Come posso gestire questa situazione pesante nella mia famiglia?

Buonasera,
Sono una ragazza, anzi una donna, di 30 anni.

Vado al dunque mio padre è sempre stato una persona sui generis nel senso che è un uomo fortemente mammone e con convinzioni tutte sue ma negli ultimi anni sta proprio esagerando.

Mio padre è sempre nervoso, ha il muso lungo già di prima mattina e bisogna cercare in tutti i modi di prenderlo nel momento buono (ovvero mai) e, se si parla con lui, riesce sempre a trovare qualcosa che non va bene, con un bello scherno finale.

E’ diventato incivile (a parer mio) e non ha rispetto per la famiglia.

In casa non alza un dito e, se glielo fai notare, ti risponde che mi sono sposato a fare, se dovevo cucinare o lavare?.

Inoltre, per lui sono tutti ignoranti.
Mia madre, che ha la terza media, per lui non esiste più.
Io in questo momento sono a casa con loro perché, quando non ci sono, lui non parla più con lei: pranza in silenzio, si alza appena finisce, esce e va a trovare sua madre.
Il suo unico pensiero è la mamma.
Donna con cui ci sono sempre stati brutti rapporti in famiglia per varie vicissitudini e che lui non ha mai accettato.
Invece di dire tra la mia famiglia e mia madre non scorre buon sangue preferisce dire voi non volete mia madre.

(Sua madre è sempre stata la classica suocera vipera che entrava a casa nostra e voleva comandare, urlava contro mia madre e la faceva piangere.
Tanti Natali, visto che i fratelli di mio padre preferivano fare le feste lontano dalla madre per il suo caratteraccio, la lasciavano sola e mio padre, che non sapeva gestire la situazione, tra la madre che urlava, mia madre che piangeva mio padre sceglieva di trascorrere le feste con la madre) sicuramente la situazione è più lunga, più complicata ed intrecciata di quanto vi sto scrivendo.

Mio padre per me ora è ingestibile: arrogante, presuntuoso, ti schernisce appena può, qualsiasi cosa io o mia madre facciamo è una predica o un insulto.

Mette sottogamba la mia relazione con il mio compagno (8 anni), la chiama la cosa da niente, guarda soltanto gli altri i figli medici, ingegneri, i figli che sono diventati ricchi.

E’ arrivato a dire a me tua madre non mi è niente perché non ha alcuna relazione di sangue con me come mia madre.

Come posso gestire al meglio questa situazione?
Vedo mia madre stanca.
Ho parlato di divorzio ma, per loro, antiche mentalità, è impensabile.
Dovrei portare mio padre da qualche specialista?
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Dr.ssa Michela Cinti Psicologo 11
Gentile Utente,

è bello leggere che lei voglia sostenere sua madre, ma non dimentichi di vivere la sua vita. Non permetta a suo padre di condizionare anche la sua di vita. Capisco perfettamente la difficoltà di sua madre, l'avere sopportato un uomo che ha sempre preferito stare attaccato alla gonna della mamma, che si è sposato per farsi lavare le camicie, ma questo non gli da diritto di decidere come deve vivere "oggi" lei. Da quello che racconta suo padre è sempre stato così dispotico e anaffettivo nei confronti suoi e di sua moglie, ha sempre scelto la mamma, anche quando i suoi fratelli sono scappati e si sono goduti la vita che meritavano.
Ora il discorso si divide tra due scelte:
1) SEPARAZIONE
2) ACCETTAZIONE.
Qualunque scelta faccia sua madre, non ci può rimettere lei, non dico che la deve abbandonare, ci mancherebbe, ma non può neanche pretendere di salvare un rapporto logorato da anni.
Sua madre ha scelto di restare, anche in passato, anche quando lui non la trattava bene e sceglieva sempre la sua di madre. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità, quello che lei può fare, è andare avanti con la sua vita e stare vicina a sua madre senza farsi però fagocitare.
Se sua madre decide di non separarsi, l'aiuti, le stia vicino, ma costruisca anche il suo futuro.
Cerchi di far trovare a sua madre degli interessi, delle passioni al di fuori del matrimonio, in modo tale da compensare questa situazione così dolorosa.
Per quanto riguarda lo specialista, se ci dovesse riuscire, può portare suo padre da un neurologo, una cura farmacologica potrebbe aiutarlo nella relazione. Di sicuro, se dovesse prendere un appuntamento, ci parli prima lei con il neurologo ed espliciti tutta la situazione.
Resto a disposizione per eventuali repliche.

Buona serata

Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa