Atteggiamento possessivo

Buon pomeriggio, sono una mamma di un bambino nato 4 mesi fa con una problematica.
La mia gravidanza é stata tranquilla ma ho anche avuto un parto molto complicato, con trasfusioni, insomma ci stavo rimettendo la pelle.
Da due anni a questa parte la ricerca di questa gravidanza é stata tosta a causa mia, ma era molto voluta sia da me che da mio marito.
Mio marito era presente, ma nel contempo ha stretto una amicizia morbosa con una collega.
Per me non era un problema perché credevo che davvero era una semplice amicizia.

La situazione é nettamente peggiorata dopo la nascita di mio figlio.
Si sentivano costantemente tutta la giornata e anche la notte.
Quando ho fatto presente che questa situazione era troppo perché anche di notte un uomo sposato non va contattato, mio marito ha confessato di avere una morbosità su questa persona, un attaccamento di possessione.
Vedeva se era collegata sempre, e si adorava se parlava con qualcun altro che non fosse lui.
A me questa parola possessione ha dato molto fastidio, per cui ho chiesto a mio marito di allentare la presa.
Ma ha Continuato imperterrito a sentirla in maniera costante.
questa persona é sola e libera, io l’ho conosciuta in qualche occasione.
L’ultima volta che l’ho vista, pur non avendo con lei un rapporto di amicizia, ha giudicato il mio modo di essere mamma, affermando che il padre era molto meglio di me.
Ho chiesto a mio marito spiegazioni su alcune frasi dette, tra cui: un figlio é per sempre, una moglie no.
Ma per mio marito la frase non era rivolta a me.
Cosa strana perché lì c’ero io.
Mi sono sentita ferita.
Mio marito ha sempre difeso il suo rapporto con lei affermando che non voleva in alcun modo troncare il rapporto con questa persona perché per lui risultava una amicizia troppo importante.
La cosa che mi ha fatta ancora di più riflettere sul fatto che questa amicizia era davvero troppo, é stata che una sera, visto che mio marito non rispondeva più ai suoi messaggi perché aveva il cellulare rotto, ha chiesto ad un altro collega di venire a casa nostra per sapere se lui stava bene, nonostante lei avesse i miei contatti per poter chiedere notizie.
A questo punto ho cercato di chiedere spiegazioni a lei riguardo questi suoi comportamenti e su queste frasi dette, e ho affermato che secondo me tra loro c’era qualcosa di più che una semplice amicizia.
Nonostante mio marito era presente alla telefonata mia con questa persona, mi ha accusata di averla importunata.
Alla fine il risultato é stato un non chiarimento nemmeno da parte di lei, che mi ha bloccata ovunque.
Questa cosa ha fatto ancora di più innescare il sospetto che la loro non fosse una amicizia così innocente.
Pare che non si sentano più.
Io da allora vivo male il rapporto con mio marito, ho perso la fiducia in lui.
Lui rifiuta anche un consulto psicologico.
Io sarei disposta ad andare per farci aiutare.
Non so più cosa fare.
Grazie
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Dr.ssa Lores Bartelle Psicologo, Psicoterapeuta 14
Decisamente la situazione non è chiara e anch'io penso che se si tratta di amicizia, ha sicuramente sconfinato.
Spesso alcuni uomini, fortunatamente non tutti, all'arrivo di un figlio, sentono come insopportabile il peso della paternità, anche se è stata desiderata, e cercano leggerezza altrove. Di solito la cosa rientra da sola ma non sempre.
Le proposte sono due: una terapia di coppia ma se suo marito la rifiuta categoricamente, allora la seconda proposta è di iniziare a fare lei un percorso di terapia, così si sentirà compresa e sostenuta, potrà iniziare a cambiare atteggiamento e spesso al cambiamento di uno dei due, inizierà a cambiare anche l'altro.
Se lo crede mi contatti anche on-line.

Lores Bartelle