Nervosismo e ansia
Gentili Dottori,
Spesso in famiglia con i miei genitori sono nervosa, magari alzo un po' la voce e parlo dei miei problemi perché so che loro mi ascoltano e ci sono per me.
Questo perché non ho altre persone con cui parlare (poche amicizie superficiali) o comunque quando sto con altri amici cambio totalmente: sono allegra, senza pensieri e serena.
Con gli altri poi sono buona e molto sensibile.
Come mai questa differenza di atteggiamento?
I miei mi hanno dato tutto ma a volte sono troppo protettivi.
Sottolineo che non è esagerata la mia reazione però a volte mi fisso su cose futili (per es fare una sistemazione dentro casa che i miei temporeggiano a fare) e mi innervosisco se non vengo ascoltata. In generale odio la superficialità nelle persone e situazioni e il rimandare le cose, ecco la causa delle mie fissazioni
A me dispiace parlare delle mie preoccupazioni ai miei anche perché li stresso e non voglio.
Vorrei comportarmi con loro come sono fuori.
Perché questo accade, secondo voi?
C'è qualcosa che non va in me?
In pratica soffro un po' di ansia e lo vedo anche dal fatto che mangio di fretta sempre
Grazie per il vostro aiuto
Spesso in famiglia con i miei genitori sono nervosa, magari alzo un po' la voce e parlo dei miei problemi perché so che loro mi ascoltano e ci sono per me.
Questo perché non ho altre persone con cui parlare (poche amicizie superficiali) o comunque quando sto con altri amici cambio totalmente: sono allegra, senza pensieri e serena.
Con gli altri poi sono buona e molto sensibile.
Come mai questa differenza di atteggiamento?
I miei mi hanno dato tutto ma a volte sono troppo protettivi.
Sottolineo che non è esagerata la mia reazione però a volte mi fisso su cose futili (per es fare una sistemazione dentro casa che i miei temporeggiano a fare) e mi innervosisco se non vengo ascoltata. In generale odio la superficialità nelle persone e situazioni e il rimandare le cose, ecco la causa delle mie fissazioni
A me dispiace parlare delle mie preoccupazioni ai miei anche perché li stresso e non voglio.
Vorrei comportarmi con loro come sono fuori.
Perché questo accade, secondo voi?
C'è qualcosa che non va in me?
In pratica soffro un po' di ansia e lo vedo anche dal fatto che mangio di fretta sempre
Grazie per il vostro aiuto
[#1]
Gentile Utente,
il suo atteggiamento nei confronti dei suoi genitori è scatenato da delle dinamiche familiari che a lei non vanno bene. Descrive i suoi genitori come troppo protettivi, rimprovera il fatto di non essere ascoltata e non le piace la superficialità. Probabilmente lei a casa, percependosi in questo modo vorrebbe essere presa di più in considerazione, ma nello stesso tempo si sente in colpa nei confronti della sua famiglia "dispiace parlare delle mie preoccupazioni ai miei anche perché li stresso e non voglio". Bisognerebbe capire quali sono queste preoccupazioni di cui lei parla, le fissazioni che nomina. Inoltre, il momento del pranzo o della cena, rappresentano una riunione familiare dove si parla, ci si confronta e ci si ascolta. Il fatto che lei mangi di fretta, come ha sostenuto, mi fa pensare ad una fuga. Fugge perchè non si sente ascoltata? Fugge perchè non vuole "stressare" la sua famiglia?
Le dinamiche familiari sono molto complesse, vanno indagate nel momento in cui non si avverte un equilibrio e soprattutto quando generano degli stati ansiosi come da lei descritti.
il suo atteggiamento nei confronti dei suoi genitori è scatenato da delle dinamiche familiari che a lei non vanno bene. Descrive i suoi genitori come troppo protettivi, rimprovera il fatto di non essere ascoltata e non le piace la superficialità. Probabilmente lei a casa, percependosi in questo modo vorrebbe essere presa di più in considerazione, ma nello stesso tempo si sente in colpa nei confronti della sua famiglia "dispiace parlare delle mie preoccupazioni ai miei anche perché li stresso e non voglio". Bisognerebbe capire quali sono queste preoccupazioni di cui lei parla, le fissazioni che nomina. Inoltre, il momento del pranzo o della cena, rappresentano una riunione familiare dove si parla, ci si confronta e ci si ascolta. Il fatto che lei mangi di fretta, come ha sostenuto, mi fa pensare ad una fuga. Fugge perchè non si sente ascoltata? Fugge perchè non vuole "stressare" la sua famiglia?
