Relazione finita

Salve a tutti.
Da circa un mese e mezzo o poco più, ho chiuso una relazione durata quasi tre anni e mezzo.
La relazione è finita a causa di continui litigi, incomprensioni quotidiane e una profonda noia che credo investiva entrambi.
Sento di provare ancora molto sentimento per lei, ma al contempo ho deciso, onde evitare di incombere in tentazioni inutili e dannose, di interrompere completamente i rapporti, sia umani che virtuali, bloccando i suoi profili social ed anche quello delle sue amiche e amici.
Non posso però fare a meno di controllare le storie delle sue amiche e noto che lei si sta divertendo molto (cosa che naturalmente sto facendo anche io, ma ogni volta che mi ritrovo da solo sono particolarmente triste, giù di morale e costantemente ossessionato da questa vicenda).
So che non si può tornare più indietro, e so anche che lei non vorrebbe più stare con me.
Chiedo continuamente aiuto ai miei amici, alla mia famiglia, e in svaghi che mi causano un appagamento soltanto temporaneo, come uscire, bere o distrarmi continuamente, ma tutto questo non mi sta portando da nessuna parte.
Fingo di essere felice, di scherzare e di dire che tutto va bene, quando dentro di me soffro infinitamente e non vedo al momento una via d’uscita pratica e che mi aiuti ad andare avanti.
So che ci vuole del tempo per assorbire ed assimilare la cosa ma più vado avanti e più la sua mancanza si fa sentire pesantemente.
Lei inoltre dovrà partire per la Francia tra qualche giorno e non la rivedrò più per molti mesi, ma tanto so che qualsiasi tentativo di riconquistarla o parlarle sarebbe vano.

Grazie per qualsiasi risposta e grazie infinitamente per avermi fatto sfogare e aprire.

