Come aiutare un parente ad iniziare un percorso di psicoterapia?
Salve,
vi iscrivo in quanto mio fratello di 41 anni, nonostante abbia la disponibilità economica non sceglie di andare via di casa.
Quella che potrebbe sembrare una scelta opportunistica (e forse in parte lo è) a mio parere nasconde delle motivazioni più profonde e un disagio personale radicato.
Io e lui non abbiamo la stessa madre, ma questo io l'ho scoperto circa 5 anni fa.
Questo per volere di nostro padre che preferisce tenerlo "nascosto". Mio fratello invece lo sa da quando è piccolo perché non era così tanto piccolo quando la madre biologica lo ha abbandonato.
Ancora oggi mio padre è convinto che io non sappia nulla.
Dopo la morte della nostra nonna paterna (per lui importantissima figura di riferimento, verso la quale aveva sviluppato un rapporto morboso) , durante una crisi di pianto, mi ha rivelato che si è "autodiagnosticato" il disturbo ossessivo- compulsivo.
Lui, fin da quando è piccolo si lava di continuo le mani, vive però in camera sua nel disordine e nella sporcizia, esce sporadicamente con persone che non definirei amici perché non sanno quasi nulla di lui, non usa le lenzuola e poche volte l'anno la mette in ordine.
Inoltre, mi ha ha fatto l'esempio che le ultime quattro cifre del numero di fattura del funerale di nostra nonna corrispondevano all'orario di invio di un suo messaggio da parte sua e ha continuato a mandare messaggi all'interlocutore della chat perché se quell'orario fosse rimasto nell'ultimo messaggio di invio sarebbe accaduto qualcosa di negativo e di brutto.
Ho deciso quindi di aiutarlo a prendere la situazione in mano e credevo di averlo convinto a chiedere aiuto, ma dopo averne parlato anche con nostro padre (sembrava che lui volesse l'ok da parte sua) ha lasciato perdere completamente poiché ha nostro padre ha detto che non sarebbe servito a nulla.
Nostra madre (perché di fatto è anche la sua) gli ha parlato, illustrandogli i vantaggi che potrebbe avere un percorso di psicoterapia ma nulla.
Con lei ha sempre avuto un rapporto altalenante.
Non nego che questo ha avuto e continua ad avere su di me degli effetti emotivi importanti e per questa ragione due anni fa mi sono rivolta ad una psicoterapeuta, ma ho dovuto interrompere perché non era più sostenibile per me economicamente.
Io spero di andare via di casa a breve, e naturalmente non assisterò più alla passività della mia famiglia davanti a questa situazione di disagio di mio fratello, ma mia madre dovrà continuare a sorbire comportamenti di trascuratezza degli ambienti comuni della casa da parte di mio fratello e altre dinamiche tossiche.
Sicuramente io tornerò in terapia per cercare di aiutarmi e aiutarlo, ma nel frattempo cosa posso fare per smuovere la situazione?
Dovrei forse parlare con mio padre e dirgli che quello che lui crede sia ancora un segreto in realtà non lo è?
vi iscrivo in quanto mio fratello di 41 anni, nonostante abbia la disponibilità economica non sceglie di andare via di casa.
Quella che potrebbe sembrare una scelta opportunistica (e forse in parte lo è) a mio parere nasconde delle motivazioni più profonde e un disagio personale radicato.
Io e lui non abbiamo la stessa madre, ma questo io l'ho scoperto circa 5 anni fa.
Questo per volere di nostro padre che preferisce tenerlo "nascosto". Mio fratello invece lo sa da quando è piccolo perché non era così tanto piccolo quando la madre biologica lo ha abbandonato.
Ancora oggi mio padre è convinto che io non sappia nulla.
Dopo la morte della nostra nonna paterna (per lui importantissima figura di riferimento, verso la quale aveva sviluppato un rapporto morboso) , durante una crisi di pianto, mi ha rivelato che si è "autodiagnosticato" il disturbo ossessivo- compulsivo.
Lui, fin da quando è piccolo si lava di continuo le mani, vive però in camera sua nel disordine e nella sporcizia, esce sporadicamente con persone che non definirei amici perché non sanno quasi nulla di lui, non usa le lenzuola e poche volte l'anno la mette in ordine.
Inoltre, mi ha ha fatto l'esempio che le ultime quattro cifre del numero di fattura del funerale di nostra nonna corrispondevano all'orario di invio di un suo messaggio da parte sua e ha continuato a mandare messaggi all'interlocutore della chat perché se quell'orario fosse rimasto nell'ultimo messaggio di invio sarebbe accaduto qualcosa di negativo e di brutto.
Ho deciso quindi di aiutarlo a prendere la situazione in mano e credevo di averlo convinto a chiedere aiuto, ma dopo averne parlato anche con nostro padre (sembrava che lui volesse l'ok da parte sua) ha lasciato perdere completamente poiché ha nostro padre ha detto che non sarebbe servito a nulla.
Nostra madre (perché di fatto è anche la sua) gli ha parlato, illustrandogli i vantaggi che potrebbe avere un percorso di psicoterapia ma nulla.
Con lei ha sempre avuto un rapporto altalenante.
Non nego che questo ha avuto e continua ad avere su di me degli effetti emotivi importanti e per questa ragione due anni fa mi sono rivolta ad una psicoterapeuta, ma ho dovuto interrompere perché non era più sostenibile per me economicamente.
Io spero di andare via di casa a breve, e naturalmente non assisterò più alla passività della mia famiglia davanti a questa situazione di disagio di mio fratello, ma mia madre dovrà continuare a sorbire comportamenti di trascuratezza degli ambienti comuni della casa da parte di mio fratello e altre dinamiche tossiche.
