Incinta del secondo figlio, il mio compagno beve

Buongiorno,
Sono incinta del secondo figlio (3 mese), il che implica nausee non stop, anche di notte, bruciori intestinali tutto il tempo, mal di testa da circa un mese.
Mia figlia ha 24 mesi.
Il mio compagno non mi aiuta in niente, Al massimo le mette le scarpe o le mette un maglioncino quando proprio sono in ritardissimo.
L'avrà portata in giardino 2 volte.
Gli chiedo 5 volte di leggerle un paio di libri mentre le asciugo i capelli ma non riesce a mettere giù il telefono e legge a malavoglia.
Le avrà letto 10 volte in due anni.
Per giocare con lei la fa ridere o solletico.
Non mi aiuta con la casa.
Nell'ultimo mese avrà cucinato 3 volte.
Beve da quando ha 15 anni.
Ha effettivamente "molte ragioni" per bere, ha sfiorato la morte molte volte, ha dei dolori cronici e la medicina occidentale è incapace di alleviarlo, insonnia; un padre che ha quasi ucciso suo fratello bébé, sua madre e pure il mio compagno.
Ha perduto molte persone care tra cui due "figure paterne" e il migliore amico un anno fa e Al cui funerale non è potuto andare perché privato.
Lavoro: ogni volta faceva un incidente o altro e doveva lasciare da un giorno all'altro e penso che quando gli ex datori sono contattati non devono parlare troppo bene di lui... anche se quando è sul terreno gli fanno sempre i complimenti, sinceri.
Sono 3 anni che viviamo con il mio stipendio il Che non aiuta la sua autostima.
Riesce a non bere, per esempio per tre settimane (fino a 3 giorni fa) per un'analisi del sangue (problemi giustizia) mi è sembrato di ritrovare l'uomo che amo, e non aveva alcun sintomo (tremori, vomito...non li ha mai).
gli avevo detto che sono fiera di lui.
e zac in due giorni si è bevuto 1 bottiglia di vino e 17 birre.
È normale?
Non credo... Non beve tutti i giorni, ha già fatto 6 mesi di astinenza... e quindi se ora beve di nuovo è perché sceglie di farlo, non è schiavo dell'alcool come qualcuno che non può stare neanche un giorno senza, quindi non gli importa niente di noi?
So che ci ama ma concretamente non so più cosa raccontarmi.

Non è violento né abusivo, mi avrà detto 1 parolaccia in 4 anni, però mi sento sola, mi sento sempre più svuotata, non so mai quando posso contare su di lui, sta male sempre e quindi non riesce neanche a chiedermi come sto.
So che tiene a me, Non voglio lasciarlo perché merita tutto l'amore del mondo e ucciderebbe mia figlia essere lontana da lui.
Gli ho detto che quando beve avrei voglia di essere morta.

Rimanere incinta di nuovo è l'ultima cosa che volevo, gliel'avevo detto mille volte, ma troverei immorale da parte mia uccidere un essere umano innocente.
Ho bisogno che sia presente perché sto davvero male fisicamente e in più sono senza lavoro Ora, la pancia comincia a vedersi.
Bisognerebbe proprio che riuscisse a occuparsi della sua famiglia, ora più che mai.

Gli chiedo perché beve e mi risponde Che non lo sa.
Gli dico"se le cose non cambiano vado dai miei e vedrai tua figlia ogni 5 anni"non risponde.

Che fare/dire?
Va già da uno psicologo specializzato
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

Spiace molto la sofferenza soggettiva che traspare dal Suo consulto,
anche per il fatto che in gravidanza occorrerebbe essere il più possibile serene.

Qui Lei mette in fila moltissimi motivi per essere scontenta del suo compagno, presenti e passati.
Essi riguardano
alcuni Suoi comportamenti: il bere, il non aiutare in casa e con la bimba;
ma non il suo modo di essere, e che "merita tutto l'amore del mondo".

