Dovrei accettare di trasferirmi in una casa in condizioni difficili pur di convivere?

Vivo sola in un appartamento grande e bello che era la vecchia casa di famiglia prima che i miei genitori ne comprassero una nuova, ma non mi sento affatto al sicuro e serena: mio padre la considera ancora sua a tutti gli effetti ed entra con le sue chiavi spesso senza avvisarmi, che io sia in casa oppure no.
Vivo da 6 anni in queste condizioni, con una difficile relazione viscerale con mio padre, che non manca di farmi sentire in colpa ed in debito anche se è stato proprio lui a insistere che andassi a vivere in questo appartamento.

Ora mi si presenta l'occasione di svoltare completamente la mia vita, cambiando non solo casa ma anche città, liberandomi così di mio padre e del suo controllo.
Il mio fidanzato (da 3 anni) vive a un'ora dalla mia città nell'appartamento sotto la madre.
La casa è molto grande, singola e di proprietà, ma non è mai stata finita: mancano la verniciatura esterna e tutte le accortezze per rifinire un palazzo.
Il muretto del giardino è quasi completamente crollato ed il giardino stesso è lasciato in condizioni pietose da anni.
Io e il mio compagno ci amiamo ed io non sono il tipo da giudicare superficialmente, ma le condizioni della casa mi rendono molto ansiosa e spesso quando sono da lui mi vergogno ad aprire al fattorino della pizza, mi vergogno delle condizioni soprattutto esteriori della casa.
Mi sento molto a disagio al pensiero di lasciare un bell'appartamento in cui non mi sento al sicuro per andare a vivere in una casa singola che cade a pezzi, ma dove sono certa che vivrò serenamente, una volta superata questa vergogna.
Alcune cose sono fattibili, come la manutenzione del giardino, che però mi costerà soldi e fatica e che dovrò sicuramente fare da sola.
Altre invece, come i calcinacci che vengono giù da alcuni spigoli, sono ingestibili senza una vera e propria ristrutturazione, per noi impossibile al momento.

Insomma, non capisco se sia lecito sentire questo nervosismo e questa vergogna e mi sento tanto in colpa.

Grazie in anticipo a chi vorrà aiutarmi.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
sottrarsi al controllo di suo padre, meritoria decisione da adulta se la casa in cui vive non è a suo nome, non dovrebbe realizzarsi cadendo in un'altra situazione ambigua.
Mi riferisco al fatto che l'appartamento dove andrebbe a vivere si trova sotto a quello della madre del suo partner.
Il resto che lei lamenta è forse conseguenza di questa situazione di non completa ed esclusiva proprietà? Chi altro vive nella palazzina? Come mai non è stata ultimata?
Per altro, lei sembra confondere l'aspetto estetico della casa, di cui "si vergogna" con qualcosa di ben diverso: "i calcinacci che vengono giù da alcuni spigoli, ingestibili senza una vera e propria ristrutturazione", "Il muretto del giardino quasi completamente crollato ed il giardino stesso lasciato in condizioni pietose da anni" non dovrebbero destare un'infantile vergogna nei confronti dei fattorini, ma una vera preoccupazione per i rischi di chi abita la casa o ci passa accanto.
Aggiungo che forse vanno meglio valutati i caratteri e le attitudini degli attuali proprietari. Tanta trascuratezza non può dipendere solo dalla mancanza di denaro: un giardino, anche vasto, si può tenere in ordine, un muretto si ricostruisce e anche una facciata si intonaca e si dipinge, se si è giovani e dotati di normali attitudini.
Lei in fondo conosce il suo ragazzo solo da tre anni. Valuti meglio le ragioni per cui accetta di vivere in tanta trascuratezza.
Alla sua conclusione: "Insomma, non capisco se sia lecito sentire questo nervosismo e questa vergogna e mi sento tanto in colpa" rispondo che il nervosismo e la preoccupazione sono più che leciti. La vergogna no. Quanto al senso di colpa, può essere forviante e impedirle di valutare bene la situazione.
Auguri. Noi siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com