Le dinamiche familiari sono molto complesse, vanno indagate nel momento in cui non si avverte un equilibrio e soprattutto quando generano degli stati ansiosi come da lei descritti.
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
[#2]
Utente
Grazie Dottoressa per la risposta.
Le preoccupazioni che riferisco ai miei e delle quali penso di essere insistente riguardano sicuramente stupidaggini.. per esempio la salute anche quando non si tratta di cose gravi (sono un po' ipocondriaca e vedo nei miei un punto di riferimento per consigliarmi e parlare ma a volte risulto pesante perché ripetitiva).
Verso le persone esterne alla famiglia sono un po' diffidente , o per esperienza personale o per vicende che sento, anche per es nei confronti di professionisti che fanno qualcosa di rilevante per salute o altro lavoro (architetti, medici ecc.).- e prima di fidarmi, penso a lungo a tutte le possibili alternative e soluzioni perché so che esistono bravi professionisti come anche no. Questo riflettere molto a volte però mi crea uno stato sicuramente ansioso.
Un'altra cosa è che vorrei guidare la macchina perché ho la patente da diversi anni e lo faccio a volte ma sempre con la presenza di mio padre perché loro hanno paura che la prenda da sola (anche se penso che hanno fiducia in me in generale). Io però vorrei essere più indipendente e adulta. Adesso la situazione sta migliorando in questo, almeno credo.
Per quanto riguarda il mangiare di fretta, lo faccio anche quando sono da sola a casa. Magari fuori casa sono più composta ovviamente. Sarà per abitudine ma so che è una cosa da modificare.
In generale da quanto descrivo dovrei vivere sicuramente in modo più sereno e meno ansioso ma sono così da sempre. Come migliorarmi?
Amicizie molto poche in generale e sempre di circostanza.
Grazie per l'attenzione
Le preoccupazioni che riferisco ai miei e delle quali penso di essere insistente riguardano sicuramente stupidaggini.. per esempio la salute anche quando non si tratta di cose gravi (sono un po' ipocondriaca e vedo nei miei un punto di riferimento per consigliarmi e parlare ma a volte risulto pesante perché ripetitiva).
Verso le persone esterne alla famiglia sono un po' diffidente , o per esperienza personale o per vicende che sento, anche per es nei confronti di professionisti che fanno qualcosa di rilevante per salute o altro lavoro (architetti, medici ecc.).- e prima di fidarmi, penso a lungo a tutte le possibili alternative e soluzioni perché so che esistono bravi professionisti come anche no. Questo riflettere molto a volte però mi crea uno stato sicuramente ansioso.
Un'altra cosa è che vorrei guidare la macchina perché ho la patente da diversi anni e lo faccio a volte ma sempre con la presenza di mio padre perché loro hanno paura che la prenda da sola (anche se penso che hanno fiducia in me in generale). Io però vorrei essere più indipendente e adulta. Adesso la situazione sta migliorando in questo, almeno credo.
Per quanto riguarda il mangiare di fretta, lo faccio anche quando sono da sola a casa. Magari fuori casa sono più composta ovviamente. Sarà per abitudine ma so che è una cosa da modificare.
In generale da quanto descrivo dovrei vivere sicuramente in modo più sereno e meno ansioso ma sono così da sempre. Come migliorarmi?
Amicizie molto poche in generale e sempre di circostanza.
Grazie per l'attenzione
[#3]
Gentile Utente,
come detto nella precedente risposta, lei dovrebbe andare a lavorare su stessa facendo un percorso psicologico che l'aiuti ad avere quella serenità desiderata.
