Vivere all'estero e genitori narcisisti in italia
Salve,
Vivo all'estero da ormai 20 anni.
Non è un caso.
Ho messo fra me ed i miei genitori distanza fisica ed emotiva.
Ho avuto un'infanzia che ha lasciato i segni.
Mia madre è la persona narcisista, è stata crudele con noi e ci ha considerato sue estensioni.
Il ruolo di mio padre è quello di fare tutto per lei.
Loro il centro dell'universo,
noi esistevamo per soddisfare i loro bisogni.
Sono stata in terapia per diversi anni ed alla fine mi sono costruita una vita di cui sono felice.
Con i miei, ho mantenuto minimi contatti.
Una telefonata alla settimana, visite sporadiche, durante le quali, negli ultimi anni, non mi fermavo neanche a dormire da loro.
Qualche anno fa, infatti, lasciai il mio account email loggato prima di ripartire, e mia madre per giorni e giorni lesse tutte le mie chat.
Ne segui una grossa crisi familiare, dove lei fece la parte della vittima e mai chiese scusa.
Nessuno della famiglia si è dispiaciuto per me.
Le telefonate sono spesso corte, chiudo la conversazione non appena cominciano le dinamiche disfunzionali.
Loro non sono mai venuti a trovarmi, se non il primo anno per 2 giorni.
I miei fratelli sono venuti molto di rado.
A me stava bene così.
Ognuno deve fare della propria vita quel che vuole.
Le cose sono cambiate con la malattia di mia madre, non più autosufficiente.
E mio padre affetto da leggera demenza.
Per me è cominciato un incubo.
Ho scoperto che per la legge italiana sono responsabile delle loro cure.
Inoltre mia sorella è convinta che noi dobbiamo essere lì per ogni esigenza.
Sembra sia la sua più grande priorità, ma in realtà non li vuole accudire neanche lei.
Cerca di manipolarmi provocandomi sensi di colpa.
Credo che anche lei abbia maturato tratti narcisistici.
Ci ho provato ad andare ad aiutare, ma come detto per me è un incubo.
Ho spesso flashback della mia infanzia.
Credo sia stress post traumatico.
Oltre a ciò, vengo trattata sinceramente male.
Mi si critica per non fare abbastanza piuttosto che ringraziarmi.
Non che me lo aspettassi.
In quattro mesi mi sono esaurita, ho usato diversi giorni di ferie, che mi servirebbero per riposarmi, e soldi in biglietti aerei.
Io non lo voglio fare.
Non voglio averci a che fare con loro.
Possibile che la legge italiana imponga di prendersi cura di genitori così?
Per non parlare della pressione sociale in Italia.
Sembra scontato che tu lo debba fare.
Oltre il danno anche la beffa.
La mia mente non fa altro che cercare una soluzione per uscirne.
Vivo all'estero da ormai 20 anni.
Non è un caso.
Ho messo fra me ed i miei genitori distanza fisica ed emotiva.
Ho avuto un'infanzia che ha lasciato i segni.
Mia madre è la persona narcisista, è stata crudele con noi e ci ha considerato sue estensioni.
Il ruolo di mio padre è quello di fare tutto per lei.
Loro il centro dell'universo,
noi esistevamo per soddisfare i loro bisogni.
Sono stata in terapia per diversi anni ed alla fine mi sono costruita una vita di cui sono felice.
Con i miei, ho mantenuto minimi contatti.
Una telefonata alla settimana, visite sporadiche, durante le quali, negli ultimi anni, non mi fermavo neanche a dormire da loro.
Qualche anno fa, infatti, lasciai il mio account email loggato prima di ripartire, e mia madre per giorni e giorni lesse tutte le mie chat.
Ne segui una grossa crisi familiare, dove lei fece la parte della vittima e mai chiese scusa.
Nessuno della famiglia si è dispiaciuto per me.
Le telefonate sono spesso corte, chiudo la conversazione non appena cominciano le dinamiche disfunzionali.
Loro non sono mai venuti a trovarmi, se non il primo anno per 2 giorni.
I miei fratelli sono venuti molto di rado.
A me stava bene così.
Ognuno deve fare della propria vita quel che vuole.
Le cose sono cambiate con la malattia di mia madre, non più autosufficiente.
