Innamoramento, rifiuto e ossessione
Salve,
ho quasi 24 anni e ho notato una sorta di costante nella mia vita.
Fin da quando ero piccolo ogni volta che mi sono innamorato di una ragazza sono stato rifiutato, infatti sono ancora vergine e non ho mai nemmeno baciato una ragazza.
In totale ci avrò provato con una decina di ragazze (poche?), perché prima di fare qualche passo avanti ci impiego un po' e per riprendermi dopo il rifiuto, anche anni.
Quattro anni fa ad esempio c'era una ragazza che ho conosciuto online, in quel rapporto forse avevo riposto più speranze, forse, sentendomi più al sicuro con la distanza mi sono aperto di più e di conseguenza ho sofferto ancora di più per il rifiuto.
Ormai è da più di un anno (da inizio 2023) che ho interrotto definitivamente ogni contatto con la ragazza in questione eppure ancora ci penso almeno una volta al giorno. Io mi chiedo perché sia così difficile per me venire a contatto con certi sentimenti? Perché ci sono dei tempi così lunghi per metabolizzare?
Forse è rilevante aggiungere che non ho un buon rapporto con le emozioni.
Non mi fido di quello che le emozioni fanno, di come mi spingano a cose che al livello razionale non vorrei fare. Forse sono il tipo di persona che non si lascia andare, ma come potrei mai farlo?
Temo che sarebbe pericoloso, e le poche volte che "mi lascio andare" il risultato è sempre catastrofico.
Andando ancora più in profondita potrei parlare di un certo conflitto interiore che sento, una parte di me vorrebbe semplicemente non avere alcuna emozione e vivere nell'atarassia, in maniera stoica.
Ma un'altra parte di me vorrebbe semplicemente poter sperimentare almeno una volta una relazione romantica. Però alla fine, se è pieno di persone che le relazioni ce le hanno, già a 14 o a 16 anni, io che speranza potrei mai avere?
È letteralmente impossibile che qualcuna voglia una relazione con me e anche se per assurdo questa relazione ci fosse, è assolutamente certo che la ragazza mi farebbe le corna o chissà che altro.
Poi non mi sembra nemmeno una grande scelta quella di dedicare ogni mia energia a questa cosa, ossia fare tutta una serie di attività che magari nemmeno mi interessano solo con questo fine tipo la discoteca, la palestra e cose così.
Però ecco, anche se non voglio sforzarmi, così come sono ora non sono soddisfatto.
Quindi che posso fare? Come faccio a capire cosa voglio davvero e cosa è possibile per me?
Grazie per l'aiuto.
ho quasi 24 anni e ho notato una sorta di costante nella mia vita.
Fin da quando ero piccolo ogni volta che mi sono innamorato di una ragazza sono stato rifiutato, infatti sono ancora vergine e non ho mai nemmeno baciato una ragazza.
In totale ci avrò provato con una decina di ragazze (poche?), perché prima di fare qualche passo avanti ci impiego un po' e per riprendermi dopo il rifiuto, anche anni.
Quattro anni fa ad esempio c'era una ragazza che ho conosciuto online, in quel rapporto forse avevo riposto più speranze, forse, sentendomi più al sicuro con la distanza mi sono aperto di più e di conseguenza ho sofferto ancora di più per il rifiuto.
Ormai è da più di un anno (da inizio 2023) che ho interrotto definitivamente ogni contatto con la ragazza in questione eppure ancora ci penso almeno una volta al giorno. Io mi chiedo perché sia così difficile per me venire a contatto con certi sentimenti? Perché ci sono dei tempi così lunghi per metabolizzare?
Forse è rilevante aggiungere che non ho un buon rapporto con le emozioni.
Non mi fido di quello che le emozioni fanno, di come mi spingano a cose che al livello razionale non vorrei fare. Forse sono il tipo di persona che non si lascia andare, ma come potrei mai farlo?
Temo che sarebbe pericoloso, e le poche volte che "mi lascio andare" il risultato è sempre catastrofico.
Andando ancora più in profondita potrei parlare di un certo conflitto interiore che sento, una parte di me vorrebbe semplicemente non avere alcuna emozione e vivere nell'atarassia, in maniera stoica.
Ma un'altra parte di me vorrebbe semplicemente poter sperimentare almeno una volta una relazione romantica. Però alla fine, se è pieno di persone che le relazioni ce le hanno, già a 14 o a 16 anni, io che speranza potrei mai avere?
È letteralmente impossibile che qualcuna voglia una relazione con me e anche se per assurdo questa relazione ci fosse, è assolutamente certo che la ragazza mi farebbe le corna o chissà che altro.
