Senso di fallimento

Ho 39 anni, un compagno con cui ho un amore bellissimo, una casa e un lavoro che mi piace molto.
Sulla carta sembra tutto a posto, a ben guardare è solo un terribile fallimento.

Sognavo una famiglia ma la persona giusta con cui costruire è arrivata nella mia vita nemmeno due anni fa, da pochi mesi stiamo provando ad avere un figlio, per adesso non siamo ancora riusciti a concepire ma io mi sento tremendamente in colpa, mai avrei voluto essere una madre vecchia, a maggior ragione di un figlio unico per il quale rischiamo seriamente di essere di peso troppo presto.
L'unica alternativa è rinunciare del tutto e non è quello che voglio, nessuna delle opzioni possibili mi fa sentire bene, ogni volta che ci penso mi sento in trappola e piango.

Il lavoro forse anche peggio, dopo la laurea ho combattuto anni cambiando lavoro spesso in cerca di condizioni dignitose, adesso ho trovato un lavoro che mi piace e dove umanamente mi trovo benissimo, ma il compenso è davvero modesto e la crescita possibile misera.
Questo posto ci ho messo un anno di colloqui e ricerche a trovarlo, sono sfuggita ad un ambiente tossico con titolari da denuncia però ho dovuto rinunciare ad un quarto di stipendio.

Ho la sensazione di annaspare in una palude, mi sento come quando a scuola pur avendo studiato più di un 5.5 in latino non portavo a casa.

Mi sento incapace e inconcludente, non volevo fare l'astronauta, volevo solo una vita "normale": indipendenza, un lavoro che mi piacesse in cui veder riconosciute anche a livello economico le mie competenze e talenti, un compagno e una famiglia; e invece arranco anche per ottenere quello che per gli altri sembra normale.

Sarà che le mie amicizie e le persone nella mia famiglia hanno tutte dei percorsi molto più lineari: sono l'unica alla soglia dei 40 ad aver cambiato tutti questi lavori, ad aver cambiato più volte partner, ad aver vissuto lunghi periodi da single, ad aver comprato casa senza un partner, a non aver messo su famiglia nei tempi (biologicamente) opportuni, ad essermi trovata spesso a dover ripartire da zero.

La mia vita non regge il confronto né con le piccole aspettative che avevo, né con le persone che ho intorno.
Mi sento un fallimento senza possibilità di riscatto.
Non riesco ad essere più morbida nei miei stessi confronti, sarebbe un'autoassoluzione che non sento di meritare, ma non riesco nemmeno più a vivere con questa cosa dentro che mi divora.
Attualmente non ho le risorse economiche né il tempo (lavoro a quasi due ore da casa) per andare in terapia, che posso fare?

Questi pensieri riesco a tenerli sotto controllo quasi sempre, poi basta un niente e me li ritrovo avvinghiati alla gola che mi soffocano, in quei casi il mio compagno mi sostiene con amore e mi ascolta, cerca di farmi vedere le cose dal suo punto di vista, molto più positivo del mio, ma purtroppo non cambia molto il mio sentire.

Sono molto grata per quello che ho avuto in dono dalla vita, ma non riesco a perdonarmi per non essere abbastanza.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.2k 193
Gentile utente,
una ristrutturazione cognitiva del suo punto di vista: "non riesco a perdonarmi per non essere abbastanza" potrebbe salvarle la vita... in tutti i sensi: non solo sotto il profilo psicologico ma anche sotto quello fisico, perché dai dati sulla scheda lei risulta in marcato sovrappeso.
Gli errori alimentari si pagano in vario modo: alimentano la depressione, possono dare un sentimento di vecchiaia vicina, e non di rado sono causa del mancato concepimento.
La terapia, anche quella di gruppo, si può condurre online.
Intanto per imparare a "perdonarsi" sfrutti i video gratuiti su Youtube della Compassion Focused Therapy, che è un geniale frutto della terapia cognitivo-comportamentale, idonea al suo caso.
Infiniti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com