Ho sbagliato due volte a non cambiare lavoro
Buongiorno gentili dottori,
Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e temo che possa procedere verso scenari ancora più negativi.
Ad Aprile ho cambiato lavoro, sono passato da una multinazionale settore fashion alla concorrenza, con la speranza di trovare un luogo meno tossico.
Così purtroppo non è stato.
Anzi, senza essere troppo prolisso, ho trovato un ufficio con persone molto antipatiche, un capo che vuole fare il mio lavoro (di conseguenza ho poco da fare) e, in generale, un ambiente poco strutturato e confusionario.
Un mese fa ho iniziato un iter con un’azienda, piccola rispetto a dove sono ora ma siamo comunque sui 250 dipendenti e un fatturato poco inferiore ai 100mln.
Al primo colloquio mi fanno vedere già tutta l’azienda e poi, al secondo mi formulano un’offerta.
Numericamente parlando era migliorativa, anche se di poco, rispetto alla mia RAL attuale.
Il vantaggio principale, secondo me, sarebbe stata la vicinanza da casa (pochi km) e l’orario di 37, 5 ore settimanali, con l’uscita al venerdì alle 16.
Rifiuto la proposta nonostante stessi per accettare, perché attualmente sono in un posto veramente grande e riconosciuto a livello mondiale.
Ovviamente il CV ne guadagna, anche se a volte lo stress si fa sentire.
I giorni successivi al mio rifiuto però, sento come un senso di insoddisfazione e quindi li richiamo per sapere se era ancora aperta la posizione.
Mi dicono di sì, ritorno a colloquio, lo passo di nuovo, mi riformulano l’offerta.
C’è da dire che sin dal primo colloquio mi hanno fatto sentire super voluto, e che erano venuti incontro alle mie richieste senza problemi.
E sapete io cosa ho fatto?
Ho rifiutato di nuovo.
Non sono riuscito a dire di sì e a firmare la lettera, mi è preso come un senso di ansia e panico quando ho dovuto scegliere di nuovo.
Ho cominciato con l’iperventilazione e con la tachicardia, di conseguenza ho rifiutato.
Ora sono circa due settimane che ogni giorno che vado a lavoro, facendomi la mia mezz’ora di strada, ripenso che ho buttato via un’occasione d’oro per poter finalmente andare via da dove sono.
Questo sta seriamente influendo sulla mia salute mentale, di notte ho sempre scariche lungo le gambe, non dormo, sono agitato e giù di morale in maniera pesante.
Lo stanno notando tutti e nessuno riesce a svoltarmi, quindi di fatto sto facendo del male anche a chi mi vuole bene.
Provo moltissima vergogna di me stesso per aver buttato via un’opportunità e per aver fatto perdere del tempo a persone molto più professionali di me.
A lavoro, non faccio altro che pensare a quanto sono stupido.
Ho tanta paura per il mio futuro, per la prima volta nella vita mi sento davvero senza una via d’uscita, sono perennemente in angoscia.
Perché mi sono comportato così? Perché non ho seguito i miei interessi? Perché ci continuo a rimuginare costantemente?
Cerco in qualche modo aiuto.
Grazie mille in anticipo.
Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e temo che possa procedere verso scenari ancora più negativi.
Ad Aprile ho cambiato lavoro, sono passato da una multinazionale settore fashion alla concorrenza, con la speranza di trovare un luogo meno tossico.
Così purtroppo non è stato.
Anzi, senza essere troppo prolisso, ho trovato un ufficio con persone molto antipatiche, un capo che vuole fare il mio lavoro (di conseguenza ho poco da fare) e, in generale, un ambiente poco strutturato e confusionario.
Un mese fa ho iniziato un iter con un’azienda, piccola rispetto a dove sono ora ma siamo comunque sui 250 dipendenti e un fatturato poco inferiore ai 100mln.
Al primo colloquio mi fanno vedere già tutta l’azienda e poi, al secondo mi formulano un’offerta.
Numericamente parlando era migliorativa, anche se di poco, rispetto alla mia RAL attuale.
Il vantaggio principale, secondo me, sarebbe stata la vicinanza da casa (pochi km) e l’orario di 37, 5 ore settimanali, con l’uscita al venerdì alle 16.
Rifiuto la proposta nonostante stessi per accettare, perché attualmente sono in un posto veramente grande e riconosciuto a livello mondiale.
Ovviamente il CV ne guadagna, anche se a volte lo stress si fa sentire.
I giorni successivi al mio rifiuto però, sento come un senso di insoddisfazione e quindi li richiamo per sapere se era ancora aperta la posizione.
Mi dicono di sì, ritorno a colloquio, lo passo di nuovo, mi riformulano l’offerta.
C’è da dire che sin dal primo colloquio mi hanno fatto sentire super voluto, e che erano venuti incontro alle mie richieste senza problemi.
E sapete io cosa ho fatto?
Ho rifiutato di nuovo.
Non sono riuscito a dire di sì e a firmare la lettera, mi è preso come un senso di ansia e panico quando ho dovuto scegliere di nuovo.
Ho cominciato con l’iperventilazione e con la tachicardia, di conseguenza ho rifiutato.
Ora sono circa due settimane che ogni giorno che vado a lavoro, facendomi la mia mezz’ora di strada, ripenso che ho buttato via un’occasione d’oro per poter finalmente andare via da dove sono.
Questo sta seriamente influendo sulla mia salute mentale, di notte ho sempre scariche lungo le gambe, non dormo, sono agitato e giù di morale in maniera pesante.
Lo stanno notando tutti e nessuno riesce a svoltarmi, quindi di fatto sto facendo del male anche a chi mi vuole bene.
