Papà per caso

Salve a tutti,

Non ricordavo di aver cancellato la mia vecchi utenza, perciò riporto il ink del consulto che pubblicai all'inizio di tutta la vicenda:

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/885505-paternita-indesiderata-che-fare.html

Per farla breve, nel Dicembre 2021, mentre mi stavo frequentando con una donna di 3 anni più grande di me di nazionalità Russa ma residente nella mia città da lungo tempo, facciamo il cosìdetto "guaio" e ci ritroviamo "incinti".


Nel post linkato avevo espresso i miei dubbi circa la condotta che avrei dovuto avere nei confronti di questo arrivo inaspettato.
Ebbene, alla fine scelsi di provare a costruire una famiglia.
Sono seguiti due anni difficili per entrambi, con una convivenza che ho sempre sentito e vissuto come "forzata", segnata da una prima parte (precedente al parto) dove le cose più o meno andavano e da un post-partum terribile.


Vi risparmio gli avvenimenti maggiormente penosi durante i quali ho dovuto chiamare le forze dell'ordine per tutelarmi dalle intemperanze della madre di mia figlia, fattostà che ho stretto i denti e sono stato accanto a madre e (soprattutto) figlia fino a Settembre 2023, quando me ne sono andato.


La mamma ha reagito molto male all'interruzione della convivenza tentando di portare la bimba in Russia senza il mio consenso nell'Ottobre 2023 (fermata all'aeroporto dalla polizia), tentativo cui è seguita l'emissione da parte del giudice di un divieto di espatrio sulla minore.
Successivamente abbiamo regolato i nostri rapporti tramite tribunale (la bimba è collocata presso la madre ed è affidata a entrambi) e a Dicembre 2023 la mia ex è stata raggiunta da sua madre, che ora vive con lei.


Le tempistiche di visita prevedono che io veda mia figlia ogni Sabato (intera giornata) e qualche ora durante la settimana.
Importante sottolineare che non ho mai temuto per l'incolumità fisica della bimba o per la sua salute, ragion per cui ho lasciato cadere la richiesta di affidamento e collocamento dopo la prima tentata sottrazione.


Nuovamente, pochi giorni fa, un'altra tentata sottrazione della minore (questa volta la piccola è stata fermata alla frontiera polacca con Kaliningrad, dove mi sono precipitato per ripescarle).
Ovviamente entrambi gli episodi sono stati denunciati all'autorità giudiziaria.


Premesso che siamo seguiti dai servizi sociali (nel decreto del giudice c'è scritto che la ragione è che vigilino sul rispetto del diritto di visita e svolgano un percorso di accompagnamento alla genitorialità), io mi sento nuovamente a un bivio.
Alle volte penso che dovrei far fare a questa donna ciò che vuole, cioè privare la bimba di un padre, perché una vita nell'angoscia e nella guerra perenne mi spaventa forse di più di perdere mia figlia.


Mi sento molto solo con questi pensieri, nessuno riesce a farmi prendere una posizione netta.
Vorrei sapere cosa ne pensate voi.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Gentile utente,

Io stessa avevo risposto al consulto di quando eravate in gravidanza.
Terminavo con queste parole:
Vista la delicatezza della situazione, concordo che un aiuto psicologico Vi sarebbe di grande utilità: essere in tre ancor prima di essere diventati 'coppia consolidata' non è poi così semplice! Ma neppure impossibile.
Sembrerebbe che L’orientamento ricevuto non sia stato attuato, considerato che i Il giudice raccomanda che venga svolto un percorso di accompagnamento alla Genitorialita’.

Come si può pensare che una situazione così complessa possa giovarsi unicamente di due consulti Psicologici online?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa, la mamma non ha mai voluto sentir parlare di psicologi. Fu un miracolo già solo farla andare - ad allattamento concluso - da uno psichiatra che le diede un medicinale per la depressione post-partum (situazione poi risoltasi).

Il "percorso di accompagnamento" menzionato nel decreto e eseguito dai servizi sociali fin'ora è consistito in un paio di colloqui degli assistenti sociali con la madre e la loro visita nella casa dove risiede il minore, più un colloquio con me volto a verificare che potessi vedere la bimba e che riuscissi a comunicare con la madre circa le esigenze della minore. Nulla che somigli a un percorso psicologico, quindi.

Il mio è più un dilemma etico personale al quale non trovo risposta.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.3k 591 67
Delle volte i problemi psicologici si travestono da "dilemmi etici personali".
Questo può rappresentare il motivo per cui "non trovo risposte", come Lei dice; si cercano le risposte nel campo sbagliato.
I nuclei psico-relazioni problematici che possono riguardare Lei Le sono stati segnalati nelle risposte precedenti, che forse conviene rileggere.

Per il resto riteniamo opportuno che Lei si occupi di sé e dei problemi di relazione con la figlia, senza attendere che Sua moglie faccia altrettanto: l'attendismo è spesso una inconscia strategia difensiva .. per difendersi da se stessi.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/