Il rapporto che descrive con i suoi genitori, nonostante la sua età (24 anni), mi fa pensare ad un rapporto di accudimento che la tiene ancorata allo stato di bambina. Io non posso sapere i motivi che spingano suo padre a non fidarsi a lasciarla guidare da sola in macchina, ma se lei ha la patente e non ha particolari difficoltà, non vedo il motivo di tutta questa preoccupazione. Se invece è lei ad essere insicura e a volere in qualche modo la presenza del genitore, anche lì bisognerebbe andare a vedere che considerazione ha lei di se stessa.
Per quanto riguarda la paura dell'incompetenza del professionista in generale, la considero più una scusa per non andare a vedere. La paura genera nell'essere umano due tipi di risposte, la fuga o l'attacco. Nel suo caso lei mette in atto la fuga, ma nel fuggire non fa altro che evitare di affrontare le situazioni, in questo specifico caso mettersi in discussione, mette in atto l'evitamento.
E' vero che nel nostro cammino possiamo incontrare persone competenti come incompetenti, ma è anche vero che non è restando immobili che si risolvono le difficoltà.
Dovrebbe andare a lavorare sulla paura delle malattie, la fiducia in se stessa, la capacità relazionale e l'autonomia. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla di certo. Nello scegliere il professionista (psicologo/a), non si spaventi, se non dovesse trovarsi farà sempre in tempo a cambiare.
Le auguro buona serata
come detto nella precedente risposta, lei dovrebbe andare a lavorare su stessa facendo un percorso psicologico che l'aiuti ad avere quella serenità desiderata.
Il rapporto che descrive con i suoi genitori, nonostante la sua età (24 anni), mi fa pensare ad un rapporto di accudimento che la tiene ancorata allo stato di bambina. Io non posso sapere i motivi che spingano suo padre a non fidarsi a lasciarla guidare da sola in macchina, ma se lei ha la patente e non ha particolari difficoltà, non vedo il motivo di tutta questa preoccupazione. Se invece è lei ad essere insicura e a volere in qualche modo la presenza del genitore, anche lì bisognerebbe andare a vedere che considerazione ha lei di se stessa.
Per quanto riguarda la paura dell'incompetenza del professionista in generale, la considero più una scusa per non andare a vedere. La paura genera nell'essere umano due tipi di risposte, la fuga o l'attacco. Nel suo caso lei mette in atto la fuga, ma nel fuggire non fa altro che evitare di affrontare le situazioni, in questo specifico caso mettersi in discussione, mette in atto l'evitamento.
E' vero che nel nostro cammino possiamo incontrare persone competenti come incompetenti, ma è anche vero che non è restando immobili che si risolvono le difficoltà.
Dovrebbe andare a lavorare sulla paura delle malattie, la fiducia in se stessa, la capacità relazionale e l'autonomia. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla di certo. Nello scegliere il professionista (psicologo/a), non si spaventi, se non dovesse trovarsi farà sempre in tempo a cambiare.
Le auguro buona serata
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
[#4]
Utente
Grazie Dottoressa.
In realtà io ricerco i pareri esterni da esperti per qualsiasi motivo..ma prima di fidarmi rifletto a lungo e confronto diversi professionisti, intendevo questo.
Quello che temevo è proprio essere come una "bambina" anche se spesso ho un atteggiamento maturo e responsabile di fronte alle cose (quasi sempre) e sono molto previdente. Molto pignola forse, devo lasciarmi andare di più.
Grazie per i consigli, cercherò di migliorarmi
Buona serata a lei!
In realtà io ricerco i pareri esterni da esperti per qualsiasi motivo..ma prima di fidarmi rifletto a lungo e confronto diversi professionisti, intendevo questo.
Quello che temevo è proprio essere come una "bambina" anche se spesso ho un atteggiamento maturo e responsabile di fronte alle cose (quasi sempre) e sono molto previdente. Molto pignola forse, devo lasciarmi andare di più.
Grazie per i consigli, cercherò di migliorarmi
Buona serata a lei!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 306 visite dal 26/08/2024.
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