Quindi ci viene il dubbio che forse i suoi malessere continui -e che sappiamo presenti di frequente nel primo trimestre di gravidanza- possano farLe sentire più acutamente l'esigenza di essere sostenuta e aiutata. E che le mancanze del suo compagno, che esistevano anche prima della gravidanza, vengano enfatizzate per questi (giustificabili) motivi.

Ma non è certo con la minaccia di tornare dai Suoi genitori che Lei lo aiuta, nè che lo sprona ad essere più presente. E' difficile cambiare le proprie abitudini in breve, a motivo della gravidanza; quando magari ci sta lavorando da tempo con il proprio psicologo.
Potrebbe chiedere al suo compagno di riferire esattamente al proprio psicologo i motivi della Sua sofferenza, di Lei che ci scrive. Per individuare insieme a lui delle modalità più efficaci di cambiamento.
Anche lei potrebbe aver bisogno di un sostegno, in questa difficile situazione nella quale una seconda gravidanza sarebbe stata l'ultima cosa che desiderava. Chissà se i suoi orari di lavoro le permetterebbero l'accesso allo psicologo del consultorio per alcune sedute.

Un abbraccio.
Dott. Brunialti

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P.S. per i lettori.
Nel caso di situazioni complesse e che inducono a voler escludere con decisione una possibile gravidanza, è altamente consigliabile utilizzare metodi contraccettivi di massima efficacia e che rendono la donna direttamente responsabile della propria fertilità, come la pillola o la spirale.
Occorre essere consapevoli che tutti gli altri metodi, compreso il diffuso coito interrotto oppure il preservativo, presentano un indice di fallimento percentualmente molto superiore; significativo il dato USA, che rileva il 45% delle gravidanze come non intenzionale.
(v. "Selected practice recommendations for contraceptive use". Geneva: WHO, 2016)

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa, la ringrazio per aver preso del tempo per rispondermi.

So che i miei livelli di cortisolo nuociono al bimbo, e che l'entourage dovrebbe farmi sentire "rassicurata e serena"; per fortuna che il cervello è plastico e tutto può essere rimediato con tanto amore.
Ho spesso fatto tutto da sola ma il problema è che ora sto male (fisicamente) anch'io. Gli avevo detto mesi fa che volevo vedere uno psicologo assieme, lei pensa che sarebbe meglio uno psicologo per le coppie o specializzato nelle dipendenze come quello che già frequenta ? Però è vero che Ora abbiamo forti problemi economici (mi riferisco al prezzo delle consultazioni) Ho una piccola somma da parte ma devo anche considerare la possibilità che nessuno mi assumerà.. Nel frattempo lei non avrebbe dei consigli sul come potrei spiegargli che non ce la faccio più ? O Come potrei o non dovrei parlargli non so.... qualsiasi consiglio. È come se non capisse che ho bisogno che le cose cambino. Eppure so che capisce. Si chiude nel suo dolore, si anestetizza con video (quando non è l'alcool) sul divano mentre io affondo. Il fatto è che lui affonda internamente. Dorme 4-5 ore a notte quindi è sempre stanco. Il problema è Che io sto creando organi quindi sono stanca anch'io. Ma non ho il "lusso" di prendermi una vacanza dall'occuparmi di mia figlia eccetera.. capisco il suo tormento ma la mia compassione mi sta sotterrando. E c'è del risentimento che cresce che so che distrugge le coppie. È come se il mio amore verso di lui si indebolisse sempre più, ogni volta che beve di nuovo e mi "delude".
Non gli avevo mai parlato in quei termini (andarmene) ma mi sembra di aspettare, aspettare, aspettare e non vedere mai una fine. E oggettivamente ora non posso fare tutto da sola, quando lavo i piatti mi devo sedere tre volte perché mi sento male.

