Vorrei un terzo figlio ma

Salve, ho 39 anni e 2 figli.
Desidero un terzo figlio ed anche mio marito lo vorrebbe.
Nonostante questo non riesco a mettere in pratica la questione.
Non soltanto per semplici motivi organizzativi o economici perché a queste difficoltà potrei sopperire ma perché mi blocco.

Penso che sono oramai vecchia, che questo figlio avrebbe troppa differenza di età con gli altri due miei figli, ed anche che potrei rovinare l'equilibrio familiare.
Ma più di tutto è come se facendo un terzo figlio non andrei avanti in una fase più idonea alla mia età ma è come se tornassi indietro.
Ho la sensazione bruttissima di andare fuori fase è questi che mi tormenta.

Ho pensato allora di togliermi di testa il pensiero ma nonostante a parole io lo dica poi nella mia mente il pensiero è fisso in modo costante e la cosa mi turba.

Mi farebbe piacere avere uno spunto di riflessione.
Vi ringrazio.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
Gentile utente,

a fronte di decisioni importanti non è raro provare sentimenti ambivalenti e pensieri contrastanti. Fare un figlio è una delle decisioni da cui non si torna indietro, e dunque l'ambivalenze è possibile

".. nella mia mente il pensiero è fisso in modo costante e la cosa mi turba..."
Fin quando non si prende una decisione, le energie, i sentimenti, i pensieri sono immobilizzati su quel tal contenuto; ed è per questo che noi consigliamo di darsi un tempo per decidere. Anche per evitare che quel certo contenuto -nel suo caso 'figlio sì, figlio no' diventi un nucleo ripetitivo e ingombrante.

Occorre anche chiedersi quale è il motivo che spinge a desiderare il terzo figlio.
Ma è una domanda complessa, che più perlopiù non ottiene risposta 'vera', dato che i motivi possono affondare nell'inconscio più profondo.
Provi a confrontarsi con questa lettura e a sentire se essa le elicita un nuovo pensiero o emozione.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-diventare-mamma-e-rimanere-amante.html .

Se ritiene ce ne dia riscontro qui.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio dottoressa per la risposta e la lettura consigliata che mi ha fatto riflettere.
In realtà il mio primo figlio è arrivato senza che né io né la coppia fosse pronta. Eravamo giovani e senza stabilità. Abbiamo fatto molti sacrifici non soltanto economici ma anche per creare una famiglia che fosse a se stante all'invischiamento delle famiglie di origine. Ho sofferto molto per differenziarmi e individualizzarmi e cercare allo stesso tempo di farlo fare anche a mio marito.
Nonostante quindi io mi sia occupata al 100% di mio figlio dentro di me è rimasta l'amara sensazione di non averne goduto veramente a pieno perché presa psicologicamente a crescere me e la coppia.
Forse potrebbe essere una forma di riscatto?
Anche se non le nego che la famiglia numerosa comunque l'ho sempre sognata.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
Gentile utente,

Capisco quanto lei scrive riguardo al suo primo figlio,
non è raro che accada.

Eppure successivamente lei ne ha avuto un altro [figlio], di cui non parla.
Neanche del secondo ha potuto forse godere "veramente a pieno"?
Come mai?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Con il mio secondo figlio sono riuscita a fare cose che con il primo non ho fatto, godermi la gravidanza, essere più presente mentalmente, essere una mamma più consapevole ecco.
Anche se il processo di cui le parlavo prima di piena autonomia è avvenuto soltanto qualche anno fa quando ho iniziato a lavorare ed abbiamo comprato la casa.
Però è come se del periodo del mio primo figlio mi fosse rimasta rabbia latente, per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Sono arrabbiata per queste due famiglie che invece di supportarci nel passaggio hanno pensato ai loro bisogni e a tratti sono arrabbiata con mio marito che non se ne accorgeva.
Penso ma se io non fossi stata tanto forte che fine avrebbe fatto la nostra famiglia?
In ogni caso non riesco a trovare il nesso con il desiderio e la paura del terzo figlio.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
".. In ogni caso non riesco a trovare il nesso con il desiderio e la paura del terzo figlio."

E dunque siamo di fronte ad un conflitto interiore, tra desiderio e paura.
Come mai?
Forse uno dei due termini [desiderio vs. paura] non è poi così "vero"? si chiede l* Psicoterapeuta.