Poi non mi sembra nemmeno una grande scelta quella di dedicare ogni mia energia a questa cosa, ossia fare tutta una serie di attività che magari nemmeno mi interessano solo con questo fine tipo la discoteca, la palestra e cose così.
Però ecco, anche se non voglio sforzarmi, così come sono ora non sono soddisfatto.
Quindi che posso fare? Come faccio a capire cosa voglio davvero e cosa è possibile per me?
Grazie per l'aiuto.
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Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con noi un aspetto così intimo e delicato della sua vita. La sua riflessione mette in luce una sofferenza profonda, radicata in esperienze passate che sembrano aver lasciato un'impronta significativa sulla sua capacità di relazionarsi e di fidarsi delle emozioni. Vorrei rispondere alle sue domande con l'attenzione e la cura che meritano.
Innanzitutto, è importante riconoscere che ciò che sta vivendo non è affatto insolito. La difficoltà nel metabolizzare il rifiuto, la paura di lasciarsi andare e il conflitto tra il desiderio di vivere una relazione sentimentale e la paura di soffrire sono temi che molte persone sperimentano, soprattutto quando la loro storia personale include esperienze di rifiuto o relazioni emotivamente distanti. Questi sentimenti possono essere radicati in schemi di attaccamento sviluppati nell'infanzia, che influenzano il modo in cui ci relazioniamo agli altri e come gestiamo le nostre emozioni. Il fatto che lei riconosca di non avere un buon rapporto con le emozioni e di sentirsi diviso tra il desiderio di evitare il dolore e il bisogno di connessione umana è un primo passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza di sé. Tuttavia, affrontare questi temi da soli può risultare particolarmente complesso e doloroso senza portare ad utili risultati.
La invito a considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di psicoterapia, dove potrà esplorare in profondità queste dinamiche interiori con l'aiuto di un professionista. Un percorso terapeutico le permetterà di sviluppare una maggiore comprensione di sé, di elaborare il dolore legato ai rifiuti subiti e di lavorare sul rapporto con le sue emozioni. La terapia, anche online, può offrirle uno spazio sicuro in cui iniziare a sperimentare nuove modalità di relazione con se stesso e con gli altri, favorendo un miglioramento del suo benessere emotivo.
Il suo desiderio di trovare una risposta a queste domande e di migliorare la sua qualità di vita è un segnale positivo e importante. La strada che ha di fronte potrebbe richiedere tempo e impegno, ma con il giusto supporto, è possibile lavorare su questi aspetti e raggiungere un maggiore equilibrio e soddisfazione personale. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto.
la ringrazio per aver condiviso con noi un aspetto così intimo e delicato della sua vita. La sua riflessione mette in luce una sofferenza profonda, radicata in esperienze passate che sembrano aver lasciato un'impronta significativa sulla sua capacità di relazionarsi e di fidarsi delle emozioni. Vorrei rispondere alle sue domande con l'attenzione e la cura che meritano.
Innanzitutto, è importante riconoscere che ciò che sta vivendo non è affatto insolito. La difficoltà nel metabolizzare il rifiuto, la paura di lasciarsi andare e il conflitto tra il desiderio di vivere una relazione sentimentale e la paura di soffrire sono temi che molte persone sperimentano, soprattutto quando la loro storia personale include esperienze di rifiuto o relazioni emotivamente distanti. Questi sentimenti possono essere radicati in schemi di attaccamento sviluppati nell'infanzia, che influenzano il modo in cui ci relazioniamo agli altri e come gestiamo le nostre emozioni. Il fatto che lei riconosca di non avere un buon rapporto con le emozioni e di sentirsi diviso tra il desiderio di evitare il dolore e il bisogno di connessione umana è un primo passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza di sé. Tuttavia, affrontare questi temi da soli può risultare particolarmente complesso e doloroso senza portare ad utili risultati.
La invito a considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di psicoterapia, dove potrà esplorare in profondità queste dinamiche interiori con l'aiuto di un professionista. Un percorso terapeutico le permetterà di sviluppare una maggiore comprensione di sé, di elaborare il dolore legato ai rifiuti subiti e di lavorare sul rapporto con le sue emozioni. La terapia, anche online, può offrirle uno spazio sicuro in cui iniziare a sperimentare nuove modalità di relazione con se stesso e con gli altri, favorendo un miglioramento del suo benessere emotivo.
Il suo desiderio di trovare una risposta a queste domande e di migliorare la sua qualità di vita è un segnale positivo e importante. La strada che ha di fronte potrebbe richiedere tempo e impegno, ma con il giusto supporto, è possibile lavorare su questi aspetti e raggiungere un maggiore equilibrio e soddisfazione personale. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto.
Dr.ssa Antonella Petrella Psicologa Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 357 visite dal 21/08/2024.
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