglia è che lei voglia aspettare ancora due anni per andarsene.
Come mai? Nessuna ristrutturazione dura così a lungo. Il suo esitare sulla soglia di una libertà che oltretutto sarebbe positiva per la vostra relazione mi fa pensare a meccanismi di automutilazione introiettati.
Mi chiedo se ha fratelli e sorelle, e soprattutto che ne è di suo padre, visto che sua madre dice: "eh ora mi lasci sola, cosa faccio io da sola in questa casa". Addirittura vi siete messe a lavorare nello stesso luogo!
Quale rapporto invischiato avete costruito?
Le dico questo a prescindere da qualunque valutazione di sua madre, perché non la conosco e perché non posso escludere che abbia delle doti anche eccellenti come persona, ma certamente mostra una singolare incapacità di relazionarsi con lei figlia, e forse anche con altri, a partire dal marito, che può renderla ancora più frustrata e invasiva.
Ci sono ottimi corsi sulla comunicazione anche online. Sua madre potrebbe apprendere lì delle modalità di rapporto che renderebbero più felice lei per prima, poi i familiari.
Ci pensi, e la smetta di attribuirsi dei torti che di fronte a quelli di sua madre, se anche ci sono, scompaiono.
Auguri!

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ristrutturazione dura così tanto perché mi sono fatta un mutuo e un prestito per la ristrutturazione, e con il mio stipendio purtroppo non posso permettermi di pagare mutuo, ristrutturazione e anche vivere da sola, perciò dovrò aspettare di pagare la ristrutturazione (2 anni di finanziamento) per avere abbastanza soldi per poter gestire la casa da sola, avendo soltanto piu il mutuo da pagare che è una parte piccola dello stipendio, che mi permette di vivere sola, detto questo mia madre è venuta a lavorare dove lavoro io perché il posto dove lavorava prima stava chiudendo e dove lavoro io cercavano dipendenti quindi è venuta.. mio papà purtroppo è mancato 3 anni fa x il covid.. non andavano d’accordo e anche lui condivideva i miei pensieri sul quanto fossero tossici i comportamenti di mia madre, mio fratello è andato via di casa per lo stesso motivo mio
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
legga con attenzione l'articolo linkato dalla collega, che le può suggerire soluzioni, almeno transitorie.
Per il resto, mi dispiace per suo padre. Questa grave perdita e l'allontanamento di suo fratello possono aver peggiorato il comportamento di sua madre, ma dovrebbero anche indurla a riflettere.
Un abbraccio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

anticipo qui il nucleo centrale dell'articolo:
"Siamo ben consapevoli che non è facile per figli 20/35enni mettersi nei panni del genitore in difficoltà; di quel genitore che per tutta l'infanzia è stato percepito come potente e inscalfibile. Figli che al contempo non devono dimenticare mai la propria progettualità, il proprio gradino successivo verso l’autonomia psichica e operativa. Non è facile ma occorre lavorarci.

Il distanziamento emotivo permette alla prole, ormai alle soglie dell’età adulta, di vivere senza eccessiva rabbia e risentimento gli interventi dei genitori; pur se talvolta francamente inopportuni in quanto dettati da un senso di inadeguatezza quando non di impotenza.

Occorre entrare nella logica che ognuno dei diversi "attori" della vita familiare "fa il proprio gioco":
il genitore tiene stretto con i denti il proprio ruolo e la propria funzione finché proprio non ce la fa più;
il figlio tende le braccia verso la porta di casa, perché sa che fuori c'è la vita da adulto.

Solo questa chiarezza interiore, soprattutto da parte dei figli, li porta ad avere una certa comprensione nei confronti dei genitori, ma allo stesso tempo a preservare intatta la propria volontà di varcare la soglia." (da La relazione complessa tra figli "giovani adulti" e genitori).

Grazie delle stelline e .. buoni giorni.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/