Esaminiamo, ad es., primo, il desiderio.

Parlando in generale, spessissimo i figli e le figlie vengono desiderati per motivi che con loro stessi c'entrano poco; ma che piuttosto servono a risolvere delle situazioni (interiori o esterne) dei genitori:
"... il desiderio di un figlio. Esso non sempre coincide con il desiderio di dare vita a una persona, altra da noi, che avrà una vita sua propria. Talvolta è piuttosto il tentativo di rinsaldare l’unione di una coppia traballante, *il riscatto di errori precedenti*, la risposta ad aspettative sociali o a pressioni dei parenti, un desiderio narcisistico, una proiezione di sè, la realizzazione di un sogno adolescenziale.
Anziché cioè essere desiderato per sé , il figlio può essere chiamato al mondo in funzione di qualcos’altro. Servire cioè - nelle intenzioni consapevoli o meno - per altri fini. Tale impostazione può rendere problematica la maternità e rendere difficoltosa la necessaria accettazione del figlio reale.." (In Diventare mamma e rimanere"amante", https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-diventare-mamma-e-rimanere-amante.html ).

Dunque in questi casi il desiderio del figlio appare come incongruo.
E il malessere che il conflitto provoca rappresenta un benefico campanello d'allarme che obbliga l'adulto a riflettere su di sè, identificando e ELABORANDO quegli elementi "in sospeso" a cui il/la figli* dovrebbe dare (inconsapevole) risposta.

La tematica non è semplice, spero di essere risultata chiara su un argomento specialistico.
Così non fosse, replichi pure, sono qui.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
Utente
Utente
Dottoressa penso di aver capito cosa intende dirmi.
Ci sono delle cose che non vanno proprio a gonfie vele, ad esempio il rapporto con mio marito ne ha risentito un po' dei vari problemi passati. Come le dicevo ho un po' di rabbia che ogni tanto si fa sentire.
E spesso ho un desiderio di riscatto proprio per non aver vissuto con serenità ciò che avrei voluto vivere.
Forse proprio per questo nasce la paura, da persona matura e ragionevole non vorrei mai mettere al mondo un figlio con questi presupposti.
Vorrei che fosse il desiderio di dare vita, amore e cura ad una persona che poi sarà libera di vivere la sua vita e non che che sia soltanto un riscatto per me.
Non lo farei mai ...ed ecco perché mi blocco. Non so realmente se il mio desiderio è autentico o va a compensare altro.
[#7]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
Ha compreso benissimo:
"Non so realmente se il mio desiderio è autentico o va a compensare altro."

Occorre dunque prendersi cura del conflitto, della paura. Ossia dei motivi che ne stanno alla base.
Ha/avete mai pensato ad un percorso psicologico che aiuti Lei e/o la coppia a elaborare le situazioni in sospeso?
In questo modo potrebbe 'ripulire il campo' e capire di quale genere di desiderio si tratti.
E farebbe fruttare la fase del dubbio trasformandola in periodo di elaborazione e di pacificazione.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#8]
Utente
Utente
Si dottoressa ci ho pensato ad un percorso psicologico. Penso che mi sarebbe utile. Soltanto che potrebbe essere lungo e farmi arrivare ad un età che qualora poi desiderassi davvero una gravidanza, ne avrei poi i limiti di età.
La ringrazio per il suo aiuto

Cordiali saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
Buona parte dei percorsi psicologici oggi consiste in percorsi brevi focali , che possono durare sei mesi con sedute settimanali. Una ventina di sedute.
Occorre individuare l* specialista psicoterapeuta competente e con esperienza specifica, che affronti direttamente la problematica che la persona porta.
A mio giudizio ed esperienza è importante che le sedute si svolgano in presenza.

La incoraggio a pensarci.

Carissimi saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#10]
Utente
Utente
La ringrazio davvero molto. Le sue parole mi incoraggiano.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 592 67
Ne sono felice.

P.S.
Dimenticavo, anche per chi ci legge:
Sedute gratuite si possono avere anche presso il Consultorio .. con un po' di pazienza stanti le liste d'attesa che caratterizzano questa fase della Sanità pubblica purtroppo.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/