PS. Avevo smesso la pillola perché mi aveva causato un problema di salute. Avere un rapporto sessuale implica sempre la possibilità di gravidanza, persino i contraccettivi non sono sicuri al 100% e uccidere un essere umano non sarebbe stata un'opzione per me. Bébé è amato
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

Capisco la sua fase di profonda difficoltà, sia come donna sia come psicoterapeuta.
Altrettanto sono consapevole
- che un consulto qui non è sufficiente al bisogno di aiuto che lei attualmente manifesta;
- e che anzi le parole che legge in risposta possono essere travisate o mal comprese proprio a cause della sofferenza.

Sulla base del suo consulto (che è anche l'unico da lei inviato e dunque ci manca lo storico), più che una terapia di coppia sembra occorrere
- a lui una psicoterapia inerente alle dipendenze (percorso in atto),
- a lei un supporto in quanto familiare (incinta) di una persona dipendente da sostanze. In molti programmi di trattamento delle dipendenze ciò è presente di default.

Dico questo perché i familiari -la moglie, la madre- si rendono conto con una certa difficoltà di quanto la dipendenza (con o senza sostanza) sia una patologia difficile da sconfiggere; tanto da prevedere -da parte dello specialista- numerose possibili ricadute che però non inficiano il progetto terapeutico.
Ciò può essere accettato con estrema difficoltà dai familiari più stretti, che invece immaginano un percorso lineare verso la guarigione; soprattutto quando si ritiene che una gravidanza della moglie dovrebbe dare al dipendente la forza di cambiare.
Ma non è così.
Da questi fraintendimenti, da queste speranze deluse, dal bisogno estremo di aiuto che si ha soprattutto nel primo trimestre della gravidanza, possono scaturire difficoltà ancora più pesanti per la coppia e di conseguenza per i bimbi.

Per quanto riguarda il versante economico dell'aiuto psicologico, anche questo realisticamente è un elemento importante di cui tener conto.
Potrà trovare un aiuto psicologico *gratuito* presso il Consultorio, come già accennavo sopra; ed anche presso l'Unità di Psicologia con prescrizione del medico di base.

Saluti carissimi.
Dott. Brunialti

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P.S.: Avevo già precisato che l'accenno alla contraccezione non era diretto a chi ci scrive:
non serve a nulla sottolineare quel che si sarebbe potuto fare. Quel che è fatto è fatto; occorre pensare all'oggi.

