Un medico ma non saprei come definire il mio male ne cosa dire

Salve,
nel 2006 ho conseguito la laurea in ingegneria, pochi mesi dopo ho iniziato a lavorare con molto entusiasmo. La mia preparazione era molto lacunosa, ma la mia voglia di imparare molto forte. Le attività in cui sono stata inserita però sono state poco stimolanti, la mia crescita professionale molto limitata. Così 2 anni dopo ho rinunciata a questo lavoro e iniziato un’altra collaborazione. Questa esperienza è stata disastrosa, per le mie lacune e per la cattiveria del capo (una vera megera) che infine mi ha licenziato come persona non idonea al ruolo (alla fine del 2008). Da allora ho fatto solo 2 colloqui. Il primo è andato bene ma le condizioni “geografiche” mi hanno impedito di accettare il lavoro. Al secondo sono stata quasi presa in giro per le cose che non ricordavo. Da allora ho rinunciato a cercare seriamente, ma la cosa che più mi turba è che mai mi manca il lavoro. La mia vita non è per nulla stimolante ma vivo in un mio equilibrio, cerco concorsi e fingo di studiare. Però sto bene così. Non mi importa di cambiare vita. I risparmi accumulati e l’aiuto dei genitori non mi fa sentire esigenze economiche. Non ho voglia di viaggiare o fare esperienze, vivo nel mio mondo e l’idea di uscirne mi inquieta e infastidisce. Per il resto sono “quasi” felice. Impegnata nel mio far nulla non ho vere emozioni, ne buone ne cattive.
Vorrei andare da un medico ma non saprei come definire il mio male ne cosa dire. Se ci vado ed esordisco con “dottore il mio problema è che non ho voglia di lavorare?” rischio di essere presa a calci?.
Grazie per l’ascolto
Cordiali saluti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza, il problema diventa tale se questo implica un vissuto di disagio. Se lei vive con un certo equilibrio e non è infastidita da tale condizione allora è inutile recarsi dal dottore, ma se lei vive la sua voglia di non far nulla come un impedimento fastidioso allora sarà questo vissuto che dovrà riportare all'attenzione dello specialista.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, la condizione di "quasi felicità" a me sembra semmai invidiabile, più che preoccupante.

Se poi non ha neanche bisogno di lavorare, beh, che dire: forse dello psicologo potrebbe averne bisogno solo per farsi aiutare a godersi di più la vita.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Vi ringrazio per la celerità delle risposte.
Le Vs riflessioni mi spingono a fare due riflessioni sulla mia situazione.
La prima è che lo stile di vita che faccio è in completa antitesi con la mia scala di valori. Per me una persona realizzata è una persona indipendente. In tempi passati era il mio obiettivo, oggi non ho più obiettivi. La parola futuro è scappata dal mio vocabolario e pensare al domani mi procura angoscia (il che mi sembra grave per una persona di 28 anni e in buona salute).
La seconda riflessione è che più che non avere bisogno di lavorare sono disposta ad abbassare di molto il mio standard di vita. Come se preferissi rinunciare ad avere una mia vita, una mia casa, una mia famiglia pur di non tornare a fare la vita aziendale e sentire la frustrazione di fare un lavoro per il quale mi sento negata, che mi costringa a relazionarmi con persone che possono non piacermi, e che mi porta via quasi tutto il tempo di una giornata.
Al momento non mi preoccupo perché non mi mancano i beni essenziali (un tetto e il cibo gentilmente forniti dai genitori), ne quel minimo di vita sociale (che sovvenziono con i mie risparmi).
Ma progressivamente sento di decrescere invece di maturare. Penso al passato con una nostalgia che non ho mai sentito. Cerco continuamente film, canzoni, oggetti che mi facciano tornare con la mente ai tempi dell’università o perfino ai tempi della scuola.
Mi sento felice oggi perché so di avere un passato e un presente, ma pensare al futuro mi procura troppa tristezza, infatti evito accuratamente di pensarci.
Cordiali saluti