Ipocondria ossessiva
Buongiorno, ho 55 anni, diabetico Tipo2, e ho vissuto già nella mia vita cicli, anche di mesi, di crisi ipocondriache anche gravi.
Del resto l'ipocondria mi fu diagnosticata già nel 2004 da un neurologo, perchè a causa di una labirintite mi convinsi di avere un tumore al cervello... Tra le varie cose recenti, nel 2020, sviluppai per tre mesi una misteriosa febbricola serotina (37-37, 1) senza motivo, passata dopo una vacanza al mare con mia moglie, probabilmente imputabile a stress. A giugno scorso inizio a sviluppare disturbi intestinale, consulto un gastroenterologo che, vista l'età, mi consiglia una colonscopia; preso dal panico effettuo subito l'esame nonostante ne avessi il terrore; l'esito è stato confortante, solo colon irritabile.
Sempre a giungo si erano attivati dei linfonodi latero cervicali diagnosticati come reattivi dopo ecografia.
Feci anche un check up del sangue risultato perfetto.
Questa problematica dei linfonodi ingrossati sembrava scomparsa, ma ora dopo quasi due mesi si è ripresentata, probabilmente causata da una gengivite per scarsa pulizia dentale... Queste vicissitudini vengono vissute con angoscia indescrivibile mista a panico, nonostante le rassicurazioni di medici competenti e familiari.
Ho fatto molti anni di psicoterapia per problematiche relazionali soprattutto con le donne, e per problemi di ansia, ma evidentemente per l'ipocondria (che negli anni è peggiorata... ) non si è lavorato bene.
Il terrore è sempre quello del cancro, malattia che mi ossessiona.
In questo periodo sono alla continua ricerca su internet, consulto medici fino allo sfinimento (alcuni di loro mi hanno fatto capire che non desiderano avere più rapporti con me), confronto sempre i miei sintomi con quelli che leggo e che ascolto finendo in un loop senza fine... A settembre vorrei ricominciare una psicoterapia seria e mirata a questa problematica, anche perchè un medico mi ha anche detto che in questi disturbi di salute possono essere probabilmente delle somatizzazioni della mia angoscia.
Vi chiederei un parere, grazie mille.
Del resto l'ipocondria mi fu diagnosticata già nel 2004 da un neurologo, perchè a causa di una labirintite mi convinsi di avere un tumore al cervello... Tra le varie cose recenti, nel 2020, sviluppai per tre mesi una misteriosa febbricola serotina (37-37, 1) senza motivo, passata dopo una vacanza al mare con mia moglie, probabilmente imputabile a stress. A giugno scorso inizio a sviluppare disturbi intestinale, consulto un gastroenterologo che, vista l'età, mi consiglia una colonscopia; preso dal panico effettuo subito l'esame nonostante ne avessi il terrore; l'esito è stato confortante, solo colon irritabile.
Sempre a giungo si erano attivati dei linfonodi latero cervicali diagnosticati come reattivi dopo ecografia.
Feci anche un check up del sangue risultato perfetto.
Questa problematica dei linfonodi ingrossati sembrava scomparsa, ma ora dopo quasi due mesi si è ripresentata, probabilmente causata da una gengivite per scarsa pulizia dentale... Queste vicissitudini vengono vissute con angoscia indescrivibile mista a panico, nonostante le rassicurazioni di medici competenti e familiari.
Ho fatto molti anni di psicoterapia per problematiche relazionali soprattutto con le donne, e per problemi di ansia, ma evidentemente per l'ipocondria (che negli anni è peggiorata... ) non si è lavorato bene.
Il terrore è sempre quello del cancro, malattia che mi ossessiona.
In questo periodo sono alla continua ricerca su internet, consulto medici fino allo sfinimento (alcuni di loro mi hanno fatto capire che non desiderano avere più rapporti con me), confronto sempre i miei sintomi con quelli che leggo e che ascolto finendo in un loop senza fine... A settembre vorrei ricominciare una psicoterapia seria e mirata a questa problematica, anche perchè un medico mi ha anche detto che in questi disturbi di salute possono essere probabilmente delle somatizzazioni della mia angoscia.
Vi chiederei un parere, grazie mille.
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Gentile utente, il suo terrore e la sua angoscia è descritta alla perfezione, questo le può far capire che lei, la conosce benissimo, l'ha sperimentata e fa parte del suo vissuto. Ora bisogna che lei si affidi ad uno psicologo/a e che inizi a lavorare. La psicoterapia è un lavoro, spesso molto duro e impegnativo. Forse non ha trovato ancora il professionista giusto per lei, non per incompetenza dei colleghi o per mancanza di impegno da parte sua, ma semplicemente perché nel rapporto di psicoterapia si deve creare un'alleanza che per svariati motivi potrebbe non essersi creata.
Nel frattempo che lei decida o meno di intraprendere un altro percorso, le dico che sfogarsi con le persone a lei vicine non le sarà di aiuto, ma rinforzerà il sintomo.
Saluti
Nel frattempo che lei decida o meno di intraprendere un altro percorso, le dico che sfogarsi con le persone a lei vicine non le sarà di aiuto, ma rinforzerà il sintomo.
Saluti
Dott.ssa Michela Cinti, Psicologa
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 538 visite dal 23/08/2024.
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