E mio padre affetto da leggera demenza.
Per me è cominciato un incubo.
Ho scoperto che per la legge italiana sono responsabile delle loro cure.
Inoltre mia sorella è convinta che noi dobbiamo essere lì per ogni esigenza.
Sembra sia la sua più grande priorità, ma in realtà non li vuole accudire neanche lei.
Cerca di manipolarmi provocandomi sensi di colpa.
Credo che anche lei abbia maturato tratti narcisistici.
Ci ho provato ad andare ad aiutare, ma come detto per me è un incubo.
Ho spesso flashback della mia infanzia.
Credo sia stress post traumatico.
Oltre a ciò, vengo trattata sinceramente male.
Mi si critica per non fare abbastanza piuttosto che ringraziarmi.
Non che me lo aspettassi.
In quattro mesi mi sono esaurita, ho usato diversi giorni di ferie, che mi servirebbero per riposarmi, e soldi in biglietti aerei.
Io non lo voglio fare.
Non voglio averci a che fare con loro.
Possibile che la legge italiana imponga di prendersi cura di genitori così?
Per non parlare della pressione sociale in Italia.
Sembra scontato che tu lo debba fare.
Oltre il danno anche la beffa.
La mia mente non fa altro che cercare una soluzione per uscirne.
[#1]
Gentile utente,
comprendo la situazione difficile.
Però, riguardo alla sua frase:
"Possibile che la legge italiana imponga di prendersi cura di genitori così?"
credo che il "prendersi cura" quando si vive e si lavora lontano possa riguardare anche solo l'aspetto economico, consistente nel pagare parte della spesa per chi professionalmente si prende cura dei genitori al posto Suo. Naturalmente entro certi limiti che il Servizio sociale le dirà.
Detto questo, gli aspetti che però rimangono in sospeso riguardano:
- i sensi di colpa e
- la pressione sociale.
- E, aggiungerei io, la relazione con eventuali altri figli* (sorelle e fratelli) che assistono 'di persona' i vecchi genitori, quando Lei invece delega una assistente domiciliare ad es..
Di questo potrà farne i conti assieme alla sua Psicoterapeuta dell'epoca, che conosce la situazione; magari online.
Sono tematiche che noi psicoterapeut* conosciamo bene, dato che molt* figl* lontani e addirittura nell'altro emisfero si trovano a doverli affrontare. La via di uscita c'è, ma innanzi tutto occorre fare chiarezza nei propri affetti (sentimenti ed emozioni), affinché non giochino contro di Lei avvelenandole i giorni.
La tematica non è semplicissima; se lo desidera, replichi: le risponderemo sicuramente.
Saluti cari!
Dott. Brunialti
comprendo la situazione difficile.
Però, riguardo alla sua frase:
"Possibile che la legge italiana imponga di prendersi cura di genitori così?"
credo che il "prendersi cura" quando si vive e si lavora lontano possa riguardare anche solo l'aspetto economico, consistente nel pagare parte della spesa per chi professionalmente si prende cura dei genitori al posto Suo. Naturalmente entro certi limiti che il Servizio sociale le dirà.
Detto questo, gli aspetti che però rimangono in sospeso riguardano:
- i sensi di colpa e
- la pressione sociale.
- E, aggiungerei io, la relazione con eventuali altri figli* (sorelle e fratelli) che assistono 'di persona' i vecchi genitori, quando Lei invece delega una assistente domiciliare ad es..
Di questo potrà farne i conti assieme alla sua Psicoterapeuta dell'epoca, che conosce la situazione; magari online.
Sono tematiche che noi psicoterapeut* conosciamo bene, dato che molt* figl* lontani e addirittura nell'altro emisfero si trovano a doverli affrontare. La via di uscita c'è, ma innanzi tutto occorre fare chiarezza nei propri affetti (sentimenti ed emozioni), affinché non giochino contro di Lei avvelenandole i giorni.
La tematica non è semplicissima; se lo desidera, replichi: le risponderemo sicuramente.
Saluti cari!
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Gentile Dott. Brunialti,
La ringrazio per la risposta. Mi e' di conforto.
Vorrei risponderle su alcuni punti.
"..credo che il "prendersi cura" quando si vive e si lavora lontano possa riguardare anche solo l'aspetto economico.."