Sicuramente io tornerò in terapia per cercare di aiutarmi e aiutarlo, ma nel frattempo cosa posso fare per smuovere la situazione?
Dovrei forse parlare con mio padre e dirgli che quello che lui crede sia ancora un segreto in realtà non lo è?
[#1]
Buongiorno,
è difficilissimo aiutare chi non vuole essere aiutato e soprattutto non vede né ritiene di avere un problema. Purtroppo, in situazioni del genere, la famiglia inizia sempre, in modo più o meno consapevole a mettere in atto comportamenti che rafforzano la problematica ansiosa/ossessiva.
Mi spiego meglio. Non esiste che una zona della casa (una delle camere da letto) non venga mai pulita né riordinata! Ma i parenti rafforzano di solito con il proprio comportamento il disturbo.
A questo punto, dal momento che mi è parso di capire che sia Lei sia Sua mamma abbiate compreso la gravità del problema, perchè non iniziate Voi (eventualmente coinvolgendo anche il papà) una consulenza psicologica, per poi "agganciare" anche Suo fratello?
Non credo che Suo fratello abbia capito di avere un problema e non accetterebbe mai ora di andare da uno psicologo. Ma se Voi inizierete a modificare alcuni dei comportamenti che rafforzano il suo malessere, si potrebbe trovare la chiave giusta.
Cordiali saluti,
è difficilissimo aiutare chi non vuole essere aiutato e soprattutto non vede né ritiene di avere un problema. Purtroppo, in situazioni del genere, la famiglia inizia sempre, in modo più o meno consapevole a mettere in atto comportamenti che rafforzano la problematica ansiosa/ossessiva.
Mi spiego meglio. Non esiste che una zona della casa (una delle camere da letto) non venga mai pulita né riordinata! Ma i parenti rafforzano di solito con il proprio comportamento il disturbo.
A questo punto, dal momento che mi è parso di capire che sia Lei sia Sua mamma abbiate compreso la gravità del problema, perchè non iniziate Voi (eventualmente coinvolgendo anche il papà) una consulenza psicologica, per poi "agganciare" anche Suo fratello?
Non credo che Suo fratello abbia capito di avere un problema e non accetterebbe mai ora di andare da uno psicologo. Ma se Voi inizierete a modificare alcuni dei comportamenti che rafforzano il suo malessere, si potrebbe trovare la chiave giusta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Buongiorno,
Ci tengo a precisare che sono la sorella e non la mamma. Mi perdoni, ma non ho ben inteso la correlazione tra riordino camera e rinforzo disturbo.
Mia madre , considerando l'età adulta sia mia che sua ha smesso da diversi anni di riordinare le nostre camere perché ci dovremmo pensare noi a farlo. Io lo faccio, ma lui no. Quindi lei propone di riordinargli la camera ? Che messaggio arriverebbe a lui?
Ci tengo a precisare che sono la sorella e non la mamma. Mi perdoni, ma non ho ben inteso la correlazione tra riordino camera e rinforzo disturbo.
Mia madre , considerando l'età adulta sia mia che sua ha smesso da diversi anni di riordinare le nostre camere perché ci dovremmo pensare noi a farlo. Io lo faccio, ma lui no. Quindi lei propone di riordinargli la camera ? Che messaggio arriverebbe a lui?
[#3]
Avevo compreso perfettamente che Lei è la sorella, tant'è che ho scritto: "A questo punto, dal momento che mi è parso di capire che sia Lei sia Sua mamma abbiate compreso la gravità del problema..." e "Non credo che Suo fratello abbia capito di avere un problema..."
"Quindi lei propone di riordinargli la camera ? Che messaggio arriverebbe a lui?"
Non intendo questo. Ma non tollerare di avere una casa sporca e in disordine.
Invece, viene tollerato e questo alimenta il disturbo.
"non ho ben inteso la correlazione tra riordino camera e rinforzo disturbo."
Non potete vivere nella sporcizia e nel disordine, visto che Suo fratello non vuole riordinare nè pulire. In questo modo, si rafforza il problema di Suo fratello. Sporcizia e disordine abbassano il livello di ansia per Suo fratello, quindi rafforzano il problema di Suo fratello.
Cordiali saluti,
"Quindi lei propone di riordinargli la camera ? Che messaggio arriverebbe a lui?"
Non intendo questo. Ma non tollerare di avere una casa sporca e in disordine.
Invece, viene tollerato e questo alimenta il disturbo.
"non ho ben inteso la correlazione tra riordino camera e rinforzo disturbo."
Non potete vivere nella sporcizia e nel disordine, visto che Suo fratello non vuole riordinare nè pulire. In questo modo, si rafforza il problema di Suo fratello. Sporcizia e disordine abbassano il livello di ansia per Suo fratello, quindi rafforzano il problema di Suo fratello.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Mi scusi non avevo letto il " sia" che precedeva la parola "madre" . A lui viene fatto presente puntualmente che dovrebbe mettersi a riordinare la propria camera e spesso si arrivano ad utilizzare toni bruschi perché si arriva ad uno stato di esasperazione . Il resto della casa è pulita e in ordine e questo dovrebbe essere per lui "un esempio" , ma purtroppo e troppo spesso lascia il disordine anche negli spazi comuni. Questo naturalmente alimenta il circolo vizioso di litigi e contrasti. Io e mi madre cerchiamo di arginare (e a questo punto non so se correttamente) la sua mania a lasciare il disordine in giro per la casa ma purtroppo il silenzio "accomodante" di mio padre fa sfumare i nostri sforzi. La ringrazio per le risposte preziose che mi ha dato.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 302 visite dal 30/08/2024.
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