Provo moltissima vergogna di me stesso per aver buttato via un’opportunità e per aver fatto perdere del tempo a persone molto più professionali di me.
A lavoro, non faccio altro che pensare a quanto sono stupido.
Ho tanta paura per il mio futuro, per la prima volta nella vita mi sento davvero senza una via d’uscita, sono perennemente in angoscia.
Perché mi sono comportato così? Perché non ho seguito i miei interessi? Perché ci continuo a rimuginare costantemente?
Cerco in qualche modo aiuto.
Grazie mille in anticipo.
[#1]
Gentile Utente,
come ha scritto, ha avuto un episodio di iperventilazione e tachicardia che stava sfociando in attacco di panico. La scelta di rifiutare, come lei ha già scritto, è stata quella di restare in un'azienda molto più importante, che le fa crescere a livello curricolare. Ha avuto paura di abbandonare un'opportunità. Non sempre nella vita si fanno le scelte che si desiderano per la nostra salute fisica e mentale, ma si pensa più alla carriera. Viviamo in una società competitiva, dove si cerca di rispettare più le aspettative che la società ci impone che le nostre esigenze.
Meno male che il suo fisico che sta comunicando di pensare più a se stesso, alle sue esigenze che a quello che si aspetta la società.
Lei adesso, anzichè rammaricarsi, prenda spunto dall'esperienza e guardi avanti, trovi un'altra opportunità, questa volta farà la scelta che vorrà veramente. Non si rimproveri, anzi, si congratuli con se stesso per aver capito quello che vuole. Si rimbocchi le maniche e continui a cercare altro.
Buona serata
come ha scritto, ha avuto un episodio di iperventilazione e tachicardia che stava sfociando in attacco di panico. La scelta di rifiutare, come lei ha già scritto, è stata quella di restare in un'azienda molto più importante, che le fa crescere a livello curricolare. Ha avuto paura di abbandonare un'opportunità. Non sempre nella vita si fanno le scelte che si desiderano per la nostra salute fisica e mentale, ma si pensa più alla carriera. Viviamo in una società competitiva, dove si cerca di rispettare più le aspettative che la società ci impone che le nostre esigenze.
Meno male che il suo fisico che sta comunicando di pensare più a se stesso, alle sue esigenze che a quello che si aspetta la società.
Lei adesso, anzichè rammaricarsi, prenda spunto dall'esperienza e guardi avanti, trovi un'altra opportunità, questa volta farà la scelta che vorrà veramente. Non si rimproveri, anzi, si congratuli con se stesso per aver capito quello che vuole. Si rimbocchi le maniche e continui a cercare altro.
Buona serata
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
Grazie mille per la risposta. Purtroppo mi è nato un problema, nel senso che avrei trovato un’altra offerta di un’altra azienda con annessa proposta economica e lettera di assunzione.
Non so per quale motivo ma tergiverso per molto tempo (inventandomi scuse) e poi alla fine rifiuto facendo pessime figure. Mi è nata una sorta di paura di buttarmi perché comincio a trovare nella nuova possibile azienda tutti i difetti, e questo perché ho paura di sbagliare un’altra volta. Probabilmente sto cercando l’azienda perfetta che non esiste ma ho paura del nuovo e di quello che mi viene proposto.
Grazie mille per la risposta. Purtroppo mi è nato un problema, nel senso che avrei trovato un’altra offerta di un’altra azienda con annessa proposta economica e lettera di assunzione.
Non so per quale motivo ma tergiverso per molto tempo (inventandomi scuse) e poi alla fine rifiuto facendo pessime figure. Mi è nata una sorta di paura di buttarmi perché comincio a trovare nella nuova possibile azienda tutti i difetti, e questo perché ho paura di sbagliare un’altra volta. Probabilmente sto cercando l’azienda perfetta che non esiste ma ho paura del nuovo e di quello che mi viene proposto.
[#3]
Gentile Utente,
se avverte questa difficoltà nel cambiamento pur ritenendolo vantaggioso, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che l'aiuti a capire le motivazioni dei suoi blocchi andando più a fondo. Soltanto capendo potrà prendere le decisioni che riterrà per lei più vantaggiose.
Buona giornata
se avverte questa difficoltà nel cambiamento pur ritenendolo vantaggioso, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che l'aiuti a capire le motivazioni dei suoi blocchi andando più a fondo. Soltanto capendo potrà prendere le decisioni che riterrà per lei più vantaggiose.
Buona giornata
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
[#4]
Utente
Sono vantaggiose sicuramente a livello economico ma non posso sapere se lo saranno a livello umano/stress/professionale. Ho come un blocco da periodo di prova , nel senso che mi spaventa la possibilità di essere lasciato a casa da un giorno all’altro per motivi che magari non dipendono da me.
Non so sinceramente fino a che punto sia normale.
Non so sinceramente fino a che punto sia normale.
[#5]
Gentile Utente,
non comprendo bene se la paura di cambiare lavoro dipenda dalla preoccupazione di andare incontro a troppo stress oppure se ha timore che venga "lasciato a casa" e quindi perda il lavoro.
Come detto sopra, la invito a seguire un percorso psicologico che l'aiuti a scegliere in maniera più serena, valutando tutti gli aspetti, da quello economico/professionale a quello fisico, emotivo e sociale.
Un saluto
non comprendo bene se la paura di cambiare lavoro dipenda dalla preoccupazione di andare incontro a troppo stress oppure se ha timore che venga "lasciato a casa" e quindi perda il lavoro.
Come detto sopra, la invito a seguire un percorso psicologico che l'aiuti a scegliere in maniera più serena, valutando tutti gli aspetti, da quello economico/professionale a quello fisico, emotivo e sociale.
Un saluto
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 969 visite dal 26/08/2024.
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