Probabilmente ha ragione, ma dovro' fare i conti con mia sorella, che si aspetta un supporto pratico. Inoltre credo che ci siano anche risvolti penali di abbandono di incapace nel caso di anziani non autosufficienti. Ad ogni modo, avro' a giorni una consulenza con un avvocato, voglio capire bene quali sono le mie responsabilita'.
Per quanto riguarda i sensi di colpa e la pressione sociale, ci dovro' lavorare. Non ho capito ancora da dove arrivino. Prima che mia madre stesse male, non ne avevo.
E' possibile che siano correlati alla possibilita' di morte di mia madre, che in queste situazioni puo' essere sentita come una liberazione. O anche, e questo penso proprio che stia accadendo, che l'essermi trovata nella condizione di accudire mia madre sia troppo simile alla condizione che vivevo da piccola con loro e cio' mi fa rivivere quei tempi. Oltre al fatto che non ho avuto modo di elaborare il tutto, in pace, avendo contatti quasi giornalieri.
I rapporti fra noi fratelli sono scarsi. Ho mantenuto un buon rapporto con mio fratello anche se lo vedo di rado. Con mia sorella non ho un buon rapporto. Alimenta, quando non le crea, dinamiche disfunzionali e tende a manipolare le persone. Sembra che per lei sia importante aiutare i nostri genitori, ma di fatto fa il minimo. Se non fosse mia sorella, non sarebbe una persona che frequenterei.
La mia Psicoterapeuta dell'epoca e', ahime', in pensione. Sono in terapia da qualche mese con una nuova psicoterapeuta, e probabilmente ci vorra' del tempo perche' sia efficace.
La ringrazio ancora.
Cordiali saluti.
La ringrazio per la risposta. Mi e' di conforto.
Vorrei risponderle su alcuni punti.
"..credo che il "prendersi cura" quando si vive e si lavora lontano possa riguardare anche solo l'aspetto economico.."
Probabilmente ha ragione, ma dovro' fare i conti con mia sorella, che si aspetta un supporto pratico. Inoltre credo che ci siano anche risvolti penali di abbandono di incapace nel caso di anziani non autosufficienti. Ad ogni modo, avro' a giorni una consulenza con un avvocato, voglio capire bene quali sono le mie responsabilita'.
Per quanto riguarda i sensi di colpa e la pressione sociale, ci dovro' lavorare. Non ho capito ancora da dove arrivino. Prima che mia madre stesse male, non ne avevo.
E' possibile che siano correlati alla possibilita' di morte di mia madre, che in queste situazioni puo' essere sentita come una liberazione. O anche, e questo penso proprio che stia accadendo, che l'essermi trovata nella condizione di accudire mia madre sia troppo simile alla condizione che vivevo da piccola con loro e cio' mi fa rivivere quei tempi. Oltre al fatto che non ho avuto modo di elaborare il tutto, in pace, avendo contatti quasi giornalieri.
I rapporti fra noi fratelli sono scarsi. Ho mantenuto un buon rapporto con mio fratello anche se lo vedo di rado. Con mia sorella non ho un buon rapporto. Alimenta, quando non le crea, dinamiche disfunzionali e tende a manipolare le persone. Sembra che per lei sia importante aiutare i nostri genitori, ma di fatto fa il minimo. Se non fosse mia sorella, non sarebbe una persona che frequenterei.
La mia Psicoterapeuta dell'epoca e', ahime', in pensione. Sono in terapia da qualche mese con una nuova psicoterapeuta, e probabilmente ci vorra' del tempo perche' sia efficace.
La ringrazio ancora.
Cordiali saluti.
[#3]
Le auguro che il lavoro intrapreso attualmente con la psicoterapeuta dia i suoi frutti. Lasciare andare serenamente i propri genitori è uno dei compiti evolutivi più complessi tra quelli che toccano all’adulto.
Riteniamo opportuna anche la consulenza con un avvocato.
Se ritiene ci tenga informati.
Saluti carissimi.
Dr. Brunialti
Riteniamo opportuna anche la consulenza con un avvocato.
Se ritiene ci tenga informati.
Saluti carissimi.
Dr. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 449 visite dal 21/08/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.