Buona giornata
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
le vorrei segnalare le cose giuste e anche gli errori che lei sta commettendo, in vista di migliorare questa fase della sua vita e forse il futuro.
D'accordo con quella che era la sua ragazza, immagino, lei ha preso una decisione giusta: chiudere una relazione che andava avanti a base di "continui litigi, incomprensioni quotidiane e una profonda noia che credo investiva entrambi".
Sarebbe stato possibile analizzare e correggere gli errori di gestione della relazione che vi hanno reso infelici e vi hanno costretto a lasciarvi, ma la maggior parte delle persone, per analfabetismo relazionale, crede che liti, noia, incomprensioni etc. siano prodotti da una sorta di fatalità, oppure, secondo la nuova moda di internet, da "incompatibilità".
Troncare è comunque un passo saggio, quando non si hanno la consapevolezza, la competenza e la volontà per cambiare le cose.
Altrettanto saggia, e in un certo senso conseguente, è stata la sua decisione di interrompere i contatti anche virtuali con la ragazza.
Ma ecco che già qui lei ha fatto il primo errore: è arrivato a bloccare il profilo della ragazza e perfino quello dei suoi amici, con gesto eccessivo, dispettoso e soprattutto finto, perché poi invece esplora costantemente le storie delle sue amiche... per ricavarne cosa? Un'immagine falsa, come lei stesso comprende: grandi divertimenti della ex, felicità che sprizza da tutti i pori, altrettanto inconsistenti di quelli che vive lei stesso. Infatti: "ogni volta che mi ritrovo da solo sono particolarmente triste, giù di morale e costantemente ossessionato da questa vicenda", e più oltre: "fingo di essere felice, di scherzare e di dire che tutto va bene, quando dentro di me soffro infinitamente".
Nello stesso modo, probabilmente, si comporta e si sente anche la sua ex.
Ed ecco il secondo errore: due persone si lasciano e in nessun modo vogliono elaborare il lutto di questa perdita, di questa delusione, o comunque si voglia chiamare qualcosa che è esistito e che adesso non c'è più.
Oggi non si vuole più comprendere che il dolore fa parte della vita come la felicità, e che aver amato provoca un sentimento di perdita, quando l'amore non c'è più.
Ma proprio questo dolore così strenuamente respinto è quello che ci permette di capire che eravamo vivi e abbiamo vissuto un sentimento vero, non assistito ad un film, e ci permetterebbe anche di vedere il nostro attaccamento all'altro, i motivi per cui non siamo stati in grado di farlo durare.
Buttarsi subito in divertimenti folli è come offendere il proprio vissuto, la propria storia. Oltretutto è inutile e dannoso, infatti lei parla di "svaghi che mi causano un appagamento soltanto temporaneo, come uscire, bere o distrarmi continuamente, ma tutto questo non mi sta portando da nessuna parte".
C'è un altro aspetto saggio: lei è capace di chiedere aiuto alla famiglia e agli amici. Ciò è un bene, se queste persone non si limitano a dirle di dimenticare oppure a parlarle di incompatibilità, ma accolgono i suoi sfoghi e l'aiutano a capire perché la sua storia d'amore è andata così.
E veniamo al suo terzo errore. Lei scrive: "So che non si può tornare più indietro".
Chi l'ha detto? Spesso interrompere un andamento negativo permette di ripartire sui binari giusti. Aggiunge: "so anche che lei non vorrebbe più stare con me". Anche questo, forse è vero sul momento, ma può essere falso tra sei mesi, un anno, due anni.
Immagino la sua esasperazione nel leggere queste parole: oggi non si sa più attendere, e per questo non si sa costruire nulla: né un amore né una relazione, né una famiglia e nemmeno una vita.
Meglio allora un'altra donna qualsiasi? Il turbinio continuo e stordente di divertimenti e pseudo amori inconsistenti, buoni solo ad esaurire la nostra capacità di provare sentimenti autentici?
Inoltre lei scrive: "so che qualsiasi tentativo di riconquistarla o parlarle sarebbe vano".
Forse sul momento, come ho detto sopra. Questo non esclude, però, che lei prima della partenza per la Francia possa comunicare alla ragazza la sua sofferenza, la sua scoperta che c'era un sentimento forte tra voi, senza chiedere nulla.
Le parole della sincerità dovrebbero essere scambiate tra tutti quelli che si sono amati e hanno interrotto il proprio cammino insieme; non la continua finzione, l'offesa che si fa all'altro buttandogli in faccia la propria felicità -oltretutto finta- nell'essersi lasciati. Ma questa sincerità viene preclusa da un malinteso orgoglio, o forse dalla sistematica mancanza di rispetto che oggi connota le relazioni.
Infine lei scrive: "So che ci vuole del tempo per assorbire ed assimilare la cosa".
Crede che passi da sola, senza viverla fino in fondo ed elaborarne il lutto, finché diventi ricordo consapevole ma anche operativo nella sua vita?
Provi ad affrontare la sofferenza con dignità a coraggio. Vedrà che risulterà anche più facile da tollerare.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Dottoressa innanzitutto la ringrazio per la risposta. So benissimo che tra i tanti progressi ci sono degli errori evidenti. Il fatto è che tutta questa situazione sta diventando un’ossessione per me e non riesco a smettere di pensare a lei, o a tutto il nostro rapporto, quanto vorrei stare con lei, dirle cosa provo e tante altre cose. Naturalmente potrei seguire il suo consiglio, ovvero scriverle cosa penso prima della sua partenza ma la cosa che mi blocca molto sarebbe il ricevere una risposta negativa, o molto probabilmente che non mi aspetterei. Vorrei andare da lei, seguirla se fosse possibile, perché al momento so che la mia felicità è con lei.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
anzitutto mi scuso perché rispondo così tardi: non si vede sul nostro "contatore" quando l'utente invia la sua replica.
Le cose che teme, pur umanamente comprensibili, non sono in linea con una posizione adulta: "la cosa che mi blocca molto sarebbe il ricevere una risposta negativa, o molto probabilmente che non mi aspetterei".
Queste due eventualità sono reali: la ragazza potrebbe rifiutarla, il che non vuol dire che non la voglia mai più, ma che in questo momento sceglie questa linea di condotta; oppure potrebbe darle una risposta che lei non si aspetta.
Benissimo, e allora? Tutta la vita scorre indipendente dalla nostra volontà e dalle nostre più ingenue aspettative... per fortuna, direi, perché nei momenti di sofferenza noi ci comportiamo come bambini, e se gli altri assecondassero i nostri capricci sarebbero guai per tutti.
Infatti, come un bambino che non vede al di là del desiderio di un giocattolo, lei ora scrive: "al momento so che la mia felicità è con lei".
"Al momento", dice bene. Ma subito dopo ricomincerebbero con più forza le cose che vi hanno portato a separarvi: "continui litigi, incomprensioni quotidiane e una profonda noia che credo investiva entrambi".
Cosa davvero si può fare gliel'ho detto già nella prima risposta: accettare da adulto il dolore della perdita, elaborare il lutto, crescere, per offrire a questa stessa partner, o ad un'altra eventuale, ma soprattutto a sé stesso, un individuo con capacità vera di amare e di costruire una relazione matura, appagante, felice. Ma questo passa attraverso la capacità di accettare il dolore, elaborare il lutto.
La collega dottoressa Randone spiega benissimo l'incapacità moderna di elaborare il lutto: "molte persone non sanno elaborare il dolore della perdita, per cui chiodo scaccia chiodo. Perché se muore un cane, ne prendono un altro. Se perdono un figlio, ne concepiscono un altro. Se si separano, c'è subito la nuova avventura. Le emozioni, quelle negative, sono scomode e non tutti sono attrezzati psichicamente per contenerle ed elaborarle".
Scelga lei se vuol seguire un modello adulto oppure questo secondo schema, bambinesco e perdente.
Noi siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com