Si rivolge, piuttosto, ai lettori dei nostri consulti, che nel tempo diventano migliaia
e che hanno bisogno di ricevere -anche loro- un'indicazione che frequentemente riguarda (o influenza) le loro scelte.
Per loro fornisco l'importante informazione che il *fallimento dei differenti metodi contraccettivi* non è equamente distribuito.
Ecco i dati:
la percentuale di donne che sperimenta una *gravidanza non desiderata* durante il primo anno di utilizzo della contraccezione scelta si distribuisce tra
il 22% per l'uso tipico del coito interrotto, e
lo 0,2 della spirale medicata.
I numeri parlano e non hanno ideologia.
Per chi vorrà approfondire è disponibile l'articolo:
https://www.medicitalia.it/salute/ginecologia-e-ostetricia/15-anticoncezionali.html
e
Efficacia dei metodi contraccettivi, Saperidoc, Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Buonasera Dottoressa,
Grazie per la sua risposta.
Ma per esempio concretamente come potrei aiutarlo ? Tenendo conto che avrei bisogno di essere aiutata io (fisicamente)...mi sono trasferita qui per lui quindi i miei amici sono lontani e la mia famiglia bisogna raggiungerla con l'aereo.
Come si aiuta qualcuno che cerca di cambiare ? C'è da dire che lui può fermarsi a una sola birra o a un solo bicchiere di vino, solo o in compagnia. Significa che non è un alcolista ? È quello che gli aveva detto un medico anni fa, anche per il fatto Che riesce a non bere tutti i giorni.
Avevo pensato a una terapia di coppia perché la coppia è in pericolo. Nel senso che spesso mi sono chiesta cosa ci faccio in questa relazione Che è comunque non funzionale, disequilibrata e Che mi fa male, spesso.
Spesso mi sono chiesta se sarei ancora qui se non avessimo una figlia assieme. In ogni caso come dicevo non è aggressivo, non litighiamo specialmente davanti a nostra figlia ma in generale litighiamo molto molto raramente, cercando di stare calmi, relativamente (cioè non ci diciamo cose di cui ci pentiremmo o cose per ferire l'altro).
Il fatto è che mi sembra che non riusciamo più a comunicare, per questo avevo pensato a una terapia di coppia. Io gli parlo o gli faccio domande ma non mi risponde. Per esempio oggi pomeriggio gli ho chiesto di portare nostra figlia in giardino in modo che potessi occuparmi della cucina. All'inizio non voleva perché è stanco e ho insistito ma non toglieva gli occhi dal cellulare il Che mi sembra assurdo ! Eppure non è qualcuno di maleducato. Non lo capisco più. So che è esausto dormendo 4-5 ore a notte,
io non riuscirei neanche a stare in piedi probabilmente, ma dov'è lo sforzo nell'alzare gli occhi due minuti ? O nel chiedermi come sto ogni tanto (anche perché Io glielo chiedo tutti i giorni)? O nel prendermi nelle sue braccia ? Oggettivamente tutto ciò non richiede sforzo fisico.
Mi sembra di non contare niente per lui, molto spesso. E allora che senso ha restare ? Mi ha già detto che se è ancora in vita è grazie a me, so che non mentiva, so che ama nostra figlia più di tutto, ma ho bisogno di un minimo di tenerezza, gli entra da un orecchio e gli esce dall'altro. Mi ha detto varie volte "non fai Che lamentarti di me" ma in realtà potrei farlo ogni volta che beve invece non è così. A volte gli ricordo che ho dei bisogni anch'io e che mi fa male, Cosa dovrei fare starmene zitta come niente fosse, sempre ? Per quello le chiedo cosa posso fare per aiutarlo senza però calpestarmi allo stesso tempo.
Essenzialmente lui soffre e io soffro del suo dolore e delle conseguenze nel nostro rapporto
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

Ci dice che ".. mi sono trasferita qui per lui quindi i miei amici sono lontani e la mia famiglia bisogna raggiungerla con l'aereo.".
Questa frase ci dice due cose:
- che qualche anno fa Lei possedeva più motivazione nei confronti di lui, tanto da trasferirsi da un capo all'altro;
oppure che nella fase dell'innamoramento non ci si accorge di quanto sia dura inoltrarsi in certe situazioni, nelle quali peraltro qualche patologia è già presente;
- che Lei, nel luogo geografico dove abita, non ha parenti o amici che possono supportarLa in questo momento.

E dunque, nella solitudine e nell'isolamento, l'amarezza e la delusione possono avere la meglio.

D'altra parte Lei sembra impenetrabile all'indicazione che le ho dato fin dalla prima risposta, di farsi aiutare psicologicamente.
Se non altro per uscire da quel loop di pensieri scuri che le affollano la mente
e che si presentano ripetitivamente in ogni Sua risposta imprigionandola in uno schema mentale ora predefinito.
Dalla nostra postazione online, noi Specialist* non riusciamo purtroppo ad aiutarla come lei vorrebbe, come la situazione esigerebbe.
E dunque auspichiamo che Lei voglia di accogliere la nostra indicazione.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Rileggendo la mia replica [#5] sento la necessità di sintetizzare ulteriormente la risposta come segue.
A fronte della Sua domanda: ".. le chiedo cosa posso fare per aiutarlo senza però calpestarmi allo stesso tempo", rispondo che:

>> Lei può aiutare il Suo compagno aiutando se stessa nella maniera indicataLe, facendosi sostenere psicologicamente.

Per tutto il resto a lui sembrano essere necessari gli specialisti: psicoterapeuta, psichiatra (farmaci?), gruppi di auto mutuo aiuto. Come probabilmente già fa.

Nuovamente, saluti cari.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/